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Studiare e imparare a memoria una frase o un arpeggio in tutte le tonalità è un ottimo esercizio, non fa mai male e se fatto bene sviluppa vari aspetti del suonare lo strumento.

Purtroppo però non possiamo confondere la ginnastica con la performance, sportiva o artistica che sia.
Quella frase ahimè rappresenta meno dell'1% della fraseologia necessaria per costruire un assolo che non sia semplicemente una ripetizione scolastica e prevedibile di qualcosa che abbiamo studiato per mesi.

Per costruire quindi un po' di lessico occorrerebbe fare quel tipo di lavoro con molte decine di frasi differenti tra loro, ma a questo punto viene in aiuto una domanda pertinente di dirtysound

...E per tutti quelli che lavorano , ( e che magari devono stare attenti alle spese) e hanno poco tempo a disposizione ?.....


Evidentemente devono usare un altro metodo, altre strade di studio e forse un diverso approccio alla musica.   :)

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Comunque è vero il tempo, i soldi ecc ecc
e soprattutto un maestro live è mejo di uno on line
però ora nel 2024 abbiamo tutto a disposizione
lezioni on line, lezioni on line registrate, lezioni gratis sul tubo
insomma le scuse sono poche il vero problema che il jazz è materia lunga e da studiare
quindi a poco serve andare da Marsalis se poi a casa, si può suonare mezz'ora ogni tanto.
Prima regola per capire prima gli accordi comprare una tastiera.
daje
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eccolo qua il pick  up, ci voleva tanto:
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Confermo, che quanto dice fcoltrane nella prima parte del suo intervento, era uno dei primi passi , che ci sono stati insegnati aella scuola jazz. Riassumendo:
- 1° passo ) Capire queste informazioni è il 1° passo;
- 2° passo ) Leggere e suonare questa tipologia di esercizi è il 2° passo ,( che serve per iniziare ad incamerare i suoni ,.... ma non basta e non è sufficiente, suonarli , leggendoli.... )
- 3° passo ) Incamerarli ed impararli a memoria è il passo più difficile, è lo scoglio  più duro e più lungo ( è il 3° passo ) ;
  ( E qui siamo ancora alle "Basi" dell'improvvisazione , siamo ancora a studiare il recinto nel quale bisogna imparare gradualmente a muoversi con scioltezza, prestando orecchio ai suoni singoli e degli accordi che si vanno a formare e conseguentemente a come saranno collegati/relazionati all'armonia del brano;
- 4° passo ) Il 4° passo è iniziare a maneggiare questi suoni, queste nozioni interpretando il nostro "sentire" sempre in relazione all'armonia.

( E a questo punto  che sull'armonia ci sarebbe da aprire tutto un discorso per capire se è il solista che si deve adattare all'armonia o chi lo accompagna che deve essere bravo a capire in che direzione sta' andando il solista, e a mettergli sotto degli accordi in linea con il suo solo).

Per quanto mi riguarda sento di avere compreso abbastanza bene i tanti meccanismi che stanno alla base dell'improvvisazione, e saprei (ed in parte ho iniziato a farlo ) studiarli e praticarli . 
Lo studio però porta anche alla consapevolezza del punto in cui ci si trova, di cosa ti manca e di cosa quindi. dovresti fare per migliorarti; ti porta ( vorrei dire: spietatamente ) ad accorgerti delle difficoltà ( e/o in alcuni casi della mancanza ) in alcune delle tecniche di  base dello strumento  , ....ti porta pure ad accorgerti che, in presenza di queste mancanze, avrebbe poco senso proseguire lo studio  dell'improvvisazione ( sopratutto perchè  queste difficoltà lo limiterebbero pesantemente nel suo progredire e nel suo sviluppo).

(Ecco quindi la necessità di avere una road map attendibile per gli autodidatti ).
Giustamente ci vorrebbe un M° ( bravo ...e sostenibile in termini economici ) che faccia su di te un programma personalizzato oppure tornare / andare al conservatorio....

...E per tutti quelli che lavorano , ( e che magari devono stare attenti alle spese) e hanno poco tempo a disposizione ?.....
..Si dovrebbe chiudere il cassetto con tutti i tuoi sogni dentro ?....
...Il realismo delle cose, direbbe di sì , ...ma si sa... che i sogni  sono spesso  il motore degli uomini...
...Perchè non provare a sognare se ci fa stare meglio ?

Beh ! Dopo questa bella chiacchierata di alto profilo intellettuale  ::) , ho un paio di domande :

1^  @ fcoltrane:   Che cos'è il "pickup" ? ( mi sono fatto una mezza idea , ma giusto per avere conferma ).
2^  Spesso mi è capitato di leggere nelle recensioni il termine : "slurred ".  Non ho ben chiaro il concetto di cosa si intenda con questo termine. Si intende il suonare " Legato " ?

Attendo news . :)
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Per me la vera svolta per acquisire materiale per improvvisare è stata la conoscenza degli accordi e successivamente la tecnica di costruzione della frase e della linea melodica.
Se non conosci l'accordo nella sua forma base difficilmente conosci lo stesso accordo con le estensioni.
Per me quindi la conoscenza delle triadi è stata la base fondamentale
per questo ti dicevo il primo passo è studiare le triadi poi le quadriadi quindi le estensioni.
Ricordo che l'anno scorso ho preso qualche lezione di improvvisazione con un grande trombettista jazz e singolarmente una delle prime lezioni coincideva con la prima  lezione che anni prima avevo ascoltato con il sax.
L'accordo maggiore nona con il pickup.
quindi ad esempio su do.
si do mi sol si re.
quindi trasportare questa frase su tutte le tonalità.

solo qualche lezione dopo ho compreso che questa frase poteva essere suonata su la minore.
e quindi considerando il pickup sulla terza minore.
quindi si pickup do terza minore mi quinta sol settima bemolle si nona re undicesima.
(le estensioni dell'accordo)
quando comincerai a riconoscere le estensioni (magari con le tensioni 9 b 11# 13 b) riconoscerai perfettamente il linguaggio che utilizza Chet per il 90 per cento delle sue frasi


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...Qual'è il titolo dell'altro testo dello stesso autore che dovrebbe incorporare il primo che hai citato ?  :)

Grazie , ciao.
Sì, scusate, non ho messo il link:

https://www.birdlandjazz.it/en/fiati/45241-the-art-of-jazz-trumpet-bookcd.html
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Annunci Importanti / Re: ITG 2024 California May 28 June 1
« Last post by Zosimo on May 30, 2024, 08:34:09 PM »
allora, che si dice? i pirulicchi?
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Grazie Navarro, della risposta.
Veramente esaustiva la disanima che ne hai fatto a riguardo la parte del libro relativo agli esercizi per migliorare la velocità dell'articolazione delle dita.
Avevo letto qualche volta il suggerimento di provare ad eseguire un brano anche senza suonarlo e ci  avevo anche provato. ma sinceramente non mi aveva convinto questo approccio , perchè per la verità ero più concentrato a capire solo come suonarlo e non mi era mai passato per la mente che invece potesse essere utile per controllare/esercitare la destrezza delle dita, nè alcuno mi aveva suggerito quest'altra utilità.
(....Vedi a che serve un forum ?... :D)
(Parentesi sulla mia tromba se non allento un po' i tappi superiori non è che si senta molto il rumore delle valvole ( per via dei feltrini )(Sarà che sono un po' sordo ? ....May be...!  ;) :D

Però in questo momento torno a pensare sempre che uno studio di conservatorio tenda a formare meglio , ed aiuti ad affrontare con la giusta gradualità, le difficoltà sia dello strumento che musicali .... (Tieni duro fcoltrane !...)  ( ....Quasi sempre, i validi trombettisti e vorrei dire più in generale , i migliori musicisti  che ho ascoltato, (e con i quali successivamente mi si è presentata l'occasione di parlarci) erano persone che comunque avevano alle spalle studi classici di conservatorio, e che succesivamente avevano virato sul jazz, ma  si sentiva comunque che avessero sulle spalle  delle solide basi ,  sia musicali, come anche sullo strumento .
( ...mi convinco sempre più che il fai da te autodidatta sia una gran perdita di tempo , ed i pochi bravi strumentisti autodidatti che ho conosciuto quasi sempre mi hanno comunque detto che, ad un certo punto. anche loro hanno sentito la necessità di approfondire certe sezioni di studio in maniera più approfondita e classica....)
...Per contro non saprei dire se gli studi classici sappiano insegnarti a trovare ed  a tirar fuori quel quid/ quel sentire tipico dell'animo di un jazzista. ( in questo concordo con iMaurizio quando mi fa gli esempi di Chet e Miles).
( .. ma... in questo momento mi sento deficitario....nelle basi ..)

Parentesi: Vorrei togliere la scritta Prima Tromba sotto il mio nickname,..  perchè sicuramente non mi appartiene..meglio terza tromba, aspirante alla seconda... ;) :D )
 
Tornando al testo..
Ero andato a cercare il libro : JAZZ TRUMPET TECHNIQUES for developing articulation and fast fingers di John McNeil e avevo notato che è vecchiotto ( come data di edizione e che risulta anche di difficile reperimento, per questo prima di imbarcarmi nella spesa avevo sentito la necessità di chiedere qualche ragguaglio in più ).
Qual'è il titolo dell'altro testo dello stesso autore che dovrebbe incorporare il primo che hai citato ?  :)

Grazie , ciao.
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Io ce l'ho ed è forse uno dei testi più utili sul fraseggio jazz.
come diceva il poeta: puoi sapere tutte le scale del mondo, ma
se non swinghi sempre tarantella è :D
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Gli esercizi a cui ho accennato non hanno nulla di jazzistico, sono frasi di 2-4 battute, sul registro basso e medio basso, studiate appositamente per mettere a dura prova la coordinazione e la scioltezza delle dita. Il riferimento al jazz nel titolo penso sia legato ad altri esercizi di articolazione, posizioni alternative, ecc. sempre contenuti nello stesso libro.

La tecnica di esercitarsi sulla diteggiatura senza necessariamente suonare effettivamente le note mi fu già insegnata da un docente italiano decenni orsono, non è quindi una novità limitata alla scuola d'insegnamento americana. E' utile anche quando si prova un passaggio difficile di un pezzo che stiamo studiando senza necessariamente massacrare le labbra ripetendo la stessa frase decine di volte, oppure quando ci si vuole esercitare senza far rumore (es. la sera tardi). Operando in questo modo il riferimento che hai per giudicare l'accuratezza dei movimenti è solo il rumore delle valvole, udibile in un ambiente silenzioso anche senza svitare i tappi come fa Vizzutti. Ad ogni cambio di posizione bisognerebbe sentire un solo clik, netto e preciso, anche se le valvole mosse sono più di una.
Per sfruttare il tempo in situazioni nelle quali non si ha la tromba a portata di mano, si può sempre provare qualche scala o qualche passaggio intricato picchiettando le dita sul bordo del tavolo, non sarà la stessa cosa ma male non fa, l'obiettivo è sempre quello di sentire un solo rumore per ogni cambio di posizione.

Si diceva del provare i passaggi complicati lentamente per poi aumentare gradualmente il metronomo, in questo caso i cambi di posizione delle dita non debbono a loro volta essere pigri ma veloci e precisi come se si stesse andando a 300 di metronomo. La differenza è che eseguendo il passaggio lentamente si ha più tempo per pensare in anticipo al successivo cambio di posizione. Accelerando gradualmente non si fa altro che abituarsi a tempi di preparazione mentale al cambio successivo sempre più ridotti. Nel libro citato l'autore suggeriva anche di esercitarsi nei passaggi difficili facendo repentinamente i cambi di posizione a due a due (due cambi veloci, un attimo di pausa, altri due cambi veloci, ecc.).

Sul comprare questo testo o meno, mi astengo. Considera che sono una trentina di pagine ed adesso credo sia difficile da reperire (lo comprai negli USA una trentina di anni orsono). Dello stesso autore c'è quest'altro testo che dovrebbe incorporare quanto trattato in quello da me citato.
   
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