Author Topic: Studiare per mantenimento o per migliorare  (Read 364 times)

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Offline fcoltrane

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Re: Studiare per mantenimento o per migliorare
« Reply #15 on: December 02, 2020, 10:44:33 PM »
Condivido tutto  ...per l'aspetto psicologico tendenzialmente devo reprimere il mio ego perché pur essendo schiappa a volte con gli amici decido di suonare fregandomene di limiti tecnici e non .
In questo periodo poi la tromba è l'unico strumento che studio perché posso silenziarla vedrò tra un paio di mesi cosa ciò comporterà  per il sax . (perché anche li c'è il problema del mantenimento e del recupero dopo un lungo periodo di inattività)
L'unico aspetto che mi consola è che dal punto di vista teorico (temi ed armonia e improvvisazione sono quasi identici se pur con difficoltà tecniche diverse)


Offline dirtysound

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Re: Studiare per mantenimento o per migliorare
« Reply #16 on: December 02, 2020, 11:14:23 PM »
Studiare per mantenimento o per migliorare...... bel quesito !  Ripropone il solito dilemma su come studiare e cosa studiare.. Per me questo post va di pari passo con un altro post che avrei voluto aprire e che più o meno ricalca tanti altri post già scritti... : " Gli errori che non rifarei ..... ".... Anni fa ero dell' idea che studiare i testi didattici  da conservatorio ( li associavo alla musica classica ) mi avrebbero rovinato l'idea di articolazione jazz che avevo in testa  ( le persone che diplomate in conservatorio, che ascoltavo suonare jazz per me avevano sempre un' impronta di  ascolto che mi dava di passaggi classici o quantomeno non in linea con la mia idea di articolazione Jazz. Altra cazzata : lo studiare sui i libri solo esercizi con scale nei registri più comodi ( ed in questo anche gli insegnanti ci hanno messo del loro probabilmente per non perdere l'allievo e conseguentemente gli " sghei "). Alla fine ho frequentato una scuola jazz. con insegnanti abbastanza seri ( non avevo più l'alibi degli insegnanti classici da conservatorio ) e lì sono venuti fuori tutti i miei limiti..  C'è poco da fare gli studi classici sono indispensabili per sviluppare l'articolazione, flessibilità, estensione in alto ed in basso ( specie in basso l'avevo proprio trascurata attratto dal mito degli acuti... ed inoltre proprio gli esercizi sulle scale ed estensioni meno comode, che mi piacevano meno, sono stati quelli che  più mi hanno aiutato a sciogliermi le dita ( poco nella realtà di chi ascolta ma molto per me che li suonavo e  a come mi sentivo legato prima ) . Poi c'è il capitolo che:.... fino a quando le note le leggi, le cose le fai . Provare  a suonarle senza leggere o  a memoria è un altro paio di maniche e può essere anche  secondo me sbagliato; suonare  senza leggere (e non a memoria) ma, cercando di essere cosciente (prendiamo ad es. una triade) nei diversi rivolti e sforzandoci di  imparare, ogni volta che suoni una nota , se la nota di cui stai premendo il tasto è una tonica o una terza maggiore  o minore  o la quinta è un' altra cosa e fare questo lavoro cromaticamente  su ogni triade è un altro bel lavoro. Sono riuscito a farlo cromaticamente sulle triadi minori ( circa un anno e mezzo, 2 per una esecuzione a velocità normale ; un'oretta ogni due giorni ) e adesso sto' lavorando sulle triadi maggiori. Studiare la composizione degli accordi (l'armonia ) , suonarli su una tastiera , vedere e ascoltare come suona una determinata scala, da sola e con con gli accordi sotto,  gli accordi che derivano da quella scala, suonare inside o o outside,  e poi ti accorgi che tutto questo ti aiuta nella tecnica ma non ti aiuta nell'improvvisazione.... l'improvvisazione che è quello che senti, dove le note  che senti, spessissimo non stanno dentro le scale con gli accordi dalle quali derivano e che rischiano di fare ....una musica troppo " consonante"... senza identità... ma prima di tutto devi avere una "tua " identità.... Spesso sento parlare di brani che ci emozionano... Quindi,... sappiamo riconoscere delle note, delle frasi che ci emozionano.... e arrivo a dire che per tirarle giù queste note che ci emozionano  non c'è neanche bisogno di saper suonare uno strumento , basterebbe un programma di scrittura musicale... per  tirarle giù... e provare a emozionarci con le " nostre  note "...scrivere la nostra " improvvisazione "... ( interpretazione  ?)... Piano piano quel qualcosa che abbiamo ro viene fuori.. e secondo me.... senza neanche bisogno di tutti quei fronzoli di note che spesso ci mettiamo dentro  per dire che suoniamo jazz...
Bb Conn 38B ; Bb Scodwell standard con  trimmer kit Harrelson - Taylor ; mouthpiece Bruno Tilz Spetial 11F e 10 , Bach 11C , Monette BL2S3 stc1

Offline fcoltrane

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Re: Studiare per mantenimento o per migliorare
« Reply #17 on: December 03, 2020, 12:14:04 AM »
Condivido quello che dici quasi integlralmente tranne la parte che non ti aiuta nella improvvisazione nel senso che all'inizio è vero che non ti aiuta ma quando cominci a conoscere veramente tutto il materiale che stai studiando e quindi l'accordo sotto forma di triade e rivolti e poi quadriade e poi estensioni e poi alterazioni hai un tale bagaglio tecnico che la costruzione della frase melodica risulta più agevole.
Il punto di arrivo è quello in cui cominci a ragionare non per intervalli ma per suoni e linee melodiche.
(ed ancora per me è un obbiettivo da raggiungere)
Con la tromba non so se riuscirò in questa vita ma col sax alcuni di questi aspetti ormai fanno parte del mio bagaglio tecnico .
Per quanto riguarda poi ciò che mi piace  più che alla successione delle note penso al suono. Per me (ma questo è un mio personalisssimo punto di vista ) può esserci arte anche in una semplice scala maggiore o addirittura in un unico suono, e analogamento una melodia bellissima suonata male può apparire inascostabile.
grazie dell'intervento e degli spunti interessanti.