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Ringrazio entrambi, sia fcoltrane che iMaurizio !
L'argomento sta prendendo una piega interessante, ( e penso forse anche per altri) , perchè forse mi permetterà di sviscerare quelle difficoltà che in fondo mi hanno frenato nell'apprendimento e delle quali mi sono accorto, solo successivamente: non esistono scorciatoie per bypassarle   (  con questo strumento, e forse con tutti gli altri strumenti).... :  devi affrontare ognuna di esse e risolverle.

Vediamone alcune , proprio legate agli esercizi.

Vi sarete tutti accorti che nella lettura esistono scale facili e scale piene di diesis e bemolle .
Quindi si aggiunge una difficoltà visiva di riconoscimento delle note nella loro lettura.
Alzi la mano chi non ha avuto un insegnante che ti ha detto : iniziamo dalle scale di più facile lettura !
(.... Che in fin dei conti ci può anche stare ...)
Poi gli esercizi con l'uso delle note che hanno una più facile emissione .... e tu vai avanti seguendo il maestro...
fino a quando poi cammini tutto sommato decentemente..... (sulle cose ...facili....)
Ovviamente i problemi  sono  stati (abilmente ? ) nascosti ?

- Inizi ad accorgerti della mancanza di qualità (mancanza di risonaza e/o intonazione) su certe note
             ( ...e giù a riniziare daccapo su tutte le note per farle uscire come si deve....  )
- Inizi ad accorgerti della differente emissione/resistenza che certe note hanno o che si palesa con differenti intervalli
             ( ...e giù a riniziare daccapo su quelle le note per suonarle con la corretta emissione....  )
- Inizi ad accorgerti che (alcune ? ) note le ottenevi forzando  !
             ( ...e giù a riniziare daccapo su tutte le note suonandole nella comfort zone ....  )
- Inizi ad accorgerti che hai difficoltà a leggere chiavi più dense di alterazioni
             ( ...e giù a riniziare daccapo su tutte le chiavi....  )
- Inizi ad accorgerti che hai difficoltà a muovere fluidamente le dita tra le posizioni che richiedono di premere più tasti
              (...e giù a riniziare daccapo su tutte le note  e in tutte le chiavi ....  )
- inizi ad accorgerti che per andare veloce con le dita devi essere in controllo consapevole e sincrono la testa , con gli occhi, con la giusta emissione e con la destrezza delle dita  che (non ) hai per poter eseguire il brano e/o certi passaggi ....
              (...e  giù a riniziare daccapo su tutte le note ed in tutte le chiavi come se stessi reiniziando dal 1° giorno....  )       
 :P   :-[

Mi sono fatto l'idea e va detto chiaramente,  anzi va urlato, che se si iniziasse o si fosse iniziato, con i corretti passi e con il giusto tempo di approccio che ognuna di queste difficoltà richiede fin dall'inizio , senza sconti , senza se e senza ma, senza prendere scorciatoie, le quali portano solo ad avere  l'impressione di un progredire  apparente, ( "nascondendo e mascherando" difficoltà che  prima o poi  si paleseranno,
il cui quando sarà solo una questione di tempo. Difficoltà che, immancabilmente e conseguentemente , ci (ri)porteranno, ognuna di esse , al proprio punto di partenza , affinchè si possa correggerle .
Alla fine della giostra, fare le cose per bene, fin dall'inizio, con il giusto tempo e la giusta attenzione richiesta da ognuna di esse , trovo che mi/ci avrebbe fatto riparmiare un mare di  tempo e di stress in meno... ( anni ? )

Suonare in controllo ed in modo consapevole , non passa .... dalle scorciatoie......

Fra l'ascoltare i brani e l'illusione di poterli suonare ed/o anche interpretare BENE....ci passa un mare di studio !....

Poi tuto dipende anche con quali "orecchie" ci si ascolta ". .....( Se ci ascolta Vizzutti , atro che contropelo !.... )

P.S. Arrivare a capire la consapevolezza di Vizzutti nell'ascoltare il suono è da un lato bellissimo perchè ti apre a comprendere le sfumature di suono che lui coglie, da un altro lato è una forte fonte di stress , perchè  ti fa capire dov'è che stai !......
( Oggi sto' proprio  NEGATIVO ! ! ! Pardon!  )   :-[
           
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Studiare solo un libro può essere stancante ... e anche  snervante...
Però, per quanto mi riguarda , ho visto che adottare e studiare  più testi contemporaneamente (di argomenti e tecniche differenti ) alla fin fine mi fa disperdere / concentrare e fissare meno le nozioni che voglio apprendere.

Le nozioni rimangono più proficuamente memorizzate   solo se le  studio  da un solo un libro per volta .... concentrandomi su di esso ....

Avere un kit di studio definito e stabile nel tempo, modificabile a poco a poco, è certamente importante,
ma focalizzarlo su un solo libro per volta può essere controproducente e allungare i tempi di crescita/miglioramento anziché accorciarli.

In modo analogo a quanto accade nello sport o in attività simili, il suonare mette in azione varie aree del corpo e della mente,
esercitarsi solo su alcuni aspetti per lungo tempo può rivelarsi improduttivo.

Nel caso del Clarke, è vero che ha al suo interno esercizi che possono essere affrontati nei giusti modi anche da chi suona da pochi mesi, però è un metodo abbastanza verticale, ogni "Study" successivo aggiunge nuove difficoltà che non necessariamente possono essere superate studiando solo quello.

Non sottovaluterei infine l'effetto noia/eccessiva_routine dell'avere una lista ristretta e ripetitiva di materiali di studio,
l'efficacia di un allenamento dipende anche dal grado di presenza/partecipazione_attiva di chi si allena.

Come avrete capito sono abbastanza convinto che una buona "roadmap di studio", efficace e personalizzata, sia difficile da individuare (anche per un insegnante) ma è uno dei primi obiettivi da raggiungere.  :)
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Grazie!
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Ma tecnicamente che note in piu' si possono fare?

Il IV pistone tradizionalmente abbassa lo strumento di 2 toni e mezzo.
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non mi piace ha troppi tasti .

la volpe e l'uva .... ;D ;D ;D
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Dirtysound , credo che il principio :pazienza e pedalare valga per tutti a qualsiasi livello dal trombettista appassionato al super professionista   jazz . (per non parlare dei trombettisti classici)
alcuni esercizi accompagnano la vita del trombettista, tanto per citare alcuni nomi che ancora oggi studiano il Clarke.
Tom Harrel,  Arturo Sandoval , Sean Jones  .


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Grazie del Feedback iMaurizio !
Ironia della sorte, mi sono accorto di possedere già il Clarke. Era un libro che avevo iniziato a studiare con un giovane insegnante di tromba oggi diventato valente professionista Jazz ( Alberto Di Leone ).
Mi ricordo che dallo studio di questo libro avevo iniziato a trarre giovamento, nello scioglimento delle articolazioni, sopratutto quando avevo iniziato a studiare le scale meno facili alla lettura, quelle più diesiszzate e più bemollate (scusate la libertà espressiva) e che implicano maggiormente l'uso di più tasti contemporaneamente.
Tutto ciò mi ha riportato alla mente il titolo di un post che avrei voluto aprire tanto tempo fa' :  Gli errori che non ripeterei !

Mi ricordo che interruppi le lezioni perchè i progressi fra una lezione settimanale  e l'altra erano lentii ed i costi delle lezioni , erano per me , alti....
E' difficile capire, quando sei un neofità, la bontà di un particolare libro di esercizi e la valenza di un professore... !
A volte ti passa il pensiero che l'insegnante ti veda come una mucca da mungere....e non capisci invece il tempo che richiede l'esercizio per poter essere eseguito bene ed "assorbito " bene " anche dal proprio  "fisico" e dalla propria testa...
Forse anche gli insegnanti privati però dovrebbero capire che proporre delle tariffe di spesa più abbordabili permetterebbero agli studenti di affrontare un  periodo più lungo e proficuo  di studi, e anche, in parte, ci vorrebbe sincerità ed forse anche serietà nel "non" nascondere le difficoltà ed i tempi di apprendimento che questo strumento richiede,.... per poter essere suonato "bene".....e  per potersi successivamente permettere, eventualmente, un livello di  studi più approfondito.
Adesso, a distanza di tempo e con più maturità e tempo a disposizione, ho acquisito una maggior consapevolezza, mia e dello strumento e apprezzo ancor di più di come certi libri/studi , richiedano il loro ("congruo e lungo " ) tempo ( anche in termini di mesi , se non di anni ...) per poter essere bene sviluppati (per poter ottenere  e perseguire i risultati ambiti   .
Lo studio , in generale , ha anche un suo fattore individuale ( lungo nel mio caso ) per maturare i  giusti tempi di acquisizione e scioglimento delle articolazioni.

La canzoncina da suonare facilmente per risollevare la tua autostima è sempre dietro l'angolo, e pronta a rubarti il tempo che invece sarebbe necessario per produrre i frutti più consistenti che è possibile raggiungere solo con una lunga e sopratutto costante applicazione....

Studiare solo un libro può essere stancante ... e anche  snervante...
Però, per quanto mi riguarda , ho visto che adottare e studiare  più testi contemporaneamente (di argomenti e tecniche differenti ) alla fin fine mi fa disperdere / concentrare e fissare meno le nozioni che voglio apprendere.

Le nozioni rimangono più proficuamente memorizzate   solo se le  studio  da un solo un libro per volta .... concentrandomi su di esso ....
C'è chi ha la memoria mentale, chi ce l'ha visiva , chi uditiva ,.... ognuno è un caso a sè...

Ad es. nel mio caso lavorare di memoria uditiva è fuorviante già nell'eseguire un esercizio (passando da  un semitono all'altro,
figurarsi se dovessi lavorarci ad intervalli maggiori....)

Se invece l'esercizio lo inizio  con tempi di esecuzione lenti, mi  riuscirà più facile memorizzarlo, sia mentalmente, che visivamente, le note, i loro intervalli, e loro posizione/sequenza di esecuzione (ed in parte (ma secondariamente) anche uditivamente ).
Tutto ciò richiede il suo "lungo" tempo di apprendimento,.... per contro , però , tutto questo succesivamente mi rende più facile l'associazione uditiva dell'esercizio perchè arriverò all'esecuzione con una maggiore consapevolezza di dove esattamente sono, (musicalmente parlando ) sia come nota che come posizione presa (correttamente ) delle dita sui pistoni e questo  mi darà  una maggiore sicurezza di esecuzione dell'esercizio ( pian piano e via via) con maggiore  e sempre crescente velocità di esecuzione....( esercizio eseguito in controllo e in consapevolezza , come Vizzutti lascia intendere si debba suonare) ....( almeno nel mio caso , torno a ripetrmi,  l'approccio uditivo mi manda fuori ...
Tutto questo ....per ogni semitono.....( ecco perchè ci vuole tempo ,...il suo giusto , lungo, tempo... (...individuale....)
....ma ognuno è un caso a sè...
....Nel mio caso : ..... Pazienza ... e ....pedalare......!

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Marche e Modelli / Re: Nuovo flicorno Resonance 4 pistoni mod Nakariakov
« Last post by eugeniovi on May 20, 2024, 05:23:19 PM »
Direi bellissimo!! Ma tecnicamente che note in piu' si possono fare? Grazie e ciao a  tutti
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Il Clarke l'ho praticato e l'ho visto praticare molto, sia in veste di allievo che di insegnante. E' sicuramente uno dei 4/5 metodi/materiali di studio più importanti che insieme formano un kit di studio standard e completo per qualsiasi trombettista, indipendentemente dal livello che vuole raggiungere.


Per chi non lo definisce adatto ai neofiti, non saprei, dipende cosa intende per neofiti, certo che se uno inizia a suonare domani esiste il volume "Elementary Studies for the Trumpet" sempre di Clarke, ma come accade per la maggior parte dei metodi, si tratta sostanzialmente di strumenti di studio che possono (e devono) essere adattati a qualsiasi livello e contesto.

Lo studio principale del famoso Technical Studies for Cornet è il secondo, che è scritto ad ottavi. Basta eseguirlo a quarti ed è pronto per essere facilmente imparato ed eseguito da qualsiasi principiante.

Il problema della lettura è secondario perché la caratteristica del 90% di questo libro è quella di proporre dei pattern che vengono ripetuti in tutte le tonalità, per cui il primo compito di chi lo studia è quello di imparare a memoria il pattern, lo si legge solo le prime volte poi va eseguito facendo lavorare la memoria e l'orecchio, senza concentrarsi sulle posizioni delle dita.


Riguardo ai tempi stimati per i risultati, sono molto soggettivi e ci sono vari tipi di risultati ottenibili, alcuni anche a più lunga scadenza.
Sono studi di tecnica, quindi prima di tutto fanno lavorare le dita, ma dietro a questo c'è qualcosa di più profondo e significativo da un punto di vista espressivo/musicale a cui fa riferimento Vizzutti.



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