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La Tromba e i suoi derivati => La Cura dello Strumento => : fcoltrane September 04, 2020, 07:18:56 AM

: I bocchini dei grandi un aneddoto raccontato dal grande Tofanelli
: fcoltrane September 04, 2020, 07:18:56 AM
Non so se  ciò che racconta Tofanelli corrisponda al vero ma conferma alcune idee che ho sempre avuto sul bocchino per sax ed ora per tromba . L’intervista la potete ascoltare su Facebook come pubblicità della Yamaha. Il  musicista racconta che una sera a cena  il grande M Ferguson gli chiedesse con che bocchino suonasse . Tofanelli in quel periodo utilizzava un bocchino artigianale fatto fare proprio per avvicinarsi al suono di Ferguson. Lo stupore di Tofanelli quando Ferguson prese il suo bocchino ed era eguale . ..... A prescindere dall aneddoto io sono convinto che un ruolo importante venga svolto dal bocchino e a volte poter provare il bocchino di questo o quel musicista può essere illuminante. È chiaro per me che il bocchino non fa il musicista ma se hai una certa sensibilità alcune caratteristiche del bocchino ti aiutano al raggiungimento del tuo scopo-suono.
: Re: I bocchini dei grandi un aneddoto raccontato dal grande Tofanelli
: Zosimo September 04, 2020, 09:27:54 AM
L'artigiano in questione era Gianni Amidei. Tofanelli lo usò per molti anni.
Anche io ne ho avuti diversi perchè Gianni abitava poco distante da me.
Che poi alla fine lui era un ''hobbysta'', li faceva nel garage di casa con un tornio manuale.
UN mito sia come persona che come artigiano.
: Re: I bocchini dei grandi un aneddoto raccontato dal grande Tofanelli
: Mar September 04, 2020, 09:30:44 AM
Sul fatto che alcune caratteristiche del bocchino possano aiutarti al raggiungimento del tuo scopo/suono credo che possiamo essere d'accordo un po' tutti.
Bisogna però vedere in quale momento della tua "carriera" di trombettista ti metti a cercare il tuo scopo/suono, che cmq è bene ricordare che è dovuto per gran parte al manico.
In fase di formazione, ogni volta che cambi bocchino (o tromba) torni indietro di un paio di passi, perché devi capire e adattare il tuo delicato "sistema" corpo ai nuovi materiali.
Se continui a farlo, nella ricerca dell'illuminazione come la chiami tu, finisci per rallentare (e di molto) il normale corso dei progressi (che dovrebbe fare chi studia costantemente e nel modo giusto).

Dopo aver costruito delle buone basi invece la ricerca del bocchino giusto (e/o della tromba giusta) può portare a ottimi risultati, può aiutarti ad avvicinarti al suono che hai sempre avuto in testa.
: Re: I bocchini dei grandi un aneddoto raccontato dal grande Tofanelli
: fcoltrane September 04, 2020, 10:29:51 AM
Certo è che il mio percorso non lo consiglierei a nessuno. Ne con il sax ne con la tromba. Il mio era un discorso generale e legato più al sax che alla tromba. ( con la tromba non ho alcuna esperienza di rilievo) ma ragiono per analogia . Faccio un esempio concreto  . Siamo  nella stessa stanza io Adan Rapa  Pierobon Tofanelli Marsalis e Bosso . Io sono una pippa ma se me lo consentono un tiro col loro bocchino me lo faccio. Poi quello che capisco non è dato saperlo..... poi se siamo in confidenza chiederei di farmi sentire due note con la mia attrezzatura attuale la tt ed il b2 prana. Sono certo che sarebbe una bella esperienza......
: Re: I bocchini dei grandi un aneddoto raccontato dal grande Tofanelli
: Mar September 04, 2020, 10:45:50 AM
Guarda Francesco, abbiamo trovato tutti bocchini che all'inizio sembravano perfetti, ma che dopo un mese sono finiti nel cassetto. È l'effetto "luna di miele".
Dopo "un tiro", come dici tu, non puoi capire molto, e soprattutto non puoi capire se veramente è adatto a te o no.
: Re: I bocchini dei grandi un aneddoto raccontato dal grande Tofanelli
: fcoltrane September 04, 2020, 11:49:00 AM
Per me le informazioni non sono limitate a quello che suona meglio per me ma ad esempio a che suono si può tirar fuori da un bocchino a quanta energia ci vuole per suonarlo ( quando lo suona qualcuno che sa suonare)alle differenze che sono in grado di sentire quando un altro musicista  prova la mia attrezzatura , in che misura la subisce . Non so cosa succederà tra 5 anni ma ad oggi alcune macro differenze Mi basta poco per capirle. ( beata ignoranza 😂 La mia ) Tra un monette b2 ed un Bach 3 c io so esattamente cosa riesco a fare in termini di suono intonazione flessibilità estensione. Aspetto diverso cosa sia più utile per migliorare ....e qui mi muovo come un disperso nel deserto che cerca l’oasi e a tratti vede miraggi...... per tentativi e  mi diverto assai . 
: Re: I bocchini dei grandi un aneddoto raccontato dal grande Tofanelli
: Mar September 04, 2020, 12:11:13 PM
Il motivo per cui io e te continueremo sempre queste discussioni da Tom e Jerry sta nel fatto che tu parli di suono che si può fare uscire da un bocchino mettendo quindi l'attrezzatura al centro del discorso.
Io invece il centro del discorso lo metto sull'uomo e su quello che fa per fare uscire il suono, quindi la qualità della vibrazione delle labbra e l'ottimizzazione dell'emissione dell'aria (attenzione: non in senso generico, ma proprio in relazione alla vibrazione delle labbra, e questa è la più grande differenza tra tromba e sax).
Poi, sistemata la parte interna cioè quello che deve fare l'uomo, subentra la parte esterna, cioè quanto l'attrezzatura può aiutarti a trovare il suono che hai nella testa.

in questo senso è meglio (ma non necessario) che un principiante utilizzi attrezzatura media (per misure di tazza e gola), per poi evolversi verso le sue preferenze dopo aver sviluppato buona parte delle sue capacità.

Quello che invece ritengo proprio necessario per un trombettista acerbo è cambiare meno possibile l'attrezzatura, e affidarsi alla costanza nello studio per ottenere i risultati sperati
: Re: I bocchini dei grandi un aneddoto raccontato dal grande Tofanelli
: fcoltrane September 04, 2020, 01:17:28 PM
Alcune delle cose che dici sono condivisibili e ti sembrerà strano ma non vi è alcuna differenza tra sax e tromba dal punto di vista del procedimento. La energia minore per produrre il suono migliore. Nella tromba come nel sax è il risultato che conta il suono. L’emissione migliore per ottenere la migliore vibrazione che viene amplificata dal bocchino. Poi è chiaro che in un caso si tratta di ancia e bocchino e nell’altro di labbra e bocchino. Non vedo alcuna contrapposizione neanche nel nostro punto di vista. Entrambi siamo convinti che solo studiando si progredisce ed entrambi sappiamo che il grosso lo fa il musicista  entrambi credo tendiamo al raggiungimento di un suono che desideriamo . Io a torto o a ragione tra la dozzina di bocchini che ho credo di avere un buon margine di miglioramento con questo che per ora sto utilizzando il b2 ma ciò che è importante è la soddisfazione nel provare ad ottenere il risultato. Se suono con un bocchino standard non ho la stessa soddisfazione fisica. Poi non mi dispiacerebbe provare il bocchino di Adam Rapa in 1 minuto masterclass o quello di Giuffredi nel esempio legato  o quello di Pierobon nelle lezioni Warm up. Ps . Quello di rapa non credo sia molto diverso dal monette b2 s3 prana che sto utilizzando.
: Re: I bocchini dei grandi un aneddoto raccontato dal grande Tofanelli
: Mar September 04, 2020, 03:00:20 PM
Francesco secondo me ci sono delle cose sulle quali non hai ancora riflettuto a fondo. Il sax è il sax e la tromba è la tromba. Sono due strumenti a fiato, ma la somiglianza finisce qui, non farti confondere, non mischiare, non semplificare: l'equazione lancia bocchino con labbra e bocchino non sta in piedi.

Cominciamo col dire che, nella tromba, il bocchino non amplifica la vibrazione.

Il sistema è: aria attraverso le labbra - bocchino - leadpipe.

Qui si crea la vibrazione, che è una naturale risposta alla resistenza che l'aria incontra durante l'emissione, se gli angoli della bocca sono fermi e il centro è rilassato.

Questa vibrazione poi è guidata e amplificata dalla tromba.

Quando ti dicevo che a mio parere è meglio per un principiante usare misure nella media è perché la resistenza ha direttamente a che fare con la vibrazione, che come ho spiegato prima, è una conseguenza.

Se togli resistenza, utilizzando ad esempio un prana, il principiante può perdere la vibrazione, o averne una scarsa, o peggio ancora puo finire per FARE volontariamente la vibrazione quando invece la vibrazione è una cosa che succede da sola in risposta.

Ci sono state discussioni in passato in cui gente più preparata di me ha discusso sull'opportunità o meno di dare un prana a un principiante.
Ti rimando a quella.
Io non credo che debba essere per forza un problema, ma che un principiante autodidatta abbia una percentuale altissima di possibilità di fraintendere, e di scambiare un suono più grande per un suono più bello.




: Re: I bocchini dei grandi un aneddoto raccontato dal grande Tofanelli
: fcoltrane September 04, 2020, 05:03:24 PM
Non sono preciso con i termini ma non ho dubbi che sax e tromba si possono studiare alla stessa maniera E ci siano tantissime analogie. . l’aria che si trasforma in suono e viene elaborata diversamente prima dal bocchino e poi dal sistema bocchino strumento. Io poi mi fido prima di tutto dell mio orecchio e  quando non sento determinati aspetti Mi fido di chi ne sa più di me. Poi c’è l’aspetto soddisfazione e qui c’è poco da fare se una cosa ti piace quella fai. Oggi ho preso una tazza ar mb con una penna 40 7 per vedere se me la stavo raccontando da solo o riuscivo a sentire alcune differenze :la fatica per riempire di suono La tromba è la metà ,  devo proprio trattenermi e devo pensare ad una piuma ) il suono è centrato più del b2 ma non c’è storia il più Bel suono è col b2. L’estensione è la stessa e l’intonazione pure. Mi metto lì e comincio con i primi 10 esercizi del bellissimo libro del grande Paolo Trettel. Se riesco a suonare all’unisono vuol dire che sono sulla buona strada ......se invece sono mancante vuol dire che devo migliorare.  Piano piano sino al bb articolando ci sono arrivato in maniera leggera come desidero. Ps ....forse ad un altro sassofonista autodidatta poter dare qualche consiglio....sull’utilità di studiare con fori molto larghi e sui rischi connessi. 😂😂😂
: Re: I bocchini dei grandi un aneddoto raccontato dal grande Tofanelli
: Mar September 04, 2020, 06:30:04 PM
Io purtroppo non suono e non ho mai suonato il sax ma sono sicuro che la parte che riguarda la vibrazione è significativamente, profondamente diversa.
Per tutto il resto è giusto che tu continui per la tua strada.
: Re: I bocchini dei grandi un aneddoto raccontato dal grande Tofanelli
: fcoltrane September 04, 2020, 07:14:55 PM
Magari se interessa apro un post appositamente qui rischiamo di andare del tutto ot . Il mio punto di vista è semplice il bocchino ideale non esiste ma se tu hai la possibilità di ascoltare musicisti davvero i gamba e poi magari provi la loro attrezzatura incameri un mare di informazioni. Che poi magari non ti servono a nulla . Per fare un esempio Concreto avete mai visto da vicino Seamus Blake sotto sforzo o bob berg o brecker o Tofanelli O rapa . Ecco io so per certo che quella tecnica Non potrà mai appartenermi ma alcune informazioni dal suono e dalla estensione o o omogeneità sono in grado di sentirle e se provassi la loro attrezzatura di apprezzare alcuni aspetti. (Anche semplicemente in termini di differenza come una pulce che si confronta con un elefante)
: Re: I bocchini dei grandi un aneddoto raccontato dal grande Tofanelli
: Mar September 04, 2020, 08:15:10 PM
Hai ragione. E ti dico di più: ci sono in rete elenchi delle attrezzature di trombettisti di tutte le epoche.
Qualche bocchino è fuori produzione, qualche marca non esiste più, ma se cerchi bene troverai di sicuro qualcuno che produce delle buone repliche per meno di 300 dollari.
Così potrai scoprire i segreti di Louis Armstrong e di tutti gli altri grandi, del passato, del presente e del futuro.

Ovviamente ti sto prendendo in giro, ma solo perché veramente non riesco a vedere la fine di queste tue curiosità, e soprattutto fatico a vedere l'utilità di queste tue convinzioni.

Con affetto
: Re: I bocchini dei grandi un aneddoto raccontato dal grande Tofanelli
: fcoltrane September 04, 2020, 11:09:27 PM
Mmmm non è mio interesse convincere alcuno di alcunché . Riportavo un aneddoto di un musicista Tofanelli che stimo. Poi non tutto è definibile in termini di utilità. Quello che per un musicista può essere una esigenza artistica ed espressiva o di studio  ( Tofanelli con questo Bocchino artigianale) può essere devastante per un principiante ma anche illuminante.  Io ad esempio in un anno avrò provato più di venti bocchini ma uno da lead non lo ho mai provato e non ho idea di quello che riuscirei a farci . Quindi per fare un esempio se dovesse organizzare una masterclass Non sarebbe male provare la sua attrezzatura o sentire lui con la mia. Avrebbe una utilità nella mia crescita tecnica? Chi può dirlo a posteri l’ardua sentenza..... avrei piacere a provare O ad ascoltare ? Certamente si è di questo ne sono certo perché con il sax è capitato e non è che avessi una tecnica strumentale straordinaria . Io sono dell’idea che il suono lo sentiamo tutti alla stessa maniera. Poi magari uno  con tecnica ed esperienza ti spiega nel dettaglio tutto .  Se io suono una scala maggiore con la tromba e poi la replico e chiedo a 4 musicisti che non Sanno suonare la tromba quale delle due esecuzione è migliore per omogeneità di timbro per intonazione per gestione del tempo ecc Credi che non identificheranno  gli stessi aspetti? Io sono convinto che se sono ascoltatori attenti ci sarà unicità di veduta. Anzi questo aspetto è identico anche per chi non è musicista ma solo attento ascoltatore.
: Re: I bocchini dei grandi un aneddoto raccontato dal grande Tofanelli
: Mar September 04, 2020, 11:43:16 PM

Qui probabilmente mi attirerò molte antipatie, ma secondo me la tazza poco profonda, quella che tu chiami tazza lead, è un po la cartina al tornasole di una buona l'imboccatura.
Se riesci a suonare una tazza poco profonda significa che hai una vibrazione ottimale, stretta, concentrata.
Ho sentito tanti bravi trombettisti dire di non riuscire a suonare con tazze poco profonde, ma probabilmente chi è abituato a tazze profonde (magari su dimensioni 1 o 1 e  1/2) si abitua a entrare con le labbra dentro al bocchino, e quando poi prova una tazza lead "tocca" e non riesce a mettere in vibrazione le labbra.
Anche qui, se uno decidesse che ne vale la pena, basterebbe insistere e modificare un po' la propria abitudine.
Raramente ne vale la pena, se non per super specialisti o per pezzi particolari.
Il suono ne risente, almeno per l'idea che ho io di suono.

Non voglio allargarmi, ma da quel poco che ho capito e sperimentato nel mio percorso da autodidatta, io consiglierei a ogni principiante di iniziare da un bocchino lead, tazza piccola (tipo 7 o 10) e poco profonda. Non necessita di grande muscolatura, stanca poco e aiuta a sviluppare la vibrazione ottimale. Poi, volendo, si può andare alla ricerca del suono migliore e fare altre scelte senza sacrificare il registro.(e senza cambiare abitudini)
: Re: I bocchini dei grandi un aneddoto raccontato dal grande Tofanelli
: Norman September 05, 2020, 09:41:43 AM
Qui probabilmente mi attirerò molte antipatie, ma secondo me la tazza poco profonda, quella che tu chiami tazza lead, è un po la cartina al tornasole di una buona l'imboccatura.
Se riesci a suonare una tazza poco profonda significa che hai una vibrazione ottimale, stretta, concentrata.
Ho sentito tanti bravi trombettisti dire di non riuscire a suonare con tazze poco profonde, ma probabilmente chi è abituato a tazze profonde (magari su dimensioni 1 o 1 e  1/2) si abitua a entrare con le labbra dentro al bocchino, e quando poi prova una tazza lead "tocca" e non riesce a mettere in vibrazione le labbra.
Anche qui, se uno decidesse che ne vale la pena, basterebbe insistere e modificare un po' la propria abitudine.
Raramente ne vale la pena, se non per super specialisti o per pezzi particolari.
Il suono ne risente, almeno per l'idea che ho io di suono.

Non voglio allargarmi, ma da quel poco che ho capito e sperimentato nel mio percorso da autodidatta, io consiglierei a ogni principiante di iniziare da un bocchino lead, tazza piccola (tipo 7 o 10) e poco profonda. Non necessita di grande muscolatura, stanca poco e aiuta a sviluppare la vibrazione ottimale. Poi, volendo, si può andare alla ricerca del suono migliore e fare altre scelte senza sacrificare il registro.(e senza cambiare abitudini)
La tazza alta bisogna vedere anche come la suoni. Sicuramente suonarla con lo stesso approccio di quelle normali è molto più difficile, ed è vero che può essere una cartina al tornasole sulla qualità della tecnica di base. Ma molti la tazza alta la suonano con un approccio molto diverso, più “energico”, che invece con i bocchini standard è molto più faticoso. Poi ci sono quelli capaci di fare entrambe le cose, come Wayne Bergeron, che infatti durante una masterclass disse che quando fa un concerto molto faticoso con la tazza alta il giorno dopo dedica la prima parte dello studio a riassettarsi sull’impostazione più “classica”, che gli serve quando deve suonare musica più melodica o sinfonica.

Non concordo assolutamente sul fatto di iniziare con la tazza alta, è troppo difficile da gestire, è un po’ come iniziare un’attività sportiva con allenamento troppo duri, è quasi certamente controproducente.

Va anche detto poi che, a mio parere, l’utilizzo della tazza alta è fondamentalmente roba da specialisti. Non è un caso che questa discussione sia partita da Tofanelli, che infatti proprio questo è, uno specialista del mestiere di prima tromba commerciale e da big band. Quanto può servire la tazza alta a dei dilettanti? A mio parere molto poco. Io la usai anni fa, ma era un espediente per aiutarmi a fare cose che erano al limite delle mie possibilità ed in un momento in cui suonavo in maniera ancora molto inefficiente. Di fatto studiavo in una maniera e suonavo in un’altra... Da qualche anno l’ho abbandonata del tutto ed ora faccio tutto quello che devo fare con una AR MC 40/10, che fondamentalmente è un 3C con foro e penna più larghi.
: Re: I bocchini dei grandi un aneddoto raccontato dal grande Tofanelli
: Mar September 05, 2020, 09:59:51 AM
A parte l'idea di iniziare con una tazza alta quindi abbiamo scritto le stesse cose.
L'idea malsana mi è venuta perché ho provato e perché ho trovato un modo molto "dolce" di approcciarmi alla tazza alta. Si avvicinava molto all'idea del flauto a traverso, con un appoggio leggerissimo e una vibrazione super concentrata.
L'ho utilizzato per imparare, e poi ho portato quello che ho imparato sulle mie misure. Come ho scritto prima, il suono è un po' sacrificato con questi bocchini estremi (o almeno, la mia idea di suono). Ogni tanto, a inizio sessione di allenamento, tiro fuori il mio lead e faccio note lunghe, giusto per assicurarmi di non aver perso quello che ho imparato.
Non so se possa essere una cosa valida per tutti, ma non vedo perché non potrebbe esserlo
: Re: I bocchini dei grandi un aneddoto raccontato dal grande Tofanelli
: Norman September 05, 2020, 12:31:21 PM
Beh, hai fatto un bel lavoro, l’idea è un po’ quella, anche se come dici tu il difficile con quei bocchini è avere un bel suono. Devo dire che i Prana lead sono un bel compromesso da quel punto di vista, non sono estremi come i Prana normali e mantengono una buona qualità di suono anche nelle note basse.
: Re: I bocchini dei grandi un aneddoto raccontato dal grande Tofanelli
: Altobugle September 05, 2020, 07:37:56 PM
Secondo me è meglio iniziare con le tazze alte, soprattutto da bambini. Anzi dirò di più,  visto che devono crescere, tazze piccole e alte, in sostanza proporzionate alle loro capoccette. Io ho iniziato ad 11 anni, ero mingherlino (all'epoca...) e avendo trovato un 10-3/4 ew nella custodia del primo strumento, quello ho usato. E fin da subito ricevevo complimenti, anche da trombettisti quotati, per l'impostazione e l'imboccatura. Io quindi, per averlo provato sulla mia pellaccia, e non essendo proprio del tutto una pippaccia, affermo con cognizione di causa, che un bocchino piccolo, con tazza alta, all'inizio è meglio!!!
: Re: I bocchini dei grandi un aneddoto raccontato dal grande Tofanelli
: Mar September 05, 2020, 08:14:31 PM
Testimonianza preziosa, che conferma le mie supposizioni e le mie sensazioni.
Io da bambino purtroppo facevo altro, ma quando mi sono avvicinato alla tromba nessuno mi ha spiegato queste cose. La mia prima tromba (usata) aveva un 3c, e ho continuato su quella misura per i primi 6 anni, poi non ho mai pensato di rimpicciolire... anzi...
tutte le informazioni che trovavo in giro mi portavano piuttosto a ingrandire.
Solo per una serie di coincidenze mi sono trovato in mano una copia di un jet tone MF, molto piccolo e con una tazza molto alta a V. Insuonabile per me.
Mi ci mettevo solo un po a tempo perso, con pochi risultati, ma con la sensazione che potesse insegnarmi qualcosa.
Ho continuato per un paio di anni a fare i primi 5 minuti e gli ultimi 5 con il bocchino a tazza alta, solo dei gran sol, lunghi.
Sia chiaro, quel bocchino per me rimane ancora insuonabile per molti motivi, ma ha fatto miracoli per la mia comprensione, e per il mio modo di suonare.

Felice di esserci arrivato da solo, ma mi chiedo perché nessuno mai ne parli

: Re: I bocchini dei grandi un aneddoto raccontato dal grande Tofanelli
: fcoltrane September 05, 2020, 09:28:35 PM
Certo 11 anni è una bella età per iniziare a suonare. Trovo questa discussione interessante e molte analogie con gli altri strumenti. Ad un bimbo di 11 anni non credo si possano dare bocchini enormi sarebbe forzare inutilmente. Sono molto curioso di sapere che blocchino utilizza la bimba con Rapa e monette ( ora è una bravissima trombettista) all’epoca doveva avere circa quell’età. Difficilmente è un b2 se dovessi fare una previsione dovrebbe essere un bocchino medio tipo il b6.   Imparare uno strumento da adulto è per certi versi più complicato perché ti scontri con pregiudizi e desideri che un bambino non ha. Io oggi non ho piacere e soddisfazione a studiare con bocchini piccoli poi la tazza alta la escludo per principio . Se devo studiare preferisco farlo con un suono che mi piace il più possibile . Per me è solo una questione di scelta e abitudine. Ps comunque anche solo per capire di che stiamo parlando un bocchino a tazza alta ora lo compro 😂😂 . Magari usato.  Ma so che finirà nel cassetto in buona compagnia. Torno a studiare il whisper g
: Re: I bocchini dei grandi un aneddoto raccontato dal grande Tofanelli
: Norman September 05, 2020, 09:43:03 PM
Purtroppo questo mito dei bocchini grandi è duro a morire. È purtroppo un dogma che viene dalla musica classica, ma che per fortuna sta tramontando.

Di base per me il bocchino deve essere comodo e renderti la vita più facile, punto. Da qui ha senso partire, ed ognuno avrà la sua soluzione ideale. Anche io ho iniziato da adulto, ma con il famigerato 7C, perché “si deve” cominciare con questo, che per me invece è piccolo, e questo ha contribuito a crearmi una serie di problemi...
: Re: I bocchini dei grandi un aneddoto raccontato dal grande Tofanelli
: Mar September 06, 2020, 12:20:11 AM
In ogni caso chiarisco che io continuo a suonare le misure che sento più comode, dalll1 e 1/2 al 3 (ho anche un curry 5b su cui mi sento proprio a casa, ma raramente lo scelgo).

La cura "bocchino lead" mi ha solo fatto capire molte cose, tanto che come scrivevo sopra, ancora oggi mi fa da maestro e lo utilizzo di tanto in tanto per vedere se sto procedendo nella maniera corretta.o se per caso ho preso qualche vizio che può compromettere l'efficienza.






: Re: I bocchini dei grandi un aneddoto raccontato dal grande Tofanelli
: fcoltrane September 06, 2020, 08:39:31 AM
Per Mar :eheheh la componente soddisfazione gioca la sua parte anche per te .   Per Norman quindi anche iniziare con un bocchino piccolo presenta dei rischi? Io non so se ti è capitato quello che succede a me . Una grande facilità a salire comprimendo l’aria . È questo uno dei motivi per cui preferisco fori grandi e tazze altrettanto, perché mi costringono a spingere di meno .   Una domanda per tutti magari apro un post appositamente . Una premessa lo sforzo nel sax e nella tromba è nemico del suono. Sia lo sforzo dovuto a postura sbagliata ( varie contrazioni inutili )sia quello relativo alla immissione o emissione. Tutti i sacri testi relativi al sax dicono questo ed anche molti trombettisti di alto profilo. Dai vostri racconti mi è venuto in mente un aspetto Dello studio in controtendenza rispetto ai sacri testi. ( che coincidono con il discorso di Norman : trovato un bocchino comodo studia con quello . Cosa fa invece l’autodidatta ed anche alcuni principianti ? Forzano un po’ il rapporto . E quindi se si trovano bene con un bocchino magari un b6 provano un b4 . Dopo un po’ alcune informazioni acquisite con il nuovo bocchino sono in grado di riportarle sul vecchio . E ‘ un po’ quello che capita a me con il b2 e l’ar copia del b4 o col mb . Forzare in una direzione ( che può essere anche quella opposta ossia passare da un bac 3 c ad un 7 c e viceversa. A quanti di voi è capitato di fare percorsi simili a zig zag ( io col sax ho sempre fatto così e devo dire che a prescindere dal risultato il percorso è stato divertente) .
: Re: I bocchini dei grandi un aneddoto raccontato dal grande Tofanelli
: Mar September 06, 2020, 10:54:58 AM
Io credo che siamo tutti diversi, posizione della mascella, conformazione dei denti, grandezza delle labbra, per cui quello che per me è un rischio per te può essere un'opportunità.
Questo è uno dei motivi per cui nello studio della tromba e nelle scelte dei materiali bisognerebbe essere affiancati da persone competenti (e non riparto con la pippa del maestro sì maestro no maestro ma di che tipo).
Io, per rispondere a te Francesco, dico che la mia cura "bocchino lead" non è stata una forzatura, o almeno non come la intendi tu. È stata proprio pura didattica. Il bocchino lead è stato un maestro, mi ha insegnato tante cose e mi ha dato molti consigli, senza usare parole.
Mi ha insegnato a prestare maggior attenzione alla vibrazione, una vibrazione concentrata in un punto sempre più preciso, sempre più riconoscibile, sempre più limitato.
Con la consapevolezza di questo ora posso suonare senza problemi qualsiasi bocchino indipendentemente dall' appoggio, dalla gola, dalla larghezza o dalla profondità della tazza.
Posso anche passare repentinamente da un canneggio M a un canneggio L senza soffrire il passaggio.
Questo perché mi affido totalmente ed esclusivamente a quello che faccio io, dentro al corpo e fino alle labbra, e quindi mi adatto senza difficoltà e senza pensieri a qualsiasi attrezzatura.
Poi logicamente ogni parametro dell'attrezzatura influenza in qualche modo la risposta, anche se non così tanto come credevo (e come sentivo) qualche anno fa.
Quindi per tornare all'inizio della tua risposta Francesco sì, certo, ho comunque le mie preferenze, che sono cambiate parecchio dopo la "cura lead", e che ora sono dettate quasi esclusivamente dalla comodità
: Re: I bocchini dei grandi un aneddoto raccontato dal grande Tofanelli
: fcoltrane September 06, 2020, 11:14:37 AM
Mar  capisco bene ciò che intendi . L’unico aspetto sul quale c’è un equivoco è il concetto di forzare. Per me può essere forzare esattamente ciò che descrivi . O per fare un altro esempio provare a far vibrare il labbro con un sussurro ( quando per anni hai usato la respirazione un po’ come insegna Pierobon aprendo tutto ciò che si può aprire gola laringe ecc e mantenendo un flusso costante con l’apparato diaframmatico addominale .  Per tornare al nostro esempio un bocchino piccolo certamente richiede qualcosa di diverso per essere suonato al massimo delle sue possibilità espressive rispetto ad uno particolarmente grande . E lo stesso per la tazza alta e bassa. Perché è un dato oggettivo che la vibrazione è elaborata diversamente. (Scusatemi per i termini imprecisi) . Ps se parlo con cento sassofonisti una trentina hanno suonato sempre con lo stesso bocchino gli altri hanno proceduto a zig zag 😂😂😂.   Credo lo stesso per i trombettisti magari tra un paio di anni faccio una statistica per ora posso farla con pochi.
: Re: I bocchini dei grandi un aneddoto raccontato dal grande Tofanelli
: Mar September 06, 2020, 11:38:04 AM
Mi sono riletto e volevo precisare che quello che ho scritto non significa che posso soffiare allo stesso modo dentro a un canneggio 0.460 come dentro a uno 0.438. Volevo dire solo che non do più la colpa all'attrezzatura. Se un canneggio piccolo lo sento tappato è solo perché sto cercando di suonarlo come se fosse uno grande. Quindi modifico gentilmente l'unico parametro interno che posso modificare, l'emissione, e mi allineo con quello che richiede lo strumento, senza problemi, in un attimo.
Questa è la ricchezza che mi ha lasciato in dote il lavoro fatto negli ultimi anni.
Una volta stabilizzata l'imboccatura e la vibrazione, il che significa renderla indipendente dall'attrezzatura, l'unica variabile rimane l'emissione, che si può modificare facilmente solo prestandoci un po di attenzione (se è l'unica cosa a cui devi stare attento è facile).

Per rispondere a Francesco, la vibrazione non dovrebbe essere diversa.
Te lo scrivo da sei mesi, credo che ci si affidi troppo aile attrezzature. Una tazza grande e profonda ti fa un po' perdere l'attenzione sulla vibrazione. Dato l'appoggio e lo spazio che hai nella tazza puoi far vibrare porzioni di labbro più ampie, ma in genere questo porta a un impoverimento della vibrazione, perché c'e solo una piccola porzione di labbro che vibra al meglio, il resto da vita a una vibrazione grossolana. La tazza ampia, e poi la gola grande ti ingannano facendoti sentire un grande suono, ma in realtà non è così.
Il bocchino lead ti costringe a concentrarti su quella piccola porzione di labbro, quella che può garantire una vibrazione più sottile, più nobile, più concentrata. Se non ti adatti, se continui a far vibrare anche altre parti del labbro "meno nobili", il bocchino non suona.
Quello che puoi imparare suonando un lead poi ti è utile su qualsiasi tipo di attrezzatura tu scelga.
E questo è il mio pensiero e la mia esperienza

: Re: I bocchini dei grandi un aneddoto raccontato dal grande Tofanelli
: Mar September 06, 2020, 12:00:05 PM
Chiudo con un pensiero da biscotto della fortuna: se vuoi ottenere un suono più grande, devi cercare un vibrazione più sottile
: Re: I bocchini dei grandi un aneddoto raccontato dal grande Tofanelli
: fcoltrane September 06, 2020, 12:32:47 PM
Magari mi esprimo male ma non ho scritto che la vibrazione sia diversa a seconda del foro o della tazza . Ma che viene elaborata diversamente  e si traduce  in suono diverso .  La mia esperienza con i suoni è sempre stata orientata nel senso dell ascolto del risultato il suono e se percepisco miglioramenti procedo. Un po’ come spiega Pierobon durante le sue lezioni e come negli anni ho studiato col sax.   Mi piace il sol centrale con la tromba? Si .       posso Certamente migliorare Ma prima ancora devo riuscire a suonare tre ottave come quel soL . Se ci riesco ho la stessa tecnica che ho col sax. Per ora quel sol centrale riesco a suonarlo come piace a me con bocchini medio grandi . Più in là vedremo se riesco anche con bocchini medio piccoli e piccoli e con tazza alta. Poi sono convinto che chi suona davvero entro certi limiti fa quello che gli pare ma se uno come Rapa che sembra non avere limiti subisce in minima parte il cambio di attrezzatura i bocchini ad esempio non oso pensare cosa capita ad uno come me 😂😂😂😂. Esprimere questi concetti per iscritto da parte mia è ridicolo proprio perché non ho grande esperienza e c’è una difficoltà per formalizzare dei concetti che magari suonando sarebbero semplici da esprimere
: Re: I bocchini dei grandi un aneddoto raccontato dal grande Tofanelli
: Norman September 07, 2020, 09:51:42 PM
Per Mar :eheheh la componente soddisfazione gioca la sua parte anche per te .   Per Norman quindi anche iniziare con un bocchino piccolo presenta dei rischi? Io non so se ti è capitato quello che succede a me . Una grande facilità a salire comprimendo l’aria . È questo uno dei motivi per cui preferisco fori grandi e tazze altrettanto, perché mi costringono a spingere di meno .   Una domanda per tutti magari apro un post appositamente . Una premessa lo sforzo nel sax e nella tromba è nemico del suono. Sia lo sforzo dovuto a postura sbagliata ( varie contrazioni inutili )sia quello relativo alla immissione o emissione. Tutti i sacri testi relativi al sax dicono questo ed anche molti trombettisti di alto profilo. Dai vostri racconti mi è venuto in mente un aspetto Dello studio in controtendenza rispetto ai sacri testi. ( che coincidono con il discorso di Norman : trovato un bocchino comodo studia con quello . Cosa fa invece l’autodidatta ed anche alcuni principianti ? Forzano un po’ il rapporto . E quindi se si trovano bene con un bocchino magari un b6 provano un b4 . Dopo un po’ alcune informazioni acquisite con il nuovo bocchino sono in grado di riportarle sul vecchio . E ‘ un po’ quello che capita a me con il b2 e l’ar copia del b4 o col mb . Forzare in una direzione ( che può essere anche quella opposta ossia passare da un bac 3 c ad un 7 c e viceversa. A quanti di voi è capitato di fare percorsi simili a zig zag ( io col sax ho sempre fatto così e devo dire che a prescindere dal risultato il percorso è stato divertente) .

Nel mio caso iniziare con un bocchino troppo piccolo sicuramente non ha aiutato. Dopo qualche tempo provai uno Schilke 15b e mi sembro di mettere le pantofole dopo una giornata con gli scarponi da sci.

Per un bambino invece è più probabile che un bocchino piccolo vada bene, e probabilmente è per questo che il 7C è diventato il bocchino per iniziare per antonomasia.

Sulla seconda parte, è vero che lo sforzo è nemico del risultato, nel senso che l’efficienza è la chiave per avere i risultati migliori. Sul fatto di fare esperimenti coi bocchini all’inizio, ho già detto più volte come la penso: per me il gioco non vale la candela, a meno che non ci sia un problema di comodità e/o facilità. Si, anche io ad un certo punto ho pensato che suonare un blocchino un po’ più grande potesse essere “didattico”, ed in una certa misura è vero, ma fondamentalmente il beneficio è davvero limitato, perché alla fin fine poi il lavoro che si deve fare è quello sulla tecnica, e non c’è davvero ragione di fare questo lavoro su un bocchino più faticoso del necessario. Semplicemente il gioco non vale la candela. Io all’inizio mi concentrerei sul bocchino che funziona meglio in generale, prima di fare esperimenti aspetterei di aver raggiunto un minimo di solidità, quando diventi in grado di cogliere le differenze più nel dettaglio.

Io comunque, da quando ho accettato il fatto che la mia misura è 3 Bach o B6 Monette ho cambiato solo la penna. Ogni tanto riprovo la tazza alta, ma giusto per curiosità, poi torno al mio bel bocchino “base” con cui riesco a fare tutto quello che mi serve.