Italian Trumpet Forum

Didattica => Jazz ed oltre => : dirtysound May 17, 2024, 07:29:13 PM

: Allen Vizzutti Costruire la fluidità nel nostro modo di suonare la tromba
: dirtysound May 17, 2024, 07:29:13 PM
Salve a tutti, ho trovato questo interessante video di Allen Vizzutti : 

Building Smoothness In Our Trumpet Playing 
(Costruire la fluidità nel nostro modo di suonare la tromba)

https://www.youtube.com/watch?v=6_OXw9o95aY

Traduzione dell'introduzione:

" Tutto ciò che suoniamo con la tromba richiede un flusso d'aria regolare e continuo. Ma questo è più facile a dirsi che a farsi! In questa lezione, Allen condivide una progressione nuova di zecca con la quale, partendo  da un tono lungo, ti porta, attraverso una slurred half-scale, fino  a un arpeggio triple-tongued,  in modo logico e accessibile, il tutto per aiutarti a suonare in modo più fluido e con una buona tecnica."

Consiglio di vedere di questo video attivando , dalle impostazioni, i sottotitoli in Inglese.

Di questo trombettista ho sempre ammirato l'impostazione senza forzatura ed estremante ferma nell'appoggio del bocchino alle labbra, dalla quale ottiene un ottimo suono , dinamica e tecnica , anche nel salire in alto con una ottima padronanza  .
In questo video decide di condividere parte di questi suoi  segreti .

Interessante anche l'appunto che fa ed  in cui mette l'accento su come non basti avere/possedere il  triple-tongued ma è altresì necessario che anche le dita abbiamo di pari passo il "timing" nel seguire quello che le labbra fanno. Due aspetti da curare individualmente per poterli   far correre insieme.....

...Ho scoperto che in rete sono disponibili anche dei suoi libri free download.... (Che Grande Persona che é ! Deve essere un Persona ....veramente Speciale ! )  :)

Buona Visione ! ;)   :D

: Re: Allen Vizzutti Costruire la fluidità nel nostro modo di suonare la tromba
: fcoltrane May 17, 2024, 10:06:34 PM
interessante questo video , molti dei concetti espressi sono alla base della tecnica di tutti gli strumenti a fiato.
il principio della nota lunga applicato ad un intervallo: prima piccolo mezzo tono ; per poi diventare più ampio ma progressivamente una quinta .

: Re: Allen Vizzutti Costruire la fluidità nel nostro modo di suonare la tromba
: dirtysound May 18, 2024, 11:58:47 PM
Ho provato a rivedere il video di Vizzutti cercando di prestare meglio attenzione  agli errori da lui indicati , in cui  (specie i più giovani ..e non solo.. ) spesso incappano.
Una delle cose su cui si è soffermato e a cui suggerisce di prestare attenzione  è questa: " per avere una corretta emissione del suono ,omogenea e costante , bisogna essere capaci di riconoscere e compensare la diversa resistenza che si  avverte tra quando essa è prodotta senza premere  tasti, dal quando la si produce premendo uno o più tasti.
Infatti fa notare  che, suonando senza compensare questa differente resistenza , si tenderà a produrre un suono che tenderà ad oscillare ( in volume di suono ) proprio per via di queste differenti resistenze dovute ai condotti aggiuntivi introdotti dal premere i pistoni (il volume di suono tenderà ad oscillare e quindi a non  essere omogeneo nel suono ). Bisogna quindi essere capaci di ascoltarsi e correggere l'emissione per corregere ed ottenere un volume del suono costante ed omogeneo.

Un'altra cosa che mi ha sorpreso è stata anche l'accento che ha posto  sulla destrezza nelle dita che un trombettista dovrebbe avere e nel video ha mostrato ,  articolando / muovendo le dita sui pistoni , la sua....quella alla quale , noi comuni mortali, dobbiamo tendere...  (per certi versi mi ha ricordato proprio l'abilità e la precisione  di certi batteristi sui tempi veloci ....) .

La  mia mancanza di destrezza delle dita è sicuramente un problema nel quale incappo, e quindi (spronato dal video di Vizzutti ) ho provato a di cercare in internet  qualche buon suggerimento....

Ho trovato (anche qui ) questo interessante video di questa brava trombettista " Estella Aragon " :

Finger Dexterity: Tips on how to play faster on the trumpet. Improve your dexterity!

https://www.bing.com/videos/riverview/relatedvideo?q=how+to+get+faster+fingers+on+trumpet&mid=1FCBE5AF563F06ACB1DB1FCBE5AF563F06ACB1DB&FORM=VIRE

Anche qui suggerisco  di vedere di questo video attivando , dalle impostazioni, i sottotitoli in Inglese ed in più di ridurre la velocità di riproduzione del video a 0.75 (la tizia parla molto velocemente !  :D  ;) )

Interessanti suggerimenti:

- di testo : H.L. Clarke      TECHNICAL STUDIES FOR THE CORNET      CARL FISCHER
- di mignolino "libero " ( e non costretto dal gancio)
- di abituarsi (specie agli inizi di questi esercizi ) a sollevare bene le dita  ed a non tenerle appoggiate sui tasti (in ispecie indice e anulare );(tale accortezza servirà proprio per scioglierne di esse le articolazioni ed ad evitare quindi il rischio che, non sollevandole abbastanza,  i condotti dei pistoni non siano correttamente aperti  e ben allineati, producendo di conseguenza un suono : non ben definito e non bene intonato ).

.....Altri suggerimenti ed interventi sulle proprie esperienze sono bene accolti..... ;)   :)
: Re: Allen Vizzutti Costruire la fluidità nel nostro modo di suonare la tromba
: fcoltrane May 19, 2024, 11:56:51 AM
"Bisogna quindi essere capaci di ascoltarsi e correggere l'emissione per corregere ed ottenere un volume del suono costante ed omogeneo."
questo è uno degli aspetti più controversi nello studio degli strumenti a fiato.
Per me il significato del video va nella direzione opposta se inteso alla lettera, ma è più un problema concettuale e di approccio allo studio.
Il principio è sempre lo stesso ed espresso da tantissimi insegnanti e  didatti di altissimo profilo.
L'attenzione al suono alla omogeneità in tutti i suoi aspetti.
Come si traduce praticamente?
una unica emissione capace di rendere eguali due note (un intervallo) che per natura suonano in maniera diversa.
Sembrerebbe una utopia , ma la strada opposta concettualmente è ancora più rischiosa.
(tante emissioni, tante correzioni quanti sono  i suoni da produrre.

gli esercizi sono quelli indicati da Vizzutti (o anche quelli di moltissimi "testi sacri" per tromba o sassofono dal Clarke al Chikovich ecc)
applicare il principio della nota lunga ad un intervallo.
Ed è facile anche misurare la propria tecnica.
prendere un bel sol centrale e suonare una bella nota lunga.
poi replicare lo stesso suono considerando l'omogeneità in termini di durata intonazione volume timbro fermezza.
poi fare lo stesso con un unica emissione e con un intervallo .
sol sol diesis .
poi con un intervallo più grande sol la .
ecc ecc.
ci sarà un momento in cui l'unica emissione non è in grado di rendere due suoni perfettamente omogenei .
questo è il nostro limite tecnico.
operando in questa maniera si supera il problema della diteggiatura : perché l'  emissione la fa da padrone e le dita non devono far altro che spingere i pistoni con il minimo sforzo possibile.

: Re: Allen Vizzutti Costruire la fluidità nel nostro modo di suonare la tromba
: dirtysound May 19, 2024, 01:17:05 PM
Ho ulteriormente rivisto il video di Vizzutti.
Riepilogo quello che mi sembra di aver capito:
1) Bisogna trovare sul rim del bocchino quell'appoggio "confortevole " con il quale avere una emissione che produca un suono fluido e risonante.
2) Imparare a fare dei crescendo di suono rimanendo in questa zona confort ( anche quando si suona forte bisogna sempre rimanere in questa zona "comfort" di produzione del suono)(Ognuno ha  quindi un proprio "range " (di volume), nel quale  rimanere ( "comfort zone") e nel quale imparare a fare dei crescendo ).
3) poichè la tromba risponde con una resistenza differente a seconda dei pistoni che si premono ed a seconda degli intervalli che si prendono fra le varie note , si rischia (specie per i neofiti) di produrre un suono globale non omogeneo (oscillante in termini di volume ),  fra le varie note.
4)  la mente e le dita devono essere "sincrone" all'emissione del suono, specie nei fraseggi veloci.
essere consci di ciò, e nel caso questo non avvenga , fare un passo indietro, e lavorarci sù.

Leggevo le recensioni di chi ha comprato il : H.L. Clarke      TECHNICAL STUDIES FOR THE CORNET      CARL FISCHER

Tutte lo reputano un testo non adatto ai neofiti , bisogna avere  proprietà di lettura sopra e sotto il pentagramma.
Tempi stimati per ottenere risultati da 5 mesi in sù.....
: Re: Allen Vizzutti Costruire la fluidità nel nostro modo di suonare la tromba
: iMaurizio May 20, 2024, 02:01:25 PM
Il Clarke l'ho praticato e l'ho visto praticare molto, sia in veste di allievo che di insegnante. E' sicuramente uno dei 4/5 metodi/materiali di studio più importanti che insieme formano un kit di studio standard e completo per qualsiasi trombettista, indipendentemente dal livello che vuole raggiungere.


Per chi non lo definisce adatto ai neofiti, non saprei, dipende cosa intende per neofiti, certo che se uno inizia a suonare domani esiste il volume "Elementary Studies for the Trumpet" sempre di Clarke, ma come accade per la maggior parte dei metodi, si tratta sostanzialmente di strumenti di studio che possono (e devono) essere adattati a qualsiasi livello e contesto.

Lo studio principale del famoso Technical Studies for Cornet è il secondo, che è scritto ad ottavi. Basta eseguirlo a quarti ed è pronto per essere facilmente imparato ed eseguito da qualsiasi principiante.

Il problema della lettura è secondario perché la caratteristica del 90% di questo libro è quella di proporre dei pattern che vengono ripetuti in tutte le tonalità, per cui il primo compito di chi lo studia è quello di imparare a memoria il pattern, lo si legge solo le prime volte poi va eseguito facendo lavorare la memoria e l'orecchio, senza concentrarsi sulle posizioni delle dita.


Riguardo ai tempi stimati per i risultati, sono molto soggettivi e ci sono vari tipi di risultati ottenibili, alcuni anche a più lunga scadenza.
Sono studi di tecnica, quindi prima di tutto fanno lavorare le dita, ma dietro a questo c'è qualcosa di più profondo e significativo da un punto di vista espressivo/musicale a cui fa riferimento Vizzutti.



: Re: Allen Vizzutti Costruire la fluidità nel nostro modo di suonare la tromba
: dirtysound May 20, 2024, 10:33:07 PM
Grazie del Feedback iMaurizio !
Ironia della sorte, mi sono accorto di possedere già il Clarke. Era un libro che avevo iniziato a studiare con un giovane insegnante di tromba oggi diventato valente professionista Jazz ( Alberto Di Leone ).
Mi ricordo che dallo studio di questo libro avevo iniziato a trarre giovamento, nello scioglimento delle articolazioni, sopratutto quando avevo iniziato a studiare le scale meno facili alla lettura, quelle più diesiszzate e più bemollate (scusate la libertà espressiva) e che implicano maggiormente l'uso di più tasti contemporaneamente.
Tutto ciò mi ha riportato alla mente il titolo di un post che avrei voluto aprire tanto tempo fa' :  Gli errori che non ripeterei !

Mi ricordo che interruppi le lezioni perchè i progressi fra una lezione settimanale  e l'altra erano lentii ed i costi delle lezioni , erano per me , alti....
E' difficile capire, quando sei un neofità, la bontà di un particolare libro di esercizi e la valenza di un professore... !
A volte ti passa il pensiero che l'insegnante ti veda come una mucca da mungere....e non capisci invece il tempo che richiede l'esercizio per poter essere eseguito bene ed "assorbito " bene " anche dal proprio  "fisico" e dalla propria testa...
Forse anche gli insegnanti privati però dovrebbero capire che proporre delle tariffe di spesa più abbordabili permetterebbero agli studenti di affrontare un  periodo più lungo e proficuo  di studi, e anche, in parte, ci vorrebbe sincerità ed forse anche serietà nel "non" nascondere le difficoltà ed i tempi di apprendimento che questo strumento richiede,.... per poter essere suonato "bene".....e  per potersi successivamente permettere, eventualmente, un livello di  studi più approfondito.
Adesso, a distanza di tempo e con più maturità e tempo a disposizione, ho acquisito una maggior consapevolezza, mia e dello strumento e apprezzo ancor di più di come certi libri/studi , richiedano il loro ("congruo e lungo " ) tempo ( anche in termini di mesi , se non di anni ...) per poter essere bene sviluppati (per poter ottenere  e perseguire i risultati ambiti   .
Lo studio , in generale , ha anche un suo fattore individuale ( lungo nel mio caso ) per maturare i  giusti tempi di acquisizione e scioglimento delle articolazioni.

La canzoncina da suonare facilmente per risollevare la tua autostima è sempre dietro l'angolo, e pronta a rubarti il tempo che invece sarebbe necessario per produrre i frutti più consistenti che è possibile raggiungere solo con una lunga e sopratutto costante applicazione....

Studiare solo un libro può essere stancante ... e anche  snervante...
Però, per quanto mi riguarda , ho visto che adottare e studiare  più testi contemporaneamente (di argomenti e tecniche differenti ) alla fin fine mi fa disperdere / concentrare e fissare meno le nozioni che voglio apprendere.

Le nozioni rimangono più proficuamente memorizzate   solo se le  studio  da un solo un libro per volta .... concentrandomi su di esso ....
C'è chi ha la memoria mentale, chi ce l'ha visiva , chi uditiva ,.... ognuno è un caso a sè...

Ad es. nel mio caso lavorare di memoria uditiva è fuorviante già nell'eseguire un esercizio (passando da  un semitono all'altro,
figurarsi se dovessi lavorarci ad intervalli maggiori....)

Se invece l'esercizio lo inizio  con tempi di esecuzione lenti, mi  riuscirà più facile memorizzarlo, sia mentalmente, che visivamente, le note, i loro intervalli, e loro posizione/sequenza di esecuzione (ed in parte (ma secondariamente) anche uditivamente ).
Tutto ciò richiede il suo "lungo" tempo di apprendimento,.... per contro , però , tutto questo succesivamente mi rende più facile l'associazione uditiva dell'esercizio perchè arriverò all'esecuzione con una maggiore consapevolezza di dove esattamente sono, (musicalmente parlando ) sia come nota che come posizione presa (correttamente ) delle dita sui pistoni e questo  mi darà  una maggiore sicurezza di esecuzione dell'esercizio ( pian piano e via via) con maggiore  e sempre crescente velocità di esecuzione....( esercizio eseguito in controllo e in consapevolezza , come Vizzutti lascia intendere si debba suonare) ....( almeno nel mio caso , torno a ripetrmi,  l'approccio uditivo mi manda fuori ...
Tutto questo ....per ogni semitono.....( ecco perchè ci vuole tempo ,...il suo giusto , lungo, tempo... (...individuale....)
....ma ognuno è un caso a sè...
....Nel mio caso : ..... Pazienza ... e ....pedalare......!

: Re: Allen Vizzutti Costruire la fluidità nel nostro modo di suonare la tromba
: fcoltrane May 21, 2024, 11:03:30 AM
Dirtysound , credo che il principio :pazienza e pedalare valga per tutti a qualsiasi livello dal trombettista appassionato al super professionista   jazz . (per non parlare dei trombettisti classici)
alcuni esercizi accompagnano la vita del trombettista, tanto per citare alcuni nomi che ancora oggi studiano il Clarke.
Tom Harrel,  Arturo Sandoval , Sean Jones  .


: Re: Allen Vizzutti Costruire la fluidità nel nostro modo di suonare la tromba
: iMaurizio May 21, 2024, 01:54:09 PM
Studiare solo un libro può essere stancante ... e anche  snervante...
Però, per quanto mi riguarda , ho visto che adottare e studiare  più testi contemporaneamente (di argomenti e tecniche differenti ) alla fin fine mi fa disperdere / concentrare e fissare meno le nozioni che voglio apprendere.

Le nozioni rimangono più proficuamente memorizzate   solo se le  studio  da un solo un libro per volta .... concentrandomi su di esso ....

Avere un kit di studio definito e stabile nel tempo, modificabile a poco a poco, è certamente importante,
ma focalizzarlo su un solo libro per volta può essere controproducente e allungare i tempi di crescita/miglioramento anziché accorciarli.

In modo analogo a quanto accade nello sport o in attività simili, il suonare mette in azione varie aree del corpo e della mente,
esercitarsi solo su alcuni aspetti per lungo tempo può rivelarsi improduttivo.

Nel caso del Clarke, è vero che ha al suo interno esercizi che possono essere affrontati nei giusti modi anche da chi suona da pochi mesi, però è un metodo abbastanza verticale, ogni "Study" successivo aggiunge nuove difficoltà che non necessariamente possono essere superate studiando solo quello.

Non sottovaluterei infine l'effetto noia/eccessiva_routine dell'avere una lista ristretta e ripetitiva di materiali di studio,
l'efficacia di un allenamento dipende anche dal grado di presenza/partecipazione_attiva di chi si allena.

Come avrete capito sono abbastanza convinto che una buona "roadmap di studio", efficace e personalizzata, sia difficile da individuare (anche per un insegnante) ma è uno dei primi obiettivi da raggiungere.  :)
: Re: Allen Vizzutti Costruire la fluidità nel nostro modo di suonare la tromba
: dirtysound May 21, 2024, 08:59:54 PM
Ringrazio entrambi, sia fcoltrane che iMaurizio !
L'argomento sta prendendo una piega interessante, ( e penso forse anche per altri) , perchè forse mi permetterà di sviscerare quelle difficoltà che in fondo mi hanno frenato nell'apprendimento e delle quali mi sono accorto, solo successivamente: non esistono scorciatoie per bypassarle   (  con questo strumento, e forse con tutti gli altri strumenti).... :  devi affrontare ognuna di esse e risolverle.

Vediamone alcune , proprio legate agli esercizi.

Vi sarete tutti accorti che nella lettura esistono scale facili e scale piene di diesis e bemolle .
Quindi si aggiunge una difficoltà visiva di riconoscimento delle note nella loro lettura.
Alzi la mano chi non ha avuto un insegnante che ti ha detto : iniziamo dalle scale di più facile lettura !
(.... Che in fin dei conti ci può anche stare ...)
Poi gli esercizi con l'uso delle note che hanno una più facile emissione .... e tu vai avanti seguendo il maestro...
fino a quando poi cammini tutto sommato decentemente..... (sulle cose ...facili....)
Ovviamente i problemi  sono  stati (abilmente ? ) nascosti ?

- Inizi ad accorgerti della mancanza di qualità (mancanza di risonaza e/o intonazione) su certe note
             ( ...e giù a riniziare daccapo su tutte le note per farle uscire come si deve....  )
- Inizi ad accorgerti della differente emissione/resistenza che certe note hanno o che si palesa con differenti intervalli
             ( ...e giù a riniziare daccapo su quelle le note per suonarle con la corretta emissione....  )
- Inizi ad accorgerti che (alcune ? ) note le ottenevi forzando  !
             ( ...e giù a riniziare daccapo su tutte le note suonandole nella comfort zone ....  )
- Inizi ad accorgerti che hai difficoltà a leggere chiavi più dense di alterazioni
             ( ...e giù a riniziare daccapo su tutte le chiavi....  )
- Inizi ad accorgerti che hai difficoltà a muovere fluidamente le dita tra le posizioni che richiedono di premere più tasti
              (...e giù a riniziare daccapo su tutte le note  e in tutte le chiavi ....  )
- inizi ad accorgerti che per andare veloce con le dita devi essere in controllo consapevole e sincrono la testa , con gli occhi, con la giusta emissione e con la destrezza delle dita  che (non ) hai per poter eseguire il brano e/o certi passaggi ....
              (...e  giù a riniziare daccapo su tutte le note ed in tutte le chiavi come se stessi reiniziando dal 1° giorno....  )       
 :P   :-[

Mi sono fatto l'idea e va detto chiaramente,  anzi va urlato, che se si iniziasse o si fosse iniziato, con i corretti passi e con il giusto tempo di approccio che ognuna di queste difficoltà richiede fin dall'inizio , senza sconti , senza se e senza ma, senza prendere scorciatoie, le quali portano solo ad avere  l'impressione di un progredire  apparente, ( "nascondendo e mascherando" difficoltà che  prima o poi  si paleseranno,
il cui quando sarà solo una questione di tempo. Difficoltà che, immancabilmente e conseguentemente , ci (ri)porteranno, ognuna di esse , al proprio punto di partenza , affinchè si possa correggerle .
Alla fine della giostra, fare le cose per bene, fin dall'inizio, con il giusto tempo e la giusta attenzione richiesta da ognuna di esse , trovo che mi/ci avrebbe fatto riparmiare un mare di  tempo e di stress in meno... ( anni ? )

Suonare in controllo ed in modo consapevole , non passa .... dalle scorciatoie......

Fra l'ascoltare i brani e l'illusione di poterli suonare ed/o anche interpretare BENE....ci passa un mare di studio !....

Poi tuto dipende anche con quali "orecchie" ci si ascolta ". .....( Se ci ascolta Vizzutti , atro che contropelo !.... )

P.S. Arrivare a capire la consapevolezza di Vizzutti nell'ascoltare il suono è da un lato bellissimo perchè ti apre a comprendere le sfumature di suono che lui coglie, da un altro lato è una forte fonte di stress , perchè  ti fa capire dov'è che stai !......
( Oggi sto' proprio  NEGATIVO ! ! ! Pardon!  )   :-[
           
: Re: Allen Vizzutti Costruire la fluidità nel nostro modo di suonare la tromba
: iMaurizio May 24, 2024, 06:00:16 PM
L'argomento sta prendendo una piega interessante , perchè forse mi permetterà di sviscerare quelle difficoltà che in fondo mi hanno frenato nell'apprendimento e delle quali mi sono accorto, solo successivamente: non esistono scorciatoie per bypassarle   .....

Hai messo tantissima carne al fuoco, ed è molto difficile rispondere senza conoscere il caso specifico, sia della persona che dei materiali usati e del modo in cui sono stati usati.

Come risposta generale alle cose che hai scritto potrei proporre un "DIPENDE" grande come una casa   :D

Lo studio stanca, richiede tempo, impegno e concentrazione, ed è vero da un lato che farlo in modo incompleto/imperfetto/approssimativo può allungare i tempi di maturazione.

D'altro canto è pure vero che l'essere eccessivamente critici, puntigliosi e rigorosi non è detto che sia la strada migliore da percorrere e che produca i migliori risultati.

Visto che abbiamo parlato del Clarke faccio un esempio su quello:
quando lo si comincia a studiare non è affatto necessario preoccuparsi troppo del suono, della qualità e bellezza dello stesso,
perché non è quello lo scopo primario di quegli studi.

Ricordiamoci che un qualsiasi studio/esercizio non è quasi mai il fine per lo strumentista ma sostanzialmente un mezzo per raggiungere determinati risultati sullo strumento.

Quando si studia quindi è molto importante sapere/imparare a cosa serve un determinato esercizio e su quali aspetti occorre concentrarsi e quali invece possono essere messi in secondo piano.   
: Re: Allen Vizzutti Costruire la fluidità nel nostro modo di suonare la tromba
: fcoltrane May 24, 2024, 07:08:52 PM
Dirtysound è innegabile che ci siano tante difficoltà nello studio di uno strumento musicale  e per gli strumenti a fiato ce ne sono alcune ricorrenti legate alla emissione ed alla respirazione .
Spesso sono eccessivamente critico con me stesso e sono d'accordo con IMaurizio : non è detto che questa sia la strada migliore.
Ti faccio un esempio concreto :
magari sto una settimana a studiare l'esercizio del Clarke n2 sul  fa diesis (con tutte quelle belle alterazioni) e tralascio altri aspetti legati alla improvvisazione o alla conoscenza degli accordi o alla memorizzazione di un tema. alla fine saprò eseguire bene quell'esercizio su quella tonalità ma ho tralasciato tante altre cose.
Per me la vera svolta è stata godere dello studio e studiare progressivamente avendo ben presente quelli che sono i principi fondamentali.
("assenza di sforzo", omogeneità nel suono , affrontare le difficoltà progressivamente ecc..).

Nella mia esperienza anche gli errori a volte possono essere considerati " utili".
: Re: Allen Vizzutti Costruire la fluidità nel nostro modo di suonare la tromba
: dirtysound May 25, 2024, 01:41:16 AM
Cari iMaurizio e fcoltrane, devo dire che (passato il momento di scoramento, dove avevo quasi bisogno di urlare la mia frustrazione repressa in tanti anni dal dover considerare (e resettare e partire da zero) ogni volta che scoprivo un aspetto che non conoscevo o non avevo ben considerato ; o anche come l'ultimo esempio di Vizzutti , dove in un video di 1/4 d'ora ti fa considerare la confort zone di appoggio della labbra sul bocchino, senza forzare le note, per poterle suonare forte; il timing delle dita ,  dove si da' già per scontato che si sappia con la testa  ( leggere e pensare bene le note da prendere) ; con le dita (pensando alla consapevolezza senza incertezze nel premere i giusti tasti associati alle note); alla corretta emissione di fiato con le note che lo richiedono; la consapevolezza nel suonare mettendo insieme e sincronizzndo tutte queste cose) .
Purtroppo mi era proprio sfuggito l'allenamento supersonico delle dita (il timing veloce delle dita nei tempi veloci e sedicesimi )....
 e ....relativa sincronizzazione con tutto il resto.

Giustamente dice iMaurizio (ed anche fcoltrane) che si dovrebbe tirare giù una rod map. (...concordo ....)

Lo sfogo nasce dall'arrendersi all'evidenza dei fatti che il fai da te è estremamente rallentante ( e perciò alla fine frustrante )
Più volte è stato toccato l'argomento in cui  tanti vorrebbero approcciarsi al jazz , ma alla fine (anzi più correttamente fin già dell'inizio) i più si scontrano (difettano) con la mancanza di solide  basi tecniche.
E' osservabile , purtoppo, che quasi sempre , chi esce dal conservatorio , ha basi tecniche , ma spesso difetta nel linguaggio jazz , e mi verrebbe da dire ancor di più difetta nella mancanza dell'anima propria del jazz, ( è come se a loro gli rimanesse un'impronta basata sulle scali maggiori e minori, al più modali ) ma non posseggono "l'animo/a del jazz" e dell'improvvisazione ,(improvvisazione intesa non come una cascata di note modali che suonano bene, e che alla fine, però, non dicono  nulla, ma gli manca proprio quell'improvvisazione che è la ricerca dell'animo/a del jazzista).
Queste osservazioni ( a campo largo ) sono una cosa che , chi vuole avvicinarsi al jazz, spessissimo percepisce molto chiaramente ,( questa mancanza d'anima e  questa improvvisazione "scolastica") e non l'accetta e vorrebbe invece provare a tirar fuori la sua anima (l'anima jazz che ha in se, dentro di se ! ) .
Da li il desiderio di provare ad essere "autodidatta", il passo è breve  (me compreso )(con tutti gli errori , di cui parlavamo nel post precedente, che ne conseguono.
Quando "l'aspirante jazzista" inizia a rendersene conto, cerca di correre ai ripari, ma essendo un neofita non ha la "road map" ,(road mapche dovrebbe essere stilata da un jazzista vero e completo e che abbia la capacità di essere un bravo professore ed un bravo didatta ).
La sfortuna di tutto questo trova il suo apice quando poi l'aspirante jazzista decide di prendere lezioni.... si.... ma .... da chi ?.....
Tanti sono i diplomati in musica ( che si offrono di dare lezioni di musica e sullo strumento ) ed in parte fanno il loro , il giusto ,.... e forniscono le basi all'allievo....che però non sono quasi mai la strada che imbocca  l'indirizzo jazz a cui l'aspirante jazzista vorrebbe/vuole tendere.
Io trovo che in Italia, tranne alcune valide scuole jazz, manchino dei testi di riferimento che siano capaci di formarti nelle " basi necessarie " , ma che siano però capaci di introdurti al "sapore " del linguaggio jazz ( Con questo non stò dicendo che le scale maggiori , minori e modali  debbano essere escluse/non studiate ) stò dicendo che certi passaggi/indirizzi jazz sarebbe bello che si potessero iniziare a studiare, per sciogliere le dita al jazz, già come testi/esercizi di studio .
Licks e pattern.... anche lì bisognerebbe sceglierli, provarli ,  ...avere  quantomeno una road maps indicata da qualcuno, quantomeno " orientata al jazz " aiuterbbe tantissimo a costitutire/costruire una solida e valida  struttura/base  jazz per l'allievo jazzista in tempi ragionevoli.......(anche inteso in un numero di  3 -4 anni ).
Questo ragionamento non è inteso solo per chi voglia/scelga di essere un professionista , bensì vorrei/ mi piacerebbe che fosse inteso (e rivolto ) sopratutto per permetter a quella moltitudine  di persone  ( come me ) amanti del jazz che vorrebero suonare jazz ad un buon livello amatoriale.

Torno un attimo sull'argomento su come / cosa fare per aumentare la "destrezza" delle dita.

Sulla chitarra per sciogliere le articolazioni si fanno degli esercizi mirati a suonare note che distano 2 capotasti, sono dei veri esercizi " spaccadita " (non tutti hanno le mani grosse , e chi ce l'ha normali o piccoline , sente la limitazione della poca spaziatura delle articolazioni fra le dita , e questi esercizi aiutano parecchio.

Per la tromba, la trombettista  Estella Aragon sottolineava, nel suo video come uno degli errori più comuni che fanno i neofiti , quando devono suonare velocemente , è non alzare a sufficienza le dita , cosicchè le valvole non si riaprano per bene e rimangano così un po' chiuse, (sporcando il suono ). Per rimediare a questo suggeriva di tenere premuto il tasto centrale e di esercitarsi ad alzare e premere alternativamente e ripetutemente l'indice e l'anulare,  ( addirittura alzarli a livello tale da non far più toccare i tasti...)
Vizzutti poneva l'accento, al contrario,  nel suo videocome uno degli errori più comuni che fanno i neofiti , quando devono suonare velocemente , fosse il non premere a sufficienza le dita , cosicchè le valvole non premute bene a fondo , non si aprissero a sufficienza ed anche in questo caso il suono che ne derivava rimanesse anche in questo secondo caso  "sporco "....
Per cui consigliava di esercitarsi a suonare velocemente , premendo per bene i pistoni fino in fondo.

Fatto salvo il consiglio di entrambi a non tenere  il mignolo nell'uncino ,: Avete da suggerire un' esercizio che aiuti a strecciare le articolazioni un po' più del normale  (nella chitarra si suona fra 2 capotasti, noi che ci potremmo inventare come esercizio, che sia poi un po' più funzionale sulla tromba ?... )
Thanks ed un saluto. ( Anche agli altri forumisti, ;)  che sono invitati a dire la loro.... :)
: Re: Allen Vizzutti Costruire la fluidità nel nostro modo di suonare la tromba
: fcoltrane May 25, 2024, 01:04:13 PM
Dirty non sei il solo che incontra le difficoltà che descrivi.
L'unica cosa che possiamo fare è continuare a studiare: più accresci la tua tecnica strumentale più sei in grado di esprimere ciò che vuoi.
Purtroppo per  improvvisare su uno standard jazz devi avere un certo livello tecnico .
Non è un dogma ma il primo passo è  la "conoscenza" degli accordi sul proprio strumento.
il secondo passo è la capacità di "trattare " l'accordo .
Con il termine conoscenza intendo anche la conoscenza pratica strumentale.
Io ad esempio che suono il sax tenore in Bb ho una buona conoscenza strumentale degli accordi e delle tensioni ma quando suono la tromba mi scontro con la mancanza di tecnica strumentale (la conoscenza teorica e di suoni c'è la pratica e la corrispondenza con lo strumento tromba manca)
per quanto riguarda la velocità della diteggiatura per me è un falso problema .
Magari otterrai enorme soddisfazione improvvisando sulle ballades o sui brani swing e medium . (i fast per molti di noi sono solo una .
bella  utopia) .

Dicevo che è un falso problema perché se stai messo bene con emissione e produzione di suono senza sforzo ,il movimento delle dita è consequenziale.
spesso le difficoltà della diteggiatura sono un indice di problemi di natura diversa. (o per lo meno a me capita così)







: Re: Allen Vizzutti Costruire la fluidità nel nostro modo di suonare la tromba
: dirtysound May 25, 2024, 03:45:14 PM
Io sono un po' migliorato, inquadrando ed associando meglio  le note bemolle e diesis che leggevo,  quando ho iniziato a lavorare sulle scale con 3-4 bemolle e 3-4 diesis in chiave . Lì ho dovuto lavorare per centrare meglio la muscolatura labiale e la giusta emissione " imparando nuovamente"a suonare senza forzare .
Un altro step che mi ha aiutato è stato lavorare "cromaticamente" sulle triadi maggiori e minori .
lavorarci per me significa : leggere fluentemente (anche se non ancora a prima vista ,ma nel tempo sono migliorato abbastanza) le note , associarci subito la posizione e l'emissione giusta per ottenerle. Agli inizi leggevo la nota ma mi capitava di sbagliare l'emissione  e quindi steccavo. Sopratutto all'inizio quando cercavo di riprodurre il suono con memoria uditiva e non perchè invece  l'avessi metabo,lizzata dentro di me, ottenedo la sicurezza che deriva dal centrare la nota, come quando hai  la consapevolezza dell'averci lavorato su, così tanto da essere capace di leggerle ottenerla in automatico.
Lavorare cromaticamente sulle triadi invece mi ha aiutato tantissimo perchè ti abitua a distinguere bene un semitono da un altro , riesci a capire bene e a conservare dentro di te il suono e come devi produrre la nta e la giusta intonazione. A volte prima mi capitava di avere in mente , faccio per dire un Lab e lo ottenevo (andando a memoria uditiva ) suonando un La fortemente calante. Tenuto presente che la tromba non è che sia proprio uno strumento facile ed intonatissimo, (e  non è come una tastiera dove premi il tasto ed esce la nota) , devi proprio imparare a produrla ed intonarla.
Così la sincronizzazione di quello che si legge e si deve produrre come suono.
Non a caso Vizutti " pizzica e mette inguardia " riportando degli esempi e non facendo nomi, sul suonare con le dita fuori timing e facendo intendere che anche trombettisti già noti, hanno le loro pecche , le quali non sfuggono a chi è un passo avanti e sa ascoltarle bene.
Tornando a me, cercare di riconoscere i miei errori e le mie pecche è il primo passo per provare a risolverle.
Mi sono accorto che non sono un fulmine con le dita, ma voglio provare a lavorarci su.
Ad es. mi rendo conto che la mia mancanza di velocità delle dita , mancanza di destrezza è causata sopratutto dalla lentezza che ho sul dito anulare, non lo alzo abbastanza e non lo muovo abbastanza velocemente  ed il suo tendine tira , si stanca e mi da dolenzia poco dopo che lo uso e così anche il tendine del medio (anche se in misura minore ).
Conosco questa problematica ( è similare nella chitarra ) , non c'è altra soluzione che lavorarci su con degli esercizi adatti, solo che quelli provati finora hanno prodotto miglioramenti veramente lenti e tuttosommato piccoli, per questo chiedevo consiglio qui nel forum.
Può darsi che tu sia .. "naturalmente sciolto nelle articolazioni " oppure sei più sciolto perchè ci ha già lavorato con il sax , probabilmente io non sono nella tua condizione...
Da quello che vedevo dei due video (Estella Aragon e Vizzutti ) entrambi adottano la stessa maniera di premere i tasti., simile a quella che utilizzano i maestri di pianoforte.
La Aragon dice :" immaginate di avere una palla da baseball sotto il palmo della mano ( e tu capisci anche la mente rivolta allo sport che hanno) , da noi si dice : " immagina di avere una mela sotto il palmo della mano....... :D
....Quando si dice che noi Italiani abbiamo la mente sempre rivolta al mangiare !.... :D  ;D  ;D  ;D   (C'è un perchè !... :D  ;D  )

Continuo ad aspettare qualche dritta  per lo stretching  delle mie articolazioni.... ;)  :D   :) 
( Grazie... ) ;)  :)
: Re: Allen Vizzutti Costruire la fluidità nel nostro modo di suonare la tromba
: fcoltrane May 25, 2024, 04:19:26 PM
per quanto riguarda le triadi ora che riesci a leggerle devi fare l'ulteriore sforzo di suonarle a memoria magari  seguendo lo stesso procedimento quindi cromaticamente.
do mi sol,  do #  fa sol#  ecc
e poi verso il basso.
quindi con le minori. do mib sol .

quando hai le triadi parti con le quadriadi.
do mi sol si ecc..
quando hai tutto questo materiale come emissione e sotto le dita parti con i rivolti e con le estensioni.
da qui in poi si può cominciare con la costruzione dell frasi  sul II V I .

per la velocità delle dita non so darti un consiglio diverso da quelli che hai già indicato.
Puoi però fare una verifica per capire se la difficoltà dipenda davvero dalle dita e non da tutto il resto (emissione respirazione legata alla  articolazione )
prova cioè a diteggiare senza suonare verificando la corretta sincronia.
In questo modo se dovesse essere un problema effettivo del diteggiare potresti allenarti senza suonare .
Se invece come capita a me la difficoltà del diteggiare è legata a determinate parti del registro (le estremità) l'unica tecnica di studio che conosco è quella della articolazione.
(è un po ripetitiva ma risolve qualsiasi problema).
: Re: Allen Vizzutti Costruire la fluidità nel nostro modo di suonare la tromba
: dirtysound May 25, 2024, 09:20:36 PM
Grazie fcoltrane del feedback, ma giusto per aggiornarti sul questione, le triadi  le ho prima lette suonandole cromaticamente per imparare a incamerare la giusta emissione per avere un bel suono , poi ho cercato di fare il salto in più, imparandole a memoria cromaticamente (quasi un anno e 1/2 ) e devo dire questo è stato un bel salto sotto tanti aspetti , in termini di produttività , anche con un occhio  rivolto all'armonia che ne deriva, (come dicevi tu ). Al di là dell'estensione sui limiti (ognuno ha i propri ), purtoppo il problema della mancanza velocità di velocità nella diteggiatura è proprio legato (come dicevo precedentemente) ai tendini dell'anulare e del medio, non riesco a trovare degli esercizi che mi aiutino a migliorare, in maniera sensibile, lo scioglimento dei movimenti dell'articolazione.
Speriamo in qualche buona dritta.... Ciao.  :)
: Re: Allen Vizzutti Costruire la fluidità nel nostro modo di suonare la tromba
: iMaurizio May 26, 2024, 10:01:36 PM
Tantissima carne al fuoco anche stavolta  :), non riesco a dare un contributo che comprenda tutti gli aspetti toccati, per cui proverò di dare qualche risposta a quelli che io ho individuato come dei punti caldi .

imparandole a memoria cromaticamente (quasi un anno e 1/2 ) e devo dire questo è stato un bel salto....

Complimenti per il salto, ma personalmente credo che un anno e mezzo di tempo per raggiungere uno specifico/singolo risultato sia un tempo troppo lungo,
non nel senso che tu sia stato troppo lento o troppo poco bravo, ma nel senso che in generale credo sia molto importante nello studio darsi degli obiettivi
1) certamente personalizzati ma soprattutto 2) raggiungibili in un tempo più breve, per tante ragioni.


Dito anulare, stretching, velocità....
Come tutti i pianisti sanno, il medio e l'anulare sono un po' incollati tra loro, per cui mentre da un lato risulta abbastanza semplice (se si appoggia la mano su un tavolo) sollevare e riabbassare il medio, farlo solo con l'anulare è più difficile e risulta più semplice se insieme all'anulare si solleva anche il medio.
Non a caso un tipico movimento/tic_volontario che un pianista fa anche se è al bar con gli amici è quello di mettere la mano/polso sul tavolo come se dovesse suonare e poi picchetta solo con l'anulare.

Questo aspetto riguarda un po' anche i trombettisti, ma non con la stessa problematicità, nel senso che con la tromba tutto si riduce a 3/4 combinazioni di posizioni un poco più difficili proprio perché mettono alla prova l'indipendenza tra medio e anulare. Con semplici esercizi la situazione migliora rapidamente.

Ad es. mi rendo conto che la mia mancanza di velocità delle dita , mancanza di destrezza è causata sopratutto dalla lentezza che ho sul dito anulare, non lo alzo abbastanza e non lo muovo abbastanza velocemente  ed il suo tendine tira , si stanca e mi da dolenzia poco dopo che lo uso e così anche il tendine del medio (anche se in misura minore ).

Stretching, indolenzimento e quindi difficoltà ad aumentare la velocità possono essere dei segnali che non ci si sta muovendo correttamente.
Il muoversi delle dita durante esercizi di tecnica non deve MAI essere muscolare/strecciato/forzato, ma deve essere sempre morbido a partire dal polso fino alla punta delle dita. Evitare di fare dei movimenti eccessivamente veloci se in realtà non si controllano con musicalità e precisione. Una frase veloce non è solo una questione di ginnastica.

Dopodiché se ci sono dei punti di difficoltà particolari, dei passaggi che si percepiscono più macchinosi di altri, si possono fare frasi/esercizi proprio dedicati a quei passaggi.

Ad esempio
https://i.imgur.com/SDeuJRp.jpg
: Re: Allen Vizzutti Costruire la fluidità nel nostro modo di suonare la tromba
: dirtysound May 27, 2024, 12:53:56 AM
Grazie iMaurizio, si percepisce dalle tue risposte che sei un : " Generoso " nell'animo !  ;)  :)
Grazie per le indicazioni e per l'esercizio che proverò a svolgere (con regolarità ) . Speriamo bene ... ;)
Come avevo già scritto in un altro post, si fanno sempre i (possibili )conti con il poco tempo a disposizione.
....Imparare a memoria e suonarle  le triadi minori e maggiori ......Volevo provare a darmi le basi per improvvisare...
Leggere e scrivermi un brano, per come lo sento,  ho imparato a farlo e  imparare a scriverlo/scriverli mi ha aiutato sopratutto nel contare e suddividere bene il tempo , a capire bene le differenze fra le opportune figurazioni da adottare per ottenere quello che volevo esprimere.
Tu puoi avere in testa lo sviluppo del tema e quindi riuscire comunque a scriverlo, (ed è anche bello riuscire a fissare su carta certi passaggi che ti piacciono ), però improvvisare (in maniera propria ) è un altro passo.... devi proprio avere/acquisito dentro di te le note e la giusta emissione per farle così come le pensi. Pur avendole in testa non riuscivo a tirarle giù con una memoria solo uditiva. Imparare a memoria e suonare le triadi minori e maggiori in maniera cromatica mi ha costretto, specie agli inizi, a lavorare e mettere a fuoco gli intervalli da prendere fra le note, "impararli e memorizzarli" su ogni semitono, ...e (così facendo) imparare a distingurìere bene il suono che ogni semitono ha (e quindi a metabolizzarlo bene dentro di me); adesso riesco "quasi" a distinguerli ed identificare ogni singola nota ,... gli intervalli di 3^ maggiore , 3^ minore , 5^ , 5^ ecc,  4 ^, 7^ , maj7.    ....working in progress...
Ho questa benedetta limitazone fisica nelle articolare il movimento veloce dell'anulare e del medio (come hai ben evidenziato e descritto anche tu ) che ancora non riesco/non sono riuscito a migliorare finora. Speriamo nei (e con ) i tuoi consigli di riuscirci....ma se proprio vuoi/volessi ....scrivere una bella road map .... per gli utenti sfigati del forum... fai pure  ::)  non ti tratteniamo....! :D   ;) (...e...non sarebbe una cattiva idea,  un'idea malvagia, aprire un  bel post in tal senso !    :D  :D   ;  )

Per tutte le cose , ci vuole tempo , il tuo tempo...

Grazie ancora , un abbraccio e a risentirti.. :)
: Re: Allen Vizzutti Costruire la fluidità nel nostro modo di suonare la tromba
: iMaurizio May 27, 2024, 05:59:44 PM
A che velocità (bpm al quarto) riesci a suonare lo studio
30, 32, 34 e 37 del Clarke ?


Una scala maggiore suonata a partire dai vari gradi, andata e ritorno, in qualsiasi tonalità e scritta in ottavi, a che velocità riesci a farla ?

Parlo di velocità con le quali riesci ad avere un buon controllo.....

Giusto per farsi un idea dell'entità di ciò che tu definisci un limite che ti preoccupa.....



: Re: Allen Vizzutti Costruire la fluidità nel nostro modo di suonare la tromba
: iMaurizio May 28, 2024, 11:36:55 AM
....Imparare a memoria e suonarle  le triadi minori e maggiori ......Volevo provare a darmi le basi per improvvisare...

Ma tu pensi che Chet Baker o Miles Davis abbiano studiato le progressioni cromatiche delle triadi per ampliare il loro fraseggio ?

Si tratta naturalmente di esercizi comunque utili che fanno raggiungere qualche tipo di risultato,
ma non hanno nella maggior parte dei casi una ricaduta diretta nella grammatica di base dell'improvvisazione.

Consideriamo inoltre che la tromba, a differenza del sax e di altri strumenti che si muovono nell'estensione con maggiore agilità, è uno strumento che tende a muoversi principalmente per gradi vicini, per cui le scale o delle frasi (pattern) ricavate dalle scale sono il materiale primario per costruirsi una dialettica di base per l'improvvisazione.


Per non dimenticare poi l'importanza di imparare e suonare gli assoli altrui, ma questo è un altro capitolo   :)
: Re: Allen Vizzutti Costruire la fluidità nel nostro modo di suonare la tromba
: dirtysound May 28, 2024, 04:55:48 PM
Ciao iMaurizio , in questo periodo ( da circa 2 mesi ) mi stò principalmente dedicando a cercare di realizzare nel mio box auto un box insonorizzato .
Per non avere problemi di nessun tipo con il Certificato Prevenzioni Incendi ho deciso di non chiudere e di non mettere alcuna finestra sulle griglie di aereazione presenti nel Box, ( questo comporta la necessità di utilizzare un Box di tipo chiuso e non più una suddivisione del box auto mediante pareti a L).
Da quello che ho capito un box di altezza inferiore ai 2 m   x   P = 2,50m   x   L=  1,50m  non ancorato a pavimento od alle pareti  equiparato ad un capanno attrezzi e conseguentemente , come tale , non dovrebbe infrangere infrange nessuna regola edilizia, a condizione che continui a permettere il parcheggio dell'auto ( in tal modo viene salvaguardata la  destinazione d'uso del Box  come Box auto.)
(Probabilmente lo farò realizzare proprio dalla ORMACS).
Poichè i box ai piani interrati sembrano essere stati scelti come "nursery " dalle zanzare ho fatto realizzare delle zanzariere, il cui montaggio però sta' incontrando qualche difficoltà a causa di un fuori squadro delle aperture murarie per l'aereazione. Il problema nasce dal fatto che queste aperture di aerazione sono sui muri comuni ad altri box, ed essendo "comuni" non è permesso alcun aggiusto. Devo per forza intervenire sulle zanzariere già realizzate ! Sto' provando a sistemare le fessure con dei nastri in neoprene, sembra una possibile soluzione , ma mi fa storcere il naso , (avrei preferito un lavoro più pulito e  calibrato , (.... ma tant'è , è così se vi pare...!).
Dopo dovrò far sistemare l'impianto elettrico e poi ordinerò il Box.
In questo preciso momento sto' quindi dando la priorità a realizzare questa cosa, che richiede il suo tempo e che spero, dopo, mi ripaghi regalandomi una quantità di tempo maggiore per dedicarmi alla tromba.
Veniamo a me, il Clarke come ti avevo detto , l'avevo sospeso ed ho quindi bisogno di riprenderlo, ma conto di riprenderlo per bene (così come altri testi ) , appena avrò finito questa cosa qui  del box che ti ho detto.
Non ho fatto ancora (e non ci avevo mai pensato prima ) una prova per misurare di quanto siano i massimi BPM per eseguire otto ottavi (da gestire in controllo).
(Ragionevolmente bassi, credo  ).    Poi suonati come ? Staccati ? legati ?) .
Ovviamente ti anticipo che tanto maggiore sarà il numero di note in cui devo premere anulare e medio tanto più questa velocità di esecuzione sarà bassa.
E' proprio questo il problema , è qui che mi rendo conto che la massima fluidità/velocità di esecuzione viene "costretta" dalla più bassa velocità di articolazione ( che quindi ti limita....). Ne sono perfettamente conscio ed è per ciò che voglio provare a lavorarci su.
Devo trovare il metronomo , il mio fido BOSS DB-30 dr. Beat , ce l'ho da qualche parte, devo solo trovarlo. Puoi già darmi/fornirmi qualche stima indicativa ?

Chet Baker e Miles Davis.... è un colpo basso...   ;)

Ho ascoltato molto e spesso Chet Baker , più di Miles. Lui è un mondo a sé ! Ha una sua maniera di suonare, di cercare le dissonanze che non ha nessun altro....
Vediamo se riesco a esprimere il mio punto di vista....
Tieni presente che ho frequentato un paio di anni e più una scuola Jazz, (lezioni comuni ) il primo anno, diciamo introduttivo, il secondo anno di livello un po' più approfondito.
Ovviamente scale maggiori, minori, armoniche, modali ( ma stiamo sempre lì), scale blues,maggiori minori,e particolari,  pentatoniche maggiori minori, diminuite ecc.ecc. accordi che si ottengono e che si formano da queste scale, e anche altre scale particolari, (esatoniche, maggiori armoniche ( suonare INSIDE  o OUTSIDE )... è inutile farne l'elenco.
C'è stata anche una parte dedicata all'analisi armonica dei brani , struttura dei brani, individuazione delle tonalità, modulazioni, sostituzioni di accordi.
Come affrontare una improvvisazione base (scolastica ).
Ovviamente individuazione della tonalità, e possibilmente relativo modo, e se presenti modulazione, analisi della struttura del brano. Una  delle prime cose che ci dicevano era di suonare gli arpeggi degli accordi del brano, in modo da incamerare la struttura, successivamente provarci le scale. Questo lavoro base , ci dicevano, serve a costruire il "recinto musicale" entro il  quale si sviluppa il brano, che devi incamerare ,(sopratutto armonicamente). Poi puoi provare a muoverti in questo recinto , arpeggi discendentii e ritorno con scala o viceversa , aggiramenti delle note, ecc. Serve a masticare la "base". Una volta che hai incamerato la base ( " il recinto"), poi puoi provare a rimanere in questo recinto o uscirne , ma è importante sapere dove sta' il recinto per saperci tornare o trovare delle note a cui agganciarsi per non perdere il filo musicale (per te stesso o per l'ascoltatore) .
Questo è grossomodo quello che ho avuto modo di capire ,come visione di insieme, in questi due anni di frequentazione  . Il passo successivo , che voglio provare a fare , è quello di acquisire queste informazioni sullo strumento,....e sotto le dita...
(Leggere ed eseguire un brano (anche bene per chi ci riesce ) è comunque differente dall'essere capaci di eseguirci una improvvisazione....
Avere le note sotto le dita è un'altra cosa... (...e possibilmente, ..dopo aver sviluppato queste cosidette  "basi " dopo ( o contemporaneamente ) necessario sviluppare il proprio modo di  "sentire" musicale .
Accorgersi della necessità di fortificare (o anche di costruire delle basi tecniche mancanti )  e riuscirci senza perdere troppo  tempo, seguendo una road map , è anche un obiettivo ( ragionevolmente primario rispetto a tutte queste cose che ho elencato ).
Questo è quanto.
Grazie, ciao !  ;)  :)
: Re: Allen Vizzutti Costruire la fluidità nel nostro modo di suonare la tromba
: Navarro May 28, 2024, 10:07:56 PM
Il libro JAZZ TRUMPET TECHNIQUES for developing articulation and fast fingers di John McNeil contiene, tra le altre cose, diversi esercizi e suggerimenti per migliorare la destrezza delle nostre dita, attività che in realtà coinvolge molto anche il cervello, sia come "pilota" delle dita, sia in termini di velocità di pensiero. Gli esercizi consistono nella ripetizione di brevi frasi che comportano delle diteggiature particolarmente antipatiche (avete presente Paolo Villaggio quando diceva "mi si sono intrecciate le dita"? I meno giovani lo ricorderanno).
Tra i suggerimenti, oltre quelli più ovvi (iniziare gli esercizi lentamente cercando prima la precisione e solo dopo la velocità; esercitarsi anche senza suonare, articolando le posizioni con la mano sui tasti e percependone la precisione dal rumore delle valvole; ecc.) ne ricordo uno un pò particolare: esercitarsi nelle diteggiature ostiche eseguendole con la mano sinistra invece che con la destra. Tale variante evidentemente introduce nell'esercizio una difficoltà in più nella coordinazione dei movimenti, sforzo della cui utilità ci si accorge nel momento in cui si ritorna alla situazione abituale (articolazione con la mano destra).   
: Re: Allen Vizzutti Costruire la fluidità nel nostro modo di suonare la tromba
: dirtysound May 29, 2024, 12:41:32 AM
Grazie del feedback Navarro, questo libro che ci hai suggerito,  fa presupporre (leggendo il titolo ) che siano presenti degli esercizi orientati a sviluppare velocità con un occhio rivolto al jazz , E' realmente così ? (merita l'acquisto ? ).

Tra l'altro c'è una cosa che hai scritto ed è quella per la quale  fai riferimento al percepire il rumore delle valvole , durante l'esecuzione dell'esercizio....
Mi ha fatto tornare alla mente un particolare del video di Vizzutti : dove anche lui, per far percepire esattamente  il "timing" delle dita , ( senza suonare ) aveva svitato i tappi superiori dei pistoni .... ( infatti vi ricordate che quasi incosciamente avevo detto che l'esempio di timing delle dita di Vizzutti mi aveva ricordato l'abilità e la precisione  di certi batteristi sui tempi veloci ...? ....la mia attenzione sul tempo era stata catturata dal rumore delle valvole... ).
E' possibile che questa sia una metodica propria dell'insegnamento musicale  trombettistico Americano ? Cioè:  il far ascoltare (senza suonare ) il rumore prodotto dalle valvole sia anche un modo per  insegnare , ascoltare e quindi controllare e misurare  il timing prodotto dalla destrezza delle dita di chi lo esercita ?  .....(.... Ragionevolmente mi viene da pensare di si ! ..... e pensandoci su , trovo pure che sia un sistema : "valido ed efficace ! " )

Grazie Navarro , attendiamo qualche news in più sul libro che ci hai indicato .
: Re: Allen Vizzutti Costruire la fluidità nel nostro modo di suonare la tromba
: Navarro May 30, 2024, 06:37:19 PM
Gli esercizi a cui ho accennato non hanno nulla di jazzistico, sono frasi di 2-4 battute, sul registro basso e medio basso, studiate appositamente per mettere a dura prova la coordinazione e la scioltezza delle dita. Il riferimento al jazz nel titolo penso sia legato ad altri esercizi di articolazione, posizioni alternative, ecc. sempre contenuti nello stesso libro.

La tecnica di esercitarsi sulla diteggiatura senza necessariamente suonare effettivamente le note mi fu già insegnata da un docente italiano decenni orsono, non è quindi una novità limitata alla scuola d'insegnamento americana. E' utile anche quando si prova un passaggio difficile di un pezzo che stiamo studiando senza necessariamente massacrare le labbra ripetendo la stessa frase decine di volte, oppure quando ci si vuole esercitare senza far rumore (es. la sera tardi). Operando in questo modo il riferimento che hai per giudicare l'accuratezza dei movimenti è solo il rumore delle valvole, udibile in un ambiente silenzioso anche senza svitare i tappi come fa Vizzutti. Ad ogni cambio di posizione bisognerebbe sentire un solo clik, netto e preciso, anche se le valvole mosse sono più di una.
Per sfruttare il tempo in situazioni nelle quali non si ha la tromba a portata di mano, si può sempre provare qualche scala o qualche passaggio intricato picchiettando le dita sul bordo del tavolo, non sarà la stessa cosa ma male non fa, l'obiettivo è sempre quello di sentire un solo rumore per ogni cambio di posizione.

Si diceva del provare i passaggi complicati lentamente per poi aumentare gradualmente il metronomo, in questo caso i cambi di posizione delle dita non debbono a loro volta essere pigri ma veloci e precisi come se si stesse andando a 300 di metronomo. La differenza è che eseguendo il passaggio lentamente si ha più tempo per pensare in anticipo al successivo cambio di posizione. Accelerando gradualmente non si fa altro che abituarsi a tempi di preparazione mentale al cambio successivo sempre più ridotti. Nel libro citato l'autore suggeriva anche di esercitarsi nei passaggi difficili facendo repentinamente i cambi di posizione a due a due (due cambi veloci, un attimo di pausa, altri due cambi veloci, ecc.).

Sul comprare questo testo o meno, mi astengo. Considera che sono una trentina di pagine ed adesso credo sia difficile da reperire (lo comprai negli USA una trentina di anni orsono). Dello stesso autore c'è quest'altro testo che dovrebbe incorporare quanto trattato in quello da me citato.
   
: Re: Allen Vizzutti Costruire la fluidità nel nostro modo di suonare la tromba
: Zosimo May 30, 2024, 06:40:55 PM
Io ce l'ho ed è forse uno dei testi più utili sul fraseggio jazz.
come diceva il poeta: puoi sapere tutte le scale del mondo, ma
se non swinghi sempre tarantella è :D
: Re: Allen Vizzutti Costruire la fluidità nel nostro modo di suonare la tromba
: dirtysound May 30, 2024, 08:28:47 PM
Grazie Navarro, della risposta.
Veramente esaustiva la disanima che ne hai fatto a riguardo la parte del libro relativo agli esercizi per migliorare la velocità dell'articolazione delle dita.
Avevo letto qualche volta il suggerimento di provare ad eseguire un brano anche senza suonarlo e ci  avevo anche provato. ma sinceramente non mi aveva convinto questo approccio , perchè per la verità ero più concentrato a capire solo come suonarlo e non mi era mai passato per la mente che invece potesse essere utile per controllare/esercitare la destrezza delle dita, nè alcuno mi aveva suggerito quest'altra utilità.
(....Vedi a che serve un forum ?... :D)
(Parentesi sulla mia tromba se non allento un po' i tappi superiori non è che si senta molto il rumore delle valvole ( per via dei feltrini )(Sarà che sono un po' sordo ? ....May be...!  ;) :D

Però in questo momento torno a pensare sempre che uno studio di conservatorio tenda a formare meglio , ed aiuti ad affrontare con la giusta gradualità, le difficoltà sia dello strumento che musicali .... (Tieni duro fcoltrane !...)  ( ....Quasi sempre, i validi trombettisti e vorrei dire più in generale , i migliori musicisti  che ho ascoltato, (e con i quali successivamente mi si è presentata l'occasione di parlarci) erano persone che comunque avevano alle spalle studi classici di conservatorio, e che succesivamente avevano virato sul jazz, ma  si sentiva comunque che avessero sulle spalle  delle solide basi ,  sia musicali, come anche sullo strumento .
( ...mi convinco sempre più che il fai da te autodidatta sia una gran perdita di tempo , ed i pochi bravi strumentisti autodidatti che ho conosciuto quasi sempre mi hanno comunque detto che, ad un certo punto. anche loro hanno sentito la necessità di approfondire certe sezioni di studio in maniera più approfondita e classica....)
...Per contro non saprei dire se gli studi classici sappiano insegnarti a trovare ed  a tirar fuori quel quid/ quel sentire tipico dell'animo di un jazzista. ( in questo concordo con iMaurizio quando mi fa gli esempi di Chet e Miles).
( .. ma... in questo momento mi sento deficitario....nelle basi ..)

Parentesi: Vorrei togliere la scritta Prima Tromba sotto il mio nickname,..  perchè sicuramente non mi appartiene..meglio terza tromba, aspirante alla seconda... ;) :D )
 
Tornando al testo..
Ero andato a cercare il libro : JAZZ TRUMPET TECHNIQUES for developing articulation and fast fingers di John McNeil e avevo notato che è vecchiotto ( come data di edizione e che risulta anche di difficile reperimento, per questo prima di imbarcarmi nella spesa avevo sentito la necessità di chiedere qualche ragguaglio in più ).
Qual'è il titolo dell'altro testo dello stesso autore che dovrebbe incorporare il primo che hai citato ?  :)

Grazie , ciao.
: Re: Allen Vizzutti Costruire la fluidità nel nostro modo di suonare la tromba
: Navarro May 30, 2024, 08:50:46 PM
...Qual'è il titolo dell'altro testo dello stesso autore che dovrebbe incorporare il primo che hai citato ?  :)

Grazie , ciao.
Sì, scusate, non ho messo il link:

https://www.birdlandjazz.it/en/fiati/45241-the-art-of-jazz-trumpet-bookcd.html
: Re: Allen Vizzutti Costruire la fluidità nel nostro modo di suonare la tromba
: fcoltrane May 30, 2024, 09:17:44 PM
Per me la vera svolta per acquisire materiale per improvvisare è stata la conoscenza degli accordi e successivamente la tecnica di costruzione della frase e della linea melodica.
Se non conosci l'accordo nella sua forma base difficilmente conosci lo stesso accordo con le estensioni.
Per me quindi la conoscenza delle triadi è stata la base fondamentale
per questo ti dicevo il primo passo è studiare le triadi poi le quadriadi quindi le estensioni.
Ricordo che l'anno scorso ho preso qualche lezione di improvvisazione con un grande trombettista jazz e singolarmente una delle prime lezioni coincideva con la prima  lezione che anni prima avevo ascoltato con il sax.
L'accordo maggiore nona con il pickup.
quindi ad esempio su do.
si do mi sol si re.
quindi trasportare questa frase su tutte le tonalità.

solo qualche lezione dopo ho compreso che questa frase poteva essere suonata su la minore.
e quindi considerando il pickup sulla terza minore.
quindi si pickup do terza minore mi quinta sol settima bemolle si nona re undicesima.
(le estensioni dell'accordo)
quando comincerai a riconoscere le estensioni (magari con le tensioni 9 b 11# 13 b) riconoscerai perfettamente il linguaggio che utilizza Chet per il 90 per cento delle sue frasi


: Re: Allen Vizzutti Costruire la fluidità nel nostro modo di suonare la tromba
: dirtysound May 31, 2024, 06:55:01 PM
Confermo, che quanto dice fcoltrane nella prima parte del suo intervento, era uno dei primi passi , che ci sono stati insegnati aella scuola jazz. Riassumendo:
- 1° passo ) Capire queste informazioni è il 1° passo;
- 2° passo ) Leggere e suonare questa tipologia di esercizi è il 2° passo ,( che serve per iniziare ad incamerare i suoni ,.... ma non basta e non è sufficiente, suonarli , leggendoli.... )
- 3° passo ) Incamerarli ed impararli a memoria è il passo più difficile, è lo scoglio  più duro e più lungo ( è il 3° passo ) ;
  ( E qui siamo ancora alle "Basi" dell'improvvisazione , siamo ancora a studiare il recinto nel quale bisogna imparare gradualmente a muoversi con scioltezza, prestando orecchio ai suoni singoli e degli accordi che si vanno a formare e conseguentemente a come saranno collegati/relazionati all'armonia del brano;
- 4° passo ) Il 4° passo è iniziare a maneggiare questi suoni, queste nozioni interpretando il nostro "sentire" sempre in relazione all'armonia.

( E a questo punto  che sull'armonia ci sarebbe da aprire tutto un discorso per capire se è il solista che si deve adattare all'armonia o chi lo accompagna che deve essere bravo a capire in che direzione sta' andando il solista, e a mettergli sotto degli accordi in linea con il suo solo).

Per quanto mi riguarda sento di avere compreso abbastanza bene i tanti meccanismi che stanno alla base dell'improvvisazione, e saprei (ed in parte ho iniziato a farlo ) studiarli e praticarli . 
Lo studio però porta anche alla consapevolezza del punto in cui ci si trova, di cosa ti manca e di cosa quindi. dovresti fare per migliorarti; ti porta ( vorrei dire: spietatamente ) ad accorgerti delle difficoltà ( e/o in alcuni casi della mancanza ) in alcune delle tecniche di  base dello strumento  , ....ti porta pure ad accorgerti che, in presenza di queste mancanze, avrebbe poco senso proseguire lo studio  dell'improvvisazione ( sopratutto perchè  queste difficoltà lo limiterebbero pesantemente nel suo progredire e nel suo sviluppo).

(Ecco quindi la necessità di avere una road map attendibile per gli autodidatti ).
Giustamente ci vorrebbe un M° ( bravo ...e sostenibile in termini economici ) che faccia su di te un programma personalizzato oppure tornare / andare al conservatorio....

...E per tutti quelli che lavorano , ( e che magari devono stare attenti alle spese) e hanno poco tempo a disposizione ?.....
..Si dovrebbe chiudere il cassetto con tutti i tuoi sogni dentro ?....
...Il realismo delle cose, direbbe di sì , ...ma si sa... che i sogni  sono spesso  il motore degli uomini...
...Perchè non provare a sognare se ci fa stare meglio ?

Beh ! Dopo questa bella chiacchierata di alto profilo intellettuale  ::) , ho un paio di domande :

1^  @ fcoltrane:   Che cos'è il "pickup" ? ( mi sono fatto una mezza idea , ma giusto per avere conferma ).
2^  Spesso mi è capitato di leggere nelle recensioni il termine : "slurred ".  Non ho ben chiaro il concetto di cosa si intenda con questo termine. Si intende il suonare " Legato " ?

Attendo news . :)
: Re: Allen Vizzutti Costruire la fluidità nel nostro modo di suonare la tromba
: Zosimo May 31, 2024, 07:30:19 PM
eccolo qua il pick  up, ci voleva tanto:
(https://i.postimg.cc/wMBMhYPX/Regular-foe-2200-gbr-scb-h1-l1-xl-4x4-die-2000cc-man-na-opt2-3cqzh-globalfrozenwhite-4-copy-jpg-rend.jpg) (https://postimg.cc/wyS9pZ9M)
: Re: Allen Vizzutti Costruire la fluidità nel nostro modo di suonare la tromba
: Zosimo May 31, 2024, 07:32:24 PM
Comunque è vero il tempo, i soldi ecc ecc
e soprattutto un maestro live è mejo di uno on line
però ora nel 2024 abbiamo tutto a disposizione
lezioni on line, lezioni on line registrate, lezioni gratis sul tubo
insomma le scuse sono poche il vero problema che il jazz è materia lunga e da studiare
quindi a poco serve andare da Marsalis se poi a casa, si può suonare mezz'ora ogni tanto.
Prima regola per capire prima gli accordi comprare una tastiera.
daje
: Re: Allen Vizzutti Costruire la fluidità nel nostro modo di suonare la tromba
: iMaurizio May 31, 2024, 08:34:15 PM
Studiare e imparare a memoria una frase o un arpeggio in tutte le tonalità è un ottimo esercizio, non fa mai male e se fatto bene sviluppa vari aspetti del suonare lo strumento.

Purtroppo però non possiamo confondere la ginnastica con la performance, sportiva o artistica che sia.
Quella frase ahimè rappresenta meno dell'1% della fraseologia necessaria per costruire un assolo che non sia semplicemente una ripetizione scolastica e prevedibile di qualcosa che abbiamo studiato per mesi.

Per costruire quindi un po' di lessico occorrerebbe fare quel tipo di lavoro con molte decine di frasi differenti tra loro, ma a questo punto viene in aiuto una domanda pertinente di dirtysound

...E per tutti quelli che lavorano , ( e che magari devono stare attenti alle spese) e hanno poco tempo a disposizione ?.....


Evidentemente devono usare un altro metodo, altre strade di studio e forse un diverso approccio alla musica.   :)

: Re: Allen Vizzutti Costruire la fluidità nel nostro modo di suonare la tromba
: Zosimo June 01, 2024, 09:40:56 AM
Prima regola secondo me acquisire il linguaggio
Facendo palestra in big band...nessuno ne parla mai
Si vuole iniziare sempre a fare i solisti non parlo di dirty
Dico in generale.
: Re: Allen Vizzutti Costruire la fluidità nel nostro modo di suonare la tromba
: dirtysound June 01, 2024, 01:55:11 PM
Concordo, suonare in una band ed in sezione (non come solista ) è una ottima palestra. (Io ho iniziato con il M° Dino Blasi ) proprio così.
All'inizio l'ho vissuta un po' male , nel mio immaginario mi vedevo già proiettato come solista ....  :)   ;) .
Devo dire, ovviamente, che col passare del tempo  inizi veramente a capire cosa è una prima tromba ed un bravo....solista... (...ed il tempo ti castiga e ti ridimensiona...  :D  ),
ma al di là degli entusiasmi (giovanili), non è facile suonare in sezione. Intanto agli inizi rosicavo  perchè ero costretto a contare e contare bene per le entrate , gli stacchi, gli attacchi , non potevi entrare , non dico dopo, ma neanche un attimo dopo. Poi inizi a "suonare" con gli altri , inizi a sentire che cosa vuol dire essere un tutt'uno con una sezione fiati e aggiungo per onestà intellettuale, che rispetto a quando ho suonato io , la velocità dei fraseggi delle sezioni di oggi è veramente critica,notevole, ... devi essere quasi :...un " professore d'orchestra !".
....( Va dato e riconosciuto il giusto merito a chi suona in sezione oggi !  :)  :D )....
 In conclusione nella band devi avere il "timing nelle dita ( e non vuoi rimanere indietro...per cui ti impegni e sei costretto ad impegnarti   :D).

Torno un attimo sul perchè per me il  lavorare cromaticamente è/è stato così importante.

Intanto come ho detto agli inizi si tende a studiare ( o ti hanno detto di studiare...) le scale più semplici ad eseguirsi, e quindi si è teso ad allontanare da te le scale più scomode  (o non ti è stato  suggerito bene  di pratricarle anch'esse alla stessa stregua delle comode...) .

Questo modo di lavorare/studiare porta a vari  problemi :
1) educhi  l'orecchio e (2) le emissioni  solo su queste  note/scale più comode , conseguentemente questo porta, purtroppo/ovviamente  anche a non saper cogliere i suoni di queste note/semitoni meno utilizzate/i e meno comode/i ed inoltre anche ad non aver imparato la corretta e sicura diteggiatura e relative  emissione per ottenerle.
La conseguenza è che quando cominci a utilizzarle ti trovi "rallentato" con la consapevolezza di renderti conto di dover ricominciare tutto daccapo.

Ma pensiamo anche all'improvvisazione dove spesso si procede cromaticamente, per collegare delle note, con progressioni di accordi cromatici, con gli aggiramenti : un semitono sotto o sopra per atterrare poi sulla nota che si desidera, per cercare delle dissonanze...

Capire gli accordi (e quindi gli arpeggi e non solo ) è fondamentale specie quando vuoi ottenere delle dissonanze, infatti se ti cambia l'accordo, quella nota può perdere tutta la sua "magia".

Così mi permetto , con molta umiltà e rispetto di dire che anche i vari patterns e licks, bisogna capire come inquadrarli /utilizzarli...

...Si torna sempre alla conoscenza dell'armonia (ed anche all'incameramento dei suoni che essa produce ( ed un bravo solista questo dovrebbe capirlo/saperlo ) .

La bellezza di un lick, un pattern, del tuo liguaggio, può variare fortemente a seconda di che accordo /tonalità c'è sotto.

Per questo secondo me, incamerare "cromaticamente i suoni delle singole note" (nel senso più completo per ottenerle/suonarle), così come anche il "suono che ogni accordo ha" ,( anche nelle sue estensioni) è assolutamente importante" perchè ti permette , quando stai suonando di immaginare  la nota , ...l'effetto che vuoi ottenere, ...la dissonanza che vuoi ottenere sopra quell'accordo (...e   anche qui mi permetterei ancor più sottilmente di dire :...non necessariamente con l'uso di un accordo ...   Chet Baker docet...) .

Spero di essere riuscito a spiegarmi con sufficiente chiarezza su ciò che ho voluto dire.
: Re: Allen Vizzutti Costruire la fluidità nel nostro modo di suonare la tromba
: iMaurizio June 01, 2024, 02:09:09 PM

1^   Che cos'è il "pickup" ? ( mi sono fatto una mezza idea , ma giusto per avere conferma ).

E' un anacrusi. Una battuta o un gruppo di note che anticipano l'inizio di un brano/periodo/frase.
: Re: Allen Vizzutti Costruire la fluidità nel nostro modo di suonare la tromba
: fcoltrane June 01, 2024, 02:23:40 PM
Il pick-up è lil punto di partenza  e può essere composto da una singola nota o da un gruppo di note ( nel caso sia una nota il primo passo è studiarlo collocandolo mezzo tono più in basso rispetto alla nota cordale. . Dirty quello che evidenzi è stato un mio problema e per certi aspetti lo è tuttora. Il rapporto col cromatismo e con il mezzo tono. Se studiavo con il solo bocchino del sax era molto facile suonare scale accordi maggiori minori ecc.. molto più difficile suonare una scala cromatica. Anche oggi con il bocchino della tromba per me è più facile suonare accordi o scale maggiori o minori rispetto a una semplice scala cromatica. Per quanto riguarda l’altro aspetto posso raccontare la mia esperienza ed un punto di svolta per l’improvvisazione e ‘ stata la spiegazione e la lezione sulla costruzione della frase melodica ( come si impara a studiare e a costruire una frase) quindi gli esempi diatonici , trasformati con cromatismi ( ma il significato della frase era sempre lo stesso) . Dietro una frase cromatica c’è sempre una diatonica. Per poi passare alle frasi sugli accordi prima nella forma base per poi aggiungere progressivamente le estensioni e le tensioni con alcune regole ad esempio i corners .
: Re: Allen Vizzutti Costruire la fluidità nel nostro modo di suonare la tromba
: fcoltrane June 01, 2024, 02:24:24 PM
La definizione di Imaurizio è quella corretta
: Re: Allen Vizzutti Costruire la fluidità nel nostro modo di suonare la tromba
: dirtysound June 01, 2024, 02:25:01 PM
Thanks ! ;)  :D   E' in linea con quello che avevo immaginato .

Ma ... Anacrusi cos'è ? !  .... Scherzo ! ! !  Non lo conoscevo come termine , ma sono andato a vederlo..!

Grazie ancora !  :D

P.S. Rimane ancora da scoprire che sono le :  " slurred note " .....
( Termine utilizzato da Trent Austin in alcune sue recensioni ).  ;)
: Re: Allen Vizzutti Costruire la fluidità nel nostro modo di suonare la tromba
: dirtysound June 01, 2024, 02:31:27 PM
.....Aggiungerei  , a questo punto , anche la spiegazione dei : "corners ".....      ;)   :D

....Thanks ! !
: Re: Allen Vizzutti Costruire la fluidità nel nostro modo di suonare la tromba
: iMaurizio June 01, 2024, 02:37:35 PM
Facendo palestra in big band...nessuno ne parla mai

Vero che sia una grande palestra ma la big band è tutta un altra specializzazione rispetto a chi ambisce a sviluppare gli aspetti solistici.

Paradossalmente la big band ha dei requisiti molto più stringenti e va in una direzione quasi opposta a quella del solista.

Un solista o un aspirante tale (non importa se professionista o dilettante) deve imparare a tirar fuori il proprio suono dallo strumento, deve sviluppare un proprio modo di pronunciare e articolare, al fine di raggiungere un risultato espressivo personale che metta in evidenza le peculiarità dell'individuo.

In big band invece bisogna imparare a fondersi con gli altri, all'essere l'ombra della parte superiore alla propria e di fare capo alla prima parte della propria sezione col fine di essere compatti da tutti i punti di vista.

I solisti della tromba jazz di fama mondiale in linea di massima non hanno mai suonato in big band, oppure lo hanno fatto per brevi periodi in gioventù oppure come ospiti durante la loro carriera prevalentemente da solisti.

Chet Baker, Miles Davis, Lester Bowie, Kenny Wheeler, Don Cherry, Dizzy Gillespie, Woody Shaw, solo per dirne alcuni, non avrebbero mai potuto suonare in big band in modo stabile e produttivo, perché con le loro peculiarità non avrebbero legato con gli altri della stessa sezione.
: Re: Allen Vizzutti Costruire la fluidità nel nostro modo di suonare la tromba
: iMaurizio June 01, 2024, 02:39:16 PM
P.S. Rimane ancora da scoprire che sono le :  " slurred note " .....

Legatura di frase.
: Re: Allen Vizzutti Costruire la fluidità nel nostro modo di suonare la tromba
: Zosimo June 01, 2024, 02:46:13 PM
Io non mi riferivo ai grandi.
Ma ai piccoli da forum che imparano scale, triadi, quadriadi
Ecc ecc senza conoscere il linguaggio.
Tutti a fare il blusetto poi lo metti in sezione
E non sa contare le battute d'aspetto.
: Re: Allen Vizzutti Costruire la fluidità nel nostro modo di suonare la tromba
: iMaurizio June 01, 2024, 06:27:07 PM
Beh certo, se uno non sa contare le battute d'aspetto probabilmente ha altre immaturità che verranno fuori anche quando fa il blusetto   ;D

In ogni caso si tratta di due attività complementari che concorrono entrambe a far crescere il musicista, ma non sono necessariamente in collegamento tra loro.

In una big band si trova un po' di tutto, ci sono strumentisti anche solidi tecnicamente (non necessariamente professionisti) che se la cavano alla grande con una parte davanti ma che per diverse ragioni non vanno oltre quello, non fanno il blusetto. Questi possono anche rimanere in big band 20 anni ma non diventeranno degli improvvisatori grazie a questo.
: Re: Allen Vizzutti Costruire la fluidità nel nostro modo di suonare la tromba
: Zosimo June 01, 2024, 07:23:04 PM
Sì certo, io volevo sottolineare che molti studiano scale, accordi, ma non il linguaggio.
e quindi nell'accordo ci saranno le note giuste ma sa tutto di tarantella. o fanno un dixie come un be bop, insomma
credo di essermi spiegato.
Comunque nel volume uno dell'aebersold c'è tutto quello che serve per fare il blusetto ;D
: Re: Allen Vizzutti Costruire la fluidità nel nostro modo di suonare la tromba
: iMaurizio June 06, 2024, 04:14:48 PM
Sì certo, io volevo sottolineare che molti studiano scale, accordi, ma non il linguaggio.

Sarebbe certamente un errore, anche perché penso che imparare il linguaggio, laddove intendiamo pronuncia e articolazione,
sia paradossalmente più semplice che imparare ad improvvisare con efficacia.

C'è una certa analogia a quello che accade quando si vuole imparare una lingua, se uno vuole imparare l'inglese non serve che si impari a memoria tutte le declinazioni dei verbi irregolari se poi non sa pronunciare correttamente le espressioni basilari della lingua.

Con il jazz penso che suonare dei temi sui dischi (insieme al disco e confondendosi con esso) e dei Soli o frammenti di Soli, ovviamente cercando di imitare il più possibile quello che si sente,  sia il metodo più rapido e facile per assimilare in modo induttivo i principali tipi di pronuncia e di nuance espressive.

Diverso invece è l'approccio all'improvvisazione, laddove il suonare le note "giuste" è certamente importante, ma non è l'obiettivo primario né quello finale.

Col passare del tempo mi convinco sempre più che lo studiare i vari esercizi "spaccacervello", soprattutto per chi non è professionista e non avrà mai il tempo di andare molto a fondo con quell'approccio, si riveli una pratica utile da un punto di vista della tecnica dello strumento, ma troppo poco proficua da un punto di vista della costruzione di una "capacità narrativa".  :)
: Re: Allen Vizzutti Costruire la fluidità nel nostro modo di suonare la tromba
: Zosimo July 01, 2024, 05:31:15 PM
La penso come te pollices
: Re: Allen Vizzutti Costruire la fluidità nel nostro modo di suonare la tromba
: dirtysound July 03, 2024, 06:57:48 PM
Un saluto al caro iMaurizio. :) .... il quale zitto zitto , tomo tomo, lascia cadere così , con "nonchalance" la frase  :
la costruzione di una "capacità narrativa  ! ! !"
  :D  ;)

Vogliamo ... una "definizione " ,.... Quando avete sentito la necessità di  iniziare a ricercare  una vostra propria capacità narrativa ed in quanto tempo l'avete sviluppata ?  .....Come avete "imparato" e dove siete andati  a "ricercarla ,.... costruirla"... Si impara ?  .... E' una ricerca/interpretazione dentro il proprio animo ?
Come la "riconoscete" negli altri ?.....

 ;)  :)  :D
: Re: Allen Vizzutti Costruire la fluidità nel nostro modo di suonare la tromba
: dirtysound July 04, 2024, 09:58:40 PM
Riflettevo sul significato di " narrazione " , ... su cosa essa vuole esprimere ....
A questo proposito ho trovato questo articolo su cosa la narrazione "letteraria" vuole esprimere. L'ho trovato molto bello, profondo ed interessante.
...So che ci sono dei Buoni Lettori qui.....
Penso che quello che in esso è scritto vada bene , alla stessa maniera, anche  se lo considerassimo/lo pensassimo essere ,stato scritto, con un riferimento ad una "narrazione musicale " ,  invece che ad una "narrazione letteraria "  ;) :).

Ecco il testo :

LA NARRAZIONE   
Ognuno di   noi ha una   storia del proprio vissuto, un racconto   interiore, la cui continuità, il cui senso è la nostra vita.      
Si potrebbe dire   che ognuno di noi costruisce e vive un   racconto, e che questo racconto è noi stessi, la nostra identità.
Per essere noi stessi, dobbiamo avere noi stessi,possedere, se necessario ripossedere, la storia del nostro vissuto.
Dobbiamo ripetere noi stessi, nel   senso etimologico del   termine, rievocare il dramma interiore, il racconto di noi stessi.
L’uomo ha   bisogno di   questo racconto, di un racconto interiore continuo, per   conservare la sua identità, il suo sé.      
(Oliver  Sacks,  1986)
La narrazione è una pratica sociale ed educativa che da   sempre risponde a molteplici e complesse funzioni:
dal “fare memoria” alla condivisione di esperienze collettive, dall’apprendimento al puro intrattenimento.
Nella storia evolutiva dell’uomo, il narrare ha risposto e continua a rispondere a una necessità   profonda, addirittura primordiale. La narrazione si presenta come un concetto trasversale all’oralità (tipica dei popoli primitivi) e alla scrittura (tipica delle società più evolute). Sia le “civiltà illitterate” sia le “civiltà alfabetiche” hanno utilizzato la narrazione,   pur avendo forme diverse.
La narrazione è da sempre usata dall’essere umano. È uno strumento importante di interpretazione della realtà per interagire con il mondo sociale nel quale noi essere umani viviamo. È dunque un modo per comprendere tutto quanto ci circonda   e per   trasmetterlo agli altri.
Perché è utile narrare?
La narrazione consente: di esplorare e comprendere il mondo interno degli individui in quanto conosciamo noi stessi e ci riveliamo agli altri attraverso le storie che raccontiamo, ma ci consente anche di esplorare esperienze individuali e collettive, campi e corsi di azione, situazioni problematiche di difficile interpretazione, consentendo di comprenderne e decostruirne/ricostruirne il significato culturale e sociale.
Inoltre, attraverso il dispositivo narrativo l’agire umano è collocato in uno specifico tempo e spazio, è dotato di intenzioni e motivazioni, è inscritto in rapporti di causa/effetto e/o di reciprocità con altre azioni ed eventi, infine, è connotato di un significato culturalmente riconosciuto e riconoscibile. Anche per questo, i dispositivi narrativi assumono nel contesto educativo particolare rilevanza.
   
Il dispositivo narrativo consente ai soggetti di ripensare le proprie esperienze e le proprie azioni ricostruendone il senso ed evidenziandone le possibili prospettive di sviluppo, portando alla luce le intenzioni, le motivazioni, le opzioni etiche e valoriali in esse implicate, inscrivendole all'interno di una rete di significati culturalmente condivisi, riconoscendo ad esse continuità ed unità; ... ciascun continuum all'interno dell'esperienza di una persona e che quindi acquista un significato unitario è così riconoscibile come “unità narrativa” (Connelly, Clandinin,1997,2000) e viene a far parte di una sequenza/intreccio di una  unità connotata da una direzionalità e un senso.
La narrazione costruisce e dipana sequenze esperenziali da accadimenti, eventi, situazioni cui conferisce unitarietà e ne trae elementi conoscitivi sulla base di specifici interessi euristici.(....   euristico : quando ci si accontenta momentaneamente di un’approssimazione, il procedimento è euristico ).
C'è una struttura narrativa nell'esperienza umana   che nel narrare si configura attraverso l'elaborazione di intrecci.
È attraverso gli   intrecci – e dunque entrando in una narrazione – che l'esperienza temporale dell'essere umano può acquistare un significato, in qualche misura condivisibile perché si narra sempre a qualcuno, a un destinatario presente o assente, oppure a se stessi.
In altri termini, con i racconti di cui diveniamo capaci variano le configurazioni che possiamo riconoscere nell'esperienza, riposizionandoci di conseguenza rispetto al passato e al futuro.
Le narrazioni permettono inoltre cioè di esplorare l'infinità dei significati possibili di un'azione, nelle variabili connessioni che si possono istituire tra antecedenti, coincidenze, conseguenze e implicazioni: in tal senso c'è un nesso tra il narrare e il conoscere.
Duccio Demetrio, fondatore della Libera Università dell’Autobiografia, afferma   infatti che la scrittura è lo strumento che consente di farsi da se stessi:  “Quando ripensiamo a ciò che abbiamo vissuto, creiamo un altro da noi. Lo vediamo agire, sbagliare, amare, soffrire, godere, mentire, ammalarsi e gioire:  ci sdoppiamo,   ci  bilochiamo,  ci  moltiplichiamo....
La narrazione di   sé, il   racconto autobiografico, possono   essere quindi considerati una potente modalità di cura, in quanto: narratore e protagonista coincidono, ma è come se non fossero la stessa   persona.
La scrittura autobiografica è capace di cambiare la rappresentazione dei fatti biografici, non i fatti in sé, che rimangono tali nella storia di vita della   persona.
Essa consente di risignificare i vissuti grazie   alla distanza che si viene a creare tra il sé narrato e il sé narrante: una   “bilocazione cognitiva   “,   usando sempre le parole di Demetrio,   ossia, la capacità di ognuno nella narrazione di dividersi...senza perdersi:  “Per rientrare in se stessi, per rimettere in ordine le tessere scompigliate della sensazione di panico emergente, il rimedio è costituito dall’imparare, senza paura, a sdoppiarsi e moltiplicarsi. Soltanto nel   momento in cui diventiamo capaci di questo proviamo l’emozione di rinascere, perché assistiamo alla nascita dei molti "io" che siamo stati,..   li seguiamo nei loro primi passi, ...li vediamo confondersi tra loro senza più continuità nei passaggi
che hanno   attraversato”.
La scrittura consente dunque di dare senso e significato rispetto al proprio vissuto, attivando un processo che “ridimensiona  l’Io  dominante  e  lo degrada a un Io necessario — anche per l’opera autobiografica — che possiamo chiamare   l’Io  tessitore, che collega e intreccia;  che, ricostruendo, costruisce e cerca quell’unica cosa che vale la pena  cercare  — per il gusto di cercare — costituita dal senso della nostra vita e della   vita”   (Demetrio,   1996).
L’atto narrativo  è quindi un  mezzo utile non solo per chi svolge la professione di cura, ma anche per i soggetti con i quali, e per i quali, si lavora, in quanto genera cambiamento: “Il ripercorrere la propria storia rappresenta un motivo di sicurezza, dal momento che mostra come il cambiamento sia un elemento presente in tutto l’arco dell’esistenza, di volta in volta affrontato e rielaborato in   modo spesso inconsapevole.
I cambiamenti possono essere ricostruiti solo in prima persona attraverso la riflessione autobiografica in grado di rendere conto di quelli che sono stati i mutamenti più profondi”.
La narrazione, il   racconto autobiografico, sembra così avere non solo un   potere curativo e catartico, ma anche trasformativo e performativo, che conforta e, allo stesso tempo, stimola il cambiamento: “Il conforto recato dalla narrazione risiede nella possibilità di esteriorizzare il problema, in una sorta di liberazione data dall’espulsione simbolica dei fantasmi interiori; il racconto genera infatti, quel distacco necessario all’accettazione ed elaborazione dei vissuti dolorosi”   (Demetrio,   1999).
La scrittura, in quanto atto performativo, consente all’individuo di compiere operazioni di autoriflessione e quindi di "cura del sé", consentendo di esplorare la propria   identità attraverso una metodologia auto-curativa.
Quando si scrive, infatti,  si scopre qualcosa   di sé   , ed è proprio in questo senso che la scrittura può   essere considerata come sistema di cura, in quanto rende evidenti i significati  latenti presenti in   ogni individuo.....


...Mi viene da pensare (pensando alla narrazione musicale) ai gospel , ai primi brani cantati dagli schiavi o a qualunque altro motivo di dolore o di malessere emotivo o meno, che nella vita,  uno o più individui,  hanno vissuto e condiviso ; ... dove il cantarli / suonarli consente loro  di  prendere coscienza, riconoscere le situazioni ed i contesti,  ed inoltre  la  comune condivisione  permette di : lenire ,  superare e affrontare  il dolore da esse provocato ... Senza  però , per forza di cose,  pensare  a situazioni che provocano un  dolore  emotivo, mi ricollego a quanto detto all'inizio dell'articolo, ovvero  su cosa la  "narrazione"  possa permettere di esprimere :  l'esternalizzazione  del proprio vissuto , del proprio "Io" conoscitivo e personale che ognuno dentro di sè ha e che può  parimenti essere inteso anche in senso musicale).
Ecco che il suonare un brano o su un brano deve suggerire il senso di una narrazione di come il musicista, attraverso il suo vissuto emotivo e musicale , lo interpreta.

P.S. Il soffermarci e riflettere su un po' su aspetti dei quali a volte , siamo consci in maniera latente , ci apre a nuove e consapevoli conoscenze  del nostro  " Io " ... ... :)
: Re: Allen Vizzutti Costruire la fluidità nel nostro modo di suonare la tromba
: iMaurizio July 05, 2024, 12:25:20 PM
Riflessioni interessanti, ma prima di addentrarsi nel significato e nelle implicazioni di cosa sia il "narrare" e di quali possano essere le corrispondenze nella musica, partirei da un punto più basilare.

A mio parere un musicista per poter diventare un improvvisatore deve avere alcuni requisiti che ritengo indispensabili, e che possono essere riassunti in una sorta di "vocazione". Deve avere la necessità di esprimersi in quella modalità, e per questo deve saper mettersi un po' a nudo davanti agli ascoltatori e prendersi il rischio di una certa percentuale di imprevisto.
Occorre quindi un misto tra ego, bisogno di esprimersi e piacere nell'usare quel tipo di modalità.

Tutto il resto si impara e anche senza difficoltà insormontabili.  8)


Molti strumentisti, anche di livello alto e più spesso provenienti da un background formativo di tipo classico, fanno o hanno fatto l'errore di ritenere l'improvvisazione una sorta di prassi esecutiva, quindi un qualcosa di strettamente codificabile e studiabile su un paio di libri o praticando una serie di esercizi.
La storia ci insegna che non è così e si potrebbero fare molti esempi dimostrativi di come la parte più importante di un improvvisazione non siano le note, le scale, i fraseggi che si suonano, ma ben altro.
: Re: Allen Vizzutti Costruire la fluidità nel nostro modo di suonare la tromba
: dirtysound July 05, 2024, 10:18:05 PM
Sostanzialmente sono d'accordo, ( al 70 - 80%...) . C'è una parte sulla quale mi soffermeri , con qualche riflessione in più.
(Ed è una parte sulla quale sto' insistendo già da un po' di tempo anche in altri post). Ed è quella relativa all' "imparare " a guardare dentro di  sè, a guardare il proprio vissuto emozionale e "imparare "/ " cercare " di tirarlo fuori (musicalmente parlando).
E' indubbio che non basti imparare le scale , i fraseggi , suonare i licks , o suonare qualche nota dissonante per saper improvvisare o   quantomeno per saper interpretrare un brano. Basta ascoltare il video presentato da Zosimo (Bella Lezione ) per capire quando e quanto un giovane musicista è ancora acerbo e ancora lontano da una propria identità musicale , ( video dal quale si capisce che dare un'espressione musicale non è il conoscere la scala e suonarla scolasticamente ,( che purtuttavia è da lì che devi partire ), ma è capire come dargli differenti espressioni , a seconda del tuo "sentire" musicale ). Se ascoltiamo i grandi del jazz, dai/dalle cantanti agli strumentisti, partendo dagli inizi della loro carriera e poi li ascoltiamo a fine carriera, è evidente come, col passare del tempo, siano stati capaci di arricchire (pur continuando nel tempo  ad esternare la loro propria ed individuale identità musicale ), il loro proprio modo espressivo musicale ; e che, secondo me , passa anche dall' aver imparato , sempre meglio , nel corso degli anni, a saper cercare dentro di sè e valorizzare le emozioni che il brano o il proprio vissuto (musicale e non) gli suggerivano .

Questo, secondo me è un aspetto di cui si parla poco , e che invece ha un'enorme importanza, e richiede il suo (proprio individuale (lungo ? ) tempo di acquisizione ) .

Il saper " guardare dentro di sè " è appannaggio di pochi, (una vocazione ? ) o un aspetto che si può insegnare ? o che si insegna poco perchè poi ognuno, essendo un individuo a sè, risulta poi difficile , da parte di  terze persone (insegnanti ? ), far esternalizzare un sentire che invece è proprio di ogni singolo individuo ?

Io credo che sia un po' come studiare i grandi della letteratura, o della musica, ci vuole tempo , qualcuno che te lo spieghi , qualcuno che te lo insegni.

Al Conservatorio lo fanno , ma  noi saremmo disposti a pagare lezioni per capire perchè alcuni musicisti sono diventati dei grandi interpreti , jazzisti, improvvisatori ? Capire cosa c'è da " ascoltare " in un brano , in certi passaggi , in certe nuances  espressive , per poi capire cosa cercare in noi stessi  ?
: Re: Allen Vizzutti Costruire la fluidità nel nostro modo di suonare la tromba
: iMaurizio July 06, 2024, 02:37:31 PM
A mio parere un ruolo così conscio e proattivo da un punto di vista psicologico non è necessario per varie ragioni, che andrò ad illustrare.


Il conoscere sé stessi è qualcosa di utile in generale nella vita di un individuo, ma non ha un legame così diretto e in grado di influenzare un attività così specifica come fare un assolo su un blues ad esempio.
Un monaco tibetano o un individuo che pratica meditazione da 20 anni non hanno necessariamente un vantaggio rispetto ad uno sconsiderato che ha una scarsa consapevolezza di sé, ma ha dalla sua un grande estro creativo.
Teniamo conto inoltre che moltissimi assoli che oggi sono citati nei metodi/libri e che sono di diritto parte della storia della musica sono stati suonati da individui sotto ai 25 anni, a volte anche personaggi controversi con vite difficili.
Questo significa che il grado minimo di conoscenza di sé che ti è concesso nell'età adulta è più che sufficiente per affrontare qualsiasi brano musicale e farci un assolo da dignitoso fino a indimenticabile.


Un altra ragione che secondo me spiega perché non sia necessario cercare volontariamente di mettere sé stessi e la propria interiorità nella musica e che questo accade automaticamente anche se non ce ne occupiamo in modo conscio.
Uno strumentista a fiato, forse prima di altri, non appena appoggia lo strumento ed emette un suono immediatamente comincia a svelare qualcosa di sé, anche quello che non vorrebbe.
Dalla postura, impostazione, tipo di articolazione, suono, volume prodotto, etc..si riescono ad evincere degli aspetti caratteriali di quell'individuo.
Quando un musicista suona su un disco o in un live davanti al pubblico ancora di più non potrà evitare questa comunicazione indiretta di ciò che egli/ella è, oltre a ciò che egli/ella fa.


Aggiungo che ci sono scuole di pensiero che sostengono sia necessario avere un approccio psicologico totalmente opposto, ovvero che "l'Io" debba sparire per lasciare il posto alla musica. Più il musicista riesce ad "assentarsi" durante la performance e più riuscirà a diventare egli stesso uno strumento, un tramite per lo scorrere della musica.
Più il musicista cerca di mettere in primo piano sé stesso (anche con la propria interiorità) e più aumenta il rischio che quel musicista si suoni un po' addosso e/o che il messaggio che arriva agli ascoltatori sia sentite come sono bravo.


Ci sarebbero anche altri aspetti ma non mi voglio dilungare troppo.  :)
: Re: Allen Vizzutti Costruire la fluidità nel nostro modo di suonare la tromba
: fcoltrane July 07, 2024, 01:03:22 PM
Sostanzialmente sono d’accordo con quanto scrive iMaurizio . In merito alla scuola di pensiero credo che ad altissimo livello accada ciò che a descritto . Ricordo come fosse oggi di un seminario con il grande Stefano Bedetti e la percezione era esattamente questa . C’è da dire però che dal punto di vista tecnico quello splendido sassofonista non ha tanti rivali al mondo . C’è un livello che si trova al di sopra di tutto ma per avere la speranza di raggiungerlo “devi “ dedicarti anima e corpo alla musica.  Tornando a discorsi più bassi e a livelli molto più bassi , posso aggiungere che esiste una tecnica di insegnamento che ti consente di improvvisare in maniera tradizionale con consapevolezza. Non è un percorso facile ma ad esempio la scoperta della costruzione della linea melodica mi ha consentito di fare un enorme balzo in avanti dal punto di vista tecnico improvvisativo come del resto la conoscenza del materiale che si può utilizzare sugli accordi :
: Re: Allen Vizzutti Costruire la fluidità nel nostro modo di suonare la tromba
: dirtysound July 17, 2024, 08:15:10 PM
Beh! Ritorno volentieri su questo Post! E' indubbio che nel suonare si comunichi uno stato emotivo (involontariamente, o volontariamente). C'è chi ci riesce naturalmente ( e questi sono di quei doni che alcuni hanno e che fanno parte comunque della loro individualità ) c' è poi chi nella comunicazione musicale/emotiva ha invece bisogno di lavorarci. Certo , ho conosciuto anche trombettisti che, mi hanno raccontato, di quanto fosse bello e molto stimolante il suonare insieme ad altri, lasciandosi trasportare dal tappeto di suoni, di note che si formava " in maniera "assolutamente libera" per ognuno dei musicisti partecipanti. ... Sono tutti modi del sentire e suonare la musica...Non mi sognerei mai di dire che uno debba essere relegato ad un genere e che valga un dogma unico per tutti.

Purtuttavia non trovo contraddizione fra il suonare in maniera istintiva (....a saperlo fare ...) ed imparare a riconoscere  il / un  proprio stato emozionale e saperlo mettere/tradurre  in musica.

- Per il mio modo di sentre la  musica -

Ad esempio ( e qui mi fermo e non vado oltre ): Se ascolto Chet Baker , mi sembra di ascoltare una persona che "assolutamente" comunica , musicalmente parlando, un suo proprio stato emozionale ( ... e devo dire , che ascoltarlo ti lascia sempre qualcosa dentro , un qualcosa  che è proprio di  " suo " , ed è "unico" di Chet Baker .  In ogni suo brano, c'è/(ti dà)   sempre il " senso" di una "narrazione", di un modo di sentire "proprio" che si sviluppa durante tutto l'arco del brano....

Spesse volte, nelle improvvisazioni, si ha / (ho ) la percezione che il modo di suonare su un brano , sia esattamente la stessa, o comunque vada altrettanto bene su una stessa sequenza di accordi, che possiamo facilmente ritrovare in altri brani..
Sono pochi gli improvvisatori che riescono ad essere " unici ( e personali ) nella loro improvvisazione . (Ovviamente tanto di cappello alla tecnica, ....ma questa... è un altro aspetto....).

Il suonare in maniera " istintiva " è ciò a cui si dovrebbe tendere... ma nel mio caso.. da tutto ciò,  sono ancora distante .... ( anche se è vero che a volte certe frasi musicali , o addirittura un intero brano ti esca fuori così, senza un perchè 0 andarlo neanche a cercare...
Purtuttavia , il  cercare / il riconoscere il mio stato emotivo e cercare di tradurlo in musica ... mi fa sentire  di più su un percorso simile al percorso di Chet , o di chiunque altro ,si sente  stia esprimendo , ( quando egli suona ), un qualcosa di personale che lo rende " unico " e lo fa apprezzare nella sua   "unicità " come individuo. ....( In tutto questo , ma è una ovvietà, che  se c'è un apprezzamento musicale (che è comunque soggettivo) oltre all'apprezzamento della individualità musicale del musicista , va da sè che è meglio).( ....Siamo nell'ovvio... )

Vorrei aggiungere , a tal proposito, che mi è capitato di conoscere musicisti  (tastieristi in questo caso ) ai loro inizi, i quali proponevano delle loro interpretazioni, ( personali , purtuttavia un po' povere nel linguaggio utilizzato , (forse un po' banali e scontate in qualche passaggio) . Poichè si era in confidenza , ho provato , a volte a suggerirgli, con la dovuta educazione, di curare un po' più il linguaggio, ma la  loro risposta era che , al momento, : "per loro, era così che dovevano suonarlo perchè era così che lo sentivano" .... Si chiudevano in se stessi , come se fossero stati toccati nel loro intimo e non si sentissero compresi .... (Quanto la musica arriva nell'intimo di una persona !....)
- Analogamente mi è capitato di  conoscere bravi musicisti  con un bagaglio di linguaggio musicale più ampio  e fornito, ma che però non presentavano una  propria "individualità" musicale.

- Preciso che quanto sto' per dire non vuole essere un assunto e non ha nessuna pretesa di esserlo. -

Mi è capitato di reincontrare i primi , dopo 4 - 5 anni . Avevano ampliato il loro bagaglio ed avevano conservato/ migliorato la propria espressione musicale individuale, cosa che, ( nei secondi) e cioè a chi già "masticava " un linguaggio ampio  e fornito , mi è capitato spesso di riscontrare che , pur avendo migliorato ulteriormente nel tempo  il linguaggio espressivo, non erano stati capaci di sviluppare una propria individualità musicale ....

...Per me vale l'idea che ....bisogna curare / riconoscere / valorizzare  la propria individualità emozionale /musicale.... per i motivi esposti prima....

..ma ognuno, ovviamente,  è libero ed ha la libertà di pensarla come gli pare e dal  proprio punto di vista...
 ;)
: Re: Allen Vizzutti Costruire la fluidità nel nostro modo di suonare la tromba
: iMaurizio July 18, 2024, 09:25:37 PM
Sono assolutamente d'accordo sul fatto che ognuno debba trovare il proprio percorso di crescita e maturazione,
certamente non ne esiste uno unico che si possa considerare migliore di altri o adattabile a tutti.
Qualunque percorso si scelga comunque l'importante è che produca dei risultati misurabili nel tempo,
con la disponibilità a fare piccoli aggiustamenti laddove possa essere utile farlo.

Dobbiamo tenere conto poi che la maggior parte dei jazzisti che usiamo oggi come riferimento e ispirazione non si sono formati con la didattica, i materiali scritti e audio, la rete e le risorse che ci sono attualmente per studiare il jazz, per cui si sono formati solo sul campo affrontando una dura selezione naturale.
Questo deve farci riflettere, e un po' ci riporta secondo me all'opinione che avevo espresso precedentemente sulla necessità che ci sia una vocazione e attitudine verso un genere musicale affinché si possano raggiungere certi risultati. (anche a livello amatoriale)

E visto che lo citiamo spesso, vorrei fare una riflessione su Chet Baker:
se ascoltiamo gli album in cui lui era giovanissimo, ancora con i denti di madre natura, ancora non tossico-dipendente, dava certamente l'idea di un bravo giovane talento, ma non è per quello che è diventato immortale. Il Chet che è nella storia è quello struggente, malato, tossico, con la bocca rifatta, che canta My Funny Valentine, che attacca le note con difficoltà, col suono soffiato, e che ha un controllo tecnico dello strumento e un estensione molto ridotta.

Dubito che nella sua condizione umana egli abbia potuto intenzionalmente e coscientemente
""curare / riconoscere / valorizzare  la propria individualità emozionale /musicale"",
non possiamo esserne certi ma è ragionevole pensare che egli abbia fatto semplicemente quello che poteva nella sua condizione
e che la sua emozionalità sia uscita senza fare alcuno sforzo cosciente e uscirebbe (come è uscita) da qualsiasi bravo musicista che si è trovato in una condizione psico-fisica e sociale molto invalidante.  (da Charlie Parker a Massimo Urbani si potrebbero fare svariati esempi)

Ed è per questo che credo che Chet oggi non possa essere un modello emozionale/spirituale a cui ispirarsi o verso cui provare empatia;
studiare la sua inventiva melodica è utile per imparare un po' di bella grammatica dell'espressione trombettistica,
ma spingersi oltre credo che possa riservare dei risultati più incerti.   :)
: Re: Allen Vizzutti Costruire la fluidità nel nostro modo di suonare la tromba
: iMaurizio July 19, 2024, 07:09:14 PM
mi è capitato di conoscere musicisti  (tastieristi in questo caso ) ai loro inizi, i quali proponevano delle loro interpretazioni, ( personali , purtuttavia un po' povere nel linguaggio utilizzato . Poichè si era in confidenza , ho provato , a volte a suggerirgli, con la dovuta educazione, di curare un po' più il linguaggio, ma la  loro risposta era che , al momento, : "per loro, era così che dovevano suonarlo perchè era così che lo sentivano"
- Analogamente mi è capitato di  conoscere bravi musicisti  con un bagaglio di linguaggio musicale più ampio  e fornito, ma che però non presentavano una  propria "individualità" musicale.

Mi è capitato di reincontrare i primi , dopo 4 - 5 anni . Avevano ampliato il loro bagaglio ed avevano conservato/ migliorato la propria espressione musicale individuale, cosa che, (nei secondi) e cioè a chi già "masticava " un linguaggio ampio  e fornito , mi è capitato spesso di riscontrare che , pur avendo migliorato ulteriormente nel tempo  il linguaggio espressivo, non erano stati capaci di sviluppare una propria individualità musicale ....

Certamente questo può succedere, e forse è un ulteriore dimostrazione che il raggiungere un certo livello di personalità/originalità nell'improvvisazione richiede delle caratteristiche che difficilmente si possono acquisire con lo studio.

Ne sono una prova i musicisti che suonano nelle big band: prendendo un esempio a caso tra i tanti
https://youtu.be/LSUDM1hwtRQ?si=qaOB7roQsesf73_0
se ascoltiamo i solisti sono certamente dei bravi improvvisatori, con tecnica e fraseggio da vendere, ma non è la loro peculiarità.

Se li ascoltassimo magari in quintetto in un disco o dal vivo, dove in una sessione fanno magari 7/8/9 assoli,
forse li troveremmo meno interessanti o meno particolari.

Ma questo non è necessariamente un problema: da un lato si può supporre che non tutti possono fare i solisti,
ma anche che tutti possono imparare ad improvvisare con fluidità, spontaneità (che è poi il tema originale di questo thread)
e raggiungere anche un certo risultato di tipo estetico.

Non riuscire a diventare Miles Davis (o come Miles Davis) non significa che non si abbia una propria individualità musicale,
occorre solo imparare a coltivarla ovunque ci porti.   :)
: Re: Allen Vizzutti Costruire la fluidità nel nostro modo di suonare la tromba
: iMaurizio November 05, 2024, 06:10:32 PM
..... Trent Austin suonava e ripeteva esattamente le stesse frasi (lunghe stile Be bop) su entrambe le trombe. e presentava  tante frasi , ( oserei dire tante , lunghe e complicate). Le ripeteva esattamente uguali su entrambi gli strumenti.
A parte la validità del test in sè, questa cosa mi ha fatto soffermare a riflettere sul fatto che queste frasi, se le avesse suonate una dietro l'altra, avrebbero potuto benissimo essere  considerate come un solo di improvvisazione.
Da qui la considerazione, (in generale) : ma non è che una volta che diventi bravo tecnicamente e ti fai un bel bagaglio di frasi, poi prendi tutti per il c...o passando per "improvvisatore " ? ::)

La tua domanda sembra ironica e provocatoria, ma credo che offra spunti di riflessione interessanti e attinenti a questo thread.  :)

Io non voglio pensare che qualcuno intenzionalmente si spacci per un grande improvvisatore solo perché è in grado di sciorinare pattern e frasi jazzistiche con velocità e padronanza tecnica, ma certamente queste due abilità messe insieme esercitano un certo fascino sull'ascoltatore (in genere).

La letteratura improvvisativa del jazz negli ultimi decenni è stata ampiamente studiata, trascritta, analizzata, e oggi è un materiale didattico a disposizione di tutti, per cui è molto più vasta la platea di musicisti che possono studiarla ed apprenderla.

Andando più nelle opinioni soggettive io sono convinto che tanti musicisti contemporanei anche di successo basino la loro cifra stilistica sulle loro abilità tecniche unite alla conoscenza e uso frequente della grammatica e dei fraseggi più tipici del jazz e del proprio strumento.

Che poi questo si traduca sempre in arte e creatività, e in "Vibe", per ricollegarsi all'altro thread, è tutt'altro che scontato  :)
: Re: Allen Vizzutti Costruire la fluidità nel nostro modo di suonare la tromba
: dirtysound November 07, 2024, 08:38:14 PM
Questo thread sfuma nell'altro ( Suonare cercando l'Atmosfera  The Vibe ) e viceversa !  :)
Man mano che procedeva e si sviluppava il thread ad un certo punto mi sono chiesto se avessi capito bene / avessi la percezione di una corretta valutazione all'ascolto /(o a saper suonare (assai improbabilmente)/ o a saper cogliere la personalità musicale di un' artista che suona brani be bop !  Attimo di panico !
Un passo indietro !
Ad una scuola jazz ho avuto la possibilità di ascoltare i pareri di più insegnanti su come sviluppare un brano  (anche in maniera personale) in relazione alle proprie capacità.
Partendo dalla acclarata manifesta incapacità del livello degli allievi a "non " saper suonare alla velocità del be bop , (figurarsi ad esprimere un'interpretazione ), gli insegnanti vollero comunque presentare i pro ed i contro sia del suonare lento che velocemente.
Partiamo dal suonare/ provare a cercare comunque una interpretazione personale ad una velocità medio/lenta (intesa sopratutto anche come l'usare  meno note ).
Paradossalmente, dal loro punto di vista , questa condizione sembra che sia solo apparentemente la più facile ,( ma lo è solo apparentemente), perchè è vero che utilizzi meno note ( perchè non possiedi ancora la capacità di gestire / suonare più note e più velocemente) , ma proprio perchè sono più "spaziate" (rispetto al be bop), sono "comunque più intellegibili", e se il tuo sentire musicale non ha niente da dire, la banalità delle note che suoni diventa subito evidente, e quindi paradossalmente riuscire ad esprimersi (raccontare una storia, creare un'atmosfera) con delle note che "arrivino",  richiede un impegno creativo forse anche più difficile .
E' stato interessante ascoltare il parere / punto di vista di un pianista be bop sul suonare velocemente a livello  be bop.
Lui diceva che con il be bop tu cavalchi l'onda del fluire di note, e nell'esprimere un'idea, accentando alcune note , ( fra quelle del fluire di note suonate ) , l'ascoltatore di be bop "esperto" (o  comunque chi lo suoni bene ), riesce comunque  a cogliere e  distinguere l'idea musicale presentata  dall'artista, differenziandola dai cromatismi utilizzati (o dalla scala riempitiva utilzzata) per arrivare alle note utilizzate per esprimere l'idea.
La cosa singolare è che diceva che spesso non è importante centrare la nota di arrivo dall'idea ma è importante che sia contenuta nel cromatismo di arrivo che si esegue, perchè, chi ascolta, ha già colto l'idea, e alla velocità a cui si suona il be bop , riesce comunque a riconosccerla / distinguerla all'interno del cromatismo, questo perchè l'orecchio dell'ascoltatore ( esperto) ha percepito l'idea musicale.
....Ma chi suona be bop, suona un'idea musicale ?, oppure un pattern, o riempe con un fluire di scale, di note  ?
Alla velocità a cui sono suonati i brani be bop non è facile distinguere.
Ed ancora esprime un' idea  , l'ha già fermata e la sta esprimendo/esponendo, o sta improvvisando inseguendo un'idea (Si spera qualitativamente valida ) ?
Francamente se l'idea è valida e mi comunica un'emozione , (al momento ) poco mi importa che sia una esposizione od il risultato di ina improvvisazione..( sopratutto perchè parlare di "improvvisazione" che comunichi qualcosa penso che sia veramente appannaggio di pochi ....

Quest'ultima pensiero credo che sia materia  solo dei "Grandi"...... per il mio livello mi accontento ( e ci sto provando con tutti i miei limiti) a provare a crescere nel tirare giù delle idee che comunichino quanto meno uno stato emotivo.
(...e parliamo di esposizione e non di improvvisazione).

....Tornando a Trent Austin ed alle lunghe  frasi be bop da Lui utilizzate nella prova comparativa di cui ho  parlato....., erano comunque belle , esprimevano qualcosa e non erano  banali .  ;D
: Re: Allen Vizzutti Costruire la fluidità nel nostro modo di suonare la tromba
: dirtysound November 08, 2024, 08:11:59 PM
@iMaurizio, sottoscrivo pienamente ogni cosa che hai evidenziato. :)
In particolare l'osservazione relativa allo sciorinare pattern e frasi jazzistiche con velocità e padronanza tecnica che esercitano fascino sugli ascoltatori.  ;) e l'altra , quella  che tanti musicisti contemporanei, anche di successo, basino la loro cifra stilistica sulle loro abilità tecniche unite alla conoscenza e uso frequente della grammatica e dei fraseggi più tipici del jazz e del proprio strumento.

Ma tornando a Noi (comuni musicisti mortali ), a ben guardare tutti i metodi che si trovano in commercio di introduzione all'improvvisazione, a come improvvisare , come suonare be bop, ecc. ecc, ovviamente di vario livello come qualità e difficoltà, "vendono" l'idea che con quei libri si possa "fare " improvvisazione. Sarebbe più corretto dire che sono metodi che ti "introducono" (anche tecnicamente ) all'improvvisazione, ma nessuno ti dice ( e se ne guardano bene ?) che l'idea musicale, il "sentire musicale" ce lo devi mettere tu . Coloro vendono tali metodi potrebbero obiettare che è ovvio che sia così, quello che non è ovvio a chi si avvicina all'improvvisazione invece è che imparare a esprimere/tirare  fuori il tuo sentire musicale non è dietro l'angolo, ed inoltre c'è una grossa differenza fra essere ascoltatore (anche esperto ) e pronto a dire :" mah , si bravo ...., ma non tanto quanto ....(ed in questo gruppo, mi ci metto anch'io...) e "fare musica" (nel senso migliore del termine)....
Essere musicista ti fa comprendere meglio quanta e quale distanza c'è  tra l'essere ascoltatore (come detto,anche esperto ( per chi lo è) ed essere invece . "...capace di ..."
Perchè  poi, quando ci provi in prima persona, tocchi con mano quanto sia difficile tirare giù un idea che sia valida, che funzioni , che trasmetta qualcosa.
Io sto' provando, da qualche mese, a fare un esperimento : vedere se sono capace , su un brano che mi piace ( lento tipo The Nearness of you) , a tirare fuori una interpretazione che sia accettabile e che possa sostenere il "giudizio", (ovvero che l'interpretazione "dica" qualcosa) , con un giudizio utilizzante lo stesso metro giudizio che ho usato  ascoltando altri interpreti.....(prendendomi tutto il tempo per migliorarla di volta in volta )..... Risultato (.. e working in progress ): ...Come è difficile tirare fuori qualcosa di tuo che sia accettabile ! Eppure ...so riconoscere ascoltando altre interpretazioni, la qualità dell'interpretazione , le idee , la tecnica , il trasmettere con le note delle emozioni... ma.... riconoscerle è una cosa, essere su un livello valido di comunicazione, avere delle cose, delle note, da "trasmettere come emozioni" (musicalmente parlando), è un viaggio dentro te stesso, non facile, (semprechè dentro te stesso trovi qualcosa di interessante  da comunicare , a te stesso o agli altri....) , per imparare a tirare fuori qualcosa , devi imparare ad ascoltarti... ad ascoltare cosa produci, a migliorarti , imparare a distinguere se la frase che hai tirato fuori è banale o se ha un pezzettino che è buono, che funziona,...perchè è buona in quel punto e continuare a lavorarci su , in quella direzione... piano piano scopri te stesso...e cosa devi tirare fuori.. cosa cercare.
Sicuramente ci sono persone più dotate, come in altre parti del thread hai detto tu, che non hanno bisogno di fare tutto sto' lavoro, ...Certo è così....ma tu,alla fine devi fare i conti con te stesso, per come sei tu , non per come sono gli altri, e da sta' cosa non scappi, accettare i tuoi limiti e (continuare a)  lavorarci sù , se vuoi provare a dire qualcosa di tuo e non essere ... solo "ascoltatore ".
Mohhh! Che PALLE ! Che pillola ! ! !  :D  Pardon ! :D !
Prendendola con più leggerezza...   Ma a Voi viene tutto così naturale ?    ;)
: Re: Allen Vizzutti Costruire la fluidità nel nostro modo di suonare la tromba
: iMaurizio November 08, 2024, 09:26:15 PM
Lascio un link a questo attinente ragionamento

Why do modern Jazz musicians all sound the same? (https://www.youtube.com/watch?v=Zrp-2JPSoYE)    O0
: Re: Allen Vizzutti Costruire la fluidità nel nostro modo di suonare la tromba
: iMaurizio November 09, 2024, 02:24:55 PM
....Ma chi suona be bop, suona un'idea musicale ?, oppure un pattern, o riempe con un fluire di scale, di note  ?

Io penso che faccia un po' tutte e due le cose, e che parallelamente il be bop, come (sotto)genere, come periodo storico del jazz, come approccio all'improvvisazione sia forse quello meno riflessivo e quello che offre meno spazi in cui l'ascoltatore può cogliere una comunicazione emotiva diretta da parte del solista, perché quest'ultimo molto spesso è impegnato in un serrato interplay con gli altri musicisti.   :)

: Re: Allen Vizzutti Costruire la fluidità nel nostro modo di suonare la tromba
: iMaurizio November 12, 2024, 11:01:27 AM
a ben guardare tutti i metodi che si trovano in commercio di introduzione all'improvvisazione, a come improvvisare , come suonare be bop, ecc. ecc, ovviamente di vario livello come qualità e difficoltà, "vendono" l'idea che con quei libri si possa "fare " improvvisazione. Sarebbe più corretto dire che sono metodi che ti "introducono" (anche tecnicamente ) all'improvvisazione, ma nessuno ti dice ( e se ne guardano bene ?) che l'idea musicale, il "sentire musicale" ce lo devi mettere tu . Coloro vendono tali metodi potrebbero obiettare che è ovvio che sia così, quello che non è ovvio a chi si avvicina all'improvvisazione invece è che imparare a esprimere/tirare  fuori il tuo sentire musicale non è dietro l'angolo, ed inoltre c'è una grossa differenza fra essere ascoltatore (anche esperto ) e pronto a dire :" mah , si bravo ...., ma non tanto quanto ....(ed in questo gruppo, mi ci metto anch'io...) e "fare musica" (nel senso migliore del termine)....
Essere musicista ti fa comprendere meglio quanta e quale distanza c'è  tra l'essere ascoltatore (come detto,anche esperto ( per chi lo è) ed essere invece . "...capace di ..."

Capisco questo tipo di problema, ma credo che occorra mettersi il cuore in pace e spostare le proprie aspettative, anche perché penso sia un problema che riguarda tutte le attività dell'uomo che hanno poi nel prodotto finale una componente artistica e di vocazione.

Anche un libro di architettura, di scultura, pittura, ti analizza e ti insegna degli aspetti tecnici, ma non può guidare la tua mano cambiandole il tocco.   :)

Fare delle pubblicazioni che insegnino a coltivare il proprio lato artistico è molto difficile perché si tratta di una questione estremamente personale, non credo sia possibile semplificare e indicare dei percorsi uguali per tutti.

Da un lato questo potrebbe essere un aspetto scoraggiante, come a dire che allora l'improvvisazione possa e debba essere studiata solo da chi ha da una certa quantità di talento in sù, o che addirittura sia una pratica sconsigliabile per il musicista amatoriale, ma io credo si tratti invece solo di trovare un giusto equilibrio tra 1) la comprensione della reale complessità di ciò che si vorrebbe imparare, e 2) definire delle ragionevoli aspettative e obiettivi che ognuno possa raggiungere nella propria condizione di vita, tempo a disposizione, livello complessivo di confidenza con lo strumento, sensibilità personale e percentuale di talento.   :)
: Re: Allen Vizzutti Costruire la fluidità nel nostro modo di suonare la tromba
: dirtysound November 12, 2024, 04:53:53 PM
E' non facile ed è un campo vasto rispondere a tutte le implicazioni del suonare in maniera "propria"( intesa più "come suonare la musica che  ti appartiene" che suonarla in maniera "appropriata" :) .
Ad es. nell'intervento precedente mi riferivo specificatamente al Be Bop, dove penso che sia indubbio che per suonarlo "bene" devi possedere tecnica da vendere (che sicuramente non l'acquisisci così dall'oggi al domani, credo che ci vogliano ragionevolmente anni,..... poi saperci pure improvvisare sopra esprimendoci qualcosa  ( ...non sciorinando tecnica e fraseggi ).... è un ulteriore (GRAN ) passo da fare.
Da ascoltatore mi verrebbe da dire che spesso ascolto delle improvvisazioni decenti Be Bop , ma l'impressione che spesso ne ho è che appena uno riesce a destreggiarsi nella tecnica , poi non si "sforzi " più di tanto nello scendere a guardare se stesso, per produrre e sviluppare (anche nel tempo) un qualcosa che poi (se si fa caso/ si guarda ai Grandi ) finisce proprio coll'identificare lo "stile", il "modo di parlare musicale", "l'intimo musicale" dell'individuo. Un po' ingenerosamente ,( tenuto presente invece la difficoltà reale (di cui parlavo )  di tirare giù qualcosa di bello, di caratteristico ,di profondo )  (ed in questo momento non mi riferisco a chi vuole iniziare ) , dicevo sembra , in genere che dopo aver raggiunto i primi (e concreti ) traguardi, si " galleggi "....
Tolto il Be Bop per le sue oggettive difficoltà tecniche poco raggiungibili (realisticamente ) per chi non ha sufficente tempo per affrontare uno stile così impegnativo, rimangono le interpretazioni, (intese sia come esposizione "studiata" che come improvvisazione "più riflessiva" .(prendendo spunto da questa bella osservazione che hai presentato).
In tutto questo trovo che un ruolo un po'"castrante " sia costituito anche dalle basi, perchè , secondo me , non sempre le basi vanno nella direzione del "tuo" sentire musicale, di chi vuole ricercare un "proprio" modo di sentire la musica.
E' per questo che tanto tempo fa avevo iniziato a mettere sotto la lente di ingrandimento l'armonia, il mettere nelle orecchie i suoni che un accordo produce. Esempio banale un accordo m7 o diminuito settima o a volte a un b9 od un m6 hanno suoni simili, ma non sono uguali, se tu hai in mente una frase musicale che ha delle specifiche  note che rappresentano un tuo stato d'animo, quelle note hanno bisogno di quello specifico suono che è individuato proprio e solamente da uno di quegli accordi , e non da quello simile.... e  spesso, nelle basi, si trova un accordo che differisce da quello che tu senti sia adatto alla tua frase....
....La moglie chiama..... riprendo pù tardi..... :)   :D
: Re: Allen Vizzutti Costruire la fluidità nel nostro modo di suonare la tromba
: dirtysound November 13, 2024, 07:39:14 PM
Mi piacerebbe che qualcun altro, che prova a cercare di esprimere la "sua" musica , intervenisse in questo dibattito....
Ad es. E' indubbio che per esprimere qualcosa devi avere esperienza di ascolti, per cogliere le sfumature di suono , utilizzate da un'artista, nella sua esposizione, come le ha usate , perchè le ha usate, per rimarcare cosa e come, come suonano in relazione alla melodia, all'armonia, come anche  il poter padroneggiare decentemente lo strumento, è un percorso di apprendimento che secondo me non avrà mai fine e non terminerà mai, ...e poi quando inizi a capirlo negli altri , inizi/imparari a cercarlo, a scoprirlo per te , dentro di te, e  piano piano poco per volta, scopri e ti si apre un mondo dentro di te...
ad es. Certe frasi, o un certo pezzo ( anche tuoi ), non è detto che nascano o abbiano bisogno già degli accordi. Magari definisci l'esposizione (musicale emotiva) senza neanche gli  accordi, poi inizi ad avvertire/immaginarti/ a cercare  i suoni dell'accordo/sequenza di accordi che pensi siano adatti (e qui è importante avere immagazzinato i suoni che certi accordi hanno....), o anche / oppure..., consideriamo un'interpretazione di un brano che ti piace, inizi prima a riarrangiartelo melodicamente, secondo il tuo sentire, e poi una volta che lo hai inquadrato ed esposto in questo ottica, inizia a inquadrarlo e memorizzarlo secondo  lo sviluppo dell'armonia , (anche qui eventualmente cambiando degli accordi dove ritieni essa debba essere adattata al tuo sentire ), poi quando senti che il pezzo è inquadrato anche armonicamente, come vuoi tu ( come senti che ti "appartiene") , inizi finalmente a sentirti libero di inziare a cercare un'interpretazione più profonda dentro te stesso , che a volte ti lascia stupito per le pieghe musicali che prende , per  le pieghe che  si aprono e che senti  ti appartengono,  sono lì, e chiedono solo di essere esplorate, ascoltate,  come una scatola che si apre per farti vedere cosa c'è, dentro te stesso.
Perchè certi passaggi di un altro artista ci piacciono, ci colpiscono ? eppure l'artista sta' solo esprimendo se stesso !
..Ma in fondo, a ben guardare,  ha dato luce solo ad una cosa che è già dentro di noi , è del nostro "sentire"....
Secondo me, ognuno di noi , ha un "tesoro" dentro di sè, ed è la nostra individualità , ...e mettersi il " cuore in pace " secondo me significa tenere " la scatola chiusa  " , non permettere che tutte le cose belle che abbiamo in noi, dentro di noi  ( comprese le sofferenze) , vedano la luce... e possano esprimersi ...anche musicalmente...
E' una visione un po' romantica, ma è quello che vedo e che sento quando ascolto un Grande artista che ha saputo mettre in luce se stesso.. :)   ;)