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Il Resto... => Off-Topic => : anrapa December 17, 2020, 08:49:39 PM

: Sulla competenza ed il lavoro
: anrapa December 17, 2020, 08:49:39 PM
Riflessione serale di un ex musicista di professione (cioè, pagato per farlo) che ha capito che non avendo i numeri è meglio ripiegare su altre attività e relegare la musica ad un piacevole hobby.

Come potete immaginare ho a che fare con musicisti di tutti i calibri, dal semplice appassionato al pluri vincitore di Grammy passando per il bersagliere, il mostro sacro, il bandista e lo "sbarcatore di lunario".
Ho quindi una quotidiana esposizione a tutte le categorie di musicisti (o supposti tali), a tutte le situazioni lavorative e negli anni la mia convinzione che il grosso del problema dei musicisti non sia come lo Stato li tratta ma come i musicisti ritengono di meritar di essere trattati.
Con questo intendo dire che, per qualche misterioso motivo, le categorie che più soffrono nei momenti di crisi sono quelle che, con ogni probabilità, non meriterebbero di appartenere alla classe dei musicisti di professione.
In particolare c'è una sovrabbondanza di persone che non sono particolarmente portate per essere musicisti di valore ma che, per colpa di una scarsa cultura musicale a livello nazionale, si convincono di meritare di campare di musica al pari di quelli che sono più dotati e quindi meritevoli.
Essendo questi "musicisti" MOLTO più di quanto l'offerta offra si genera un circolo vizioso in cui chi è veramente bravo campa (e bene) comunque, chi suona per hobby (conscio della sua non eccellente qualità) si accontenta dei pochi soldi che la birreria offre per il solito trio che fa più rumore che musica, e chi è mediocre piange perché il mondo è cattivo e lo Stato non regala (abbastanza) soldi a pioggia.
In quanto imprenditore (oltre che dipendente full time) ho accettato che la mia sorte dipende in massima parte dalla mia competenza, dal mio impegno, dalla qualità del mio lavoro e da come viene premiato questo impegno in termini di vendita.
La maggior parte dei "musicisti" sembrano non accettare il fatto che aver scelto di suonare invece che andare in fabbrica (o aprirsi uno studio professionale, o qualsiasi altra attività lavorativa) è una scelta, non un obbligo, e se il mercato non premia non è perché il mondo è cattivo ma piuttosto perché, forse, non meriti di essere premiato.

Se fra 2 anni mi rendessi conto che invece di 50-60 trombe l'anno ne vendo 1 o 2 dubito che me la prenderei con il Governo (che già gozzoviglia con le tasse che pago...), dubito che me la prenderei con chi dice che le mie trombe fanno schifo, dubito che me la prenderei con chi non mi chiama più per tenere conferenze, ancor meno me la prenderei con chi ha più competenza di me.
Penso che me la prenderei con me, perché non ho (più?) le competenze, la voglia di lavorare, le giuste idee e quel qualcosa in più che mi permettere di aver successo nel mio campo.

Credendo profondamente nel ruolo centrale dello Stato, nell'importanza del mantenere tutti i servizi essenziali in mando al Pubblico, odio le privatizzazioni, penso che TUTTI i cittadini debbano essere aiutati al punto da poter avere uguali OPPORTUNITA', perché nessuno sia lasciato indietro per via di situazioni che non dipendono dalla responsabilità del singolo.
Allo stesso modo penso che il bene comune non debba essere regalato, come spesso accade per via di militanze politiche o amicizie influenti, ma piuttosto che sia distribuito in ragione della buona volontà del cittadino, possibilmente in cambio di un servizio reso, quando possibile.

Ora più che mai il lavoro del musicista è messo a dura prova eppure vi posso assicurare che chi ha capacità, chi è poliedrico, chi sa sbattersi ha trovato modi alternativi per continuare a guadagnare come prima o persino più di prima. Chi con lezioni online, chi con concerti online, chi lavori in studio di registrazione, chi passando all'insegnamento, chi arrangiando brani. Molti dei più famosi performer hanno diminuito drasticamente la loro attività concertistica ma avevano un cuscino notevole che gli permette di non temere troppo per il futuro, consci che una volta "morti i rami secchi" loro torneranno comunque ad una normalità nel giro di poco tempo.
Queste cose le tocco con mano ogni giorno e le lamentele non arrivano mai dagli hobbisti o dai grandi nomi, arrivano solo da quella fascia di musicisti che forse farebbero meglio a essere hobbisti.

Insomma, basta dirsi musicista per meritare uno stipendio ogni mese?
: Re: Sulla competenza ed il lavoro
: fcoltrane December 17, 2020, 09:27:58 PM
Tony sei riuscito a creare un lavoro grazie alle tue competenze ed alla tua passione ed il risultato è un prodotto straordinario .
Delle trombe desiderate da musicisti di livello eccelso e di schiappe come me .
Quanti hanno le tue competenze? per me pochissimi , e questa è la chiave del successo dal punto di vista imprenditoriale.
Sono daccordo quindi che per il successo dell'attività imprenditoriale ciò che dici corrisponde alla realtà.
Per l'attività del musicista invece non sono d'accordo.
Purtroppo la mia esperienza  è che  non esiste corrispondenza tra il valore del musicista ed  un giusto guadagno.
Conosco musicisti di valore straordinario che sostanzialmente fanno la fame .
Senza  far riferimento ai musicisti siciliani o italiani basti pensare a Tyner costretto a fare il tassista per sbarcare il lunario .....
Poi è vero pure che c' e' tanta gente che si definisce musicista ma impropriamente ma anche questi pseudo musicisti prima del covid in una maniera o nell'altra riuscivano a sopravvivere ora no .
: Re: Sulla competenza ed il lavoro
: anrapa December 17, 2020, 09:58:33 PM
Ciao Francesco, intanto grazie per le gentili parole.
Non ho detto però che ci sia corrispondenza fra valore e guadagno, ho detto che siccome c'è un esubero di musicisti che dovrebbero essere hobbisti risulta molto difficile trovare risorse per chi le merita veramente. Quindi può accadere che chi merita non riesca o ottenere una remunerazione o un successo.

Sarebbe poi interessante discutere su quale sia il valore in termini assoluti della musica: come possiamo dare un voto ad un musicista? Per la sua tecnica strumentale, per la sua competenza teorica? Magari per quanti lick jazz sa mettere in fila? O sul numero di stecche?
Chiaramente è difficile mettersi d'accordo su quale sia il massimo livello ottenibile, un po' più facile decidere quale sia il minimo livello sindacale per non essere indegni.

Non va dimenticato che nel momento in cui si pretende un ritorno economico si deve dare per scontato che la propria musica debba produrre un'entrata economica.
Così come il fruttarono ricarica dell'X% le mele così il proprietario di un teatro ricarica di un Y% i biglietti per far campare la propria attività ed incentivare il musicista a prestarsi all'opera.
Se in birreria ti pagano 30 euro è probabile che tu valga 1 euro per la tua musica e 29 per le birre che fai bere.
Se sei ospite un mese di seguito al Blue Note a NYC e ogni sera fai 2 set e sono tutti sold out a 500 euro a biglietto mi viene il sospetto che la tua musica sia molto apprezzata. Forse meriti i soldi che la gente fa a botte per darti.
E' chiaro che questo modo di ragionare porta agli eccessi di bestie ignoranti che non sanno fare una scala di Do che schizzano in cima alle classifiche dei dischi venduti solo perché sono vestiti in un certo modo o si comportano in un certo modo.
Ma è anche vero che tanta musica che noi decidiamo essere notevole lo è solo nelle nostre teste, perché non c'è nulla di più soggettivo dei gusti personali.
Ed è ancor più vero che essere un musicista felice non significa essere il migliore, così come l'operaio guadagna dignitosamente 1000 euro al mese e la sera cena con la famiglia allo stesso modo un musicista dignitoso può fare la stessa cifra suonando 5 o 6 sere a settimana per 100 euro a sera. Ne conosco molti, quasi tutti nel giro dei piano bar o del liscio.

Nulla vieta agli artisti incompresi di mettersi in piazza col cappello a misurarsi col pubblico, lo hanno fatto in tanti e qualcuno ha raggiunto vette notevoli.
Non è forse la stessa cosa che fanno i calzolai, i falegnami, i conferenzieri, i broker finanziari, i giocolieri e tutti gli altri "autonomi"?

C'è molto Dunnin Kruger in giro per il mondo, molta meno sindrome dell'impostore, mentre ci sono tonnellate di "lui è raccomandato", "avessi avuto io i suoi mezzi finanziari", "se mamma e papà mi avessero fatto studiare".

Fare il musicista è un lavoro estremamente duro, lo si è sempre saputo, al giorno d'oggi richiede molte doti che vanno ben oltre saper suonare lo strumento: bisogna sapersi inventare imprenditori, esperti di computer, tecnici del suono. Bisogna avere capacità relazionali, sapersi vendere al meglio, aggiornarsi continuamente, investire denaro e tempo in strumentazione, viaggi, lezioni etc.
Un chirurgo lavora infinite ore in ospedale in condizioni stressanti, rischia la vita dei pazienti e le sue chiappe, deve studiare tutto il giorno per non rimanere al palo, lo stesso fanno tante altre categorie, come anche la tua.
Non vedo perché non lo debba fare un musicista. O per meglio chiarire il concetto, non vedo perché non lo debba fare un musicista che ha l'ardire di PRETENDERE uno stipendio o di essere riconosciuto come un artista.

E questo esula dal contesto del COVID, è un ragionamento che faccio in generale, visto che di mio lavoro 18 ore al giorno 7 giorni su 7.
: Re: Sulla competenza ed il lavoro
: fcoltrane December 17, 2020, 10:43:15 PM
In questi termini sono in parte d'accordo ma riflettevo sulle contraddizioni che  tu stesso evidenzi e che per me sono il nocciolo del problema " Fare il musicista è un lavoro estremamente duro, lo si è sempre saputo, al giorno d'oggi richiede molte doti che vanno ben oltre saper suonare lo strumento: bisogna sapersi inventare imprenditori, esperti di computer, tecnici del suono. Bisogna avere capacità relazionali, sapersi vendere al meglio, aggiornarsi continuamente, investire denaro e tempo in strumentazione, viaggi, lezioni etc."
Per me Trane era un signor musicista e non faceva altro che studiare tutto il giorno , finiva un concerto e riprendeva a suonare .
Recentemente ho conosciuto un musicista che più o meno fa lo stesso passa ore e ore e ore a suonare. e già tecnicamente non ha rivali in Italia .
Non ha il tempo per fare tutto il resto . E' corretto il suo approccio?
Per me si perché il suo impegno si traduce in musica sempre più bella ....è ripagato dal punto di vista economico?....
certamente no perchè solo gli addetti ai lavori lo conoscono e conoscono il suo valore .

Per me uno Stato che funziona dovrebbe mettere in condizione gli artisti di potersi dedicare alla propria arte ed invece ormai gli investimenti pubblici sono del tutto assenti ed in questo momento di crisi e di covid i soggetti deboli sono strozzati .
Spesso capita che musicisti di valore proprio perché sanno questo che tu evidenzi  preferiscono fare anche altro per non ritrovarsi col culo per terra e quindi chi insegna chi trova altro lavoro ecc... e questo alla lunga non fa bene alla musica





: Re: Sulla competenza ed il lavoro
: anrapa December 18, 2020, 12:27:05 AM
Pur apprezzando e invidiando la dedizione del tuo amico sassofonista non mi sento di condividere la sua "strategia": nella musica non esiste un limite, si può sempre migliorare e, per inciso, una volta arrivati "quasi in cima" ogni metro richiede un impegno molto maggiore del metro precedente.
Per questo motivo si devono fare delle scelte, pur mantenendo salda una sana attitudine al costante miglioramento personale: o ci si ritaglia del tempo per le attività collaterali (sia inerenti il lavoro di musicista, sia inerenti la normale vita oltre la musica, come la famiglia e gli hobby) o si sublima al livello degli asceti, ai quali basta soddisfare le esigenze basilari quali il cibo, il riparo e, se proprio dobbiamo, la riproduzione.
Voglio intendere: se vuoi essere il migliore allora non vuoi fare i soldi a palate (poi magari arrivano di riflesso, non si sa mai!).
E se sei arrivato così in alto, da un punto di vista musicale, fatico a credere che non arrivi a fine mese. E se l'arrivare a fine mese non ti basta allora torniamo punto e daccapo: devi trovare il tempo per sviluppare quelle altre qualità che un musicista moderno deve avere: sapersi promuovere in primis, altrimenti si rimane nella cameretta.

Anche nei secoli scorsi il grande musicista non era solo quello che romanticamente ci fanno credere i libri o i film, erano comunque persone che in un modo o nell'altro erano entrati nelle grazie di un Pigmalione riuscendo nel sogno di qualunque persona: fare quello che ci piace fare senza doversi preoccupare delle incombenze della vita quotidiana.
Al giorno d'oggi ci sono tanti esempi di musicisti di questo calibro, alcuni dei quali per inciso suonano i miei prodotti.
Non a caso sono musicisti straordinari, letteralmente fuori dall'ordinario.
Alcuni vivono o hanno vissuto grazie a donazioni di mecenati, altri grazie a supporti di altro genere (casa, organizzazione di concerti, a volte persino semplici vestiti da concerto), altri sono letteralmente stipendiati dallo stato sotto forma di "grants" per NON dover suonare normali concerti, dovendosi dedicare allo studio del loro strumento.
Io stesso sostengo alcuni ragazzi con donazioni, a volte sono bocchini, altre volte sono soldi o premi per concorsi.
Mi sembra la cosa più normale del mondo, quando il musicista merita. E chiaramente non si parla solo di ragazzi/ragazze che suonavano, suonano o suoneranno i miei prodotti, è una questione che trascende il lato commerciale e quindi non sarebbe onesto pretendere qualcosa in cambio.

Ma per uno che merita un trattamento speciale ce ne sono 1000 o 10.000 che dovrebbero rimboccarsi le maniche e considerare la musica come un lavoro, con tutto quello che ne consegue.
Anche a me piacerebbe costruire trombe senza l'assillo di dover rispondere alle email dei clienti, alle telefonate, alle visite da me in laboratorio, i viaggi all'estero, le fatture, le pratiche burocratiche, le spedizioni, il commercialista, la banca etc etc.
Ahhh, quanto mi piacerebbe! Mi sveglio alle 9:30, mi guardo 3 ore di video di trombettisti su YouTube, posto due messaggi sul forum, è ora di pranzo, poi la pennica, due saldature (fredde, mi raccomando) su una campana, altre 2 ore su YouTube perché c'è il COVID, altri 3 messaggi sul forum, un paio di bocchini al tornio, tanto lo fa in automatico il CNC, e a fine mese voglio pure 50.000 euro in più sul conto corrente.

Purtroppo non funziona così: non basta aprire una bottega di calzolaio perché sia piena di clienti che vogliono che gli rattoppi le scarpe.
Se poi diventi il più figo calzolaio del mondo allora si che puoi fare una scarpa per 20.000 euro.

I sindacati, il governo, le associazioni, gli statuti, le corporazioni non contano nulla, se non per quelli che ne tirano le fila.

Dietro una persona che pretende si nasconde immancabilmente una persona che non merita.
Purtroppo è anche vero che dietro una persona meritevole spesso non si nasconde un'adeguata remunerazione.
L'unico modo per uscirne è fare quel passetto in più: non limitarsi ad essere i migliori strumentisti, bisogna rimboccarsi le maniche in tutte quelle attività collaterali che ti permettono di avere più chances di lavorare.
: Re: Sulla competenza ed il lavoro
: Norman December 18, 2020, 08:54:48 AM
Beh, pur non condividendo alcuni passaggi (i sindacati e gli altri "organi intermedi", con tutte le critiche che gli si possono certo fare, fanno un sacco di cose importanti per la società, che spesso però non si vedono), il concetto di fondo lo condivido eccome.

Viviamo in un Paese in cui la propensione alla lamentela raggiunge livelli notevoli, e molto spesso a lamentarsi più rumorosamente sono persone che in realtà non ne avrebbero motivo... Un po' perché si tende a concentrarsi su quello che non si ha più che su quello che si ha, un po' perché è più facile biasimare gli altri che non prendere atto delle proprie incapacità, inefficienze e dei propri limiti.

Le componenti per avere successo, nella musica come nello sport, nell'impresa o altro, sono il talento e la determinazione per farlo fruttare attraverso il lavoro. Senza queste due cose il resto non conta nulla. Se hai queste due cose qualche cosa la combini.

Fare il musicista è un lavoro. E' sicuramente vero che oggi in Italia questa cosa non è riconosciuta, ma è difficile che il tuo lavoro sia riconosciuto come tale se sei tu il primo a non trattarlo come tale, ed a non essere in grado di comportarti e di porti come un professionista nei confronti degli altri. Puoi essere bravissimo a suonare il tuo strumento, ma se non sei capace di conquistarti gli spazi per dimostrarlo è un problema tuo. Se non sei capace di gestire l'aspetto economico del tuo lavoro, è un problema tuo. Se sei disposto ad andare a suonare in pizzeria per pochi spiccioli non sei un professionista, sei un mendicante. E se ti poni come un mendicante allora verrai trattato come un mendicante, che chiede e, qualche volta, ottiene l'elemosina.

Condivido poi quello che dice Tony sul fatto che si deve prendere atto della realtà delle cose, non solo in relazione al proprio talento, ma anche e soprattutto in relazione a quello che significa essere musicista professionista nell'Italia del 21° secolo. Si, sarebbe molto bello, per esempio, poter vivere facendo solo quello che ci piace, ma è assolutamente irrealistico. Tanto per fare un esempio chiaro, sarebbe molto bello poter campare solo di jazz, ma se già questo è difficile nella patria del jazz (ed era molto difficile anche per la maggior parte dei musicisti americani nell'età dell'oro del jazz...), pensare di farlo in un Paese in cui non solo è già difficile fare il musicista professionista, ma in cui il jazz è sempre stato musica di nicchia è pia illusione. Il musicista professionista moderno deve essere disposto a suonare pressoché qualunque genere e, soprattutto, deve essere in grado di farlo tecnicamente, stilisticamente e professionalmente, il che non è affatto scontato. Al contrario ancora oggi si sente gente che biasima altri musicisti perché farebbero "marchette", quando invece semplicemente stanno facendo il loro mestiere, facendo cose che, con ogni probabilità, chi li critica non fa per il semplice motivo che non è in grado di farle...

Insomma, con tutto che, particolarmente nel momento attuale, in Italia lavorare nella cultura è complicato, molte delle lamentele che sento sanno molto di volpe alle prese con l'uva...
: Re: Sulla competenza ed il lavoro
: fcoltrane December 18, 2020, 10:26:18 AM
Alcuni aspetti del vostro discorso li comprendo e li condivido (la propensione alla lamentela o il fatto che anche storicamente così è avvenuto) io stesso citavo Tyner ma in tempi più recenti sono  tanti altri costretti a fare qualsiasi lavoro diverso dal musicista.
Per me questo è l'aspetto più deprimente a fronte di un musicista che riesce ne esistono tanti di enorme valore che scompaiono.
Ricordo circa una ventina di anni fa un musicista di straordinario valore artistico ma non disposto al compromesso, perchè per alcuni suonare musica pop può essere una scelta come un altra ma per altri può rappresentare un compromesso che nulla a che vedere con la musica , un po come fare un altro mestiere per sbarcare il lunario.
Già venti anni fa suonava con i big stranieri e quelli che oggi sono diventati i big italiani ma per scelta non ha accettato alcun tipo di compromesso sostanzialmente è scomparso dal panorama musicale perché effettivamente se sei cosi il "sistema ti respinge".
Per me la musica ci ha perso molto.....lo so io e pochi altri che hanno avuto modo di ascoltarlo.
Come diceva Tony all'inizio del suo discorso dovremmo metterci d'accordo sul significato di valore artistico, ma anche se fossimo daccordo credo che non si può collegare il valore artistico con il guadagno .
Converrete che non è chi guadagna di più che vale artisticamente di più.
(è questo che considero determinante e discriminante rispetto alla attività di imprenditore o allo sport dove invece c'è una corrispondenza sicura nel guadagno o nella vittoria. )


: Sulla competenza ed il lavoro
: Norman December 18, 2020, 10:41:05 AM
Francesco, di grandi artisti morti poveri e soli è piena la storia dell’arte... Chi fa avanguardia per forza va contro le leggi di mercato, per cui ancora di più vale il discorso che se vuoi essere uno di quelli che rivoluzionano la storia dell’arte devi essere qualcosa di più di uno che suona molto bene, devi essere uno di quei talenti veramente rari. E comunque puoi fare la fine di Van Gogh... Poi anche sta storia dei compromessi... La storia dell’arte è piena di musicisti che hanno saputo coniugare il loro talento con la professione. Bach ha scritto praticamente tutto su commissione. Mozart ha campato finché è stato artista di corte. Michelangelo era al servizio del papa. Miles ha venduto milioni di dischi... Se hai il talento si può fare. Ma siamo sempre lì... Se non ce l’hai è un problema tuo, ed allora ne devi prendere atto.
: Re: Sulla competenza ed il lavoro
: fcoltrane December 18, 2020, 10:55:46 AM
Per me è questo l'aspetto deprimente ..... non si impara nulla dai propri  errori.
In Italia sembra che la condizione del musicista sia anche peggiore degli altri paesi tanto per non farci mancare niente .



: Re: Sulla competenza ed il lavoro
: anrapa December 18, 2020, 11:11:02 AM
Più che altro mi chiedo quale sia il confine tra sono un artista e non ho voglia di lavorare: se mai decidessi di imparare a fare le impennate col Califfone potrei mai andare dalla CGIL a frignare perché non mi danno un fisso a prestazione, i contributi, la cassa integrazione, i buoni pasto e tutto il resto?
Se invece mi presento a Mirabilandia e faccio il circo equestre col motorino e mi propongono 1000 euro al giorno per saltare nel cerchio di fuoco ecco che le impennate diventano un lavoro.
Ecco che devi pagare le tasse, ecco che ti daranno la pensione e tutto il resto.
Magari non avrai una categoria ufficiale che ti protegge, un sindacato, un contratto di categoria, ma se sai fare qualcosa e qualcuno è disposto a pagarti sicuramente avrai di che vivere.
Mi sfugge perché la musica sia arte e impilare pietre sul bordo di un fiume non lo sia allo stesso livello: nessuna di queste attività è fondamentale per la sopravvivenza ma sono entrambe ugualmente degne di rispetto.
Come dice Norman, anche dipingere è arte, non capisco perché un novello pittore non scenda in piazza a protestare perché non gli danno un minimo a quadro.
E come lo valutiamo questo quadro? In metri quadri (ehehe), in base al numero di colori? Ore di lavoro? Tema?
Insomma, l'arte richiede l'incontro fra domanda e offerta, se ti danno 30 euro in birreria due sono le cose, o vali 30 euro o ci sono troppi finti musicisti che ti fanno concorrenza.
A quel punto però ho il sospetto che la quasi totalità di quelli che vorrebbero gli hobbisti fuori dai piedi sono ben più hobbisti di quanto non credano.

Poco prima della prima botta seria del COVID parlavo con un fortissimissimo trombonista italico proprio riguardo questo argomento: lui fortemente di sinistra (forse persino più di me, che per la mia avversione per i finti sostenitori della sinistra vengo spesso erroneamente considerato di destra) ma uno di quelli con un cervello (notevole) installato fin dal primo giorno.
Tanto per cominciare lui ha studiato più ore di qualsiasi altro strumentista che io conosco e tuttora, ad una certa età, passa ancora la giornata a cercare di portare oltre l'umano estremo la sua competenza strumentale.
Poi, ha fatto la gavetta più truce che si possa immaginare, negli anni ha fatto tutto quello che si può pretendere da un musicista (incidere per e CON i più leggendari musicisti del mondo, suonare stabilmente in TV, comporre e incidere colonne sonore per film, formare e dirigere gruppi di tutti i tipi, fungere da manager per altre formazioni, insegnare nei conservatori, privatamente e nelle scuole private, masterclass in giro per il mondo, tournée da solista o da side man, busking, feste per i bambini, jingle per le pubblicità, insomma, qualunque cosa pur di lavorare).
Nel frattempo si è messo da parte i soldi, ha un fondo d'investimento per la sua pensione, gira con una macchina scassata perché i soldi preferisce spenderli in formazione, libri, CD e viaggi.
Alla soglia dei 60 ha l'energia di un ventenne di 20 anni fa (non i debosciati di oggi), non ha mai preteso un lavoro gratis da me, non ha mai neanche accennato all'idea di diventare artista Resonance, non ha mai detto: "Sono tizio, il primo trombone di" o "sono Caio, ho inciso con Sempronio" o "se mi regali il bocchino te ne faccio vendere 50.000".
Certo è triste e depresso per la situazione attuale ma dentro di se sa di essere fra i pochi veri musicisti che sopravviveranno a questa calamità.

Mi chiedo se non sia questo il giusto atteggiamento da pretendere da un musicista che vuole essere trattato come tale.
: Re: Sulla competenza ed il lavoro
: Zosimo December 18, 2020, 11:27:25 AM
Tutto giusto quello che dite, ma il problema è sempre culturale e alle radici della forma mentis di un paese.
Siamo il paese dove fino  a pochi anni fa a scuola si suonava il flautino e il massimo del programma arrivava a Verdi. Poi rimaniamo
a bocca aperta vedendo big band giapponesi o americane dove a 10 anni fanno il culo a gente che in italia fa la professione.
Siamo il paese del : ah musicista, ma di lavoro vero cosa fai? siamo il paese dove i fondi per la cultura vengono sempre tagliati,
ma stranamente quelli per la sagra della gallina in brodo dove il presidente  è il cognato dell'assessore, ci sono sempre.
Già si parte svantaggiati, perchè chi non può permettersi lezioni private la scuola pubblica non può dare nulla nè lezioni
nè strumenti. Se poi oltre che poveri ,si abita in un paesino le speranze crollano a zero, ecco che il ruolo della banda è fondamentale
per strumenti e lezioni a basso costo almeno per iniziare però la banda negli eventi almeno nelle mie zone è sempre l'ultima ruota del carro.
10.000 euro per fuochi d'artificio si , 1000 per la banda è un'eresia. Parlo di musica in generale non solo jazz o trombettisti che già sono di nicchia
per strumento e generi suonati. Ovviamente il discorso si può estendere alla letteratura, poesia, pittura ecc ecc. Ovvio che tutti i musicisti non possono essere Nakariakov o Marsalis. Purtroppo il problema secondo me, al di là di tutto è che l'arte tutti credono di poterla fare e la gente non riesce a distinguere tra prodotto di qualità e monnezza. Non è che tizio decide che nel week end si mette a fare l'ingegnere, l'artista invece c'è la fila, tanto non servono studi, percorsi, cv e altro. E il famoso birraio che cazz gli frega di dare una buona paga ad un musicista formato con esperienza se ha l'hobbysta con pianola e midi che fa ballare e  bere la gente per due lire? Anche vero che siamo il paese dell'apparenza dove è meglio dire di fare il musicista e lamentarsi ( non avendo nemmeno i soldi per le bollette) che  l'operaio. Insomma gli artisti dovrebbero essere valorizzati e tutelati dallo stato, ma qui vige sempre il musicista/artista? trovasse un lavoro vero e non rompesse li cojxxxx. Il diktat è manco produrre produrre, ma consumare consumare. Se vogliamo parlare di covid teatri, cinema, locali dove si fanno live chiusi , per carità, ma i centri commerciali mi raccomando sempre aperti perchè la gente se non compra cianfrusaglie non può vivere.
: Re: Sulla competenza ed il lavoro
: Zosimo December 18, 2020, 11:36:56 AM
Poi si entrerebbe in un problema socioantropologicoculturale e economico infinito.
Vero che devi valere, ma se ogni cosa che  devi fare ti costa il triplo della fatica di altri, anche se sei valido
( e hai la mugliera e piccirill') preferisci il posto fisso zaloniano che buttare il sangue ogni mese non per una paga decente
ma per due lire. Conosco bravi musicisti che certo non sono Marsalis, ma hanno studiato fatto la gavetta ecc ecc, ma hanno preferito
buttarsi a insegnare a scuola, almeno non devono vivere tutti i mesi con l'ansia.
: Re: Sulla competenza ed il lavoro
: anrapa December 18, 2020, 11:45:18 AM
E non ci vedo nulla di male.
: Re: Sulla competenza ed il lavoro
: igor December 18, 2020, 11:51:54 AM
Secondo me in tutto questo discorso bisogna ben distinguere, altrimenti si fa una zuppa:

Se parliamo del fatto che in questi mesi di crisi il comparto della musica è stato bistrattato, che non è giusto che chi faccia la professione musicale non
non sia stato supportato con gli stessi aiuti di altri settori, chiaramente sono d'accordo, è vero, ma bisogna anche ammettere che è pure difficile dare un metro di giudizio
su chi fa la professione, o chi arrotonda suonando alla fiera della salsiccia e sull'individuazione delle giuste misure. E' una crisi che ha sconvolto tutto, e quindi
chi prende le decisioni, ha dovuto misurarsi con qualche cosa dove, comunque agisci, sbagli :-)

Se invece facciamo un discorso più ampio concordo con Tony: se vuoi vivere di musica, devi affrontare la cosa come un lavoro a tutto tondo.

Un musicista che fa musica "per piacere" può permettersi di essere integralista, di suonare come e quando vuole, di infischiarsene di tutto il contorno perché suona solo per se stesso.
Un musicista che fa musica per vivere, deve convincere qualcuno e pagarlo per ascoltare quello che suona, e quindi, non basta essere bravi, ma bisogna anche sapersi creare le occasioni
per lavorare, accettare compromessi sul repertorio, sapersi vendere insomma. Pochissimi possono permettersi di suonare quel che vogliono ed allo stesso tempo viverci decorosamente.

Chi vede in questo uno svilimento dell'arte, se lo pensa in buona fede, semplicemente lo fa perché tende a mettere assieme due cose ben diverse:
una cosa è fare arte, plasmare qualche cosa sulla base del nostro sentire interiore, un'altra cosa è decidere di vivere del prodotto di quell'arte.
Nel primo caso si è completamente indipendenti e liberi di seguire il proprio estro, ma nel momento in cui si chiede qualche cosa in cambio di quel che si produce,
si entra in un universo completamente diverso, dove non esiste più solo l'arte prodotta, ma i gusti del pubblico, il ritorno economico, si entra nel mercato, e ci si mette
in competizione con altri, per una risorsa (il denaro), che non è infinita.

Nel primo caso si è "solo" artisti, nel secondo caso si è "professionisti artisti".

... e la differenza di skills richiesti per le due categorie, è enorme.

O si è disposti ad accettare questo fatto e mettere energie anche per coprire gli altri aspetti che servono
per stare sul mercato, oppure, semplicemente, si vive di un'altro mestiere, e si fa arte comunque nel tempo libero ;-)

I.
: Re: Sulla competenza ed il lavoro
: Zosimo December 18, 2020, 12:10:16 PM
Esatto, ma come sai il tutto non può essere slegato da un modus operandi di un paese. Negli anni 80 quanti festival di merda sono stati fatti per fare campare i ben inseriti di turno? Io per non fare nomi l'estate facevo parte a livello bandistico di alcune manifestazioni musicali in un bel posto. agganciati bene arrivavano un sacco di fondi. Si veniva pagati e si aveva vitto e alloggio gratis. Gli altri che facevano? Portavano mogli, amanti, figli e suoceri. a 'na certa i fondi so finiti e...governo ladro. Siamo un paese de paraculi e ladroni chest'e'.

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: Re: Sulla competenza ed il lavoro
: igor December 18, 2020, 12:20:32 PM
Certo, il "modus operandi" del paese, come lo chiami tu, è un aspetto fondamentale.
Ma per quello, non dobbiamo biasimare lo Stato, bensi noi stessi, che, con il nostro comportamento quotidiano
facciamo in modo che quel modo sbagliato di vivere la società civile, continui a prosperare.

I.
: Re: Sulla competenza ed il lavoro
: Zosimo December 18, 2020, 12:32:37 PM
Io e te siamo intelligenti , io meno, ma ci arriviamo subito alle cose senza fare i proclamoni urbi et orbi da sindacalista anni 70. Questo paese è da rifondare con una cultura socialdemocratica scandinava. Vedi mo l' altro pastrocchio che stanno a fa con Alitalia

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: Re: Sulla competenza ed il lavoro
: fcoltrane December 18, 2020, 12:36:24 PM
Io sono d'accordo con Zosimo integralmente e aggiungo che anche io conosco tantissimi baravi musicisti che sostanzialmente hanno fatto la stessa scelta . Insegnare a scuola o trovare altri lavori. E non c'è nulla di male certamente dal punto di vista della scelta ma questo comporta un "impoverimento della musica".
Se stai a studiare e suonare e studiare  suonare e suonare la musica ne guadagna se fai anche altro o solo altro succede il contrario.
A parte l'esempio del mio amico sassofonista mi viene in mente Glen Gould e le famose variazioni ed il periodo nel quale si è rinchiuso per suonare solo quelle . Paragonatele alle precedenti e poi ditemi se mi sbaglio.
Per non parlare delle considerazioni di Zosimo che quoto integralmente e che ha esplicitato il mio pensiero meglio di me . Su Giappone Banda rapporti clientalari ecc..
Dal punto di vista politico non mi esprimo non perché non ho una idea politica ma perché temo che il fenomeno sia trasversale e colpisca tutta la classe politica . (e sono daccordo con Igor che la classe politica non è altro che lo specchio della società ....se ho capito bene.......)
: Re: Sulla competenza ed il lavoro
: igor December 18, 2020, 12:40:22 PM
(e sono daccordo con Igor che la classe politica non è altro che lo specchio della società ....se ho capito bene.......)

Certo, hai capito benissimo ;-)

I.
: Re: Sulla competenza ed il lavoro
: toro December 18, 2020, 03:05:33 PM
Come in tutti i mestieri,per me esiste il musicista bravo e il musicista che si inventa:se il musicista che si inventa,fa muovere un mucchio di denaro ,il musicista bravo può lagnarsi fin che vuole,rimane bravo ma poco utile al Dio denaro e prendersela con lo Stato ,le associazioni,sindacati di ogni tipo,diventa motivo solo per dare aria alla bocca.Visto che questo mondo prega questo Dio come unica soluzione di tutti i problemi,se facciamo due più due i conti sono fatti......Poi è vero che il musicista bravo ha più probabilità di emergere,sempre se è una buona macchina da soldi.Punto.
Ah..dimenticavo,al momento sembra che nessuno sia disposto a cambiare questa visione del mondo....
Saluti
: Re: Sulla competenza ed il lavoro
: anrapa December 18, 2020, 04:01:21 PM
Fermo restando che lo sport nazionale in Italia è il lamentarsi non dobbiamo credere che questo significa che tutti gli Italiani si lamentino.
Penso piuttosto che il volume della voce dei lamentosi e dei non meritevoli sovrasti la voce dei (certamente molto minori, senza dubbio) ben più moderati se non silenziosi operosi concittadini.
L'ignorante frigna e si fa notare, il colto ascolta in silenzio, conscio di poter imparare persino dall'ignorante.

Questo post è partito un po' sull'onda dell'ennesimo Italico cretino che mi ha scritto il solito Italico e sgrammaticato messaggio lamentandosi per il prezzo dei miei prodotti, chiedendo il solito sconto a prescindere, prima ancora di aver provato quello che produco, schermandosi dietro il solito "fratè, non c'è lavoro, devi scendere anche tu con i prezzi, io sono un musicista professionista ma non trovo lavoro da anni".
Ci sono così tante cose sbagliate in quella frase che c'è da sentirsi mancare.
Fraté lo dici a tua madre, tanto per incominciare...
Devi lo dici a tuo padre (nella speranza che abbia un minimo di spina dorsale e ti cinghi di botte recuperando anni di incuria verso la tua educazione.
Io sono un musicista professionista lo dici a tua sorella perché io non entro dal panettiere dicendo che ogni giorno mangio e quindi che mi spetta un trattamento di favore.
Se non trovi lavoro da anni mi chiedo sulle spalle di chi vivi, se sei bugiardo, se lavori ma a nero e quindi ti sto pure pagando il reddito di cittadinanza e se, come è molto probabile, pagherò anche il servizio sanitario nazionale quando tuo padre ti cinghierà finalmente di botte.

Da qualche giorno è arrivato il resoconto di PayPal, unito a quello che ho sul programma per le fatture: il 93% del mio fatturato è all'estero.
E c'è ancora qualcuno che mi domanda come mai il mio sito è solo in Inglese.
Ogni giorno aumentano gli ordini, raddoppio il fatturato ogni anno ma continuo a vedere ditte del nostro settore che ti mandano la fattura N.4 del 2020 a Novembre.
Pago io di commercialista più di quanto queste ditte fatturano in un anno.
"Ho chiuso la partita IVA perché mi costava troppo mantenerla aperta e oggi lavoro per hobby"
"Faccio le modifiche ma per hobby"
"Vendo questo o quello ma per hobby"
E poi si lamentano e fanno i post su FB e sui forum dicendo che è tutto un magna magna.

Quest'anno ho regalato qualche bocchino a dei trombettisti e trombonisti che si sono appena iscritti alla Berkeley (consigliatimi da altri clienti che sono ormai ex allievi della stessa scuola).
Avevo visto i loro video provini per poter accedere a quella scuola. Altro che molti dei nostri jazzisti professionisti...

CGIL, cachet minimo, diritti dei lavoratori, presidente della comitato per i musicisti, la riunione fiume... Il mondo va veramente alla rovescia.
: Re: Sulla competenza ed il lavoro
: Norman December 18, 2020, 04:43:19 PM
Ecco si, per concludere su una nota un po' più ottimista quoterei quando dici che le persone per bene sono la maggioranza, e che gli altri sono solo più rumorosi. La penso anche io così, e sono convinto che non dobbiamo farci impressionare troppo dalla spazzatura che ormai abbonda su social ed affini. Il mondo reale è un'altra cosa, e lì per fortuna nella maggior parte dei casi contano i fatti, non le chiacchiere.
: Re: Sulla competenza ed il lavoro
: Altobugle December 26, 2020, 07:54:59 PM
Io credo che in generale si faccia fatica a stare dietro ai cambiamenti. Dagli anni '70 ai '90 giravano un sacco di soldi in più rispetto ad oggi. Questa specie di cornucopia raggiungeva un po tutti gli ambiti economici, tra cui quello dello spettacolo/musica. Un sacco di gente, vuoi perché non era neanche richiesta chi sa quale preparazione (Già per insegnare a scuola bastava il "diplomino di solfeggio?"), vuoi perché molti aspetti "specialistici" non erano neanche presi in considerazione (Molti "jazzisti" erano solo degli improvvisati, per fare un esempio a 12 anni feci ascoltare Duke al mio maestro, chiedendogli di fare quella musica in banda, lui mi ha risposto che quella musica si poteva fare solo con l'organico vesselliano al completo, 150 elementi! Vi lascio immaginare la delusione quando guardando un video ho scoperto che la band di Duke erano una ventina), suonava e lavorava dappertutto, scuole, tv, teatri, orchestre, bande militari, bande di paese, locali, night etc... C'era spazio un po per tutti!
Oggi giorno, prima di tutto s'è rotto il rubinetto dei soldini, senza stare ad analizzare 'sto aspetto, ognuno tragga le sue conclusioni, di conseguenza anche il fruitore finale è diventato un po più esigente. Migliorata la domanda si è di conseguenza raffinata anche la preparazione di alcuni ,musicisti e insegnanti. Rimane però la convinzione che i soldi cadano dal cielo!
Io sono fermamente convinto che molti musicisti siano solo dei bamboccioni infantili che si aspettano il ciuccio da tutti. Cosa che non è necessariamente negativa, perché proprio il fatto di voler fare l'artista di fondo implica che il soggetto debba essere un esibizionista-edonista. Purtroppo sono cambiati i tempi però, e quindi vanno prese anche altre cose in considerazione per poter lavorare. Non ricordo chi (Forse Marsalis?) diceva che il talento consta di vari aspetti: non basta solo saper suonare bene, essere un mostro innato, ma bisogna saper studiare, avere dedizione, costanza e come già detto, essere capaci di saper cogliere le occasioni, saper parlare nel momento giusto, saper tacere quando è il caso, sapersi vendere, saper stare al proprio posto, capire quando è il momento di osare, capire a quali cose rinunciare. Qualche volta alcuni (Pochi) insegnanti ti passano anche questo, a volte lo fanno i genitori, altre è innato. Però pochi sono quelli "talentuosi" a 360 gradi, ed è giusto così, perché pochi sono i posti disponibili.
Credo che in Austria ci sia un proverbio che dice più o meno "Mozart è uno solo". 'Sti mostri sacri sono rarissimi, e nonostante appunto Mozart non avesse chissà quali capacità relazional-professionali, lavorava e per pagare i conti gli bastava uno spartito autografo.
La maggior parte dei musiciti (Quelli veri) si fa il culo dalla mattina alla sera e investe tempo anche nelle relazioni lavorative.
Per fare un esempio: io suono in un orchestra di professionisti (Che campano di musica...) e non riusciamo a "sfondare". Idea: facciamo il video. Durante il lockdown si registrano un sacco di cose, molte delle quali non finiscono nel video, io musicista-che-campo-solo-de-musica mi offendo e rimbrotto gli altri a non farmi più perdere tempo (Che chissà cosa avrò da fare chiuso in casa 3 mesi h24...)
Chi condivide 'sto video sui social etc... ? gli unici stronxi che hanno anche un'altro lavoro (Insegnante, professore etc...), tipo me medesimo (Termoidraulico  :o) ...
Capita una serata all'auditorium? Io, musicista-che-campo-solo-de-musica che non caccio una nota da 6 mesi mi indignohhh:
- perchè ci danno 4 soldi sti ladroni infami,
- perchè l'agibilità è a carico mio,
- l'assicurazione è a carico mio,
- la siae è a carico mio
- i contributi so a carico mio e io non li pago però vojo 600 euro per il lockdown etc...
alla faccia di io termoidraulico-partita-IVA fesso che so anni che pago contributi assicurazioni certificazioni etc... solo per lavorare, che per suonare con loro giustamente rinuncio pure al cachet se serve.

Qual'è il prezzo dell'arte? E' inestimabile, ma solo quella vera! La maggior parte de sta "giente" sono BRA (braccia rubate all'agricoltura)! Se hai bisogno di soldi vai pure a lavare le scale e non ti lamenti, e lo dico perchè a me è capitato.
Ciò nonostante, a volte questi mi fanno pure tenerezza, però è ora di svegliarsi, che forse la situazione peggiora pure, sarò pessimista io, ma il futuro non mi sembra roseo...

   
: Re: Sulla competenza ed il lavoro
: anrapa December 26, 2020, 08:29:00 PM
92 minuti di applausi


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: Re: Sulla competenza ed il lavoro
: igor December 27, 2020, 01:48:27 PM
Che dire Altobugle, hai catturato perfettamente anche il mio pensiero :-)

I.
: Re: Sulla competenza ed il lavoro
: toro December 27, 2020, 05:11:45 PM
Alto,mi inchino a cotanta saggezza
applusi........
: Re: Sulla competenza ed il lavoro
: Mauro 58 December 27, 2020, 06:00:04 PM
Ciao a tutti!

Scusate se mi intrometto, ma volevo solo esprimere il mio modestissimo pensiero in merito all'argomento.

Massimo rispetto per chi studia, lavora, si sacrifica, si applica e innova... ma - con tutta la buona volontà - non riesco a pensare ad un mondo dove può avere successo solo la punta di diamante.
Io, invece, proprio perché cresciuto musicalmente in quei famosi anni '70, sono stato sempre dell'opinione che al mondo ci debba essere posto per tutti.
Sarà poi il riscontro del pubblico a stabilire se si è meritevole di successo o se sarebbe meglio dedicarsi ad altro.
Mi viene da pensare al vecchio adagio che diceva che non si può fare un esercito di soli generali.
Io, che negli anni '70-'80 ho suonato un po' dappertutto, non ho mai avuto la pretesa di essere un mostro (estetica a parte) e ho avuto sempre chiaro in mente che ci sono stati, ci sono e ci saranno sempre una miriade di musicisti molto più bravi di me (ma, per mero calcolo probabilistico, anche peggiori di me)...
E neanche ho pensato mai di "sfondare": ma ho sempre cercato di trovare una nicchia di attività dove mi diverto e mi piace fare quello che faccio. Se poi piace anche al pubblico, ben venga.

Purtroppo, questa brutta pandemia ci ha tolto molte delle attività di svago / lavoro sulle quali si basava la nostra vita fino ad un anno fa.
Ma ciò non significa che ci debba essere per forza la "selezione naturale".
Sottolineo che è solo un mio pensiero, ma non vedo l'ora di potermi vaccinare e poter tornare a fare quello che facevo prima, cioè suonare quello che mi piace perché mi piace.
Io non sono uno che (attualmente) campa di musica, ma ci ha campato (e anche bene) quando, appunto, c'era posto per tutti.
Per fare un esempio, nel 1978 (avevo 20 anni) facevo parte di un quintetto (tromba, sax, piano, bassista cantante e batteria) che lavorava facendo musica da intrattenimento per una compagnia di navi da crociera nella zona dei Caraibi: al tempo, il nostro stipendio era di circa $ 750 al mese, più vitto e alloggio. Non era una cifra astronomica, ma ci permetteva di campare tranquillamente.
Il che non toglie che ci fossero sempre grandi musicisti che avevano fatto, e continuavano a fare, molto bene il loro lavoro in ogni parte del mondo.

Quindi, per tornare all'argomento, bene che ci sia chi tiene alto il vessillo dell'arte (e/o del management, dell'organizzazione, delle pubbliche relazioni, ecc.), ma io spero di poter tornare presto a suonare col mio gruppo: principalmente per divertirci (facciamo prevalentemente swing italiano degli anni '50), ma anche per poter tornare a fare i nostri spettacoli (dove abbiamo sempre avuto un buon riscontro di pubblico), senza avere la pretesa di essere dei "top musician".

Ovviamente, sempre e solo miei 2 cents...

: Re: Sulla competenza ed il lavoro
: solaris December 27, 2020, 11:59:20 PM
Ciao a tutti!

Scusate se mi intrometto, ma volevo solo esprimere il mio modestissimo pensiero in merito all'argomento.

Massimo rispetto per chi studia, lavora, si sacrifica, si applica e innova... ma - con tutta la buona volontà - non riesco a pensare ad un mondo dove può avere successo solo la punta di diamante.
Io, invece, proprio perché cresciuto musicalmente in quei famosi anni '70, sono stato sempre dell'opinione che al mondo ci debba essere posto per tutti.
Sarà poi il riscontro del pubblico a stabilire se si è meritevole di successo o se sarebbe meglio dedicarsi ad altro.
Mi viene da pensare al vecchio adagio che diceva che non si può fare un esercito di soli generali.
Io, che negli anni '70-'80 ho suonato un po' dappertutto, non ho mai avuto la pretesa di essere un mostro (estetica a parte) e ho avuto sempre chiaro in mente che ci sono stati, ci sono e ci saranno sempre una miriade di musicisti molto più bravi di me (ma, per mero calcolo probabilistico, anche peggiori di me)...
E neanche ho pensato mai di "sfondare": ma ho sempre cercato di trovare una nicchia di attività dove mi diverto e mi piace fare quello che faccio. Se poi piace anche al pubblico, ben venga.

Purtroppo, questa brutta pandemia ci ha tolto molte delle attività di svago / lavoro sulle quali si basava la nostra vita fino ad un anno fa.
Ma ciò non significa che ci debba essere per forza la "selezione naturale".
Sottolineo che è solo un mio pensiero, ma non vedo l'ora di potermi vaccinare e poter tornare a fare quello che facevo prima, cioè suonare quello che mi piace perché mi piace.
Io non sono uno che (attualmente) campa di musica, ma ci ha campato (e anche bene) quando, appunto, c'era posto per tutti.
Per fare un esempio, nel 1978 (avevo 20 anni) facevo parte di un quintetto (tromba, sax, piano, bassista cantante e batteria) che lavorava facendo musica da intrattenimento per una compagnia di navi da crociera nella zona dei Caraibi: al tempo, il nostro stipendio era di circa $ 750 al mese, più vitto e alloggio. Non era una cifra astronomica, ma ci permetteva di campare tranquillamente.
Il che non toglie che ci fossero sempre grandi musicisti che avevano fatto, e continuavano a fare, molto bene il loro lavoro in ogni parte del mondo.

Quindi, per tornare all'argomento, bene che ci sia chi tiene alto il vessillo dell'arte (e/o del management, dell'organizzazione, delle pubbliche relazioni, ecc.), ma io spero di poter tornare presto a suonare col mio gruppo: principalmente per divertirci (facciamo prevalentemente swing italiano degli anni '50), ma anche per poter tornare a fare i nostri spettacoli (dove abbiamo sempre avuto un buon riscontro di pubblico), senza avere la pretesa di essere dei "top musician".

Ovviamente, sempre e solo miei 2 cents...
: Re: Sulla competenza ed il lavoro
: solaris December 28, 2020, 12:03:10 AM
 pollices
Condivido il pensiero di Mauro 58
: Re: Sulla competenza ed il lavoro
: fcoltrane December 28, 2020, 11:08:46 AM
Leggo con interesse i vostri messaggi e trovo condivisibili molte delle vostre idee .
Sono d'accordo con Mauro 58 che sottolinea l'esigenza di avere un mondo musicale dove c'è posto per tutti e mi preoccupa l'idea opposta che abbia  successo solo la "punta di diamante".
Il rischio è che si finisca per applicare    la teoria darwiniana alla musica .
Allo stesso tempo sono d'accordo  Con Tony e con Altobugie,  tantissimi non solo musicisti non fanno altro che lamentarsi e ritengono che i diritti siano sempre dovuti e debbano essere garantiti senza se e senza ma .....ma al contempo ignorano che sono correlati ai doveri .

Dal mio punto di vista l'unico modo per uscire da questa terribile situazione è rivedere del tutto il rapporto tra musica e società attribuindo  il "giusto valore" , insegnando e spiegando il "giusto valore "e diffondendolo.






: Re: Sulla competenza ed il lavoro
: Zosimo December 28, 2020, 11:48:54 AM
Esatto, purtroppo uscire dalla logica tutto cioè che non è produzione  è superfluo la vedo ardua. (i centri commerciali non possono chiudere , ma i teatri, beh quelli fino al 20393 sticazzx)
Mi ricorda un personaggio storico che diceva: quando sento la parola cultura, metto mano alla pistola.
Come dici tu giustamente , non è che esiste solo la seria A, la formula 1 o se non sei Miles vi buttiamo dalla rupa tarpea.
Anche perchè molti artisti non è che aspirano a guadagnare come Picasso o Vasco Rossi, ma molte volte si va sotto la soglia minima
della decenza. Però questo discorso come dicevo prima, apre la porta ad altri 2000 che porta inevitabilmente alla storia politica/culturale di un paese. Sarebbe troppo facile dire: eh tizio non merita, vada a vendere le banane, lo stato non ti campa... però campa tutti gli altri.
Purtroppo finchè esisterà il lavoro in nero, l'evasione e altre piaghe i garantiti saranno sempre i soliti garantiti.
Se non erro i jazzisti in America già ai primi del novecento  avevano la carta del sindacato per lavorare. qui no, il primo scemo che si alza con la '' pianola'' può fare serate a due lire.
Tanto la cultura non produce nulla, il fine è che  consumino la birra. Poi, si potrebbe fare un un excursus sul pensiero liberare , ma mi fermo qui.
Ps: per non aprire il capitolo scuola/università. Conosco gente con la maturità fatta nel 1959 che se gli dai un passo di Cicerone con un po' di tempo per carburare te la traduce
rispettando anche la metrica, alcuni laureati si impanicano a compilare una raccomandata in posta. Certo di tutta l'erba non si può fare un fascio, ma guardate la luna non il dito.
: Re: Sulla competenza ed il lavoro
: anrapa December 28, 2020, 11:53:32 AM
In risposta a Mauro e Solaris.
Non fraintendete le mie intenzioni: non penso che non di debba campare di musica, tutt'altro!
Mauro stesso dice, e io ho vissuto situazioni simili, stavo pure partendo per un paio di turni in crociera quando avevo 20 anni, che all'epoca si poteva campare dignitosamente di musica e che con gli anni la cosa è diventata più un hobby che a volte svolge anche gratuitamente.
Insomma, sta seguendo quello che il mercato offre, offrendosi sul mercato e intercettando quello che riesce.
Fin qui tutto bene, proprio perché non c'è la pretesa di essere sostenuti dal governo.
Per me il punto nodale è questo: il trincerarsi dietro "stiamo facendo arte" non va bene, ci sono milioni di italiani che piuttosto che far il turno di notte in fabbrica preferirebbero intagliare posaceneri in legno che non venderebbero a nessuno, se il governo li sostenesse economicamente.
E poi ci sarebbe pure da vedere se li farebbero questi posaceneri... Così come mi chiedo come si potrebbe commisurare il lavoro di un musicista che non fa mai concerti, che magari non si sbatte per trovarli.
Si calcolano le ore di studio al giorno?
Ah, quanti soldi mi dovrebbero dare se mettessi in conto (che poi le metto, è evidente) le ore passate a studiare i macchinari che devo usare, i computer che devo programmare, le mani che devono imparare a lavorare i metalli etc etc
Insomma, continuo a pensare che dietro il velo della cultura ci sia TANTA paraculaggine da parte di TANTISSIMI che sarebbe meglio si adattassero a trovare un altro lavoro, quando il mercato del lavoro non offre abbastanza opportunità per tutti gli aspiranti musicisti.

Poi magari vi narro come si comportano molti di questi quando approcciano i produttori di strumenti musicali.
: Re: Sulla competenza ed il lavoro
: fcoltrane December 28, 2020, 12:31:21 PM
Tony per me tu consideri il fenomeno soprattutto dal punto di vista di un produttore che si scontra con la burocrazia dello Stato
con tutto quello che comporta per chi vuole fare attività di impresa , con  l'ignoranza degli interlocutori perché ti può capitare di parlare con Sipiagin che la tromba la conosce profondamente e di interlocutori  come me che non la conosco quasi per nulla  ed in più ti può capitare di avere a che fare con il "pregiudizio e la maleducazione"  che per me sono diretta conseguenza di quell'aspetto che evidenziavo "dare il giusto valore alla musica"
Pensa per un attimo ad uno Stato che promuova l'attività dei sui migliori artigiani costruttori sovvenzionando con congui finanziamenti tutta quella attività di pubblicità esposizione ecc... presso conservatori ecc.. in modo da consentire a tutti gli studenti di apprezzare la differenza delle tue creazioni.

E stendo un velo pietoso sulla funzione dello Stato  per ciò che riguarda l'insegnamento della musica.
: Re: Sulla competenza ed il lavoro
: anrapa December 28, 2020, 12:44:49 PM
Il mio lato imprenditoriale nel campo della musica non è il motivo della mia opinione ma certo non ha fatto altro che rinforzarla nel corso degli anni.
Onestamente non credo nei "fondi perduti", non credo in questo tipo di aiuti, perché non fanno crescere le attività in modo sano.
Chi ne beneficia non capisce il vero valore del lavoro, dell'impegno, del mettersi in gioco. Le ditte che ne hanno fatto uso (e ne conosco alcune) sono tutte al livello del galleggiamento in attesa del prossimo contributo.
Lo si vede primariamente nella ristorazione che, per molti versi, è simile al campo delle arti: tutti possono essere cuochi e camerieri, tutti sappiamo fare qualche buon piatto a casa (soprattutto grazie al COVID...).
Altra cosa è essere chef, artisti del cibo, imprenditori e tutto quello che c'è di contorno. Il paragone calza alla perfezione perché, come nella musica, il posto in cui apri il ristorante, come lo arredi, la qualità dei tuoi piatti, il prezzo, la competenza e la gentilezza influiscono in modo diretto sul successo della tua attività.
All'inizio, soprattutto se papà ha pagato per aprire l'attività, tutto sembra facile: nuova attività, c'è curiosità, c'è entusiasmo da parte della gestione.
Poi bisogna vedere se hai voglia di lavorare 14 ore al giorno, tutti i giorni, senza potersi permettere il lusso di mandare a cagare il cliente. Poi vediamo se puoi cucinare solo i piatti che piacciono a te o se magari è meglio fare pizze a tonnellate perché costano poco e fanno guadagnare tanto.
I Sipiagin, i Nakariakov, hanno fatto una gavetta che spesso non riusciamo ad immaginare. Alcuni accettando concerti poco interessanti e poco pagati, altri studiando infinite ore nella speranza di sfondare.
Alcuni hanno un dono, e forse questi meritano più di altri, altri sono meno dotati ma sanno sopperire con le altre qualità necessarie per sfondare nel proprio campo.

Così come penso che ci sia un motivo per cui il 90% dei ristorante fa fallimento in meno di un anno, così penso che lo stesso valga per i musicisti. La differenza grossa è che nessun ristoratore penserebbe mai di lamentarsi col governo perché non gli garantisce un tot al mese se i clienti non lo apprezzano.
: Re: Sulla competenza ed il lavoro
: fcoltrane December 28, 2020, 01:23:29 PM
purtroppo scrivere a riuscire a spiegare non è semplice anche perché io stesso non ho una idea chiara della soluzione:
"Attribuire il giusto valore alla musica ".
Non intendevo "fondi perduti" ma un mondo ideale dove un studente di conservatorio magari siciliano può un giorno andare dentro il proprio conservatorio e provare una Resonance una G&P una   Bach una Yamaha ecc... ..... e magari con un insegnante che è in grado di spiegarti la differenza e anche è a conoscenza di diverse tecniche di apprendimento. e tutto questo con un importante  contributo dello Stato.
o addirittura tutto ciò rapportato alla scuola dell'obbligo insieme alla matematica alla storia anche la musica e l'insegnamento della tromba del sax del piano ecc con insegnanti "competenti " ma pagati adeguatamente
: Re: Sulla competenza ed il lavoro
: Mauro 58 December 28, 2020, 02:06:55 PM
Ciao!

Lungi da me il voler creare fraintendimenti: io apprezzo moltissimo il lavoro imprenditoriale, soprattutto se aiuta lo sviluppo del settore musicale.
Anche io non sono idealmente favorevole agli aiuti "a pioggia", ma qualche aiuto a chi è rimasto senza lavoro lo hanno dato tutti i Paesi colpiti dalla pandemia.

Il vero problema, secondo me, è che nel nostro "belpaese" negli ultimi decenni c'è stata una continua e sistematica demolizione della cultura.
Non voglio entrare in disquisizioni politiche, perché il discorso prenderebbe altre strade; ma se facciamo un paragone con gli Stati Uniti, dove la musica è regolarmente insegnata nelle high school (e dalle quali escono in gran parte gli artisti che poi scalano le classifiche) o, peggio ancora, con i Paesi dell'Est, dove le forme artistiche assumono valori sociali e culturali altissimi, forse è più facile comprendere perché in Italia ci sia una così scarsa considerazione di tali attività.

Un piccolo aneddoto e poi non vi affliggo più: circa 20 anni fa, quando le mie figlie frequentavano le scuole medie, ebbi occasione, durante uno dei tanti colloqui che si facevano periodicamente con gli insegnanti, di sentire il professore di musica (ben 2 h a settimana!) che consigliava al papà di uno studente di intraprendere gli studi al conservatorio perché molto dotato.
Risposta del padre dello studente: "ma che lavoro potrà mai fare una volta terminati gli studi?"...

... e non aggiungo altro...

:(
: Re: Sulla competenza ed il lavoro
: toro December 28, 2020, 06:37:57 PM
Io la penso come Tony,in fondo avendo lavorato per 45 anni a provvigioni,non potrei pensarla diversamente.....a volte mi chiedo quanti meno problemi avrei avuto infilandomi in qualche lavoretto pubblico e facendomi sovvenzionare dallo stato....però poi a consuntivo ,tirata la riga finale della mia vita lavorativa,avrei avuto uguali soddisfazioni e raggiunte  solo con le mie forze?.....è anche vero che non tutti hanno la stessa visione di ciò che è il lavoro,e non per tutti il lavoro è una priorità.
A me è stato insegnato che tutto ciò che ottieni te lo devi meritare.....ma questi sono valori,che se spiegati a certi personaggi,ti dicono che sei passato di moda....può essere vero ,in fondo sono un anziano e l’unico diritto che ho ora è fare il vaccino COVID prima di altri  ;D ;D
: Re: Sulla competenza ed il lavoro
: anrapa December 28, 2020, 07:16:25 PM
Ti dirò di più, io da 20 anni sono dipendente e (molto ben) pagato da una ditta prima semi statale, ora semi privata. (Non chiedetemi che significa...)
Potrei tranquillamente evitarmi tutte le fatiche dell’essere imprenditore e artigiano, non lo faccio certo per i soldi (che però non mi disgustano affatto, sia chiaro).
15 anni da dipendente non mi hanno fatto cambiare l’idea che avevo prima ancora di iniziare a lavorare e l’aver iniziato un’attività aggiuntiva la dice lunga su quanto penso che l’impegnò in prima persona sia uno dei modi più sani per avere e raggiungere degli obiettivi nella vita.

Gli aiuti di stato sono sacrosanti e moralmente dovuti a chi fatica per colpe non sue.
Semplicemente mi domando quanti siano gli “innocenti” e quanti i furbi.
Quanti gli artisti di spessore che il COVID ha rovinato e quanti invece galleggiavano per vocazione fra una sovvenzione e l’altra.

Purtroppo si rischia di sfociare nella politica, ed è sempre un rischio, ma par di capire che le posizioni che abbiamo espresso siano fondate più sulla nostra visione della cultura e del ruolo dei cittadini, che sull’appartenenza a qualsivoglia bandiera.
E meno male, altrimenti sarei il primo a chiudere il post.

Penso che siamo grandi abbastanza da saperci moderare, qui dentro.


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: Re: Sulla competenza ed il lavoro
: Mauro 58 December 28, 2020, 09:36:04 PM
- - - Purtroppo si rischia di sfociare nella politica, ed è sempre un rischio, ma par di capire che le posizioni che abbiamo espresso siano fondate più sulla nostra visione della cultura e del ruolo dei cittadini, che sull’appartenenza a qualsivoglia bandiera.
E meno male, altrimenti sarei il primo a chiudere il post.

Penso che siamo grandi abbastanza da saperci moderare, qui dentro.

... sagge (e sacrosante) parole...

:)