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Didattica => Jazz ed oltre => : Norman November 10, 2010, 04:03:31 PM

: Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?
: Norman November 10, 2010, 04:03:31 PM
Partiamo da un dato di fatto: il jazz in Italia è sempre stato cosa per pochi, se non addirittura per pochissimi. Oggigiorno anche nel paese in cui è nato è ormai musica per appassionati, dopo essere stato, all'inizio della sua storia, musica popolare nel vero senso del termine.

Non mi interessa il dibattito sul jazz come musica d'arte o musica d'intrattenimento, perché per me può essere tranquillamente entrambe le cose.

Il problema che mi interessa è: perché il pubblico generalmente considera il jazz come un'immane rottura di coglioni?

Io, da appassionato di jazz, di musica in generale e da frequentatore di concerti, nonché performer, se pur a livello amatoriale, mi sono dato una risposta.

Io penso che il motivo sia semplicemente perché generalmente il jazz viene proposto (salvo poche eccezioni) già dagli stessi jazzisti come un'immane rottura di coglioni...

Il tipico concerto jazz infatti annovera tutta una serie di espedienti volti a dare metaforici calci nel culo a chi, inopinatamente, da profano tenti di avvicinarvisi. Tra questi espedienti i più notevoli sono:

- tristezza intrinseca dei musicisti, in ogni momento del concerto.
- compiacimento nel cercare l'inutile virtuosismo e nel crogiolarsi nella propria tecnica.
- assoluta mancanza di ogni tentativo ci comunicazione con il pubblico (ad esempio: quasi mai vengono annunciati i pezzi, come se si desse per scontato che nel pubblico ci fossero solo persone che conoscono a memoria il repertorio jazzistico di oltre 100 anni di storia, tutti gli standard e tutte le possibili versioni)

Perché nel 2010 ancora c'è gente in giro che va a suonare ad un festival jazz come se fosse in un fumoso club della 52ma strada sotto eroina? Perché ci si deve atteggiare in questa maniera sempre e comunque? Perché si dà per scontato che nel jazz sia cosa buona trattare il pubblico come se il musicista gli stesse facendo un favore a suonare, quando il più delle volte invece è il contrario?

Sono volutamente polemico, perché poi sento tutti lamentarsi del fatto che il jazz non funziona, che il pubblico non lo apprezza, che non è valorizzato... Beh, nella stragrande maggioranza dei casi sono proprio i jazzisti i primi a danneggiare il jazz, che invece secondo me è una musica non solo meravigliosa, ma anche assolutamente alla portata di tutti nella stragrande maggioranza delle sue manifestazioni. Certo, magari non il free... Ma per il resto si potrebbe fare molto di più, se solo si avesse più rispetto per la musica e per il pubblico.


: Re:Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?
: DarioT November 10, 2010, 04:38:51 PM
....Il tipico concerto jazz infatti annovera tutta una serie di espedienti volti a dare metaforici calci nel culo a chi, inopinatamente, da profano tenti di avvicinarvisi. Tra questi espedienti i più notevoli sono:

- tristezza intrinseca dei musicisti, in ogni momento del concerto.
- compiacimento nel cercare l'inutile virtuosismo e nel crogiolarsi nella propria tecnica.
- assoluta mancanza di ogni tentativo ci comunicazione con il pubblico (ad esempio: quasi mai vengono annunciati i pezzi, come se si desse per scontato che nel pubblico ci fossero solo persone che conoscono a memoria il repertorio jazzistico di oltre 100 anni di storia, tutti gli standard e tutte le possibili versioni)
....

non sono d'accordo  ::)  il vero Jazz, che poi e' quello Africano, e' pieno di swing che ti fa ballare...  ^-^
: Re:Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?
: eugeniovi November 10, 2010, 05:17:30 PM
Norman , brutta giornata oggi?  ;D  Fatto benissimo a sollevare l'argomento  che meriterebbe fiumi di parole. Il problema per me è sempre il musicista: non ricordo concerti di grandi del Jazz , noiosi o comportamenti spocchiosi ( a parte Miles al quale perdono anche se mi prendesse  a sberle e Jarret al quale non perdono niente) e pubblico annoiato. Penso sia tutto qui, se hai qualcosa da dire di veramente originale il pubblico se ne accorge altrimenti se non lo hai e cerchi di spacciare sofferenza, ripetitività, inutile virtuosismo...ti vengono due di quei cosi che nomini tu. Diciamo poi che di contro ci sono quelli che con vari 'trucchetti' collaudati tendono ad esaltare una platea magari di facile palato e bendisposta agli 'effetti speciali'.  Avanti che l'argomento mi incuriosisce.  Sera a tutti. eugeniovi
: Re:Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?
: DarioT November 10, 2010, 05:32:17 PM
Seriamente: penso che il pubblico, (immagino tu ti riferisca "in generale") trovi il gess una rottura di palle perche', se non hai un minimo di cultura musicale e/o di sensibilita' che ti permettono di seguire un discorso musicale che puo' essere anche non propriamente melodico, il jazz e' una rottura di palle.

Io credo che solo Coltrane sia stato in grado di suonare cose "impossibili" e farle risultare musicali comunque...
: Re:Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?
: Gabriele Gunetti November 10, 2010, 05:40:30 PM
Io credo che il jazz rompa le palle perchè vengono proposti concerti per gli addetti ai lavori. Si dovrebbe fare un percorso di avvicinamento al jazz: spiegando la storia e facendolo sentire per gradi, passo dopo passo. Forse questa musica riuscirebbe a trovare la sua giusta collocazione nel mondo della musica.
: Re:Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?
: Zosimo November 10, 2010, 06:14:34 PM
Come dice dario se non si ha un minimo di cultura e sensibilità musicale la non melodicità risulta ostica e rompe le palle. Molte volte costringo fidanzata e amici a seguirmi nei concerti jazz(tralasciando persone che fingono coliche renali o si buttano sotto l'autobus pur di non venire, ma io sono implacabile :D) ascoltando un bosso su pezzi melodici il virtuosismo li esalta, ascoltando non dico un jazzista free ma un tom harrell che non è convenzionale si rompono.  Ripeto a mio avviso bisognerebbe informarsi un pò sul jazz prima di ascoltarlo, altrimenti verrà visto sempre come una musica elitaria per addetti.
: Re:Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?
: Emanuele75 November 10, 2010, 06:34:02 PM
Io credo che il jazz rompa le palle perchè vengono proposti concerti per gli addetti ai lavori. Si dovrebbe fare un percorso di avvicinamento al jazz: spiegando la storia e facendolo sentire per gradi, passo dopo passo. Forse questa musica riuscirebbe a trovare la sua giusta collocazione nel mondo della musica.

Condivido. Aggiungo (umilmente, dato che sono un principiante) che forse oggi come oggi la società si è abituata anche ad un concetto del "precotto e mangiato", magari da microonde. Quindi anche certi concerti non-jazz sfornano roba subito consumabile dal grande pubblico. Rovinando così il tipico e gustoso piatto della nonna preparato con molte ore di lavoro. Concludo. Se il jazz è sempre esistito ed oggi si nota questo affievolimento, probabilmente il jazz è sempre il solito ma è la società a non essere più quella di prima. Ecco perchè andrebbe aiutata e stimolata nel modo suggerito da Gabriele!
: Re:Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?
: DarioT November 10, 2010, 06:43:03 PM
Come dice dario se non si ha un minimo di cultura e sensibilità musicale la non melodicità risulta ostica e rompe le palle.......

...sono onorato fino alle lacrime !  ^-^

E poi, diciamolo: alla sagra tutti si divertono a cantare e ballare l' uva focarina ... a meno che sia dixie, non e' che il gezz sia proprio musica da intrattenimento allegro e spensierato, con un occhio attento a che non finiscano il vino rimasto nel fiasco.
Come dice giustamente Dizzy ... (leggetevi la firma di Zo')
: Re:Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?
: Zosimo November 10, 2010, 06:56:08 PM
Infatti se lasciamo il dixie o lo swing il jass non è che sia cosi festoso :D
: Re:Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?
: anrapa November 10, 2010, 07:00:22 PM
Io penso che una buona parte di jazzisti suona per i jazzisti, nel senso che è sempre una gara a chi ce l'ha più lungo tecnicamente, armonicamente, "citazionalmente", ritmicamente etc etc...
Il jazz di una volta (dei primordi) non era infarcito di tecnicismi o di evoluzioni armoniche volutamente dure da comprendere. Ecco perchè la gente ci ballava sopra: musica semplice=musica d'ascolto o da ballo.
Non dobbiamo però lamentarci se un Bosso fa musica "commerciale" suonandola in chiave jazz, anzi va a lui un plauso perché avvicina le masse a questo genere.

Ma tanto per Bosso (o Marsalis...) lo si trova sempre un motivo per criticarlo: troppo commerciale, troppe note, troppo tecnico, troppo musicale..... TROPPO BRAVO... ;)

Stasera vado a casa sua per fare due note insieme con Valter Valerio, magari parliamo dell'argomento, sono curioso di sapere il suo punto di vista.

Ciao!
: Re:Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?
: miles74 November 10, 2010, 07:09:35 PM
giusto il problema è duplice ed è lo stesso che si ha nella musica classica.
in primis c'è un problema di cultura,lo gente non comprende perchè non sa! e perchè è più facile ad esempio per un principiante prendere una chitarra imparare un giro di do e cantare battisti (per dirne uno) che mettersi a studiare jazz o classica.
in secundis ci sono artisti (sia nel jazz che nella classica)che tentano di avvicinare la gente a questi generi (bosso/marsalis x il jazz ad esempio,un pavarotti per la classica(è il primo che mi è venuto in mente),ed altri artisti(forse la maggior parte)che suonano solo per gli addetti ai lavori o solo per chi ha già una cultura musicale avanzata.
: Re:Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?
: eugeniovi November 10, 2010, 07:15:45 PM
Infatti se lasciamo il dixie o lo swing il jass non è che sia cosi festoso :D

Guarda che nella 52 strada si ballava anche Parker. E' logico che l'evoluzione del linguaggio e l'elevarlo a forma d'arte musicale ha fatto prendere al Jazz anche strade ostiche al grande pubblico, del resto per una musica che ha nel continuo rinnovamento una delle sue peculiarità non poteva che essere così. Per me non solo Coltrane ha reso interessante cose 'difficili' ma anche Sheep, Sun Ra, Coleman, Braxton... Certo che questi musicisti oggi non sono facilmente rimpiazzabili, anche perchè dopo gli anni '80 le contaminazioni sono talmente varie che assistiamo tutt'oggi a mille 'incroci'e questo ha allargato l'ascolto ad un pubblico più volubile. Anche Stan Getz e l'incontro con Jobim ha attirato migliaia di ascoltatori che finita la moda 'brasilera' non hanno ascoltato certo Dizzy o Dexter Gordon. Ma se il Jazz non è per tutti che problema c'è?  ;D
: Re:Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?
: Gabriele Gunetti November 10, 2010, 07:21:49 PM
Io conosco musicisti classici che hanno dovuto modificare i programmi dei propri concerti per attirare il pubblico, facendola la "musica classica commerciale". E' un problema che investe tutta la musica impegnativa.
: Re:Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?
: Zosimo November 10, 2010, 07:31:34 PM
Hai perfettamente ragione eugenio, io sono contento di ascoltare una musica non per tutti. Un pò di sano snobbismo ogni tanto non guasta ;)
: Re:Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?
: eugeniovi November 10, 2010, 09:00:10 PM
Hai perfettamente ragione eugenio, io sono contento di ascoltare una musica non per tutti. Un pò di sano snobbismo ogni tanto non guasta ;)

Per me è sempre stata una cosa normale. A 10 anni ascoltavo Glenn Miller egli altri a prendermi in giro,a 15 anni non sono andato con gli amici per seguire le serate del festival di S.Remo con Armstrong e Hampton, con le prime paghette comperavo vinile di Jazz e gli altri alla sala giochi, con la prima macchina facevo 400 Km. per andare a cercare dischi Jazz e  gli altri a ragazze, ho risparmiato 1 anno per la prima tromba e gli altri per spenderli a Jesolo, ho girato l'Umbria in treno e sacco a pelo per  il Jazz e gli amici a Rimini a tedesche......non mi sono mai fatto un problema se gli altri non lo ascoltano, anzi..... ;D.
: Re:Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?
: Zosimo November 10, 2010, 09:34:18 PM
 impaurit impaurit alla faccia del bicarbonato di sodio, rinunciare alle tedesche sicuramente non è stato facile 8)
: Re:Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?
: Norman November 11, 2010, 12:50:42 AM
Si, però questa storia che ci vuole cultura per capire il jazz io non la condivido mica tanto... Io penso che la musica sia comunicazione, e quindi è dovere del musicista cercare di entrare in comunicazione con il pubblico che lo ascolta, in primo luogo con la sua musica (e qui è questione di talento), ma anche facendo di tutto per facilitare al pubblico la comprensione della sua musica (e qui, mi spiace dirlo, è questione di rispetto per il pubblico). Scelta del repertorio secondo l'occasione, presentazione del repertorio stesso, capacità di interagire con il pubblico e farlo sentire a proprio agio...

Faccio l'esempio del fatto che non vengono quasi mai presentati i brani: io questa la trovo una tale dimostrazione di snobismo... Dare per scontato che sia il pubblico a doversi per forza preparare prima di un concerto, magari un concerto in piazza o un festival! Insomma, spesso e volentieri un profano che si avvicina al jazz si sente respinto proprio da questo patetico atteggiamento da circolo degli iniziati...

Insomma, sintetizzando: se non sono i jazzisti i primi a fare di tutto per divulgare la musica e la cultura che amano, come si può pretendere che lo facciano altri? Basterebbe così poco, due parole per far capire al pubblico che si sta cercando di trasmettergli qualcosa, e non di fargli notare tutto quello che non sa...

Altra cosa molto importante che dice eugeniovi: nulla vieta di ballare Parker! Il jazz è una musica ritmica, non l'ha detto nessuno che la si debba ascoltare per forza inchiodati ad una sedia con lo sguardo serioso... Spesso vengono suonati brani bossanova, latin jazz e funk, e vengono eseguiti dai musicisti come se fosse musica contemporanea... (che, mi si consenta di dirlo, una immane rottura di coglioni lo è davvero!  sbellicars)

Ci vorrebbe un po' più di spensieratezza... Il che non vuol dire togliere 'serietà' a quello che si fa.
: Re:Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?
: Norman November 11, 2010, 12:57:01 AM
Un'ultima osservazione: secondo me il jazz è molto meno 'difficile' di quanto si pensi... Certo, magari lasciamo stare il free e le avanguardie, ma da New Orleans fino all'hard bop è tutta roba che, presentata nella maniera giusta, è assolutamente accessibile a tutti.

Ah, beninteso, l'altro presupposto essenziale è che sia suonato bene... Ecco, potrei sintetizzare così: il jazz è musica difficilissima da suonare, ma molto meno da ascoltare.
: Re:Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?
: fabiogari November 19, 2010, 11:34:13 AM
Per darti una risposta Norman l'anno scorso con  Repubblica è uscita una dispensa in 12 volumetti libretto cd e dvd di Massimo Nunzi dal titolo : JAZZ istruzioni per l'uso.
un opera fantastica !!
Per il grande pubblico strano.... Ora ti giro la questione chi legge i giornali in carta non rosa felicissim?

: Re:Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?
: paolotretteltrumpet November 19, 2010, 11:50:06 AM
Un'ultima osservazione: secondo me il jazz è molto meno 'difficile' di quanto si pensi... Certo, magari lasciamo stare il free e le avanguardie, ma da New Orleans fino all'hard bop è tutta roba che, presentata nella maniera giusta, è assolutamente accessibile a tutti.

Ah, beninteso, l'altro presupposto essenziale è che sia suonato bene... Ecco, potrei sintetizzare così: il jazz è musica difficilissima da suonare, ma molto meno da ascoltare.

Dal mio punto di vista il iazz non è di facile ascolto.
Ovviamente dipende dai vari tipi di jazz.
Per ascoltare il jazz bisogna avere l'orecchio abituato, o meglio ascoltarlo in tutte le sue pecularità,
in altre parole l'ascolto è melodico, armonico e ritmico.
Ad una persona che non piace il jazz spesso non lo capisce e non riesce ad ascoltarlo armonicamente.
è come ascoltare una relazione con una lingua che non conosci, sai che palle..
Vedi a sanremo, quello che prevale è la melodia e le canzoni di successo in Italia sono quelle dall'aspetto melodico facile e intuitivo.
è la formazione musicale che manca in Italia ecc.. ec..
..minchia mentre scrivevo questo si è bruciata la pizza...
: Re:Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?
: Norman November 19, 2010, 12:07:57 PM
Dal mio punto di vista il iazz non è di facile ascolto.
Ovviamente dipende dai vari tipi di jazz.
Per ascoltare il jazz bisogna avere l'orecchio abituato, o meglio ascoltarlo in tutte le sue pecularità,
in altre parole l'ascolto è melodico, armonico e ritmico.
Ad una persona che non piace il jazz spesso non lo capisce e non riesce ad ascoltarlo armonicamente.
è come ascoltare una relazione con una lingua che non conosci, sai che palle..
Vedi a sanremo, quello che prevale è la melodia e le canzoni di successo in Italia sono quelle dall'aspetto melodico facile e intuitivo.
è la formazione musicale che manca in Italia ecc.. ec..
..minchia mentre scrivevo questo si è bruciata la pizza...

Paolo, mi spiace per la tua pizza!

Io non penso che il jazz sia necessariamente difficile, ma è un fatto che non è musica che fa parte della nostra tradizione. Ed è proprio per questo che penso che debba essere proposto con una certa apertura. Chiaro che se parliamo di free... Ma hard bop e bebop a mio parere sono alla portata di tutti, per non parlare dello swing. ;-)

Per darti una risposta Norman l'anno scorso con  Repubblica è uscita una dispensa in 12 volumetti libretto cd e dvd di Massimo Nunzi dal titolo : JAZZ istruzioni per l'uso.
un opera fantastica !!
Per il grande pubblico strano.... Ora ti giro la questione chi legge i giornali in carta non rosa felicissim?

Ciao Fabio! So bene di cosa parli, il cofanetto completo dei DVD di Jazz istruzioni per l'uso fa bella mostra di sé sulla mia libreria... ;-)

E' un'opera eccezionale, ed è la dimostrazione (anche con lo spettacolo portato in giro per i teatri di tutta Italia) che il jazz può essere presentato in una maniera assolutamente non elitaria e fruito ed apprezzato anche da un pubblico non necessariamente di addetti ai lavori. L'opera di Nunzi è proprio la dimostrazione di quello che sostengo io: il jazz non è poi così difficile, e non è vero che presupponga tutta questa cultura per essere apprezzato... Certo, non è musica che viene dalla nostra tradizione, ma basta che si abbia il buon senso di presentarla nella maniera giusta, ed il pubblico è perfettamente in grado di godersela, anche senza essersi studiato il Polillo o l'opera completa di Gunther Schuller...

Invece purtroppo spesso il jazz viene presentato in un'altra maniera, che risulta essere quasi sempre ermetica agli occhi di chi pure ci prova a fare lo sforzo di avvicinarsi a questa meravigliosa musica... La critica più frequente che viene fatta al jazz da chi lo conosce poco è che è quasi una sorta di masturbazione, in cui il musicista si trastulla con la sua abilità tecnica, e suona più per sé stesso che per gli altri. Ovviamente non è così, ma purtroppo l'impressione che arriva al pubblico spesso è questa! Tutto questo perché tra i jazzisti spesso è considerato quasi disdicevole pensare che il pubblico debba essere messo a suo agio... Persino un gigante come Dizzy Gillespie è stato criticato per questo. Da noi ha prevalso il modello Miles/Chet. Solo che Miles e Chet potevano permettersi certi atteggiamenti perché erano dei giganti...

Mi capita spesso di veder suonare gruppi di jazzisti anche molto bravi, molto spesso in situazioni in cui il pubblico è molto eterogeneo. E' in quei momenti che ti rendi conto dell'occasione mancata... Uno che si avvicina al jazz è perché è curioso, ed allora mi sembra davvero una mancanza di rispetto ricambiare questa curiosità con la presunzione che sia questa gente a doversi preparare prima di andare ai concerti... Ma molto banalmente: anche a me capita di non ricordare il nome di uno standard o di sentirne uno mai sentito prima... Costa così tanto presentare 'sti pezzi? Di cosa hanno paura? Di consumare le corde vocali?

Tanto di cappello a Nunzi, altroché... E Nunzi non fa altro che seguire le orme di un gigante come Marsalis, che è una vita che fa questo sforzo di fare conoscere il jazz anche a chi non lo conosce! Ma parliamoci chiaro, non è un caso se persino Marsalis è stato criticato anche aspramente in Italia da certa gente, proprio da quelli che invece vivono il jazz in maniera così spocchiosa e snob...
: Re:Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?
: Darwin November 19, 2010, 02:55:08 PM
un'altra grande mancanza nel jazz è l'assenza quasi totale di pubblico giovane. Di adolescenti o ragazzi non se vede neanche l'ombra ai concerti o nelle esibizioni.
Nei posti in cui vivo, già è una rarità che ci siano concerti jazz, la stragrande maggioranza del pubblico è adulta e tutti ben vestiti rappresentanti della categoria più borghese (così come il teatro). Seri, seduti sulle loro sedie quasi che a rappresentare il loro ceto siano musiche ricercate o tragedie shakespeariane. Non faccio del pessimismo cosmico, qui è proprio così.
Se vai al cinema o ad un concerto Blues/Rock trovi ragazzi e gente divertita. Se vai a teatro o ad un concerto Jazz trovi solo gente adulta, borghesotti o anziani.
Dall'alto del mio zero assoluto credo che ci sia una scarsità culturale pazzesca nel nostro paese, che un genere come il Jazz abbia bisogno di un minimo di cultura musicale necessaria a "capirlo". Fin quando sarà una cosa ricercata e non "semplice" (alla portata di tutti) rimarrà sempre così, di nicchia.  :)
: Re:Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?
: eugeniovi November 19, 2010, 08:58:27 PM

Dall'alto del mio zero assoluto credo che ci sia una scarsità culturale pazzesca nel nostro paese, che un genere come il Jazz abbia bisogno di un minimo di cultura musicale necessaria a "capirlo". Fin quando sarà una cosa ricercata e non "semplice" (alla portata di tutti) rimarrà sempre così, di nicchia.  :)

Scusa , sarà una tesi semplicistica ma se non hai la passione puoi al massimo ascoltare per curiosità ma poi passata questa ti rivolgi altrove. Complice di questa cosa sicuramente il messaggio musicale non proprio immediato. Non a caso il top degli ascolti e delle vendite è stato raggiunto ad esempio con Stan Getz e Jobim (scusate se mi ripeto ma è storia) e il periodo che ha visto protagonisti i vari Corea, Pastorious, Davis elettrico, Cobham...cioè l'adoperare un  linguaggio si fruibile alla massa ma anche carico di significato per l'epoca nella quale veniva proposto.  Ai concerti di Pat Metheny ho sempre visto tantissimi giovani, vuol dire che la popolarità del nome e il genere musicale attirano, giovani ne ho visti pochi al concerto di Jarret solo, complice anche il prezzo oramai improponibile. Le idee cambiano, le mode culturali pure, gli appassionati (pochi) no. Ciao
: Re:Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?
: Jim Barda November 19, 2010, 09:58:36 PM
ho girato l'Umbria in treno e sacco a pelo per  il Jazz e gli amici a Rimini a tedesche......non mi sono mai fatto un problema se gli altri non lo ascoltano, anzi..... ;D.

Eugenio messa così sembriamo un accozzaglia di scacciaf---e!!! Vabbè se ti va la prox volta che vieni in Umbria ci si va insieme ad Umbria Jazz... ma anche un pochino a donne è, ok???

Comunque l'altra sera ero a vedere Roy Hargrove e con me c'erano alcune persone che di solito non ascoltano jazz, ma il commento finale è stato: Ma che già è passato tutto sto tempo??
Cioè si son divertitida matti, merito anche di un Montez Coleman che alla batteria ha tenuto su tutta la baracca in una maniera disumana. Da solo è valso il biglietto...
Voglio dire, Marsalis spiega bene questa cosa nel suo ultimo libro, per fare Jazz bisogna prima di tutto voler comunicare, e il mondo è pieno di cazzoni che finito il conservatorio prendono lo strumento e fanno "guardate come sono bravo a soffiare nel tubo" e giù ore di follie frenetiche su e giu che le montagne russe sono robetta... Ma cosa mi hai detto?? Niente. Morto.  Però fa fico... e allora vedi fra il pubblico gente che per non dire che si è annoiata, sorbisce vino e fanno tutti gli eleganti.Alta roba è secondo me il jazz, è voglia di comunicare, di sudare un po insieme, di dire qualcosa. Marsalis dice che nel jazz servge saper ascoltare, che poi è una cosa fondamentale per dialogare.
: Re:Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?
: Norman November 20, 2010, 01:14:05 AM

Voglio dire, Marsalis spiega bene questa cosa nel suo ultimo libro, per fare Jazz bisogna prima di tutto voler comunicare, e il mondo è pieno di cazzoni che finito il conservatorio prendono lo strumento e fanno "guardate come sono bravo a soffiare nel tubo" e giù ore di follie frenetiche su e giu che le montagne russe sono robetta... Ma cosa mi hai detto?? Niente. Morto.  Però fa fico... e allora vedi fra il pubblico gente che per non dire che si è annoiata, sorbisce vino e fanno tutti gli eleganti.Alta roba è secondo me il jazz, è voglia di comunicare, di sudare un po insieme, di dire qualcosa. Marsalis dice che nel jazz servge saper ascoltare, che poi è una cosa fondamentale per dialogare.

Ecco, parole sante. Ma ribadisco: il jazz è un linguaggio 'estraneo' per la tradizione italiana, è dovere dei jazzisti prima di tutto aiutare il pubblico ad assimilarlo. Non è solo una questione di suonare bene...
: Re:Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?
: Darwin November 20, 2010, 08:27:41 AM
Scusa , sarà una tesi semplicistica ma se non hai la passione puoi al massimo ascoltare per curiosità ma poi passata questa ti rivolgi altrove.

Non ho capito quello che intendevi.. ???

Ciao  ;)
: Re:Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?
: eugeniovi November 20, 2010, 08:43:44 AM
Non ho capito quello che intendevi.. ???

Ciao  ;)

Intendevo quello che hai letto.
: Re:Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?
: eugeniovi November 20, 2010, 08:57:48 AM
Eugenio messa così sembriamo un accozzaglia di scacciaf---e!!! Vabbè se ti va la prox volta che vieni in Umbria ci si va insieme ad Umbria Jazz... ma anche un pochino a donne è, ok???
: Re:Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?
: eugeniovi November 20, 2010, 09:02:09 AM
Eugenio messa così sembriamo un accozzaglia di scacciaf---e!!! Vabbè se ti va la prox volta che vieni in Umbria ci si va insieme ad Umbria Jazz... ma anche un pochino a donne è, ok???

No no, mi scuso se si interpreta male ma a quell'epoca( seconda edizione di Umbria Jazz) la manifestazione era vissuta così. Ci sono delle bellissime foto che testimoniano piazze gremite di giovani seduti per terra ad ascoltare Braxton,Mingus, GilEvans...Ciao
: Re:Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?
: Jim Barda November 20, 2010, 10:50:10 AM
Eugenio messa così sembriamo un accozzaglia di scacciaf---e!!! Vabbè se ti va la prox volta che vieni in Umbria ci si va insieme ad Umbria Jazz... ma anche un pochino a donne è, ok???

No no, mi scuso se si interpreta male ma a quell'epoca( seconda edizione di Um
bria Jazz) la manifestazione era vissuta così. Ci sono delle bellissime foto che testimoniano piazze gremite di giovani seduti per terra ad ascoltare Braxton,Mingus, GilEvans...Ciao

EEEEEEEEEEE di quelle magnifiche edizioni ho visto solo le foto e i racconti di qualche fortunato. Belle si, era molto diverso da oggi. Non ti scusare Eugenio percarità, era solo una battuta per ridere un po. Lo sai che sono un bischero...  O0
: Re:Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?
: Jim Barda November 20, 2010, 11:04:19 AM
Ecco, parole sante. Ma ribadisco: il jazz è un linguaggio 'estraneo' per la tradizione italiana, è dovere dei jazzisti prima di tutto aiutare il pubblico ad assimilarlo. Non è solo una questione di suonare bene...

Si a malincuore devo dire che per certe cose siamo ancora lontani. Cioè cè un sacco di gente che suona da Dio(magari anche sconosciuti) che dal vivo ti emozionano davvero, gente splendida che però si riconosce perchè lo vedi che prima di tutto hanno una gran voglia di comunicare, di emozionare ed emozionarsi. Però purtroppo è vero che molti intendono il jazz come fare delle evoluzioni strumentali(è una esagerazione è chiaro) potrei fare mille esempi. Sul fatto dell'estraneità del linguaggio jazzistico, non so se ho capito bene cosa intendi, ma non sono troppo daccordo Norman: cioè il linguaggio jazzistico in se stesso ci appartiene, forse è tutto il resto che non appartiene a molti che si accostano al jazz, cioè l'anima che muove questa musica da sempre, la voglia di dire e ascoltare, di crescere e di stare insieme. Forse è questo che manca. Cioè premeso che se vuoi crescere devi studiare teoria e strumento, ma poi certe cose le devi sentire.
: Re:Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?
: Norman November 20, 2010, 03:30:55 PM
Si a malincuore devo dire che per certe cose siamo ancora lontani. Cioè cè un sacco di gente che suona da Dio(magari anche sconosciuti) che dal vivo ti emozionano davvero, gente splendida che però si riconosce perchè lo vedi che prima di tutto hanno una gran voglia di comunicare, di emozionare ed emozionarsi. Però purtroppo è vero che molti intendono il jazz come fare delle evoluzioni strumentali(è una esagerazione è chiaro) potrei fare mille esempi. Sul fatto dell'estraneità del linguaggio jazzistico, non so se ho capito bene cosa intendi, ma non sono troppo daccordo Norman: cioè il linguaggio jazzistico in se stesso ci appartiene, forse è tutto il resto che non appartiene a molti che si accostano al jazz, cioè l'anima che muove questa musica da sempre, la voglia di dire e ascoltare, di crescere e di stare insieme. Forse è questo che manca. Cioè premeso che se vuoi crescere devi studiare teoria e strumento, ma poi certe cose le devi sentire.

Il jazz è 'estraneo' nel senso che è una musica che non appartiene alla nostra tradizione musicale, ha radici in una cultura radicalmente diversa dalla nostra ed è stata accolta da noi fondamentalmente solo da piccole elite di appassionati. E' una musica che di primo acchito è facile che risulti difficile, perché basata sul ritmo più che sulla melodia. Non credo che sia un caso che i jazzisti più popolari da noi siano Miles e Chet, due che avevano uno spiccato senso della melodia.

Il fatto che sia estraneo naturalmente non implica che sia incomprensibile... Ma richiede uno sforzo iniziale per mettersi in un'ottica diversa da quella che si avrebbe ascoltando, solo per fare un esempio, un'opera. Quello che dico io è semplicemente che da noi il jazz fatica ad uscire dalle piccole cerchie di appassionati per il semplice motivo che è ritenuto (e molti dei messaggi in questo thread lo dimostrano...) musica per 'iniziati'. Io non penso che sia vero. Purtroppo però sono gli stessi jazzisti italiani a proporre il jazz come se fosse roba da iniziati, come se fosse necessaria chissà quale preparazione per ascoltare un concerto di bebop o hardbop... L'esempio dell'annunciare i pezzi per me è lampante: immagina di andare per la prima volta ad un concerto jazz. Non ne sai assolutamente niente, ma sei curioso. Vedi un quintetto sciorinare brani uno dietro l'altro, senza dire una parola. Torni a casa che non hai idea di quali pezzi hai sentito, chi fossero gli autori, i grandi esecutori, i riferimenti di chi ha suonato. Banalmente, non hai la minima possibilità neanche di andare a comprarti qualche disco avendo qualche indicazione su quello che, magari, ti è piaciuto. Perché rendere la vita così difficile al pubblico? Costa così tanto spiegare alla gente che cosa stai per suonare? Chi ha creato la musica che suoni, chi l'ha resa famosa? Costa così tanto trasmettere anche agli altri la conoscenza della musica che ami? Invece no, spesso volentieri il pubblico che si avvicina al jazz si sente proprio in colpa perché non è preparato, perché non è stato 'iniziato'... Io penso che sia un mito il fatto che il jazz richiede una preparazione all'ascolto: richiede solo un minimo di presentazione, come qualsiasi musica che non sia popolare presso il pubblico a cui ti rivolgi.
: Re:Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?
: Jim Barda November 20, 2010, 06:46:57 PM
Ci sono in mezzo molti atteggiamenti tipici italiani: da una parte molti appassionati e molti simil tali che fanno i superiori perchè capiscono l'arte(mi sto sbellicando solo a scriverlo) e si sentono "eletti". Tipico, avrò visto questo atteggiamento mille volte... Dall'altra chi vuole cose in cui la melodia sia immediata, che vuole prodotti facili facili, pure troppo, e non è curiosa per niente. Con buona pace della musica.
Un mio amico un giorno mi fa:  "io non ne capisco nulla di jazz." e io "e perchè io si?" ed era vero(ne capisco poco pure oggi) ma non è questo il punto, la musica fatta bene ti fa emozionare, ballare, ridere stare bene ecc. Lo dimostra l'effetto del concerto dell'altra sera. Non era jazz, era ottima musica e ci siamo divertiti. E poco importa se i pezzi suonati fossero standard, o fosse hard bop, o questo o quello. E poi Roy balla di continuo su quel palco da farti venire voglia di ballare. Ha pure cantato e non è stato niente male... ma si prendeva in giro pure lui si vedeva, un grande...  ^-^
: Re:Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?
: DarioT November 22, 2010, 09:38:43 AM
Scusa , sarà una tesi semplicistica ma se non hai la passione puoi al massimo ascoltare per curiosità ma poi passata questa ti rivolgi altrove. Complice di questa cosa sicuramente il messaggio musicale non proprio immediato. Non a caso il top degli ascolti e delle vendite è stato raggiunto ad esempio con Stan Getz e Jobim (scusate se mi ripeto ma è storia) e il periodo che ha visto protagonisti i vari Corea, Pastorious, Davis elettrico, Cobham...cioè l'adoperare un  linguaggio si fruibile alla massa ma anche carico di significato per l'epoca nella quale veniva proposto.  Ai concerti di Pat Metheny ho sempre visto tantissimi giovani, vuol dire che la popolarità del nome e il genere musicale attirano, giovani ne ho visti pochi al concerto di Jarret solo, complice anche il prezzo oramai improponibile. Le idee cambiano, le mode culturali pure, gli appassionati (pochi) no. Ciao

Non sono d'accordo nel mettere Pastorius nel gruppo... da questo punto di vista lo paragono a Coltrane: la capacita' di rendere "immediate" frasi complicatissime. 
: Re:Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?
: eugeniovi November 22, 2010, 10:01:32 AM
Non sono d'accordo nel mettere Pastorius nel gruppo... da questo punto di vista lo paragono a Coltrane: la capacita' di rendere "immediate" frasi complicatissime.

Sulla grandezza del musicista nessun dubbio, non riesco a paragonarlo a Coltrane ma deve essere un mio limite. Intendevo solo dire che associando altre esperienze musicali ha contribuito ad allargare il campo di 'fruizione' del Jazz ( se si può oggi definire ancora così) Ciao
: Re:Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?
: paolotretteltrumpet December 03, 2010, 09:55:55 PM
questo è un grande gruppo che trasmette emozione con un time incredibile!!
 pollices
il batterista è un fenomeno!!
http://www.bibri.net/2009/08/31/kapela-hraje-tak-dobre-jak-hraje-bubenik/
: Re:Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?
: peppemorelli December 06, 2010, 12:38:48 PM
pazzesco hahahahhahahah
: Re:Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?
: cariu December 06, 2010, 03:14:26 PM
Riprendo il post di miles74, il paragone può essere fatto anche con la musica classica, molto dipende anche dalla "conoscenza media" dell'argomento, nell'ambito classico già Copland a suo tempo aveva scritto in libro (come ascoltare la musica mi pare) per dare le basi dell'ascolto al grande pubblico

L'esempio dell'annunciare i pezzi per me è lampante: immagina di andare per la prima volta ad un concerto jazz. Non ne sai assolutamente niente, ma sei curioso. Vedi un quintetto sciorinare brani uno dietro l'altro, senza dire una parola. Torni a casa che non hai idea di quali pezzi hai sentito, chi fossero gli autori, i grandi esecutori, i riferimenti di chi ha suonato. Banalmente, non hai la minima possibilità neanche di andare a comprarti qualche disco avendo qualche indicazione su quello che, magari, ti è piaciuto. Perché rendere la vita così difficile al pubblico? Costa così tanto spiegare alla gente che cosa stai per suonare? Chi ha creato la musica che suoni, chi l'ha resa famosa? Costa così tanto trasmettere anche agli altri la conoscenza della musica che ami? Invece no, spesso volentieri il pubblico che si avvicina al jazz si sente proprio in colpa perché non è preparato, perché non è stato 'iniziato'... Io penso che sia un mito il fatto che il jazz richiede una preparazione all'ascolto: richiede solo un minimo di presentazione, come qualsiasi musica che non sia popolare presso il pubblico a cui ti rivolgi.

io ascolto pochissimo jazz ma poco tempo fa sono andato a sentire Tomelleri con la sua big band ed è stata una bella serata, Tomelleri prima di ogni brano faceva una breve introduzione farcita di battute e parole in dialetto e effettivamente così facendo fila tutto più liscio (logicamente anche il fatto di avere una big band e fare brani orecchiabili aveva contribuito non poco), come suona il clarinetto poi mi piace un sacco!

: Re:Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?
: DarioT December 06, 2010, 03:26:09 PM
...come suona il clarinetto poi mi piace un sacco!

caro il mio Cariu', come ben sai ho uno strumento d'eccellenza da vendere...  ::)
: Re:Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?
: cariu December 06, 2010, 05:04:25 PM
se sapessi suonarlo come lui farei cambio al volo!
: Re:Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?
: chet December 07, 2010, 02:17:13 AM
salve come al solito, e' un mio limite,lo riconosco, capisco molto poco di quello che scrivete. secondo me la questione e' molto ma molto + semplice.prima di tutto di che si parla?  dixieland, tradizionale, bebop,smooth jazz, cool jazz? cmq tutto dipende dall'aria che si respira e in italia questo tipo di aria non si respira.consiglio non richiesto: un giro nel village ,chissa' vi capita di incontrare fabio morgera, secondo me il + grande cervello italiano jazz in fuga, vivente,  jamming and jamming, fanno suonare tutti e vi capitera' che dai vostri strumenti usciranno note che non vi eravate mai sognati. dopo di cio' il resto mancia e questa discussione? parole al vento..   e...tornando al tema  tutto cio' in locali cosidetti jazz club stracolmi di gente e chi ascolta si fonde con chi suona in quanto respira la stessa aria. scusate se ho espresso il mio pensiero..ciao
: Re:Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?
: Zosimo December 07, 2010, 08:51:53 AM
Un pò di punteggiatura è chiedere troppo? ogni volta sembra di leggere l'Ulisse infarcito di luoghi comuni  ;D
: Re:Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?
: eugeniovi December 07, 2010, 09:22:22 AM
salve come al solito, e' un mio limite,lo riconosco, capisco molto poco di quello che scrivete. secondo me la questione e' molto ma molto + semplice.prima di tutto di che si parla?  dixieland, tradizionale, bebop,smooth jazz, cool jazz? cmq tutto dipende dall'aria che si respira e in italia questo tipo di aria non si respira.consiglio non richiesto: un giro nel village ,chissa' vi capita di incontrare fabio morgera, secondo me il + grande cervello italiano jazz in fuga, vivente,  jamming and jamming, fanno suonare tutti e vi capitera' che dai vostri strumenti usciranno note che non vi eravate mai sognati. dopo di cio' il resto mancia e questa discussione? parole al vento..   e...tornando al tema  tutto cio' in locali cosidetti jazz club stracolmi di gente e chi ascolta si fonde con chi suona in quanto respira la stessa aria. scusate se ho espresso il mio pensiero..ciao

Verissimo, allargare gli orizzonti non fa sicuramente mai male, sia perchè ti confronti con altre idee sia perchè il confronto è uno stimolo a migliorare. In passato questo succedeva spesso, i musicisti 'nostrani vedevano specialmente nell'America la 'casa madre' del Jazz, nei musicisti d'oltre oceano i miti da avere come modello sia musicale che di pura tecnica. Ma con il passare del tempo e con ll trasformarsi dei linguaggi mi sembra che i 'nostrani' abbiano trovato una loro identità più marcata, un loro modo di esprimersi al di la della pura imitazione. Concordo che al di fuori dei confini mi sembra ci sia più vitalità. specialmente negli spettacoli dal vivo, cosa che da noi ormai, a parte qualche volonteroso si va facendo sempre più rara, ma il discorso sarebbe più lungo.  Per quanto riguarda di cosa si parla mi sembra che a ogni post si faccia riferimento al genere. Ciao
: Re:Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?
: Locutus2k December 07, 2010, 10:32:30 AM
In Italia abbiamo una grande tradizione melodica e, per quanto si possa sbeffeggiare il genere, un concerto ad es. di musica napoletana in piazza riempirà tutti i posti disponibili. Lo stesso concerto, magari in un paesino USA, non lo vedrebbe (quasi) nessuno.
Purtroppo la musica a livello popolare affonda le radici nella tradizione e finchè ascolteremo passivamente sin dalla nascita certe melodie, certe cadenze, istintivamente le sentiremo "nostre" rifiutando a priori qualcosa di diametralmente opposto, come potrebbe essere certo tipo di Jazz.
Parlo, ovviamente, dell'ascoltatore occcasionale, quello che riempie i posti a sedere. Per i musicisti amatoriali o professionisti il discorso, ovviamente, non vale.
: Re:Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?
: chet December 07, 2010, 02:00:46 PM
zosimo e finiscila. sarebbe troppo chiedere una tua sui contenuti e non sulla forma? a volte i luoghi comuni hanno un fondo di verita'. cmq se parliamo di jazz dobbiamo parlare di NY(village) e New orleans. i nostrani che contano sono andati a respirare quell'aria (luogo comune). sono daccordo con locutus solo che io non faccio distinzione fra ascoltatore e musicista. quando,( purtroppo andiamo sempre a finire li alla televisione,) c'erano i programmi di arbore e telesforo, l'aria era diversa, i locali si riempivono e io dal jazz ci campavo, poi deserto ,amici e x factor. ma voi vi rendete conto di chi giudica quei poveri ragazzi ? alcuni di loro onestamente studiano sul serio.e sono dotati. poi non parliamo di sanremo. e stiamo qui a discutere perche' il jazz non attrae il grande pubblico? poi eugeniovi ogni tanto sarebbe utile distinguere anche i vari tipi di jazz, cosi' chissa qualche professorone qui ,chissa' va su una tastiera e incomincia a riflette su una 5+ o su un turnaround, una cadenza o una prograssione, come si evolvono e i boppisti che hanno combinato sulle armonie e le tensioni armoniche,scusate ancora l'intrusione. c'e' qualcuno che mi vuol far sentire tale.un intruso
: Re:Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?
: eugeniovi December 07, 2010, 02:29:52 PM
zosimo e finiscila. sarebbe troppo chiedere una tua sui contenuti e non sulla forma? a volte i luoghi comuni hanno un fondo di verita'. cmq se parliamo di jazz dobbiamo parlare di NY(village) e New orleans. i nostrani che contano sono andati a respirare quell'aria (luogo comune). sono daccordo con locutus solo che io non faccio distinzione fra ascoltatore e musicista. quando,( purtroppo andiamo sempre a finire li alla televisione,) c'erano i programmi di arbore e telesforo, l'aria era diversa, i locali si riempivono e io dal jazz ci campavo, poi deserto ,amici e x factor. ma voi vi rendete conto di chi giudica quei poveri ragazzi ? alcuni di loro onestamente studiano sul serio.e sono dotati. poi non parliamo di sanremo. e stiamo qui a discutere perche' il jazz non attrae il grande pubblico? poi eugeniovi ogni tanto sarebbe utile distinguere anche i vari tipi di jazz, cosi' chissa qualche professorone qui ,chissa' va su una tastiera e incomincia a riflette su una 5+ o su un turnaround, una cadenza o una prograssione, come si evolvono e i boppisti che hanno combinato sulle armonie e le tensioni armoniche,scusate ancora l'intrusione. c'e' qualcuno che mi vuol far sentire tale.un intruso

Dai Chet, per questo ti ho definito un 'Killer', ma devi sempre 'sparare' a qualcuno? Guarda che ti hanno tutti risposto in base a come ti sei presentato, alla idea (immaginaria)  che hai dato di te, cosa possono scrivere?  ;D
Comunque mi tocca darti ragione, ci sono stati tempi migliori per la cultura e per cui anche per il Jazz. Visto che sei pianista e per giunta esperto, mi sembra di capire, magari puoi tu aprire una sezione da dedicare alle progressioni, anatole, accordi di tredicesima fratturata  :D  etcc....mi sembra una bella idea. Ciao
: Re:Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?
: anrapa December 07, 2010, 02:37:54 PM
Pure io sarei d'accordo, dai Chet!!!  (io la sfrutterei alla grande una sezione del genere!!!!!!!!!!)
: Re:Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?
: chet December 07, 2010, 02:53:17 PM
a disposizione di chiunque voglia parlare di musica e armonia. (consiglio gratuito a tutti gli strmentisti monofonici:senza armonia hai voglia a tentare di improvvisare). pero' la 13esima fratturata....e un bel rock'n roll di cazzotti per qualcuno''?? si scherza ovviamente:ad maiora. ad anrapa, devo rietrare prima a casa devo riprendere i miei appunti e libri, poi mi piacerebbe si, sempre al servizio della musica, cosi anche per me una rinfrescata teorica sarebbe utile.   
: Re:Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?
: chet December 07, 2010, 03:04:06 PM
ah,non capisco come si evidenziano le citazioni e come si inseriscono gli strumenti posseduti. non ci metto pianoforti e tastiere vero?
: Re:Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?
: anrapa December 07, 2010, 03:09:10 PM
Va a finire che diventi simpatico a tutti nel forum e magari un amicone di Nic.... :D

Le citazioni si evidenziano cliccando su "Citazione" nel messaggio della persona che vuoi citare.
Gli strumenti "in firma" si mettono tramite il pannello di gestione del tuo account.
: Re:Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?
: eugeniovi December 07, 2010, 03:33:58 PM
Dai che forse imparo qualcosa anch'io   felicissim
: Re:Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?
: chet December 07, 2010, 06:24:15 PM
grazie! di solito con tutti quelli con cui ho avuto un acceso diverbio,cazzotti compresi,  sono diventato grande amico di grandi bevute. e' la vita vissuta, si prendono e si danno ma dopo ci si beve insieme, quando alla base c'e' l'onesta' e la sincerita'.spero anche di tutti voi, nic compreso di cui ripeto assolutamente non era mia intenzione offendere. sempre a disposizione.
: Re:Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?
: eugeniovi December 08, 2010, 08:46:46 AM
grazie! di solito con tutti quelli con cui ho avuto un acceso diverbio,

Immagino che non saranno stati pochi   sbellicars
: Re:Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?
: Norman December 08, 2010, 10:21:41 PM
Riprendo il post di miles74, il paragone può essere fatto anche con la musica classica, molto dipende anche dalla "conoscenza media" dell'argomento, nell'ambito classico già Copland a suo tempo aveva scritto in libro (come ascoltare la musica mi pare) per dare le basi dell'ascolto al grande pubblico

io ascolto pochissimo jazz ma poco tempo fa sono andato a sentire Tomelleri con la sua big band ed è stata una bella serata, Tomelleri prima di ogni brano faceva una breve introduzione farcita di battute e parole in dialetto e effettivamente così facendo fila tutto più liscio (logicamente anche il fatto di avere una big band e fare brani orecchiabili aveva contribuito non poco), come suona il clarinetto poi mi piace un sacco!



Eh, ma infatti Tomelleri è uno che sa come trattare bene il suo pubblico... E probabilmente lo sa proprio perché è un musicista che non è rimasto all'interno dei confini della ristretta cerchia dei jazzisti italiani, ma ha avuto esperienze musicali di genere anche molto diverso...

Rispondo anche a chet: sono pienamente d'accordo... In Italia non si respira quell'aria lì. Ma secondo me è proprio per questo che dev'essere chi suona a responsabilizzarsi, ed a rendersi conto che deve fare qualcosa per permettere anche al pubblico italiano di prendersi una bella boccata di quell'aria lì. E siccome è un'aria nuova, bisogna avere un po' di pazienza...
: Re:Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?
: chet December 09, 2010, 03:17:54 AM
ciao, non conosco tomellieri. pero' sai avere una bigband come hai giustamente detto, fare brani di facile ascolto, insomma operazioni commerciali tipo buble', r.williams, mario biondi.   dal punto di vista jazzistico, robbetta. meglio di niente sempre. chi suona secondo me non ha colpa, il problema e' la crescita culturale e in un ambiente musicalmente + colto che puo' essere jazz e classica, sinfonica, melodramma. . la canzonetta va bene pero' ci deve essere il momento della canzonetta, il momento del jazz, il momento della classica ecc. il bambino deve essere educato e formato ad ascoltare tutto, poi scegliera' secondo quello che gli prende +. ma noi ai nostri bambini gli spieghiamo che non esiste solo laura pausini e ramazzotti? noi ,la scuola. alla scuola elementare si fa musica? alla media? poi e' chiaro che quell'aria non arrivera' mai. in italia i musicisti secondo me, sono eroi perche non sono stati aiutati per niente nella crescita, aNZI a volte ostacolati.non so se mi sono spiegato bene. un discorso a parte la televisione. io la abolirei per legge!
: Re:Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?
: Norman December 09, 2010, 11:19:42 AM
ciao, non conosco tomellieri. pero' sai avere una bigband come hai giustamente detto, fare brani di facile ascolto, insomma operazioni commerciali tipo buble', r.williams, mario biondi.   dal punto di vista jazzistico, robbetta. meglio di niente sempre. chi suona secondo me non ha colpa, il problema e' la crescita culturale e in un ambiente musicalmente + colto che puo' essere jazz e classica, sinfonica, melodramma. . la canzonetta va bene pero' ci deve essere il momento della canzonetta, il momento del jazz, il momento della classica ecc. il bambino deve essere educato e formato ad ascoltare tutto, poi scegliera' secondo quello che gli prende +. ma noi ai nostri bambini gli spieghiamo che non esiste solo laura pausini e ramazzotti? noi ,la scuola. alla scuola elementare si fa musica? alla media? poi e' chiaro che quell'aria non arrivera' mai. in italia i musicisti secondo me, sono eroi perche non sono stati aiutati per niente nella crescita, aNZI a volte ostacolati.non so se mi sono spiegato bene. un discorso a parte la televisione. io la abolirei per legge!

E chi ha parlato di Mario Biondi? Tomelleri con la sua big band e con quelle in cui è ospite fa jazz vero... Perché le big band sono parte della storia del jazz vero! certo, il jazz per big band è mediamente più 'facile', ma secondo me se i jazzisti suonassero anche in quintetto con lo stesso spirito con cui si suona in big band sicuramente il pubblico sarebbe più a suo agio. E' proprio quando la musica è 'difficile' che è più importante che il musicista 'aiuti' il pubblico a comprenderla. E' un peccato, perché per me, lo ripeto, il jazz non è poi così difficile... Ma spesso quel centesimo che manca per fare la lira lo si tiene in tasca, ed è un peccato.
: Re:Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?
: chet December 09, 2010, 12:43:36 PM
a me le big band piacciono tutte. non volevo sminuirne il valore. come hai detto, il maestro sceglie brani di facile ascolto per avvicinare + pubblico possibile, ma se il discorso fosse fatto alla base. formare le generazioni dalla scuola elementare, sicuramente poi verrebbe tutto + facile per i musicisti e forse non ci sarebbe bisogno di questi artifici per fare un bel concerto. si suona + in liberta specialmente per chi e' avanti e si puo' esrimere senza limitazioni.
: Re:Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?
: eugeniovi December 09, 2010, 02:03:28 PM
[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=QVBBjG8P9IM&feature=related[/youtube]


Le due volte che ho avuto la fortuna di vederli non ricordo una persona seduta dopo 5 minuti.  smil
: Re:Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?
: chet December 09, 2010, 02:26:51 PM
bellissimo. e certo. ma uno show e' un po' diverso da un concerto. cultura etnica che non guasta mai. rond midnight, bird, lady sings the blues. rey. chi li ha visti se li riguardi, chi non li ha visti se li procuri. quella e' l'atmosfera che mi manca, ma ......sic.
: Re:Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?
: eugeniovi December 09, 2010, 03:09:24 PM
bellissimo. e certo. ma uno show e' un po' diverso da un concerto. cultura etnica che non guasta mai. rond midnight, bird, lady sings the blues. rey. chi li ha visti se li riguardi, chi non li ha visti se li procuri. quella e' l'atmosfera che mi manca, ma ......sic.

Sicuramente non evoca 'mood' e club fumosi, ma sbagli a definirlo solo spettacolo etnico. Sun Ra con la sua mitica Archestra è stato un interprete della musica afroamericana, con tanto di validissimi musicisti, tra tutti Marshall Allen. Certamente la sua musica-filosofia ne hanno fatto un personaggio bizzarro (un termini positivi) ma non dimentichiamoci che la sua orchestra (riduttivo definirla così) è stata in attività dai primi anni 50 (e dopo la sua scomparsa continua ancora) e lui ha collaborato con i grandi del Jazz,  Ciao
: Re:Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?
: Norman December 09, 2010, 03:18:49 PM
bellissimo. e certo. ma uno show e' un po' diverso da un concerto. cultura etnica che non guasta mai. rond midnight, bird, lady sings the blues. rey. chi li ha visti se li riguardi, chi non li ha visti se li procuri. quella e' l'atmosfera che mi manca, ma ......sic.

Occhio che io non parlo di espedienti di 'spettacolo'... Io dico che chi fa un concerto jazz, soprattutto in situazioni dove il pubblico non è di soli appassionati (come spesso accade, tra l'altro...), dovrebbe cercare di mettere chi non è abituato ad ascoltare questa musica nelle condizioni di godersela al meglio, non limitandosi solo a suonare, ma cercando di informare il pubblico su quello che sta per ascoltare, anche solo preoccupandosi di annunciare il titolo dei brani, gli autori, gli interpreti principali, ecc. Non dico di fare proprio una lezione come fa Massimo Nunzi, ma neanche di fare interi concerti senza dire una parola, come purtroppo spesso accade. In quelle condizioni uno che magari è la prima volta che va ad un concerto jazz si sente trattato come un ignorante. Magari gli piace qualche brano, magari gli nasce qualche curiosità, ma non ha neanche la possibilità di andarsi a comprare un disco o di cercare quel brano su youtube...

Sulla scuola sono d'accordo con te, è una grave mancanza, ma proprio per questo è importante che chi suona non si accontenti di suonare, ma si faccia anche portatore e comunicatore della cultura (o dell'atmosfera, se preferisci!) che sta dietro la bella musica e dell'importanza di questa cultura. Se lo fa un gigante come Barenboim alla prima della Scala, penso che nel nostro piccolo possiamo farlo tutti noi, soprattutto chi ha la possibilità di farlo da un palco. ;-)
: Re:Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?
: chet December 09, 2010, 03:43:55 PM
il tuo punto di vista e' + che giusto! io nel mio piccolo e con i miei figli ci provo,pero' ora dimmi tu, stessi genitori, stessa educazione, uno ascolta musica seria,impegnata, l'altra invece ......,amici, hit parade e basta, e neanche uno che ha voluto studiare musica in una casa piena di pianoforti chitarre( mio fratello e' diplomato in chitarra e contrbbasso), trombe ecc e tantissimi dischi da glen miller a dave grousin fino all'ultimo miles! sul palco ci provo ma quando mi accorgo che se continuo forse non mangio + e allora l'istinto della spravvivenza.... 
: Re:Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?
: cariu December 10, 2010, 12:05:55 PM
ciao, non conosco tomellieri. pero' sai avere una bigband come hai giustamente detto, fare brani di facile ascolto, insomma operazioni commerciali tipo buble', r.williams, mario biondi.   dal punto di vista jazzistico, robbetta. meglio di niente sempre.

Tomelleri cone buble e gli altri non non ha proprio niente a che fare (tra l'altro non li sopporto proprio) Tomelleri per quel poco che me ne intendo è un grande, ho un suo cd un cui suona dal duo alla big band (con soana e altri) ed è magnifico, fa delle improvvisazioni di diversi minuti veramente belle (anche per quelli come me che non se ne intendono), se ne hai l'occasione prova ad ascoltarlo!

sono d'accordo con norman sul fatto di presentare i brani: effettivamente, al di là dell'aspetto divertente e di intrattenimento, una presentazione anche breve del brano, dell'autore ecc aiuta moltissimo ad apprezzare l'esecuzione

questo è un discorso che vale per tutti i generi: ad un concerto di una banda (veramente brava) hanno suonato un brano di musica contemporanea, sonorità veramente particolari e con effetti difficili all'ascolto, sinceramente senza introduzione ha tutto meno senso
: Re:Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?
: Zosimo January 08, 2011, 01:37:03 PM
Così chiudiamo la discussione: http://www.youtube.com/watch?v=TCpkwOq4lVw&feature=player_embedded#!
: Re:Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?
: paolotretteltrumpet January 08, 2011, 01:53:10 PM
stupenda!!!
e poi Zalone suona!!
: Re:Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?
: Zosimo January 08, 2011, 02:25:35 PM
Tu pensa che ho letto discussioni su fb di jazzisti che hanno rosicato da morire su 'sto sketch. sono jazzisti non c'è nulla da fare ;D
: Re:Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?
: Norman January 08, 2011, 03:15:43 PM
 sbellicars

Checco Zalone è un genio!
: Re:Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?
: DarioT January 10, 2011, 08:45:14 AM
 sbellicars sbellicars
: Re:Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?
: peppemorelli January 10, 2011, 11:47:48 AM
bellissimo il jazz di checco.. ma mi viene spontanea una riflessione: checco dice peste e corna sul jazz... ma intanto lo sa suonare....
: Re:Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?
: xadhoom January 10, 2011, 11:56:38 AM
bellissimo il jazz di checco.. ma mi viene spontanea una riflessione: checco dice peste e corna sul jazz... ma intanto lo sa suonare....

ironia questa sconosciuta... :D
: Re:Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?
: Jim Barda January 11, 2011, 11:23:29 AM
Così chiudiamo la discussione: http://www.youtube.com/watch?v=TCpkwOq4lVw&feature=player_embedded#!

 sbellicars sbellicars
E' troppo forte... poi quando parla dell'assolo di contrabbasso, mitico.