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Didattica => Jazz ed oltre => : Mar June 09, 2020, 06:01:00 PM

: Jazz e ingiustizia razziale
: Mar June 09, 2020, 06:01:00 PM
https://www.learnjazzstandards.com/ljs-podcast/


Per chi mastica un po' d'inglese, l'ultimo podcast pubblicato (numero 222) tratta della storia del jazz e dei suoi legami con l'oppressione razziale della comunità afroamericana.

Ospite Kyle Younger, polistrumentista, educatore e appassionato di jazz

Introduzione di Brent Vaartstra:
Il jazz è musica afroamericana e non possiamo capire o suonare questa musica senza riconoscere l'oppressione di coloro che hanno creato questa musica.
Quando ascoltiamo musica jazz e quando pratichiamo musica jazz, è importante ricordare che è musica nata da schiavitù, razzismo, ingiustizie, oppressione, e si è sviluppata sotto l'ingiustizia e l'oppressione.
E la musica è sempre il riflesso dei tempi. È sempre il riflesso delle persone che la suonano.
E quindi è importante che quando suoniamo questa musica, abbiamo una riverenza, abbiamo una comprensione di cosa significhi davvero questa musica, anche al di fuori delle note e della teoria e su come suonarla.

: Re: Jazz e ingiustizia razziale
: Mar June 09, 2020, 11:34:50 PM
Ora su Rai5, quindi disponibile su raiplay, "Satchmo, Dizzy e gli ambasciatori del jazz".
In tema con jazz e razzismo
: Re: Jazz e ingiustizia razziale
: Norman June 11, 2020, 08:35:02 AM
Grazie della segnalazione, questa è una tematica molto importante, spesso trascurata ed oggetto di ormai secolari mistificazioni.

C'è poco da fare, checché se ne dica, per quanto sia ovviamente vero che il jazz è frutto di una contaminazione tra mondi diversi, l'influenza della cultura occidentale sul jazz è molto più limitata di quanto non sia comunemente tramandato, mentre invece l'anima più vera di questa musica è marcatamente africana. Questo è perfettamente naturale, perché il jazz, come le altre forme di genuina espressione culturale degli afroamericani, è manifestazione di quell'anima che lo schiavismo prima, la segregazione razziale poi ed il razzismo endemico oggi cercano di frustrare ormai da secoli. Di conseguenza non si può comprendere il jazz se non lo si inquadra nella storia degli afroamericani (non solo negli Stati Uniti, ma in tutte le Americhe), della loro oppressione e del loro percorso di emancipazione.

Questa tematica poi a mio modesto parere è anche legata al motivo per cui oggi, e da svariati decenni ormai, il jazz è una musica per molti versi "morta", priva di vera carica innovativa. Il che non vuol dire che non venga più prodotto niente di bello e meritevole di essere ascoltato, ma che la spinta propulsiva di questa musica si è ormai esaurita da molto tempo. Il motivo è la progressiva perdita di quel legame con la realtà e la quotidianità degli afroamericani e l'evoluzione in una musica "intellettuale" nel senso occidentale del termine, e la contemporanea evoluzione della musica afroamericana verso altre forme, il rock and roll, il rhythm and blues, il soul ed il funk. E' il cambiamento che allora tra i jazzisti solo Miles Davis colse. Per comprendere questo bisogna pensare a quella che è la "funzione" della musica nella cultura africana, che è schiettamente sociale. A noi occidentali verrebbe da dire "popolare", ma forse anche questo è un concetto che non rende l'idea, perché nella nostra cultura la musica popolare è automaticamente considerata di livello più basso, mentre nella cultura africana la musica ha una funzione importantissima. Ecco, io trovo che il jazz abbia vissuto un clamoroso paradosso, per cui proprio nel momento in cui esprimeva le sue vette più alte subiva una subdola influenza della cultura occidentale che di fatto lo avrebbe portato a "morire", e questa influenza è costituita proprio dal concetto di "funzione" della musica. I jazzisti inconsciamente hanno sentito il bisogno di "legittimare" la propria musica facendola diventare "musica da concerto" invece che "da intrattenimento", senza rendersi conto che la mera distinzione era ed è estranea a quelle che erano le loro radici. La trasformazione in una musica più "intimista" e più intellettuale ha allontanato il jazz da quel flusso di eventi storici che ne era sempre stato il motore. Penso sia per questo che si può senz'altro dire che dopo il free il jazz si è trovato su un binario morto. Questo sia chiaro non vuole essere uno sminuire i frutti di questo percorso, ma un riconoscere che, alla fine, aveva ragione sacrosanta Miles quando decise di stravolgere la sua carriera e sconvolgere il mondo della critica e del pubblico del jazz. Chissà cosa sarebbe accaduto se più artisti lo avessero seguito, se la commistione tra jazz e rock/funk fossero state più massicce e più repentine, chissà quanto più profonda sarebbe potuta essere la traccia lasciata dal jazz nella musica più "popolare".

A chiosa di questo mio pensiero non posso che concordare in toto con la citazione riportata da Mar, quando ci avviciniamo al jazz dobbiamo sempre farlo con la piena coscienza di quelle che sono l'anima e la storia di questa musica, del fatto che sono un'anima ed una storia che in gran parte ci sono estranee e che per questo dobbiamo maneggiare con estrema cautela e rigore, con la stessa cautela e rigore che giustamente pretendiamo per la nostra tradizione.
: Re: Jazz e ingiustizia razziale
: eugeniovi June 11, 2020, 02:26:45 PM
Mah, secondo me la tradizione afroamericana ha sempre avuto la sua musica 'pop' se vogliamo paragonare il termine: blues nelle varie declinazioni, r&b, funcky, soul, disco, rap, hip op......Sin dall'inizio la cultura occidentale è stata 'osservata' con un certo 'rispetto'. Basti pensare a Treemonisha opera 'lirica' che non è certo di ieri oppure alle citazioni della Carmen in assoli di Parker oppure alla modo di proporsi del MJQ. D'accordissimo con Norman che dice :....C'è poco da fare, checché se ne dica, per quanto sia ovviamente vero che il jazz è frutto di una contaminazione tra mondi diversi, l'influenza della cultura occidentale sul jazz è molto più limitata di quanto non sia comunemente tramandato, mentre invece l'anima più vera di questa musica è marcatamente africana...... Ma proprio quest'anima l'ha elevata a forma d'arte perdendo il ruolo di mero 'intrattenimento' per il quale era nata. Del resto anche Mozart era nato per divertire diventantdo poi una delle massime espressioni della musica occidentale. Il Jazz è Arte, anzi l'arte che piu' ha bruciato le tappe nel corso della sua vita e la sua 'decadenza' puo' essere paragonata alle arti di adesso, in nessuna c'è niente di nuovo, di cosi' elevato che ci faccia dire che una via nuova è stata imboccata. Spero di essere riuscito a spiegarmi, ciao a tutti
: Re: Jazz e ingiustizia razziale
: Zosimo June 11, 2020, 02:55:59 PM
La penso come zio Eugenio.
Norman dice cose giuste , ma poi
Fa i mischioni. Leggiti qualche storia
Fatta bene per capire.
: Re: Jazz e ingiustizia razziale
: Norman June 11, 2020, 03:03:28 PM
Concordo con tutto, tranne che sul fatto che la musica afroamericana nella sua espressione più genuina sia mai stata “di mero intrattenimento”. Anche questa è una nozione schiettamente commerciale tipica dell’Occidente moderno. La musica per la comunità nera è sempre stata una sorta di rito collettivo, a partire dagli spirituals, fino al rap. La mia idea è che non avesse proprio alcun bisogno né di sentirsi non all’altezza della musica colta occidentale, né tantomeno di “elevarsi”, perché aveva già la sua dignità di forma d’arte ed espressione di una cultura di popolo. Duke Ellington suonava per far ballare la gente, ma qualcuno forse nutre il minimo dubbio che le sue opere non meritino di essere annoverate tra le più importanti composizioni del ‘900? Lo stesso dicasi per Armstrong, Count Basie e tutti gli straordinari esponenti della prima parte della storia del jazz. Portando questo ragionamento in altri ambiti della musica nera, forse qualcuno dubita che la musica di James Brown, Stevie Wonder, Prince, George Clinton o Jimi Hendrix non meriti di essere considerata arte ai massimi livelli? Ecco, uno dei grandi meriti della musica nera penso sia proprio questo, di aver abbattuto lo steccato che nella nostra cultura separa la musica “d’arte” dalla musica “popolare”. Purtroppo nel fare questo il jazz è stato vittima di questa distinzione ormai in via di superamento.
: Re: Jazz e ingiustizia razziale
: Mar June 11, 2020, 03:09:12 PM
Commento esaustivo Norman, aggiungo solo una cosa.

 A un certo punto il jazz ha finito la sua spinta, il mondo è andato avanti, e chi aveva qualcosa da dire ha trovato nuovi modi per farlo.
Penso ad esempio all'hip hop che da più di 30 anni domina la cultura musicale afroamericana, partendo dalle stesse radici del jazz (ritmo e improvvisazione) e condividendo la stessa rabbia.
In più, essendo composta essenzialmente da parole in rima, non c'è bisogno di passare anni su uno strumento per potersi esprimere, e i contenuti sono facilmente comprensibili da tutti.
Parafrasando gli Aristogatti, tutti quanti posson fare rap

 Il jazz resta per noi appassionati, ascoltatori o emulatori, un "esperimento" ineguagliabile e un insegnamento di straordinaria bellezza e complessità.

Faccio fatica a trovarne di eguali nella storia dell'uomo.




: Re: Jazz e ingiustizia razziale
: eugeniovi June 11, 2020, 03:43:37 PM
Secondo me dovremmo metterci d'accordo sul concetto di arte oppure Arte. Sicuramente anche i canti delle mondine erano un modo di esprimere la loro cultura ed un espressione artistica ma non per questo sono passati di diritto alla storia della Musica, al massimo  dei canti popolari. (cercate di capire, non voglio denigrare nessuna forma di espressione artistica). Ho capito quello che vuoi dire ma allora si dovrebbe avere  un'estetica musicale per afroamericani, una per bianchi, una per ogni stato dacchè ogni artista cresce in un contesto socioculturale diverso.. L'Arte invece non ha colore o Stato, abbiamo grandi capolavori di autori di tutto il mondo in tutti i generi.....musica, letteratura, pittura etcc.. Per me il Jazz se la gioca con la grande musica del 900, Parker con le sue intuizioni armoniche ha segnato la storia, Monk puo' giocarsela con un compositore moderno, cioè con l'Arte del mondo, è questa l'importanza del Jazz per gli Afroamericani. Ciao
: Re: Jazz e ingiustizia razziale
: Norman June 11, 2020, 04:03:23 PM
Ma infatti penso che Armstrong abbia fatto qualcosa di più che non dei canti per le mondine! :D

Concordo con quando dici che l’arte è universale, ma è per questo che per le trascende ogni confine di genere e cultura. I canti delle mondine magari non hanno fatto la storia, ma alcuni spirituals o blues l’hanno fatta, così come l’hanno fatta molte di quelle che vengono spesso definite “canzonette”. Per non parlare poi di quella straordinaria tradizione schiettamente popolare che è la musica napoletana... Potrei fare moltissimi altri esempi, e potrei anche argomentare che molte forme musicali popolari e folcloriche non abbiano fatto la storia per un mero pregiudizio sul fatto che possano essere considerate arte “vera”.

La complessità di per sé non è un valore artistico, così come la semplicità non è necessariamente un disvalore artistico. Si possono fare cose meravigliose con pochissimo e si possono fare vaccate micidiali dalla tecnica sopraffina.

Questo per quanto riguarda un giudizio artistico, ma il concetto di funzione per la comunità afroamericana a mio parere attiene ad un aspetto diverso, a quella che definisco “l’anima” della musica: se ci pensiamo tratto comune a tutte le forme musicali afroamericane è proprio quella connotazione “sociale”. Non solo, questo legame costante con la comunità è quello che, come dice Mar, ha fatto da vero e proprio motore per l’evoluzione del jazz. Per me quando il jazz ha perso questo legame ha perso anche la sua forza propulsiva. In un certo senso ha perso parte della sua anima.
: Re: Jazz e ingiustizia razziale
: eugeniovi June 11, 2020, 04:36:30 PM
Il mio era un esempio e comunque se storicamente poi forme di canto oppure di altro non siano diventate  Arte un motivo ci sara'. Tutto non puo' essere Arte altrimenti tutto è Arte, che potrebbe anche andar bene, basta decidere  :). Concordo pienamente nelle ragioni oramai arcinote che ne hanno esaurito la 'spinta' ma come ripeto  proprio perchè è Arte si rispecchia nel momento attuale che vede in crisi tutte le Arti. E comunque forse questo non è del tutto vero, vedremo (vedranno  :))tra 100 anni cosà resterà oppure no. Ciao
: Re: Jazz e ingiustizia razziale
: Mar June 11, 2020, 04:45:57 PM
Dizzy Gillespie, nel bellissimo documentario A JAZZ LIFE che è stato postato oggi da Zosimo dice: "nel jazz il musicista deve pensare tutto il tempo, nella musica classica il musicista deve leggere musica scritta, senza aggiungere una nota".
Questa è la cosa che mi ha fatto innamorare del jazz, e che mi fa dire che il jazz è la performance artistica con il più elevato tasso di difficoltà, probabilità di errore, e di libertà.
 
L'abilità tecnica sugli strumenti, la capacità di suonare insieme agli altri, la capacità di modificare il proprio pensiero musicale istantaneamente sulla base di quello che stanno facendo gli altri, l'abilità di manipolare idee musicali e di stravolgerle in tempo reale aggiungendo ulteriore bellezza, tutto questo è un lavoro di grande livello artistico, intellettuale, e di sensibilità.

A mio parere nessuna arte di nessun periodo può reggere il confronto con ciò che è stato fatto in 15/25 anni di jazz, per il modo in cui sono stati stressati i concetti di capacità artistica, di una quotidiana esibizione senza rete.

Per quanto riguarda l'altro discorso, no, l'arte non ha colore. Ci sono però diversi tipi di arte.
Non tutte nascono da secoli di repressione, non tutte hanno messaggi forti, non tutte danno voce a chi non ne ha.

Le rivoluzioni in campo letterario, o di pittura, non avevano alle spalle altro che una nuova visione del mondo da parte dei nuovi giovani artisti.
È sempre un discorso di libertà, e quindi tanto di cappello, ma forse è veramente troppo difficile capire cosa sia successo negli ultimi 500 anni ai popoli africani deportati (dagli europei) nelle Americhe.






: Re: Jazz e ingiustizia razziale
: Norman June 11, 2020, 05:27:29 PM
Premetto che io il jazz lo amo, devo però dire che, al di là dei gusti, di forme d’arte altrettanti notevoli ce ne sono tante.

E devo anche dire che la frase di Dizzy, con tutto il rispetto per uno dei jazzisti che amo di più, è una stupidaggine colossale, figlia con ogni probabilità della superficiale conoscenza di quello che è la musica classica e di cosa significa eseguirla. Questa nozione che la musica classica sia mera e meccanica esecuzione è quanto di più sbagliato si possa pensare.

Detto questo, io non penso che abbia senso parlare del jazz astraendolo dal resto della musica afroamericana, e penso che la musica afroamericana nel suo complesso si che si può considerare senz’altro il più importante fenomeno musicale del ‘900. Dirò di più, col passare degli anni sono sempre più portato a concordare con i fautori del concetto di “Black American Music”, che prescinde dalle distinzioni tra i vari generi che la compongono. Non mi spingo magari ad auspicare la cancellazione del termine “jazz”, come fa (con motivazioni che meritano comunque una riflessione...) Nicholas Payton, ma onestamente questo mettere il jazz sull’altarino è proprio quello che lo ha ucciso. 
: Re: Jazz e ingiustizia razziale
: Mar June 11, 2020, 06:00:17 PM
Mi sembra giusto quello che dici, per me ha senso togliere le etichette: la musica afroamericana parte dal blues, dagli spirituals e arriva fino all'hip hop.

Per quanto riguarda la frase di Dizzy, lui non dice che la musica classica sia semplice da eseguire, dice che è una musica che qualcun'altro ha scritto, e che il musicista deve eseguire senza aggiungere  né togliere una nota.
Non trovo errori in questa affermazione, e non mi sembrava volesse sminuire i musicisti classici dicendo questo.

Poi sicuramente la musica classica può comprendere passaggi tecnici più complessi, poi sicuramente biisogna eseguirla seconda i desiderata e l'interpretazione del direttore d'orchestra, ma in ogni caso Dizzy non ha detto nulla di sbagliato.

Loro creavano la musica in tempo reale, i musicisti classici eseguono una partitura
: Re: Jazz e ingiustizia razziale
: Mar June 11, 2020, 06:08:40 PM
(Conosco pianisti classici molto bravi che senza uno spartito davanti non suonano nulla, e non scherzo quando dico nulla)

: Re: Jazz e ingiustizia razziale
: fcoltrane June 11, 2020, 07:18:38 PM
Vi leggo con interesse e devo dire che le diverse opinioni che avete espresso ricalcano grossomodo il mio pensiero su questa meravigliosa musica che è il jazz. (con i diversi spunti problematici che avete evidenziato).
Anche io adoro la musica jazz e ascolto poco la musica classica ma anche io come Norman penso che la frase di Gillespie sia "poco felice"
Non vi è dubbio poi che la musica jazz possa essere considerata spazio nel quale la libertà ha la sua massima espressione.
(mi viene in mente il quartetto di Trane che improvvisa su un solo accordo), già però se consideriamo un brano come Lazy Bird lo spazio di libertà si riduce drasticamente .
Analogamente mi è capitato di ascoltare un trombettista classico con poche note evidenziare un mondo di suoni dinamica timbro ed intonazione che manifestava una libertà che raramente ho sentito da musicisti jazz anche di alto livello.
Io credo che il jazz la musica classica la musica tradizionale siano solo delle definizioni di contenitori , poi il contenuto è ciò che rileva.


: Re: Jazz e ingiustizia razziale
: Mar June 11, 2020, 09:56:53 PM
Scusa fc se rripeto quello che ha detto Dizzy: il musicista classico esegue una musica che qualcun'altro ha scritto, senza aggiungere  né togliere una nota.
Mi sembra che si voglia attribuire a Dizzy qualcosa che non ha detto. In quale punto ha parlato di libertà?
Io nelle sue parole non vedo un giudizio negativo, vedo solo una constatazione.

In ogni caso, sono fermamente convinto che, per quanto ci si sforzi ad essere chiari, con le parole non ci si capisce mai veramente.

Per questo amo la musica.

: Re: Jazz e ingiustizia razziale
: fcoltrane June 11, 2020, 10:32:12 PM
Per Mar:
purtroppo è vero scrivere a volte può essere limitante, il mio pensiero sulla libertà era riferito a te.
e lo dicevo condividendo la stessa passione e preferenza per la musica jazz e per gli stessi motivi che hai espresso:

"Questa è la cosa che mi ha fatto innamorare del jazz, e che mi fa dire che il jazz è la performance artistica con il più elevato tasso di difficoltà, probabilità di errore, e di libertà.
evidenziando che mi era capitato di recente di sentire un musicista classico esprimersi affrontando partitura scritta con elevatissimo tasso di difficoltà, amplissimo spazio di libertà e probabilità di errore ....ecc.

la frase "poco felice"  di Gillespie la considero in tal senso solo perchè mi è sembrato che le due parti fossero collegate logicamente.
: "nel jazz il musicista deve pensare tutto il tempo, nella musica classica il musicista deve leggere musica scritta, senza aggiungere una nota".

per dirla in maniera terra terra il musicista jazz deve pensare tutto il tempo ed invece il musicista classico deve solo leggere (senza pensare.....)

 
: Re: Jazz e ingiustizia razziale
: Zosimo June 11, 2020, 11:03:54 PM
Bella discussione, ma metterla su jazz vs classica non ha senso.( che poi fino a fine 700 nella classica si improvvisava) La musica è musica poi può essere bella o brutta,
ma mettersi li a scandagliarla fa perdere tutta la magia di quest' arte, un po' come quando passiamo mesi e mesi a fare cambi di bocchini
e impostazione delle labbra, ma non suoniamo mai. Detta da Gillespie ha anche un senso perchè lui ha inventato veramente un genere, ma
tutti gli altri almeno la maggior parte,  sono cloni, nel senso che imitano (non dico come fa un musicista classico che ha la partitura),
ma suonano nello stesso stile e con le stesse frasi di clifford, morgan ecc ecc
Io credo banalmente come si è sempre detto che il ritmo sia africano vedi schiavi  deportati che comunicavano con i suoni , alle chiese spiritual gospel ecc ecc, e la melodia armonia occidentale e poi si fonde, quindi non capisco i puristi
visto che già a new orleans o a new york era una mescola tra africani, portoricani, isole del centro america ecc ecc. Poi alla fine quello che resta sono ''chiacchiere'' ovvero tu mi dici che è musica afro.-americana, tu mi dici che invece è predominate l'armonia l'occidentale, ma a me poco importa  se non per mia cultura generale vado a ricercare certi argomenti. Cioè alla fine fare tutti questi distinguo, a cosa porta? Poi che sia diventata musica non dico da ballare, ma troppo da ''professoroni'' e settaria è un altro discorso. ricordate tutti lo sketch di Zalone :D
: Re: Jazz e ingiustizia razziale
: fcoltrane June 12, 2020, 06:52:24 AM
posso solo aggiungere che alcuni addiruttura sostengono che è stato un siciliano il primo jazzista .......(da siciliano mi affascina questa teoria ma credo  credo che Zosimo abbia ragione  ciascuno la racconta come gli pare).
: Re: Jazz e ingiustizia razziale
: Norman June 12, 2020, 08:23:43 AM
Si, questa storia del primo jazzista siciliano l’ho sentita anche io, ma mi sembra un po’ come la storia di Cristoforo Colombo, che gli spagnoli dicono essere spagnolo, i portoghesi portoghese, e recentemente persino i croati croato! :D

Che il jazz sia una musica di fusione è innegabile, ma come dice Gunther Schiller nel suo monumentale saggio sulla storia del jazz, se si guarda agli elementi realmente caratterizzanti è una musica di stampo marcatamente africano. Peraltro anche Wynton Marsalis disse una cosa importante in tema: quello che caratterizza un genere musicale più di ogni altra cosa è il ritmo, ed il ritmo del jazz, lo swing, è, sempre per tornare a Schiller, il frutto del tentativo di esprimere i ritmi africani all’interno dei canoni formali permessi dall’oppressore bianco. Peraltro questo è il pattern di tutti i fenomeni di sincretismo che hanno caratterizzato il tentativo degli schiavi africani di mantenere viva la loro cultura: rivestire la sostanza con una forma che apparisse accettabile agli schiavisti. Un esempio lampante è la Santeria, in cui gli dei della religione animista erano (e sono tuttora) adorati ma nascosti sotto l’immagine dei santi cristiani. Allo stesso modo il jazz usa le strutture ritmiche occidentali e le “storta” per esprimere la complessità dei ritmi africani, usa le scale occidentali, ma le piega per rendere le caratteristiche della musica africana (da qui, come dice sempre Schuller, l’importanza della pentatonica e quella che lui definisce la “indeterminatezza” della terza e della settima dell’accordo così frequente nella musica nera e soprattutto nel blues. Il modo in cui il jazz usa l’armonia occidentale è profondamente influenzato da questo).

Si, è vero che ognuno la può raccontare come vuole, ma per fortuna esiste una storiografia seria che alla fin fine rimette le cose al loro posto.

Insomma, la Sicilia ci ha dato tantissime cose meravigliose, ma non il jazz! :D
: Re: Jazz e ingiustizia razziale
: Mar June 12, 2020, 08:44:42 AM
Grande Norman, è sempre un peccato quando bei post vanno un po' alla deriva. Sia chiaro, non è colpa di nessuno, ognuno dice la sua e si finisce un po troppo lontano da dove avevamo iniziato.
Per fortuna ci hai pensato tu a mettere un punto che riesce a far quadrare il primo e l'ultimo post.
Riguardo alla Sicilia, che ci ha dato tante cose meravigliose, ci ha dato anche uno dei grandi musicisti jazz degli anni d'oro, uno che era al Minton's quando al Minton's succedevano le cose, il grande Tony Scott. Ne approfitto per ringraziare Elianto che ha postato il film di Maresco, che mi guardo sempre con piacere e con un po' di rabbia per come l'abbiamo trattato qui in Italia
: Re: Jazz e ingiustizia razziale
: fcoltrane June 12, 2020, 08:57:18 AM
Devo leggere Gunther Schiller..... grazie per i nuovi spunti.
Ho conosciuto il grande Tony Scott e lo ricordo sempre con affetto.
studiavo un tema coltreniano rompendo le palle perché pur essendo in sala insonorizzata provavo a suonare a volumi esagerati.
Apre la porta della mia sala Tony( perchè studiava nella sala accanto con la band ) e con modi bruschi mi dice di non rompere.
io lo vedo e gli faccio Tony Scott tu sei.... Toni Scott .........lui esce dalla sala in maniera repentina e torna dopo poco con delle foto.
Era lui che suonava con Trane e con Tyner .
e mi fa Coltrane è diventato famoso con India ma io già prima avevo suonato questo , e mi suona un suo tema col tenore .
poi mi invita ad ascoltare le prove della band.
Al saasofonista dice dopo il solo no tecnica no tecnica...............io penso in cuor mio e si può dire quello che gli pare perché tanto questo sasssofonista ha già tantissima tecnica (di li a poco sarebbe diventato uno dei più richiesti tenoristi italiani).......

un grande con un suo punto di vista interessante sul jazz.
: Re: Jazz e ingiustizia razziale
: Zosimo June 12, 2020, 09:56:43 AM
Bel post di Norman( che oggi compie anche gli anni il nostro gabbamondo) per riquadrare il tutto.
Non ricordo se avevo già postato questo articolo ma nelle domande finali Rava ne parla di quello che stiamo dicendo, ma come sempre è un'opinione.
https://www.soundwall.it/le-bugie-attorno-al-jazz-a-tu-per-tu-con-enrico-rava/?fbclid=IwAR2PHZP6EFz8-uRzD5H1kWUYuGQQIUgkxjgKtqIxXIn3SEeCXQh2U5HLoLk

Come dimenticare Giacinto Figlia uno dei primi pianisti al Minto's e molti altri dimenticati.
: Re: Jazz e ingiustizia razziale
: fcoltrane June 12, 2020, 10:33:10 AM
 pollices
: Re: Jazz e ingiustizia razziale
: eugeniovi June 12, 2020, 11:52:10 AM
Grande Norman, è sempre un peccato quando bei post vanno un po' alla deriva. Sia chiaro, non è colpa di nessuno, ognuno dice la sua e si finisce un po troppo lontano da dove avevamo iniziato......

In effetti forse sarebbe dopo due o tre post di 'inquadramento' scrivere la/le domande da porre. Tipo:
Il jazz è arte?
Gli afroamericani sono stati influenzati dalla musica occidentale o il contrario?
E' importante il suono nella tromba?
Il piano serve allo studio e come?

Puri esempi e basta.  Idea del cavolo? :) Ciao a tutti
: Re: Jazz e ingiustizia razziale
: Zosimo June 12, 2020, 01:40:04 PM
Certo e come tutti le arti serve per mettere in collegamento la nostra parte conscia con l'inconscia ed elevarci dal ''terreneità'' ed arrivare allo spirituale che non è per forza religioso o il mago con il pentolone. lo strumento è il mezzo per aprire il portale.
Gli afroamericani hanno creato il ritmo diverso dai canoni occidentali per quello che diceva Norman, ma prendendo l'armonia occidentale. I boppers amavano Stravinskij o come si scrive.
Importantissimo
importantissimo. se vuoi suonare jazz le cose fondamentali sono aprire l'orecchio e visualizzare come lavora matematicamente
l'armonia con il piano è possibile con gli altri strumenti no o comunque si fa molta fatica se non si è dotati.
Calcola che la maggior parte dei nostri miti sapeva mettere le mani sul pianoforte. che non vuol dire suonare Listz , ma sapere come funziona.
si può studiare tutto e tutti, ma se non si sviluppano orecchio e ritmo e come suonare la marzurka di periferia.
: Re: Jazz e ingiustizia razziale
: eugeniovi June 12, 2020, 01:53:45 PM
https://www.discogs.com/it/Clifford-Brown-Plays-Trumpet-Piano-The-Complete-Solo-Rehearsals/release/11958366

Consiglio questo disco di Clifford Brown dove suona il piano. Ciao

Sante parole Zo'.
: Re: Jazz e ingiustizia razziale
: Norman June 12, 2020, 02:46:01 PM
In effetti forse sarebbe dopo due o tre post di 'inquadramento' scrivere la/le domande da porre. Tipo:
Il jazz è arte?
Gli afroamericani sono stati influenzati dalla musica occidentale o il contrario?
E' importante il suono nella tromba?
Il piano serve allo studio e come?

Puri esempi e basta.  Idea del cavolo? :) Ciao a tutti
Non è per niente un’idea del cavolo, perché credo che la strada per la conoscenza passi dal porsi delle domande, possibilmente le domande giuste. Se ci pensi la prima cosa che ti insegnano a scuola quando si affrontano i primi problemi matematici è di inquadrare i termini del problema, di capire quale è esattamente la domanda a cui rispondere. Questo è particolarmente importante in questa epoca in cui tutti tendiamo a cercare frettolosamente delle risposte.

Ma in questo caso devo dire che abbiamo messo in piedi una discussione bellissima, piena di spunti interessanti. Bravi tutti e grazie! È bello rivedere un po’ di vita nel forum.
: Re: Jazz e ingiustizia razziale
: eugeniovi June 12, 2020, 03:42:04 PM
Grazie Norman, anche a me è piaciuta molto e mi è servita molto perchè nel confronto c'è sempre da imparare. Se magari piace l'idea potremmo provare, ciao a tutti
: Re: Jazz e ingiustizia razziale
: Zosimo June 12, 2020, 07:18:47 PM
Come dico sempre io, i gruppi fb, sono dispersivissimi al massimo e pieno di cojoni
secondo me i forum faranno parte della riscoperta vintage quando la gente si sarà rotta del tutto male e subito peggio.
Noi come sempre resistiamo e torneremo più jazzy di prima.
Alla fine dopo più di 10 anni avendo provato tutto tra trombe, bocchini, impostazioni e metodi
cominciamo a parlare di musica ;D
: Re: Jazz e ingiustizia razziale
: fcoltrane June 13, 2020, 08:05:58 AM
In effetti forse sarebbe dopo due o tre post di 'inquadramento' scrivere la/le domande da porre. Tipo:
Il jazz è arte?
Gli afroamericani sono stati influenzati dalla musica occidentale o il contrario?
E' importante il suono nella tromba?
Il piano serve allo studio e come?

Puri esempi e basta.  Idea del cavolo? :) Ciao a tutti

Per me alcune opere di musica jazz sono da considerarsi opere d'arte non diversamente dalla musica classica.
(pur riconoscendo valore artistico alla classica  poi la mia preferenza spiccata va al jazz)
Gli afroamericani sono stati influenzati dalla musica occidentale  e la musica occidentale  dagli afroamericani.
(per lo meno quella che oggi si considera musica occidentale )

per lungo tempo ho pensato che il suono dello strumento musicale rappresentasse l'elemento talmente predominante che se il musicista non aveva un "bel suono" per me non valeva niente (con livelli di fanatismo prossimi alla stupidaggine)
oggi con l'eta sono più aperto e ascolto con interesse anche suoni che non condivido.
(e recentemente ho pure acquistato una lezione di sax da parte di un sassofonista che ha un suono così cosi)

Il piano servirebbe allo studio , ma ciò che rileva più di ogni altra cosa è lo studio .
nel corso della mia vita musicale ho ascoltato moltissimi musicisti, ed alcuni avevano una dote naturale strepitosa, altri meno dotati ma con una volontà ferrea di studio, altri ancora l'uno e l'altro.
quelli che sono oggi i più grandi (se posso fare una classifica che comnque è un po una cazzata) sono quelli che passano la vita a studiare e suonare .
mi riferisco più ai sassofonisti che conosco meglio e a qualche trombettista

 
: Re: Jazz e ingiustizia razziale
: Zosimo June 14, 2020, 12:14:14 PM
La terza via di Schuller ::)
Ascoltate “Perceptions” di Dizzy e fatemi sapere
: Re: Jazz e ingiustizia razziale
: Zosimo June 14, 2020, 07:50:23 PM
Poi ascoltate we insist! di MAx roach con alla tromba...scopritelo voi.
: Re: Jazz e ingiustizia razziale
: fcoltrane June 14, 2020, 08:24:30 PM
alle percussioni Michael Olatunji grande amico di Trane e che ha dato il titolo al suo  l'ultimo disco  ed il grande
Coleman Hawkins, non conoscevo né Walter Benton né Booker Little (Mantilla e Abbey Lincoln  si)
bel disco yeahhhhh

: Re: Jazz e ingiustizia razziale
: Norman June 15, 2020, 07:42:31 AM
Ascoltati tutti e due, Perceptions non lo conoscevo proprio, l’altro si, ma non lo avevo mai ascoltato (ahimè...).

Sono tutti e due dischi molto belli, veramente, grazie mille per il consiglio.

In relazione a quanto stiamo discutendo, questi due dischi a mio parere rappresentano un curioso paradosso: sono contemporanei, hanno un tratto comune concettuale (quello di essere “suite”, ossia una serie di brani legati da una sorta di filo narrativo, quello che nel rock avrebbero poi chiamato “concept album”), ma stilisticamente sono come alfa e omega, sono agli antipodi.

Perceptions, come dice Zosimo, rappresenta la famosa terza via, il tentativo di trovare una strada di fusione tra il jazz e la classica. È un disco bellissimo, sofisticato, che mi ricorda a tratti il Porgy and Bess di Miles e Gil Evans (uno dei miei dischi preferiti in assoluto, che non a caso è dell’anno precedente), ma che mi evoca più Gershwin e Bernstein che non la vera e propria tradizione jazzistica.

Freedom Now! al contrario è un disco indiscutibilmente di jazz, dall’anima pura, sfacciatamente e dichiaratamente africana, in cui il radicamento nel contemporaneo è evidente e fortissimo, fin dal titolo.

Credo che la terza via abbia rappresentato un’esperimento molto importante dal punto di vista musicale ed intellettuale, ma che appartenga a quell’ambito di produzione jazzistica (o almeno in parte jazzistica) che ha inconsapevolmente minato quel famoso legame con la comunità contemporanea di cui parlavo in precedenza.

Al contrario Freedom Now! penso avrebbe potuto essere il trampolino ideale per il jazz per fare il salto verso una serie di collaborazioni con gli altri ambiti della musica afroamericana che chissà quali meraviglie avrebbero potuto produrre, un salto che però, fatto salvo il tentativo di Miles, non c’è mai stato. Perché? Abbozzo qualche possibile risposta: forse un disco del genere è arrivato troppo presto, il mondo del rock non era ancora pronto, il funk sarebbe nato di lì a poco con James Brown, l’esplosione globale del rock sarebbe pure avvenuta solo anni dopo, con il successo dei Beatles; forse anche il jazz non era pronto, così come non era pronto neanche quando Miles lo sconvolse con la sua svolta, che risultò clamorosa ben 9 anni dopo.

È un vero peccato, perché quello che ne sarebbe potuto venire fuori sarebbe potuto essere incredibile. È noto che ci fu un’ipotesi di collaborazione tra Miles e Jimi Hendrix, che non si concretizzò solo per la morte improvvisa di Jimi. Negli stessi anni si stava affermando un vero fenomeno come Stevie Wonder, negli anni ‘70 il funk decollò con band meravigliose come Sly Stone, Parliament, Kool & the Gang e via dicendo. La storia della musica nera sarebbe potuta essere molto diversa, e forse il jazz ne avrebbe tratto nuova linfa vitale. Ma la storia non si fa coi se e coi ma, non è andata così, e purtroppo Miles è rimasto per troppi anni il solo a percorrere quella strada, mentre il jazz si chiudeva in una sorta di torre d’avorio da cui non è mai più uscito.
: Re: Jazz e ingiustizia razziale
: eugeniovi June 15, 2020, 09:30:14 AM
Consiglio come ascolto di 'classica' con jazz  :) l'album: Bill Evans Trio with Symphony Orchestra. C'è un assolo di Evans in Pavane (se non ricordo male) di una bellezza incredibile per esposizione, struttura melodica etcc...che mi fa quasi pensare sia stato scritto prima, comunque la bellezza è notevole. Ciao a tutti
: Re: Jazz e ingiustizia razziale
: bicho June 15, 2020, 10:02:16 AM
Consiglio come ascolto di 'classica' con jazz  :) l'album: Bill Evans Trio with Symphony Orchestra.

io rilancio con "Baroque Sketches" di Art Farmer & the Baroque Orchestra

https://youtu.be/h_b4hw04TJs
: Re: Jazz e ingiustizia razziale
: Zosimo June 19, 2020, 03:41:55 PM
C'è una nota di Piras sullo Schuller, (qui ammetto la mia ignoranza, non lo sapevo) dove rivaluterebbe la funzione della cultura islamica
come trait d'union storico culturale tra Africa, Europa e America
: Re: Jazz e ingiustizia razziale
: eugeniovi June 19, 2020, 05:00:58 PM
Infatti tanti musicisti e non solo hanno cambiato il loro nome Americano in uno Islamico. Non ho pero' mai letto niente per approffondire l'argomento. Ciao