Author Topic: Sulla competenza ed il lavoro  (Read 1067 times)

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Offline igor

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Re: Sulla competenza ed il lavoro
« Reply #15 on: December 18, 2020, 12:20:32 PM »
Certo, il "modus operandi" del paese, come lo chiami tu, è un aspetto fondamentale.
Ma per quello, non dobbiamo biasimare lo Stato, bensi noi stessi, che, con il nostro comportamento quotidiano
facciamo in modo che quel modo sbagliato di vivere la società civile, continui a prosperare.

I.

Offline Zosimo

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Re: Sulla competenza ed il lavoro
« Reply #16 on: December 18, 2020, 12:32:37 PM »
Io e te siamo intelligenti , io meno, ma ci arriviamo subito alle cose senza fare i proclamoni urbi et orbi da sindacalista anni 70. Questo paese è da rifondare con una cultura socialdemocratica scandinava. Vedi mo l' altro pastrocchio che stanno a fa con Alitalia

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Offline fcoltrane

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Re: Sulla competenza ed il lavoro
« Reply #17 on: December 18, 2020, 12:36:24 PM »
Io sono d'accordo con Zosimo integralmente e aggiungo che anche io conosco tantissimi baravi musicisti che sostanzialmente hanno fatto la stessa scelta . Insegnare a scuola o trovare altri lavori. E non c'è nulla di male certamente dal punto di vista della scelta ma questo comporta un "impoverimento della musica".
Se stai a studiare e suonare e studiare  suonare e suonare la musica ne guadagna se fai anche altro o solo altro succede il contrario.
A parte l'esempio del mio amico sassofonista mi viene in mente Glen Gould e le famose variazioni ed il periodo nel quale si è rinchiuso per suonare solo quelle . Paragonatele alle precedenti e poi ditemi se mi sbaglio.
Per non parlare delle considerazioni di Zosimo che quoto integralmente e che ha esplicitato il mio pensiero meglio di me . Su Giappone Banda rapporti clientalari ecc..
Dal punto di vista politico non mi esprimo non perché non ho una idea politica ma perché temo che il fenomeno sia trasversale e colpisca tutta la classe politica . (e sono daccordo con Igor che la classe politica non è altro che lo specchio della società ....se ho capito bene.......)

Offline igor

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Re: Sulla competenza ed il lavoro
« Reply #18 on: December 18, 2020, 12:40:22 PM »
(e sono daccordo con Igor che la classe politica non è altro che lo specchio della società ....se ho capito bene.......)

Certo, hai capito benissimo ;-)

I.

Offline toro

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Re: Sulla competenza ed il lavoro
« Reply #19 on: December 18, 2020, 03:05:33 PM »
Come in tutti i mestieri,per me esiste il musicista bravo e il musicista che si inventa:se il musicista che si inventa,fa muovere un mucchio di denaro ,il musicista bravo può lagnarsi fin che vuole,rimane bravo ma poco utile al Dio denaro e prendersela con lo Stato ,le associazioni,sindacati di ogni tipo,diventa motivo solo per dare aria alla bocca.Visto che questo mondo prega questo Dio come unica soluzione di tutti i problemi,se facciamo due più due i conti sono fatti......Poi è vero che il musicista bravo ha più probabilità di emergere,sempre se è una buona macchina da soldi.Punto.
Ah..dimenticavo,al momento sembra che nessuno sia disposto a cambiare questa visione del mondo....
Saluti
La bicicletta somiglia, più che ad ogni altra macchina, all’aeroplano, essa riduce al minimo il contatto con la terra e soltanto la sua umiltà le impedisce di volare....

Offline anrapa

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Re: Sulla competenza ed il lavoro
« Reply #20 on: December 18, 2020, 04:01:21 PM »
Fermo restando che lo sport nazionale in Italia è il lamentarsi non dobbiamo credere che questo significa che tutti gli Italiani si lamentino.
Penso piuttosto che il volume della voce dei lamentosi e dei non meritevoli sovrasti la voce dei (certamente molto minori, senza dubbio) ben più moderati se non silenziosi operosi concittadini.
L'ignorante frigna e si fa notare, il colto ascolta in silenzio, conscio di poter imparare persino dall'ignorante.

Questo post è partito un po' sull'onda dell'ennesimo Italico cretino che mi ha scritto il solito Italico e sgrammaticato messaggio lamentandosi per il prezzo dei miei prodotti, chiedendo il solito sconto a prescindere, prima ancora di aver provato quello che produco, schermandosi dietro il solito "fratè, non c'è lavoro, devi scendere anche tu con i prezzi, io sono un musicista professionista ma non trovo lavoro da anni".
Ci sono così tante cose sbagliate in quella frase che c'è da sentirsi mancare.
Fraté lo dici a tua madre, tanto per incominciare...
Devi lo dici a tuo padre (nella speranza che abbia un minimo di spina dorsale e ti cinghi di botte recuperando anni di incuria verso la tua educazione.
Io sono un musicista professionista lo dici a tua sorella perché io non entro dal panettiere dicendo che ogni giorno mangio e quindi che mi spetta un trattamento di favore.
Se non trovi lavoro da anni mi chiedo sulle spalle di chi vivi, se sei bugiardo, se lavori ma a nero e quindi ti sto pure pagando il reddito di cittadinanza e se, come è molto probabile, pagherò anche il servizio sanitario nazionale quando tuo padre ti cinghierà finalmente di botte.

Da qualche giorno è arrivato il resoconto di PayPal, unito a quello che ho sul programma per le fatture: il 93% del mio fatturato è all'estero.
E c'è ancora qualcuno che mi domanda come mai il mio sito è solo in Inglese.
Ogni giorno aumentano gli ordini, raddoppio il fatturato ogni anno ma continuo a vedere ditte del nostro settore che ti mandano la fattura N.4 del 2020 a Novembre.
Pago io di commercialista più di quanto queste ditte fatturano in un anno.
"Ho chiuso la partita IVA perché mi costava troppo mantenerla aperta e oggi lavoro per hobby"
"Faccio le modifiche ma per hobby"
"Vendo questo o quello ma per hobby"
E poi si lamentano e fanno i post su FB e sui forum dicendo che è tutto un magna magna.

Quest'anno ho regalato qualche bocchino a dei trombettisti e trombonisti che si sono appena iscritti alla Berkeley (consigliatimi da altri clienti che sono ormai ex allievi della stessa scuola).
Avevo visto i loro video provini per poter accedere a quella scuola. Altro che molti dei nostri jazzisti professionisti...

CGIL, cachet minimo, diritti dei lavoratori, presidente della comitato per i musicisti, la riunione fiume... Il mondo va veramente alla rovescia.
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Offline Norman

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Re: Sulla competenza ed il lavoro
« Reply #21 on: December 18, 2020, 04:43:19 PM »
Ecco si, per concludere su una nota un po' più ottimista quoterei quando dici che le persone per bene sono la maggioranza, e che gli altri sono solo più rumorosi. La penso anche io così, e sono convinto che non dobbiamo farci impressionare troppo dalla spazzatura che ormai abbonda su social ed affini. Il mondo reale è un'altra cosa, e lì per fortuna nella maggior parte dei casi contano i fatti, non le chiacchiere.
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Offline Altobugle

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Re: Sulla competenza ed il lavoro
« Reply #22 on: December 26, 2020, 07:54:59 PM »
Io credo che in generale si faccia fatica a stare dietro ai cambiamenti. Dagli anni '70 ai '90 giravano un sacco di soldi in più rispetto ad oggi. Questa specie di cornucopia raggiungeva un po tutti gli ambiti economici, tra cui quello dello spettacolo/musica. Un sacco di gente, vuoi perché non era neanche richiesta chi sa quale preparazione (Già per insegnare a scuola bastava il "diplomino di solfeggio?"), vuoi perché molti aspetti "specialistici" non erano neanche presi in considerazione (Molti "jazzisti" erano solo degli improvvisati, per fare un esempio a 12 anni feci ascoltare Duke al mio maestro, chiedendogli di fare quella musica in banda, lui mi ha risposto che quella musica si poteva fare solo con l'organico vesselliano al completo, 150 elementi! Vi lascio immaginare la delusione quando guardando un video ho scoperto che la band di Duke erano una ventina), suonava e lavorava dappertutto, scuole, tv, teatri, orchestre, bande militari, bande di paese, locali, night etc... C'era spazio un po per tutti!
Oggi giorno, prima di tutto s'è rotto il rubinetto dei soldini, senza stare ad analizzare 'sto aspetto, ognuno tragga le sue conclusioni, di conseguenza anche il fruitore finale è diventato un po più esigente. Migliorata la domanda si è di conseguenza raffinata anche la preparazione di alcuni ,musicisti e insegnanti. Rimane però la convinzione che i soldi cadano dal cielo!
Io sono fermamente convinto che molti musicisti siano solo dei bamboccioni infantili che si aspettano il ciuccio da tutti. Cosa che non è necessariamente negativa, perché proprio il fatto di voler fare l'artista di fondo implica che il soggetto debba essere un esibizionista-edonista. Purtroppo sono cambiati i tempi però, e quindi vanno prese anche altre cose in considerazione per poter lavorare. Non ricordo chi (Forse Marsalis?) diceva che il talento consta di vari aspetti: non basta solo saper suonare bene, essere un mostro innato, ma bisogna saper studiare, avere dedizione, costanza e come già detto, essere capaci di saper cogliere le occasioni, saper parlare nel momento giusto, saper tacere quando è il caso, sapersi vendere, saper stare al proprio posto, capire quando è il momento di osare, capire a quali cose rinunciare. Qualche volta alcuni (Pochi) insegnanti ti passano anche questo, a volte lo fanno i genitori, altre è innato. Però pochi sono quelli "talentuosi" a 360 gradi, ed è giusto così, perché pochi sono i posti disponibili.
Credo che in Austria ci sia un proverbio che dice più o meno "Mozart è uno solo". 'Sti mostri sacri sono rarissimi, e nonostante appunto Mozart non avesse chissà quali capacità relazional-professionali, lavorava e per pagare i conti gli bastava uno spartito autografo.
La maggior parte dei musiciti (Quelli veri) si fa il culo dalla mattina alla sera e investe tempo anche nelle relazioni lavorative.
Per fare un esempio: io suono in un orchestra di professionisti (Che campano di musica...) e non riusciamo a "sfondare". Idea: facciamo il video. Durante il lockdown si registrano un sacco di cose, molte delle quali non finiscono nel video, io musicista-che-campo-solo-de-musica mi offendo e rimbrotto gli altri a non farmi più perdere tempo (Che chissà cosa avrò da fare chiuso in casa 3 mesi h24...)
Chi condivide 'sto video sui social etc... ? gli unici stronxi che hanno anche un'altro lavoro (Insegnante, professore etc...), tipo me medesimo (Termoidraulico  :o) ...
Capita una serata all'auditorium? Io, musicista-che-campo-solo-de-musica che non caccio una nota da 6 mesi mi indignohhh:
- perchè ci danno 4 soldi sti ladroni infami,
- perchè l'agibilità è a carico mio,
- l'assicurazione è a carico mio,
- la siae è a carico mio
- i contributi so a carico mio e io non li pago però vojo 600 euro per il lockdown etc...
alla faccia di io termoidraulico-partita-IVA fesso che so anni che pago contributi assicurazioni certificazioni etc... solo per lavorare, che per suonare con loro giustamente rinuncio pure al cachet se serve.

Qual'è il prezzo dell'arte? E' inestimabile, ma solo quella vera! La maggior parte de sta "giente" sono BRA (braccia rubate all'agricoltura)! Se hai bisogno di soldi vai pure a lavare le scale e non ti lamenti, e lo dico perchè a me è capitato.
Ciò nonostante, a volte questi mi fanno pure tenerezza, però è ora di svegliarsi, che forse la situazione peggiora pure, sarò pessimista io, ma il futuro non mi sembra roseo...

   
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-trombino: lo sto ancora cercando;)
-Pocket: Jupiter JTR-416
-cornetta: yamaha 2610s
-Flicorno Soprano: Elaborato Frankenhorn
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Offline anrapa

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Re: Sulla competenza ed il lavoro
« Reply #23 on: December 26, 2020, 08:29:00 PM »
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Re: Sulla competenza ed il lavoro
« Reply #24 on: December 27, 2020, 01:48:27 PM »
Che dire Altobugle, hai catturato perfettamente anche il mio pensiero :-)

I.

Offline toro

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Re: Sulla competenza ed il lavoro
« Reply #25 on: December 27, 2020, 05:11:45 PM »
Alto,mi inchino a cotanta saggezza
applusi........
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Offline Mauro 58

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Re: Sulla competenza ed il lavoro
« Reply #26 on: December 27, 2020, 06:00:04 PM »
Ciao a tutti!

Scusate se mi intrometto, ma volevo solo esprimere il mio modestissimo pensiero in merito all'argomento.

Massimo rispetto per chi studia, lavora, si sacrifica, si applica e innova... ma - con tutta la buona volontà - non riesco a pensare ad un mondo dove può avere successo solo la punta di diamante.
Io, invece, proprio perché cresciuto musicalmente in quei famosi anni '70, sono stato sempre dell'opinione che al mondo ci debba essere posto per tutti.
Sarà poi il riscontro del pubblico a stabilire se si è meritevole di successo o se sarebbe meglio dedicarsi ad altro.
Mi viene da pensare al vecchio adagio che diceva che non si può fare un esercito di soli generali.
Io, che negli anni '70-'80 ho suonato un po' dappertutto, non ho mai avuto la pretesa di essere un mostro (estetica a parte) e ho avuto sempre chiaro in mente che ci sono stati, ci sono e ci saranno sempre una miriade di musicisti molto più bravi di me (ma, per mero calcolo probabilistico, anche peggiori di me)...
E neanche ho pensato mai di "sfondare": ma ho sempre cercato di trovare una nicchia di attività dove mi diverto e mi piace fare quello che faccio. Se poi piace anche al pubblico, ben venga.

Purtroppo, questa brutta pandemia ci ha tolto molte delle attività di svago / lavoro sulle quali si basava la nostra vita fino ad un anno fa.
Ma ciò non significa che ci debba essere per forza la "selezione naturale".
Sottolineo che è solo un mio pensiero, ma non vedo l'ora di potermi vaccinare e poter tornare a fare quello che facevo prima, cioè suonare quello che mi piace perché mi piace.
Io non sono uno che (attualmente) campa di musica, ma ci ha campato (e anche bene) quando, appunto, c'era posto per tutti.
Per fare un esempio, nel 1978 (avevo 20 anni) facevo parte di un quintetto (tromba, sax, piano, bassista cantante e batteria) che lavorava facendo musica da intrattenimento per una compagnia di navi da crociera nella zona dei Caraibi: al tempo, il nostro stipendio era di circa $ 750 al mese, più vitto e alloggio. Non era una cifra astronomica, ma ci permetteva di campare tranquillamente.
Il che non toglie che ci fossero sempre grandi musicisti che avevano fatto, e continuavano a fare, molto bene il loro lavoro in ogni parte del mondo.

Quindi, per tornare all'argomento, bene che ci sia chi tiene alto il vessillo dell'arte (e/o del management, dell'organizzazione, delle pubbliche relazioni, ecc.), ma io spero di poter tornare presto a suonare col mio gruppo: principalmente per divertirci (facciamo prevalentemente swing italiano degli anni '50), ma anche per poter tornare a fare i nostri spettacoli (dove abbiamo sempre avuto un buon riscontro di pubblico), senza avere la pretesa di essere dei "top musician".

Ovviamente, sempre e solo miei 2 cents...

« Last Edit: December 27, 2020, 06:50:23 PM by Mauro 58 »
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Bb Flugelhorns:  Holton F-555T, Yamaha 631G
Bb Pockets:       Holton T-650, CarolBrass 3000-GLS
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Offline solaris

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Re: Sulla competenza ed il lavoro
« Reply #27 on: December 27, 2020, 11:59:20 PM »
Ciao a tutti!

Scusate se mi intrometto, ma volevo solo esprimere il mio modestissimo pensiero in merito all'argomento.

Massimo rispetto per chi studia, lavora, si sacrifica, si applica e innova... ma - con tutta la buona volontà - non riesco a pensare ad un mondo dove può avere successo solo la punta di diamante.
Io, invece, proprio perché cresciuto musicalmente in quei famosi anni '70, sono stato sempre dell'opinione che al mondo ci debba essere posto per tutti.
Sarà poi il riscontro del pubblico a stabilire se si è meritevole di successo o se sarebbe meglio dedicarsi ad altro.
Mi viene da pensare al vecchio adagio che diceva che non si può fare un esercito di soli generali.
Io, che negli anni '70-'80 ho suonato un po' dappertutto, non ho mai avuto la pretesa di essere un mostro (estetica a parte) e ho avuto sempre chiaro in mente che ci sono stati, ci sono e ci saranno sempre una miriade di musicisti molto più bravi di me (ma, per mero calcolo probabilistico, anche peggiori di me)...
E neanche ho pensato mai di "sfondare": ma ho sempre cercato di trovare una nicchia di attività dove mi diverto e mi piace fare quello che faccio. Se poi piace anche al pubblico, ben venga.

Purtroppo, questa brutta pandemia ci ha tolto molte delle attività di svago / lavoro sulle quali si basava la nostra vita fino ad un anno fa.
Ma ciò non significa che ci debba essere per forza la "selezione naturale".
Sottolineo che è solo un mio pensiero, ma non vedo l'ora di potermi vaccinare e poter tornare a fare quello che facevo prima, cioè suonare quello che mi piace perché mi piace.
Io non sono uno che (attualmente) campa di musica, ma ci ha campato (e anche bene) quando, appunto, c'era posto per tutti.
Per fare un esempio, nel 1978 (avevo 20 anni) facevo parte di un quintetto (tromba, sax, piano, bassista cantante e batteria) che lavorava facendo musica da intrattenimento per una compagnia di navi da crociera nella zona dei Caraibi: al tempo, il nostro stipendio era di circa $ 750 al mese, più vitto e alloggio. Non era una cifra astronomica, ma ci permetteva di campare tranquillamente.
Il che non toglie che ci fossero sempre grandi musicisti che avevano fatto, e continuavano a fare, molto bene il loro lavoro in ogni parte del mondo.

Quindi, per tornare all'argomento, bene che ci sia chi tiene alto il vessillo dell'arte (e/o del management, dell'organizzazione, delle pubbliche relazioni, ecc.), ma io spero di poter tornare presto a suonare col mio gruppo: principalmente per divertirci (facciamo prevalentemente swing italiano degli anni '50), ma anche per poter tornare a fare i nostri spettacoli (dove abbiamo sempre avuto un buon riscontro di pubblico), senza avere la pretesa di essere dei "top musician".

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Offline solaris

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Re: Sulla competenza ed il lavoro
« Reply #28 on: December 28, 2020, 12:03:10 AM »
 pollices
Condivido il pensiero di Mauro 58
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Re: Sulla competenza ed il lavoro
« Reply #29 on: December 28, 2020, 11:08:46 AM »
Leggo con interesse i vostri messaggi e trovo condivisibili molte delle vostre idee .
Sono d'accordo con Mauro 58 che sottolinea l'esigenza di avere un mondo musicale dove c'è posto per tutti e mi preoccupa l'idea opposta che abbia  successo solo la "punta di diamante".
Il rischio è che si finisca per applicare    la teoria darwiniana alla musica .
Allo stesso tempo sono d'accordo  Con Tony e con Altobugie,  tantissimi non solo musicisti non fanno altro che lamentarsi e ritengono che i diritti siano sempre dovuti e debbano essere garantiti senza se e senza ma .....ma al contempo ignorano che sono correlati ai doveri .

Dal mio punto di vista l'unico modo per uscire da questa terribile situazione è rivedere del tutto il rapporto tra musica e società attribuindo  il "giusto valore" , insegnando e spiegando il "giusto valore "e diffondendolo.