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Jazz ed oltre / Re: Allen Vizzutti Costruire la fluidità nel nostro modo di suonare la tromba
« Last post by fcoltrane on Today at 11:56:51 AM »"Bisogna quindi essere capaci di ascoltarsi e correggere l'emissione per corregere ed ottenere un volume del suono costante ed omogeneo."
questo è uno degli aspetti più controversi nello studio degli strumenti a fiato.
Per me il significato del video va nella direzione opposta se inteso alla lettera, ma è più un problema concettuale e di approccio allo studio.
Il principio è sempre lo stesso ed espresso da tantissimi insegnanti e didatti di altissimo profilo.
L'attenzione al suono alla omogeneità in tutti i suoi aspetti.
Come si traduce praticamente?
una unica emissione capace di rendere eguali due note (un intervallo) che per natura suonano in maniera diversa.
Sembrerebbe una utopia , ma la strada opposta concettualmente è ancora più rischiosa.
(tante emissioni, tante correzioni quanti sono i suoni da produrre.
gli esercizi sono quelli indicati da Vizzutti (o anche quelli di moltissimi "testi sacri" per tromba o sassofono dal Clarke al Chikovich ecc)
applicare il principio della nota lunga ad un intervallo.
Ed è facile anche misurare la propria tecnica.
prendere un bel sol centrale e suonare una bella nota lunga.
poi replicare lo stesso suono considerando l'omogeneità in termini di durata intonazione volume timbro fermezza.
poi fare lo stesso con un unica emissione e con un intervallo .
sol sol diesis .
poi con un intervallo più grande sol la .
ecc ecc.
ci sarà un momento in cui l'unica emissione non è in grado di rendere due suoni perfettamente omogenei .
questo è il nostro limite tecnico.
operando in questa maniera si supera il problema della diteggiatura : perché l' emissione la fa da padrone e le dita non devono far altro che spingere i pistoni con il minimo sforzo possibile.
questo è uno degli aspetti più controversi nello studio degli strumenti a fiato.
Per me il significato del video va nella direzione opposta se inteso alla lettera, ma è più un problema concettuale e di approccio allo studio.
Il principio è sempre lo stesso ed espresso da tantissimi insegnanti e didatti di altissimo profilo.
L'attenzione al suono alla omogeneità in tutti i suoi aspetti.
Come si traduce praticamente?
una unica emissione capace di rendere eguali due note (un intervallo) che per natura suonano in maniera diversa.
Sembrerebbe una utopia , ma la strada opposta concettualmente è ancora più rischiosa.
(tante emissioni, tante correzioni quanti sono i suoni da produrre.
gli esercizi sono quelli indicati da Vizzutti (o anche quelli di moltissimi "testi sacri" per tromba o sassofono dal Clarke al Chikovich ecc)
applicare il principio della nota lunga ad un intervallo.
Ed è facile anche misurare la propria tecnica.
prendere un bel sol centrale e suonare una bella nota lunga.
poi replicare lo stesso suono considerando l'omogeneità in termini di durata intonazione volume timbro fermezza.
poi fare lo stesso con un unica emissione e con un intervallo .
sol sol diesis .
poi con un intervallo più grande sol la .
ecc ecc.
ci sarà un momento in cui l'unica emissione non è in grado di rendere due suoni perfettamente omogenei .
questo è il nostro limite tecnico.
operando in questa maniera si supera il problema della diteggiatura : perché l' emissione la fa da padrone e le dita non devono far altro che spingere i pistoni con il minimo sforzo possibile.