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Sordine ed Accessori Vari / Re: First Aid
« Last post by anrapa on Today at 09:29:01 PM »Ciao Dirtysound,
provo a rispondere e ad ampliare il discorso.
Il problema della temperatura è irrisolvibile o ininfluente in base al punto di vista: perché sia un problema dobbiamo prima metterci dalla parte del giusto.
Se suoniamo un bocchino con una serie armonica compressa e/o con armonici non proporzionalmente spaziati (sono due cose diverse anche se apparentemente simili) o se suoniamo con il gap sbagliato o se (bla bla bla), ha poco senso preoccuparci dell'influenza della temperatura sulla posizione dei braccetti.
Se invece siamo Mazinga Zeta con tanto di componenti allora la cosa si complica perché effettivamente si dovrebbe compensare in qualche modo non solo la posizione dei braccetti ma anche quella del gap fra le gambe della pompa d'intonazione ed il cannello/blocco pistoni.
Compensare con dei braccetti mobili è poco sensato perché questi sono, per motivi evidenti, un ponte perpendicolare al senso longitudinale dello strumento. E' impossibile che gli i nodi da aggiustare si trovino proprio in posizioni contrapposte.
Inoltre questo tipo di braccetti opera tramite espansione, quindi comunque si sta strozzando la vibrazione dello strumento.
Compensare con degli anellini dentro i tubi femmine della pompa d'intonazione è una soluzione tecnicamente giusta ma non pratica (è difficile metterli e toglierli e ci vorrebbe un set a passo almeno 0.1mm.
E poi bisognerebbe variare anche la lunghezza del bocchino (ma anche il rapporto fra profondità della tazza e lunghezza del bocchino) e tante altre cose.
Alla fine si giunge al compromesso che la tromba è un compromesso...
Oppure si può ricorrere al pirulicchio, che in effetti viene usato spesso da Sergei per micro compensare queste variazioni. Si, lo so, si scende nel quasi esoterico, ma per qualcuno queste differenze fanno la differenza.
Poi torna sempre in auge il problema della tonalità del brano, il fatto che lo strumento è non temperato etc etc
Fino a quando puoi correggere con le pompe va tutto bene, ma certe non possono essere corrette...
Insomma, alla fine è un compromesso, qualcosa devi concederlo.
Le restanti pompe: si, hai ragionissima, se siamo così sensibili da cogliere queste differenze allora possiamo giocarci la carta degli anelli sulle pompette: si fanno le pompe più corte del dovuto, si tagliano dei set di "ferrules" (corti tubi) e si aggiungono sullo strumento secondo necessità.
Un altro sistema può essere quello di collegare la prima e la terza ad un sistema di vite e controvite che possano variare la chiusura massima della pompa.
E' ferraglia che si aggiunge allo strumento che sicuramente crea ulteriori problemi da risolvere in altri modi. Quindi ancora altra ferraglia...
Per questo i costruttori seri chiedono, per lo meno, a quale frequenza verrà suonato lo strumento. Fra 440 e 443 ne passano di millimetri.
Sono andato a vedere il sito che hai linkato, tanta roba interessante!
Mi sono caduti sui bocchini perché o hanno semplificato in modo esagerato o non considerano una serie di fattori, soprattutto sulle penne, sul ruolo del bocchino nel variare la serie armonica di una tromba etc etc etc
E' anche vero che è un po' un compendio, quindi non c'è molto spazio per essere precisi.
Intonazione dei pianoforti: oltre alla nota necessità di doversi adattare alla tonalità dei brani (e al loro modo) una cosa che mi ha incuriosito parecchio è il discorso sulla micro intonazione delle 3 corde di ogni nota del pianoforte.
Parlando con Maria Meerovich (formidabile concertista, insegnante e nota a noi trombettisti come "la pianista di Nakariakov") si discuteva sull'orecchio assoluto, le sensibilità innate e apprese e tante belle altre cosine.
Lei mi raccontava che da decenni si affida per l'intonazione del suo personale pianoforte ad un ormai anziano signore che ha il "dono" di riuscire a "colorare" il suono del pianoforte in base allo stile dei brani che lei deve studiare.
Lo fa variando microscopicamente il delta intonazione fra le tre corde di ciascun tasto creando dei battimenti che, "nel grande schema delle cose", assumono un timbro particolare.
Come per il discorso della risonanza, siamo quasi nell'esoterico, gli strati di conoscenza devono necessariamente andare a braccetto con altrettanti strati di competenza.
Intonare la mia Bontempi 5 ottave del 1985 penso sia poco utile se non so suonare il N.3 del Beyer.
Analizzatore di spettro: serve se tutte le condizioni al contorno sono perfettamente ripetibili. Non lo sono, per questo non ci perdo tempo. Ma è sicuramente intrigante l'idea di fare esperimenti "in ambiente sterile".
Diametro della campana: non sono ferrato sulla fisica che sottende alla materia, mi limito a scimmiottare quello che ho letto rapidamente sull'argomento. Non ho mai fatto esperimenti in merito (dovrei far fare decine di campane solo per togliermi lo sfizio). Spero solo che quanto viene sostenuto nei libri di fisica sia vero.
Ma se la pratica dovesse risultare diversa dalla "vulgata" (come accade in tanti altri ambiti della tromba) sarebbe curioso capire il perché.
(perché la fisica non dovrebbe essere vera? perché parte di questa è sperimentale e quando si fanno gli esperimenti in genere si al approssima il cavallo alla sfera... quindi magari è vero che una campana ideale di spessore ideale si comporta in un certo modo, ma se poi lo spessore non è costante, se c'è un bordo, se il bordo è più o meno spesso, se, se, se... mi vien da pensare che la parte sperimentale della teoria possa essere orfana di importanti dati)
Per tornare e concludere con il pirulicchio: è un tipico esempio di come in teoria sarebbe possibile trovare una motivazione del perché succede quello che succede.
Si potrebbero invocare formule su formule (e sarebbe bellissimo!), si potrebbe persino pretendere che un costruttore di strumenti musicali sia adeguatamente competente da questo punto di vista, ma alla fine quello che conta è il risultato.
Si potrebbe sindacare sul fatto che Michelangelo non conosceva il numero atomico di ogni elemento contenuto nei colori della sua tavolozza.
Ma alla fine creava opere d'arte.
Parimenti un fisico, chimico, teorico, tuttologo, potrebbe sapere molte più cose di Michelangelo ma con ogni probabilità non avrebbe le capacità di pitturare allo stesso modo o di "percepire" l'arte come faceva Michelangelo.
Il pirulicchio è un po' come il calabrone, secondo la fisica non dovrebbe volare, ma lui non lo sa e quindi vola lo stesso...
provo a rispondere e ad ampliare il discorso.
Il problema della temperatura è irrisolvibile o ininfluente in base al punto di vista: perché sia un problema dobbiamo prima metterci dalla parte del giusto.
Se suoniamo un bocchino con una serie armonica compressa e/o con armonici non proporzionalmente spaziati (sono due cose diverse anche se apparentemente simili) o se suoniamo con il gap sbagliato o se (bla bla bla), ha poco senso preoccuparci dell'influenza della temperatura sulla posizione dei braccetti.
Se invece siamo Mazinga Zeta con tanto di componenti allora la cosa si complica perché effettivamente si dovrebbe compensare in qualche modo non solo la posizione dei braccetti ma anche quella del gap fra le gambe della pompa d'intonazione ed il cannello/blocco pistoni.
Compensare con dei braccetti mobili è poco sensato perché questi sono, per motivi evidenti, un ponte perpendicolare al senso longitudinale dello strumento. E' impossibile che gli i nodi da aggiustare si trovino proprio in posizioni contrapposte.
Inoltre questo tipo di braccetti opera tramite espansione, quindi comunque si sta strozzando la vibrazione dello strumento.
Compensare con degli anellini dentro i tubi femmine della pompa d'intonazione è una soluzione tecnicamente giusta ma non pratica (è difficile metterli e toglierli e ci vorrebbe un set a passo almeno 0.1mm.
E poi bisognerebbe variare anche la lunghezza del bocchino (ma anche il rapporto fra profondità della tazza e lunghezza del bocchino) e tante altre cose.
Alla fine si giunge al compromesso che la tromba è un compromesso...
Oppure si può ricorrere al pirulicchio, che in effetti viene usato spesso da Sergei per micro compensare queste variazioni. Si, lo so, si scende nel quasi esoterico, ma per qualcuno queste differenze fanno la differenza.
Poi torna sempre in auge il problema della tonalità del brano, il fatto che lo strumento è non temperato etc etc
Fino a quando puoi correggere con le pompe va tutto bene, ma certe non possono essere corrette...
Insomma, alla fine è un compromesso, qualcosa devi concederlo.
Le restanti pompe: si, hai ragionissima, se siamo così sensibili da cogliere queste differenze allora possiamo giocarci la carta degli anelli sulle pompette: si fanno le pompe più corte del dovuto, si tagliano dei set di "ferrules" (corti tubi) e si aggiungono sullo strumento secondo necessità.
Un altro sistema può essere quello di collegare la prima e la terza ad un sistema di vite e controvite che possano variare la chiusura massima della pompa.
E' ferraglia che si aggiunge allo strumento che sicuramente crea ulteriori problemi da risolvere in altri modi. Quindi ancora altra ferraglia...
Per questo i costruttori seri chiedono, per lo meno, a quale frequenza verrà suonato lo strumento. Fra 440 e 443 ne passano di millimetri.
Sono andato a vedere il sito che hai linkato, tanta roba interessante!
Mi sono caduti sui bocchini perché o hanno semplificato in modo esagerato o non considerano una serie di fattori, soprattutto sulle penne, sul ruolo del bocchino nel variare la serie armonica di una tromba etc etc etc
E' anche vero che è un po' un compendio, quindi non c'è molto spazio per essere precisi.
Intonazione dei pianoforti: oltre alla nota necessità di doversi adattare alla tonalità dei brani (e al loro modo) una cosa che mi ha incuriosito parecchio è il discorso sulla micro intonazione delle 3 corde di ogni nota del pianoforte.
Parlando con Maria Meerovich (formidabile concertista, insegnante e nota a noi trombettisti come "la pianista di Nakariakov") si discuteva sull'orecchio assoluto, le sensibilità innate e apprese e tante belle altre cosine.
Lei mi raccontava che da decenni si affida per l'intonazione del suo personale pianoforte ad un ormai anziano signore che ha il "dono" di riuscire a "colorare" il suono del pianoforte in base allo stile dei brani che lei deve studiare.
Lo fa variando microscopicamente il delta intonazione fra le tre corde di ciascun tasto creando dei battimenti che, "nel grande schema delle cose", assumono un timbro particolare.
Come per il discorso della risonanza, siamo quasi nell'esoterico, gli strati di conoscenza devono necessariamente andare a braccetto con altrettanti strati di competenza.
Intonare la mia Bontempi 5 ottave del 1985 penso sia poco utile se non so suonare il N.3 del Beyer.
Analizzatore di spettro: serve se tutte le condizioni al contorno sono perfettamente ripetibili. Non lo sono, per questo non ci perdo tempo. Ma è sicuramente intrigante l'idea di fare esperimenti "in ambiente sterile".
Diametro della campana: non sono ferrato sulla fisica che sottende alla materia, mi limito a scimmiottare quello che ho letto rapidamente sull'argomento. Non ho mai fatto esperimenti in merito (dovrei far fare decine di campane solo per togliermi lo sfizio). Spero solo che quanto viene sostenuto nei libri di fisica sia vero.
Ma se la pratica dovesse risultare diversa dalla "vulgata" (come accade in tanti altri ambiti della tromba) sarebbe curioso capire il perché.
(perché la fisica non dovrebbe essere vera? perché parte di questa è sperimentale e quando si fanno gli esperimenti in genere si al approssima il cavallo alla sfera... quindi magari è vero che una campana ideale di spessore ideale si comporta in un certo modo, ma se poi lo spessore non è costante, se c'è un bordo, se il bordo è più o meno spesso, se, se, se... mi vien da pensare che la parte sperimentale della teoria possa essere orfana di importanti dati)
Per tornare e concludere con il pirulicchio: è un tipico esempio di come in teoria sarebbe possibile trovare una motivazione del perché succede quello che succede.
Si potrebbero invocare formule su formule (e sarebbe bellissimo!), si potrebbe persino pretendere che un costruttore di strumenti musicali sia adeguatamente competente da questo punto di vista, ma alla fine quello che conta è il risultato.
Si potrebbe sindacare sul fatto che Michelangelo non conosceva il numero atomico di ogni elemento contenuto nei colori della sua tavolozza.
Ma alla fine creava opere d'arte.
Parimenti un fisico, chimico, teorico, tuttologo, potrebbe sapere molte più cose di Michelangelo ma con ogni probabilità non avrebbe le capacità di pitturare allo stesso modo o di "percepire" l'arte come faceva Michelangelo.
Il pirulicchio è un po' come il calabrone, secondo la fisica non dovrebbe volare, ma lui non lo sa e quindi vola lo stesso...