Author Topic: Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?  (Read 12571 times)

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Offline eugeniovi

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Re:Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?
« Reply #45 on: December 07, 2010, 02:29:52 PM »
zosimo e finiscila. sarebbe troppo chiedere una tua sui contenuti e non sulla forma? a volte i luoghi comuni hanno un fondo di verita'. cmq se parliamo di jazz dobbiamo parlare di NY(village) e New orleans. i nostrani che contano sono andati a respirare quell'aria (luogo comune). sono daccordo con locutus solo che io non faccio distinzione fra ascoltatore e musicista. quando,( purtroppo andiamo sempre a finire li alla televisione,) c'erano i programmi di arbore e telesforo, l'aria era diversa, i locali si riempivono e io dal jazz ci campavo, poi deserto ,amici e x factor. ma voi vi rendete conto di chi giudica quei poveri ragazzi ? alcuni di loro onestamente studiano sul serio.e sono dotati. poi non parliamo di sanremo. e stiamo qui a discutere perche' il jazz non attrae il grande pubblico? poi eugeniovi ogni tanto sarebbe utile distinguere anche i vari tipi di jazz, cosi' chissa qualche professorone qui ,chissa' va su una tastiera e incomincia a riflette su una 5+ o su un turnaround, una cadenza o una prograssione, come si evolvono e i boppisti che hanno combinato sulle armonie e le tensioni armoniche,scusate ancora l'intrusione. c'e' qualcuno che mi vuol far sentire tale.un intruso

Dai Chet, per questo ti ho definito un 'Killer', ma devi sempre 'sparare' a qualcuno? Guarda che ti hanno tutti risposto in base a come ti sei presentato, alla idea (immaginaria)  che hai dato di te, cosa possono scrivere?  ;D
Comunque mi tocca darti ragione, ci sono stati tempi migliori per la cultura e per cui anche per il Jazz. Visto che sei pianista e per giunta esperto, mi sembra di capire, magari puoi tu aprire una sezione da dedicare alle progressioni, anatole, accordi di tredicesima fratturata  :D  etcc....mi sembra una bella idea. Ciao

Offline anrapa

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Re:Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?
« Reply #46 on: December 07, 2010, 02:37:54 PM »
Pure io sarei d'accordo, dai Chet!!!  (io la sfrutterei alla grande una sezione del genere!!!!!!!!!!)
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Offline chet

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Re:Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?
« Reply #47 on: December 07, 2010, 02:53:17 PM »
a disposizione di chiunque voglia parlare di musica e armonia. (consiglio gratuito a tutti gli strmentisti monofonici:senza armonia hai voglia a tentare di improvvisare). pero' la 13esima fratturata....e un bel rock'n roll di cazzotti per qualcuno''?? si scherza ovviamente:ad maiora. ad anrapa, devo rietrare prima a casa devo riprendere i miei appunti e libri, poi mi piacerebbe si, sempre al servizio della musica, cosi anche per me una rinfrescata teorica sarebbe utile.   

Offline chet

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Re:Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?
« Reply #48 on: December 07, 2010, 03:04:06 PM »
ah,non capisco come si evidenziano le citazioni e come si inseriscono gli strumenti posseduti. non ci metto pianoforti e tastiere vero?

Offline anrapa

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Re:Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?
« Reply #49 on: December 07, 2010, 03:09:10 PM »
Va a finire che diventi simpatico a tutti nel forum e magari un amicone di Nic.... :D

Le citazioni si evidenziano cliccando su "Citazione" nel messaggio della persona che vuoi citare.
Gli strumenti "in firma" si mettono tramite il pannello di gestione del tuo account.
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Offline eugeniovi

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Re:Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?
« Reply #50 on: December 07, 2010, 03:33:58 PM »
Dai che forse imparo qualcosa anch'io   felicissim

Offline chet

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Re:Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?
« Reply #51 on: December 07, 2010, 06:24:15 PM »
grazie! di solito con tutti quelli con cui ho avuto un acceso diverbio,cazzotti compresi,  sono diventato grande amico di grandi bevute. e' la vita vissuta, si prendono e si danno ma dopo ci si beve insieme, quando alla base c'e' l'onesta' e la sincerita'.spero anche di tutti voi, nic compreso di cui ripeto assolutamente non era mia intenzione offendere. sempre a disposizione.

Offline eugeniovi

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Re:Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?
« Reply #52 on: December 08, 2010, 08:46:46 AM »
grazie! di solito con tutti quelli con cui ho avuto un acceso diverbio,

Immagino che non saranno stati pochi   sbellicars

Offline Norman

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Re:Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?
« Reply #53 on: December 08, 2010, 10:21:41 PM »
Riprendo il post di miles74, il paragone può essere fatto anche con la musica classica, molto dipende anche dalla "conoscenza media" dell'argomento, nell'ambito classico già Copland a suo tempo aveva scritto in libro (come ascoltare la musica mi pare) per dare le basi dell'ascolto al grande pubblico

io ascolto pochissimo jazz ma poco tempo fa sono andato a sentire Tomelleri con la sua big band ed è stata una bella serata, Tomelleri prima di ogni brano faceva una breve introduzione farcita di battute e parole in dialetto e effettivamente così facendo fila tutto più liscio (logicamente anche il fatto di avere una big band e fare brani orecchiabili aveva contribuito non poco), come suona il clarinetto poi mi piace un sacco!



Eh, ma infatti Tomelleri è uno che sa come trattare bene il suo pubblico... E probabilmente lo sa proprio perché è un musicista che non è rimasto all'interno dei confini della ristretta cerchia dei jazzisti italiani, ma ha avuto esperienze musicali di genere anche molto diverso...

Rispondo anche a chet: sono pienamente d'accordo... In Italia non si respira quell'aria lì. Ma secondo me è proprio per questo che dev'essere chi suona a responsabilizzarsi, ed a rendersi conto che deve fare qualcosa per permettere anche al pubblico italiano di prendersi una bella boccata di quell'aria lì. E siccome è un'aria nuova, bisogna avere un po' di pazienza...
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Offline chet

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Re:Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?
« Reply #54 on: December 09, 2010, 03:17:54 AM »
ciao, non conosco tomellieri. pero' sai avere una bigband come hai giustamente detto, fare brani di facile ascolto, insomma operazioni commerciali tipo buble', r.williams, mario biondi.   dal punto di vista jazzistico, robbetta. meglio di niente sempre. chi suona secondo me non ha colpa, il problema e' la crescita culturale e in un ambiente musicalmente + colto che puo' essere jazz e classica, sinfonica, melodramma. . la canzonetta va bene pero' ci deve essere il momento della canzonetta, il momento del jazz, il momento della classica ecc. il bambino deve essere educato e formato ad ascoltare tutto, poi scegliera' secondo quello che gli prende +. ma noi ai nostri bambini gli spieghiamo che non esiste solo laura pausini e ramazzotti? noi ,la scuola. alla scuola elementare si fa musica? alla media? poi e' chiaro che quell'aria non arrivera' mai. in italia i musicisti secondo me, sono eroi perche non sono stati aiutati per niente nella crescita, aNZI a volte ostacolati.non so se mi sono spiegato bene. un discorso a parte la televisione. io la abolirei per legge!

Offline Norman

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Re:Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?
« Reply #55 on: December 09, 2010, 11:19:42 AM »
ciao, non conosco tomellieri. pero' sai avere una bigband come hai giustamente detto, fare brani di facile ascolto, insomma operazioni commerciali tipo buble', r.williams, mario biondi.   dal punto di vista jazzistico, robbetta. meglio di niente sempre. chi suona secondo me non ha colpa, il problema e' la crescita culturale e in un ambiente musicalmente + colto che puo' essere jazz e classica, sinfonica, melodramma. . la canzonetta va bene pero' ci deve essere il momento della canzonetta, il momento del jazz, il momento della classica ecc. il bambino deve essere educato e formato ad ascoltare tutto, poi scegliera' secondo quello che gli prende +. ma noi ai nostri bambini gli spieghiamo che non esiste solo laura pausini e ramazzotti? noi ,la scuola. alla scuola elementare si fa musica? alla media? poi e' chiaro che quell'aria non arrivera' mai. in italia i musicisti secondo me, sono eroi perche non sono stati aiutati per niente nella crescita, aNZI a volte ostacolati.non so se mi sono spiegato bene. un discorso a parte la televisione. io la abolirei per legge!

E chi ha parlato di Mario Biondi? Tomelleri con la sua big band e con quelle in cui è ospite fa jazz vero... Perché le big band sono parte della storia del jazz vero! certo, il jazz per big band è mediamente più 'facile', ma secondo me se i jazzisti suonassero anche in quintetto con lo stesso spirito con cui si suona in big band sicuramente il pubblico sarebbe più a suo agio. E' proprio quando la musica è 'difficile' che è più importante che il musicista 'aiuti' il pubblico a comprenderla. E' un peccato, perché per me, lo ripeto, il jazz non è poi così difficile... Ma spesso quel centesimo che manca per fare la lira lo si tiene in tasca, ed è un peccato.
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Re:Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?
« Reply #56 on: December 09, 2010, 12:43:36 PM »
a me le big band piacciono tutte. non volevo sminuirne il valore. come hai detto, il maestro sceglie brani di facile ascolto per avvicinare + pubblico possibile, ma se il discorso fosse fatto alla base. formare le generazioni dalla scuola elementare, sicuramente poi verrebbe tutto + facile per i musicisti e forse non ci sarebbe bisogno di questi artifici per fare un bel concerto. si suona + in liberta specialmente per chi e' avanti e si puo' esrimere senza limitazioni.

Offline eugeniovi

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Re:Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?
« Reply #57 on: December 09, 2010, 02:03:28 PM »
[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=QVBBjG8P9IM&feature=related[/youtube]


Le due volte che ho avuto la fortuna di vederli non ricordo una persona seduta dopo 5 minuti.  smil

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Re:Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?
« Reply #58 on: December 09, 2010, 02:26:51 PM »
bellissimo. e certo. ma uno show e' un po' diverso da un concerto. cultura etnica che non guasta mai. rond midnight, bird, lady sings the blues. rey. chi li ha visti se li riguardi, chi non li ha visti se li procuri. quella e' l'atmosfera che mi manca, ma ......sic.

Offline eugeniovi

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Re:Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?
« Reply #59 on: December 09, 2010, 03:09:24 PM »
bellissimo. e certo. ma uno show e' un po' diverso da un concerto. cultura etnica che non guasta mai. rond midnight, bird, lady sings the blues. rey. chi li ha visti se li riguardi, chi non li ha visti se li procuri. quella e' l'atmosfera che mi manca, ma ......sic.

Sicuramente non evoca 'mood' e club fumosi, ma sbagli a definirlo solo spettacolo etnico. Sun Ra con la sua mitica Archestra è stato un interprete della musica afroamericana, con tanto di validissimi musicisti, tra tutti Marshall Allen. Certamente la sua musica-filosofia ne hanno fatto un personaggio bizzarro (un termini positivi) ma non dimentichiamoci che la sua orchestra (riduttivo definirla così) è stata in attività dai primi anni 50 (e dopo la sua scomparsa continua ancora) e lui ha collaborato con i grandi del Jazz,  Ciao