Recent Posts

Pages: [1] 2 3 ... 10
1
per quanto riguarda le triadi ora che riesci a leggerle devi fare l'ulteriore sforzo di suonarle a memoria magari  seguendo lo stesso procedimento quindi cromaticamente.
do mi sol,  do #  fa sol#  ecc
e poi verso il basso.
quindi con le minori. do mib sol .

quando hai le triadi parti con le quadriadi.
do mi sol si ecc..
quando hai tutto questo materiale come emissione e sotto le dita parti con i rivolti e con le estensioni.
da qui in poi si può cominciare con la costruzione dell frasi  sul II V I .

per la velocità delle dita non so darti un consiglio diverso da quelli che hai già indicato.
Puoi però fare una verifica per capire se la difficoltà dipenda davvero dalle dita e non da tutto il resto (emissione respirazione legata alla  articolazione )
prova cioè a diteggiare senza suonare verificando la corretta sincronia.
In questo modo se dovesse essere un problema effettivo del diteggiare potresti allenarti senza suonare .
Se invece come capita a me la difficoltà del diteggiare è legata a determinate parti del registro (le estremità) l'unica tecnica di studio che conosco è quella della articolazione.
(è un po ripetitiva ma risolve qualsiasi problema).
2
Io sono un po' migliorato, inquadrando ed associando meglio  le note bemolle e diesis che leggevo,  quando ho iniziato a lavorare sulle scale con 3-4 bemolle e 3-4 diesis in chiave . Lì ho dovuto lavorare per centrare meglio la muscolatura labiale e la giusta emissione " imparando nuovamente"a suonare senza forzare .
Un altro step che mi ha aiutato è stato lavorare "cromaticamente" sulle triadi maggiori e minori .
lavorarci per me significa : leggere fluentemente (anche se non ancora a prima vista ,ma nel tempo sono migliorato abbastanza) le note , associarci subito la posizione e l'emissione giusta per ottenerle. Agli inizi leggevo la nota ma mi capitava di sbagliare l'emissione  e quindi steccavo. Sopratutto all'inizio quando cercavo di riprodurre il suono con memoria uditiva e non perchè invece  l'avessi metabo,lizzata dentro di me, ottenedo la sicurezza che deriva dal centrare la nota, come quando hai  la consapevolezza dell'averci lavorato su, così tanto da essere capace di leggerle ottenerla in automatico.
Lavorare cromaticamente sulle triadi invece mi ha aiutato tantissimo perchè ti abitua a distinguere bene un semitono da un altro , riesci a capire bene e a conservare dentro di te il suono e come devi produrre la nta e la giusta intonazione. A volte prima mi capitava di avere in mente , faccio per dire un Lab e lo ottenevo (andando a memoria uditiva ) suonando un La fortemente calante. Tenuto presente che la tromba non è che sia proprio uno strumento facile ed intonatissimo, (e  non è come una tastiera dove premi il tasto ed esce la nota) , devi proprio imparare a produrla ed intonarla.
Così la sincronizzazione di quello che si legge e si deve produrre come suono.
Non a caso Vizutti " pizzica e mette inguardia " riportando degli esempi e non facendo nomi, sul suonare con le dita fuori timing e facendo intendere che anche trombettisti già noti, hanno le loro pecche , le quali non sfuggono a chi è un passo avanti e sa ascoltarle bene.
Tornando a me, cercare di riconoscere i miei errori e le mie pecche è il primo passo per provare a risolverle.
Mi sono accorto che non sono un fulmine con le dita, ma voglio provare a lavorarci su.
Ad es. mi rendo conto che la mia mancanza di velocità delle dita , mancanza di destrezza è causata sopratutto dalla lentezza che ho sul dito anulare, non lo alzo abbastanza e non lo muovo abbastanza velocemente  ed il suo tendine tira , si stanca e mi da dolenzia poco dopo che lo uso e così anche il tendine del medio (anche se in misura minore ).
Conosco questa problematica ( è similare nella chitarra ) , non c'è altra soluzione che lavorarci su con degli esercizi adatti, solo che quelli provati finora hanno prodotto miglioramenti veramente lenti e tuttosommato piccoli, per questo chiedevo consiglio qui nel forum.
Può darsi che tu sia .. "naturalmente sciolto nelle articolazioni " oppure sei più sciolto perchè ci ha già lavorato con il sax , probabilmente io non sono nella tua condizione...
Da quello che vedevo dei due video (Estella Aragon e Vizzutti ) entrambi adottano la stessa maniera di premere i tasti., simile a quella che utilizzano i maestri di pianoforte.
La Aragon dice :" immaginate di avere una palla da baseball sotto il palmo della mano ( e tu capisci anche la mente rivolta allo sport che hanno) , da noi si dice : " immagina di avere una mela sotto il palmo della mano....... :D
....Quando si dice che noi Italiani abbiamo la mente sempre rivolta al mangiare !.... :D  ;D  ;D  ;D   (C'è un perchè !... :D  ;D  )

Continuo ad aspettare qualche dritta  per lo stretching  delle mie articolazioni.... ;)  :D   :) 
( Grazie... ) ;)  :)
3
Dirty non sei il solo che incontra le difficoltà che descrivi.
L'unica cosa che possiamo fare è continuare a studiare: più accresci la tua tecnica strumentale più sei in grado di esprimere ciò che vuoi.
Purtroppo per  improvvisare su uno standard jazz devi avere un certo livello tecnico .
Non è un dogma ma il primo passo è  la "conoscenza" degli accordi sul proprio strumento.
il secondo passo è la capacità di "trattare " l'accordo .
Con il termine conoscenza intendo anche la conoscenza pratica strumentale.
Io ad esempio che suono il sax tenore in Bb ho una buona conoscenza strumentale degli accordi e delle tensioni ma quando suono la tromba mi scontro con la mancanza di tecnica strumentale (la conoscenza teorica e di suoni c'è la pratica e la corrispondenza con lo strumento tromba manca)
per quanto riguarda la velocità della diteggiatura per me è un falso problema .
Magari otterrai enorme soddisfazione improvvisando sulle ballades o sui brani swing e medium . (i fast per molti di noi sono solo una .
bella  utopia) .

Dicevo che è un falso problema perché se stai messo bene con emissione e produzione di suono senza sforzo ,il movimento delle dita è consequenziale.
spesso le difficoltà della diteggiatura sono un indice di problemi di natura diversa. (o per lo meno a me capita così)







4
Cari iMaurizio e fcoltrane, devo dire che (passato il momento di scoramento, dove avevo quasi bisogno di urlare la mia frustrazione repressa in tanti anni dal dover considerare (e resettare e partire da zero) ogni volta che scoprivo un aspetto che non conoscevo o non avevo ben considerato ; o anche come l'ultimo esempio di Vizzutti , dove in un video di 1/4 d'ora ti fa considerare la confort zone di appoggio della labbra sul bocchino, senza forzare le note, per poterle suonare forte; il timing delle dita ,  dove si da' già per scontato che si sappia con la testa  ( leggere e pensare bene le note da prendere) ; con le dita (pensando alla consapevolezza senza incertezze nel premere i giusti tasti associati alle note); alla corretta emissione di fiato con le note che lo richiedono; la consapevolezza nel suonare mettendo insieme e sincronizzndo tutte queste cose) .
Purtroppo mi era proprio sfuggito l'allenamento supersonico delle dita (il timing veloce delle dita nei tempi veloci e sedicesimi )....
 e ....relativa sincronizzazione con tutto il resto.

Giustamente dice iMaurizio (ed anche fcoltrane) che si dovrebbe tirare giù una rod map. (...concordo ....)

Lo sfogo nasce dall'arrendersi all'evidenza dei fatti che il fai da te è estremamente rallentante ( e perciò alla fine frustrante )
Più volte è stato toccato l'argomento in cui  tanti vorrebbero approcciarsi al jazz , ma alla fine (anzi più correttamente fin già dell'inizio) i più si scontrano (difettano) con la mancanza di solide  basi tecniche.
E' osservabile , purtoppo, che quasi sempre , chi esce dal conservatorio , ha basi tecniche , ma spesso difetta nel linguaggio jazz , e mi verrebbe da dire ancor di più difetta nella mancanza dell'anima propria del jazz, ( è come se a loro gli rimanesse un'impronta basata sulle scali maggiori e minori, al più modali ) ma non posseggono "l'animo/a del jazz" e dell'improvvisazione ,(improvvisazione intesa non come una cascata di note modali che suonano bene, e che alla fine, però, non dicono  nulla, ma gli manca proprio quell'improvvisazione che è la ricerca dell'animo/a del jazzista).
Queste osservazioni ( a campo largo ) sono una cosa che , chi vuole avvicinarsi al jazz, spessissimo percepisce molto chiaramente ,( questa mancanza d'anima e  questa improvvisazione "scolastica") e non l'accetta e vorrebbe invece provare a tirar fuori la sua anima (l'anima jazz che ha in se, dentro di se ! ) .
Da li il desiderio di provare ad essere "autodidatta", il passo è breve  (me compreso )(con tutti gli errori , di cui parlavamo nel post precedente, che ne conseguono.
Quando "l'aspirante jazzista" inizia a rendersene conto, cerca di correre ai ripari, ma essendo un neofita non ha la "road map" ,(road mapche dovrebbe essere stilata da un jazzista vero e completo e che abbia la capacità di essere un bravo professore ed un bravo didatta ).
La sfortuna di tutto questo trova il suo apice quando poi l'aspirante jazzista decide di prendere lezioni.... si.... ma .... da chi ?.....
Tanti sono i diplomati in musica ( che si offrono di dare lezioni di musica e sullo strumento ) ed in parte fanno il loro , il giusto ,.... e forniscono le basi all'allievo....che però non sono quasi mai la strada che imbocca  l'indirizzo jazz a cui l'aspirante jazzista vorrebbe/vuole tendere.
Io trovo che in Italia, tranne alcune valide scuole jazz, manchino dei testi di riferimento che siano capaci di formarti nelle " basi necessarie " , ma che siano però capaci di introdurti al "sapore " del linguaggio jazz ( Con questo non stò dicendo che le scale maggiori , minori e modali  debbano essere escluse/non studiate ) stò dicendo che certi passaggi/indirizzi jazz sarebbe bello che si potessero iniziare a studiare, per sciogliere le dita al jazz, già come testi/esercizi di studio .
Licks e pattern.... anche lì bisognerebbe sceglierli, provarli ,  ...avere  quantomeno una road maps indicata da qualcuno, quantomeno " orientata al jazz " aiuterbbe tantissimo a costitutire/costruire una solida e valida  struttura/base  jazz per l'allievo jazzista in tempi ragionevoli.......(anche inteso in un numero di  3 -4 anni ).
Questo ragionamento non è inteso solo per chi voglia/scelga di essere un professionista , bensì vorrei/ mi piacerebbe che fosse inteso (e rivolto ) sopratutto per permetter a quella moltitudine  di persone  ( come me ) amanti del jazz che vorrebero suonare jazz ad un buon livello amatoriale.

Torno un attimo sull'argomento su come / cosa fare per aumentare la "destrezza" delle dita.

Sulla chitarra per sciogliere le articolazioni si fanno degli esercizi mirati a suonare note che distano 2 capotasti, sono dei veri esercizi " spaccadita " (non tutti hanno le mani grosse , e chi ce l'ha normali o piccoline , sente la limitazione della poca spaziatura delle articolazioni fra le dita , e questi esercizi aiutano parecchio.

Per la tromba, la trombettista  Estella Aragon sottolineava, nel suo video come uno degli errori più comuni che fanno i neofiti , quando devono suonare velocemente , è non alzare a sufficienza le dita , cosicchè le valvole non si riaprano per bene e rimangano così un po' chiuse, (sporcando il suono ). Per rimediare a questo suggeriva di tenere premuto il tasto centrale e di esercitarsi ad alzare e premere alternativamente e ripetutemente l'indice e l'anulare,  ( addirittura alzarli a livello tale da non far più toccare i tasti...)
Vizzutti poneva l'accento, al contrario,  nel suo videocome uno degli errori più comuni che fanno i neofiti , quando devono suonare velocemente , fosse il non premere a sufficienza le dita , cosicchè le valvole non premute bene a fondo , non si aprissero a sufficienza ed anche in questo caso il suono che ne derivava rimanesse anche in questo secondo caso  "sporco "....
Per cui consigliava di esercitarsi a suonare velocemente , premendo per bene i pistoni fino in fondo.

Fatto salvo il consiglio di entrambi a non tenere  il mignolo nell'uncino ,: Avete da suggerire un' esercizio che aiuti a strecciare le articolazioni un po' più del normale  (nella chitarra si suona fra 2 capotasti, noi che ci potremmo inventare come esercizio, che sia poi un po' più funzionale sulla tromba ?... )
Thanks ed un saluto. ( Anche agli altri forumisti, ;)  che sono invitati a dire la loro.... :)
5
Dirtysound è innegabile che ci siano tante difficoltà nello studio di uno strumento musicale  e per gli strumenti a fiato ce ne sono alcune ricorrenti legate alla emissione ed alla respirazione .
Spesso sono eccessivamente critico con me stesso e sono d'accordo con IMaurizio : non è detto che questa sia la strada migliore.
Ti faccio un esempio concreto :
magari sto una settimana a studiare l'esercizio del Clarke n2 sul  fa diesis (con tutte quelle belle alterazioni) e tralascio altri aspetti legati alla improvvisazione o alla conoscenza degli accordi o alla memorizzazione di un tema. alla fine saprò eseguire bene quell'esercizio su quella tonalità ma ho tralasciato tante altre cose.
Per me la vera svolta è stata godere dello studio e studiare progressivamente avendo ben presente quelli che sono i principi fondamentali.
("assenza di sforzo", omogeneità nel suono , affrontare le difficoltà progressivamente ecc..).

Nella mia esperienza anche gli errori a volte possono essere considerati " utili".
6
L'argomento sta prendendo una piega interessante , perchè forse mi permetterà di sviscerare quelle difficoltà che in fondo mi hanno frenato nell'apprendimento e delle quali mi sono accorto, solo successivamente: non esistono scorciatoie per bypassarle   .....

Hai messo tantissima carne al fuoco, ed è molto difficile rispondere senza conoscere il caso specifico, sia della persona che dei materiali usati e del modo in cui sono stati usati.

Come risposta generale alle cose che hai scritto potrei proporre un "DIPENDE" grande come una casa   :D

Lo studio stanca, richiede tempo, impegno e concentrazione, ed è vero da un lato che farlo in modo incompleto/imperfetto/approssimativo può allungare i tempi di maturazione.

D'altro canto è pure vero che l'essere eccessivamente critici, puntigliosi e rigorosi non è detto che sia la strada migliore da percorrere e che produca i migliori risultati.

Visto che abbiamo parlato del Clarke faccio un esempio su quello:
quando lo si comincia a studiare non è affatto necessario preoccuparsi troppo del suono, della qualità e bellezza dello stesso,
perché non è quello lo scopo primario di quegli studi.

Ricordiamoci che un qualsiasi studio/esercizio non è quasi mai il fine per lo strumentista ma sostanzialmente un mezzo per raggiungere determinati risultati sullo strumento.

Quando si studia quindi è molto importante sapere/imparare a cosa serve un determinato esercizio e su quali aspetti occorre concentrarsi e quali invece possono essere messi in secondo piano.   
7
Il Mercatino Dell'Usato (o anche del nuovo...) / Re: Frate Precision 6+S 103
« Last post by trumpet1 on May 24, 2024, 03:37:27 PM »
si può chiudere,ritiro la vendita.Grazie
8
Annunci Importanti / Re: ITG 2024 California May 28 June 1
« Last post by eugeniovi on May 23, 2024, 05:12:06 PM »
Intanto gli auguriamo nuovi successi e poi aspettiamo fiduciosi  :)
9
Annunci Importanti / ITG 2024 California May 28 June 1
« Last post by Zosimo on May 23, 2024, 04:10:21 PM »
Come tutti gli anni, anche quest'anno ci sarà
la famosa fiera internazionale più grande d'america sulle trombe.
Negli anni passati il nostro Vate(r) ci faceva una bella disamina.
Dopo tanti anni è tornato e vediamo cosa ci racconterà.
10
Off-Topic / Libris
« Last post by Zosimo on May 23, 2024, 03:58:53 PM »
Qualcuno mi consiglia un bel libro non per forza musicale
anche saggio, autobio o bio, sono abbastanza onnivoro di testi
appassioananti. grazie
Pages: [1] 2 3 ... 10