Italian Trumpet Forum

Didattica => Scuole trombettistiche => : nuvola June 25, 2015, 02:25:06 AM

: L'atteggiamento giusto a lezione
: nuvola June 25, 2015, 02:25:06 AM
In una recente discussione con Tony, si parlava (veramente era lui che lo diceva) della paura di sbagliare durante la lezione. Paura che necessariamente, apportando delle tensioni, anche fisiche, diventa la causa principale dell'errore. Si faceva la distinzione (veramente era lui che la faceva) tra un sentimento di soggezione  nei confronti del maestro che induce inibizione e timore, limitando quindi la possibilità espressiva ed invece un atteggiamento quasi agonistico, cioè come un atleta che si è preparato per una intera settimana e poi cerca di dare il massimo di sè stesso in quell'ora che acquista,  di fatto, la caratteristica di un'esibizione.
Ambedue gli atteggiamenti sono controproducenti. Gli psicologi non esiterebbero nel definire il primo atteggiamento come lo spostamento delle istanze superegoiche sul maestro. Potrebbe essere il risultato dell’esperienza di un padre troppo autoritario oppure ritenuto irraggiungibile (idealizzato). Il vissuto nei confronti del maestro si carica di sentimenti di soggezione e di giudizio. Lo studente cerca di adeguarsi alle consegne del maestro, ma non può “affidarsi” nella relazione e quindi non può ricavarne il massimo. Per quanto riguarda il secondo atteggiamento, gli psicologi lo metterebbero sicuramente in relazione con “l’io ideale”. Esiste una prima fase dello sviluppo del bambino caratterizzato da un narcisismo totale, cioè egli crede di essere il centro del mondo, anzi, il mondo neanche esiste. Egli è al centro e tutto il mondo che lo circonda, compreso il seno, le figure parentali accudenti, viene vissuto come una specie di emanazione di sé stesso. Ben presto, a causa della frustrazione (fame, mancanza del seno, disagi vari) il bambino capisce che non è bastevole a sé stesso, che c’è un “me” ed un “fuori”. Che esistono delle figure che possono soddisfare i suoi bisogni, ma a volte questo può non succedere oppure essere soggetto a ritardi. La perdita di questo senso di onnipotenza dà origine alla nascita dell’io ideale che viene proiettato sulle figure genitoriali. Questi vengono vissuti come depositari di cure ed attenzioni  nei suoi confronti, in una parola dell’affetto, che consente al bambino di potersi affidare nella relazione. In una fase successiva dello sviluppo il bambino interiorizza l’io ideale, riappropriandosene. E’ un momento importante perché l’io ideale avrà un forte peso sulle scelte future, sui comportamenti e sulle potenzialità relazionali. In che modo questa lunga digressione può avere a che fare con l’argomento in oggetto? A volte l’io ideale può indurci ad essere particolarmente esigenti verso noi stessi, per questo la lezione può caricarsi di una tensione eccessiva che è originata dal bisogno di offrire una prestazione migliore possibile nel tentativo di inseguire un ideale di trombettista che ci siamo prefissati.

Perdonate. Questa sera ho mangiato una bella porzione di melanzane alla parmigiana innaffiata da un buon vino. Il risultato è che non riesco a dormire e quindi, probabilmente,  ho scritto quanto sopra per far venire sonno in primo luogo a me stesso. Però potrebbe essere un bell’oggetto di discussione. Qual’ è l’atteggiamento giusto che si dovrebbe avere a lezione? Lo posto prima che me ne pento.
: Re:L'atteggiamento giusto a lezione
: musicmanx June 25, 2015, 07:40:22 AM
Settimana prossima ci sono in programma le melanzane alla parmigiana. Ne mangiero' una bella porzione e provero' ( non ce la faro' mai ) a risponderti
: L'atteggiamento giusto a lezione
: DENNY96RX June 25, 2015, 08:05:31 AM
Sinceramente credo che dipende molto dal legame che abbiamo con il professore, da come é lui e da come siamo noi ... faccio un piccolo esempio ... se é un tipo che se la tira io non imparerei molto perche il mio carattere non é in grado di "estrarre" conoscenza da uno che se la tira ... invece se come il mio primo prof quando ci parli ti senti a tuo agio e bene con me stesso, allora imparerò qualcosa ... poi dipenda anche dal come siamo noi di carattere .. spero di aver reso l'idea ... l'atteggiamento ideale sarebbe quello di "rubare" più conoscenze possibili al nostro prof.. pero adesso credo che ci siano troppe cose da dire :D
: L'atteggiamento giusto a lezione
: DENNY96RX June 25, 2015, 08:05:56 AM
P.s. my 2 cent
: Re:L'atteggiamento giusto a lezione
: nuvola June 25, 2015, 08:40:57 AM
Settimana prossima ci sono in programma le melanzane alla parmigiana. Ne mangiero' una bella porzione e provero' ( non ce la faro' mai ) a risponderti
sbellicars  sbellicars sbellicars
Vabbè, però puoi dire qual'è il tuo atteggiamento a lezione, oppure come pensi  debba essere
: Re:L'atteggiamento giusto a lezione
: StefanoMassari June 25, 2015, 08:54:32 AM
Ciao , personalmente cerco di trasmettere ai miei allievi il bello, il godimento, il piacere di suonare, non c'è mai competizione con loro,  ma passione per quello che faccio, la bellezza è alla base di tutto , in qualsiasi campo artistico. Suono sempre con loro , non per emergere, non fa parte del mio carattere, ma per mettere in pratica quello che penso. Trovo stimolante per l'allievo sentire e far conoscere i grandi trombettisti, ho allievi anche di 6 anni , l'approccio è completamente diverso  dall'adulto , cerco sempre la melodia, il motivo semplice che lo faccia divertire, gradualmente si aggiunge la tecnica a piccole dosi : scale arpeggi ecc.
Saluti
Stefano Massari
: Re:L'atteggiamento giusto a lezione
: Ale Vinci June 25, 2015, 09:39:01 AM
Un po' di ripasso di filosofia e pedagogia fa bene,bravo... ;D
A me é capitato più volte di trovarmi a lezione in una situazione simile al primo caso in cui il timore di sbagliare non mi permetteva di rendere al massimo......dato per scontato che molto dipende dall'insegnante anche gli allievi hanno un ruolo determinante; penso che conti molto arrivare a lezione preparati o quanto meno con la coscienza a posto di aver studiato in settimana....altro fattore fondamentale è dare fiducia a quello che ci viene detto dall'insegnante lasciando perdere quello di cui siamo convinti.
Insomma ci vuole determinazione,umiltà,voglia di migliorare,sacrificio e infine trovarsi in un ambiente sereno e senza competizione.....
Di solito le problematiche a lezione di timidezza ed atteggiamento si risolvono gradualmente man mano che si instaura un rapporto di reciproca fiducia,altro capitolo è invece quando si devono affrontare esami ed audizioni....li la paura del giudizio gioca brutti scherzi e se ci andiamo con l'atteggiamento sbagliato rischiamo di fare magre figure.....ma è proprio da quelle che si riparte e ci formeranno ancora più forti e determinati,sia nella musica che nella vita....
: Re:L'atteggiamento giusto a lezione
: musicmanx June 25, 2015, 09:44:10 AM
Il mio atteggiamento a lezione .......Si suddivide in 3 grosse categorie.
1 ) non ho studiato
2 ) ho studiato poco e L'ultimo giorno
3 ) ho studiato tanto

Nel primo caso non mi esce dalla tromba nemmeno quello che ero sicuro di saper fare prima della lezione precedente e la salivazione e' pari allo zero
nel secondo caso annaspo con qualche nota qui e li ma in men che non si dica mi ritrovo nella situazione n 1
nel terzo ed ultimo caso parto a cannone ma dopo 15 minuti mi rendo conto che sono la solita pippa e ritorno dritto dritto alla situazione n 1
: Re:L'atteggiamento giusto a lezione
: Norman June 25, 2015, 10:22:39 AM
Penso che a tutti sia capitato di sentire quel senso di soggezione, che è inevitabile nel momento in cui di fatto ci stiamo sottoponendo al giudizio di un'altra persona. Secondo me deve essere bravo l'insegnante nel mettere l'allievo a suo agio. Penso che sia molto importante come l'insegnante affronta questo aspetto, perché alla fin fine è lo stesso meccanismo che scatta quando devi suonare in pubblico, quindi se riesci a "sbloccarti" a lezione questo sicuramente piano piano si riverbera anche su quando suoni in pubblico. L'altro fattore che influisce su questo aspetto è la tecnica: se ti rendi conto che lo studio ti rende le cose più facili, hai anche meno paura dell'errore. Quindi in sostanza si agisce su due fattori che a loro volta interagiscono tra loro: combattere la paura dell'errore per suonare meglio, e suonare meglio per combattere la paura dell'errore. Se l'insegnante è bravo sia nella gestione psicologica che in quella tecnica, i risultati saranno molto migliori.

L'altro aspetto che influenza il risultato del lavoro secondo me è anche la disponibilità dell'allievo ad accettare i consigli dell'insegnante. Oggi che anche i principianti sono bombardati di informazioni sulla didattica, sulla tecnica, sugli strumenti e via dicendo, capita spesso che si formino delle convinzioni su quelli che sono i loro problemi ed anche sulle soluzioni. Nella maggior parte dei casi queste convinzioni sono del tutto prive di fondamento, ma l'allievo si presenta dall'insegnante ed inizia comunque a dirgli cose tipo "la mia impostazione è sbagliata", oppure "devo cambiare bocchino" e via dicendo. L'insegnante spesso deve passare del tempo a fare tabula rasa di tutto questo per poter lavorare sui reali problemi... Ed a volte capita che l'allievo sia talmente cocciuto che non riesce a scrollarsi di dosso questi preconcetti. In questi casi l'insegnante può fare davvero poco. Dico questo con cognizione di causa, perché in questi anni in Civica ho visto diverse persone presentarsi da Giuffredi lamentano problemi anche seri, che arrivavano pensando di sapere che cosa era andato storto, ma che in realtà rifiutavano di sentirsi dire la verità, perché questa implicava l'inizio di un lungo percorso di ricostruzione della tecnica di base. Invece spesso queste persone cercavano l'elemento "sbloccante", il consiglio rivelatore, in poche parole la soluzione rapida, che di solito non esiste.

: Re:L'atteggiamento giusto a lezione
: Gio77 June 25, 2015, 11:40:41 AM
Norman ha ragione, quando sei convinto di sapere qualcosa è proprio il momento che capisci che non la sai....
Io personalmente (oltre ai vari aspetti diretti allo studio e all'apprendimento) ho capito che la cosa più importante è che il tuo maestro/esempio, ti indirizzi e non ti faccia mai perdere il punto di vista più importante, cioè quello di fare della "Musica" e come sappiamo tutti noi trombettisti, per fare musica con il nostro strumento la devi fare per forza "fatta bene" e dunque sotto con lo studio e ben venga...
Ma l'obbiettivo non va perso di vista ed è quello che ad ogni lezione ed ad ogni concerto mi prefiggo, imparare e suonare della "musica" fatta bene, e l'insegnante dovrebbe indirizzarti (oltre allo sviluppo della tecnica) a questo traguardo, fare il Clarke a 320bpm non è il fine!
: Re:L'atteggiamento giusto a lezione
: toro June 25, 2015, 11:58:54 AM
Mia opinione è che ,un atteggiamento e un buon risultato a lezione dipenda pure,oltre alle importanti cose già citate da voi,dalle aspettative iniziali che leggiamo nell'animo del nostro maestro.Un maestro troppo esigente ,potrebbe ,a parere mio ,bloccare o frenare l'allievo creando un ansia da prestazione,che induce l'allievo a non rendere come nei momenti nel quale questo è assente.
Credo,(correggetemi chi insegna di voi)che un buon maestro dovrebbe essere in grado di leggere questa tensione provocata dalle proprie,magari alte,aspettative sull'allievo...anche se non saprei spiegarne i meccanismi  di individuazione e di correzione....
: Re:L'atteggiamento giusto a lezione
: musicmanx June 25, 2015, 12:06:58 PM
per me nn buon Maestro e' colui che riesce a trasmettere la passione e la dedizione per lo strumento e per la musica al propio allievo .
: Re:L'atteggiamento giusto a lezione
: toro June 25, 2015, 12:17:56 PM
per me nn buon Maestro e' colui che riesce a trasmettere la passione e la dedizione per lo strumento e per la musica al propio allievo .
Ti chiedevo,visto che ho un esperienza limitata di lezioni presso un maestro,oltre a quello che scrivi tu,un buon maestro dovrebbe pure capire se l'allievo è in grado di recepire e  in quali dosi in termini di quantità o qualità,quelle caratteristiche che elencavi prima?insomma in modo schietto ,un buon maestro,può già dalle prime lezioni capire se un allievo potrà implementare tali insegnamenti oppure sarebbe tempo sprecato?mi interessa la tua opinione grazie
: Re:L'atteggiamento giusto a lezione
: nuvola June 25, 2015, 01:43:15 PM
Stiamo spostando la discussione sul maestro, la sua competenza e la sua sensibilità. Diamo per scontato, per una volta, che il maestro possieda le qualità necessarie. Qual'è il nostro atteggiamento? Per quello che mi riguarda penso che il mio errore è quello di pensare nel momento della lezione che devo dare il massimo di me stesso, devo dimostrare, certo al maestro, ma anche a me stesso che la settimana di studio ha dato i suoi frutti e che non sono inutilmente ostinato :(. Credo che debbo cercare di affrontare la lezione con uno spirito diverso, pensare che quello è uno dei soliti momenti che imbraccio una tromba e cerco di suonare come suono di solito, senza un surplus d'impegno. Se ho fatto dei progressi verranno fuori, sennò pazienza.
: L'atteggiamento giusto a lezione
: anrapa June 25, 2015, 01:45:20 PM
Si, si, si e ancora si! :)


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: Re:L'atteggiamento giusto a lezione
: musicmanx June 25, 2015, 01:52:41 PM
Ti chiedevo,visto che ho un esperienza limitata di lezioni presso un maestro,oltre a quello che scrivi tu,un buon maestro dovrebbe pure capire se l'allievo è in grado di recepire e  in quali dosi in termini di quantità o qualità,quelle caratteristiche che elencavi prima?insomma in modo schietto ,un buon maestro,può già dalle prime lezioni capire se un allievo potrà implementare tali insegnamenti oppure sarebbe tempo sprecato?mi interessa la tua opinione grazie

Sicuramente un buon maestro capisce immediatamente se il ragazzo ha talento o no ma in ogni caso le cose non cambiano . Se non ha talento comunque studiando puo' arrivare a Buoni Livelli (per me e'  meglio essere un musicista mediocre che non esserlo affatto ) .Se invece ha talento non e' detto che abbia voglia di studiare .
Se non ha ne talento ne voglia di studiare ( come tanti giovani di oggi ) sono abbastanza propenso a fargli guadagnare i soldi della lezione andando a lavorare cosi' magari alla fine non e' propio tempo sprecato .
Rispendendo a Nuvola invece credo che  volenti o nolenti L'attegiamento che uno ha a lezione e' comunque sempre riconducibile al propio insegnante ed al suo modo di impostare gli studi infatti molto spesso cambiando insegnante si cambia il propio modo di studiare.
: Re:L'atteggiamento giusto a lezione
: toro June 25, 2015, 04:19:01 PM
Musicmanx ha scritto:...Rispendendo a Nuvola invece credo che  volenti o nolenti L'attegiamento che uno ha a lezione e' comunque sempre riconducibile al propio insegnante ed al suo modo di impostare gli studi infatti molto spesso cambiando insegnante si cambia il propio modo di studiare.
Sono d'accordo con music....credo che il connubio maestro-allievo sia determinante sui risultati dell'allievo e sul suo atteggiamento.L'entrare in simbiosi con un maestro in particolare piuttosto che un altro, credo possa determinare quell'effetto  sinergico che porta ad atteggiamenti appropriati ed a risultati certi.
: Re:L'atteggiamento giusto a lezione
: toro June 25, 2015, 04:22:46 PM
....ah per la cronaca ,e scusate l'OT,......1001 post...sono solista ,adesso so' caxxi vostri! smil
: Re:L'atteggiamento giusto a lezione
: fac June 25, 2015, 05:27:45 PM
Stiamo spostando la discussione sul maestro, la sua competenza e la sua sensibilità. Diamo per scontato, per una volta, che il maestro possieda le qualità necessarie. Qual'è il nostro atteggiamento? Per quello che mi riguarda penso che il mio errore è quello di pensare nel momento della lezione che devo dare il massimo di me stesso, devo dimostrare, certo al maestro, ma anche a me stesso che la settimana di studio ha dato i suoi frutti e che non sono inutilmente ostinato :(. Credo che debbo cercare di affrontare la lezione con uno spirito diverso, pensare che quello è uno dei soliti momenti che imbraccio una tromba e cerco di suonare come suono di solito, senza un surplus d'impegno. Se ho fatto dei progressi verranno fuori, sennò pazienza.
Mi riallaccio qui, senza entrare nel discorso sulle qualità del maestro, secondo me le insoddisfazioni si generano per due motivi: uno, avere obbiettivi poco realistici, secondo me un conto è pensare "oggi devo suonare meglio" e un conto è pensare "oggi devo suonare meglio l'esercizio #tot a pag.tot" questo già mette in condizione di avere un obiettivo tangibile e quindi di avere meno possibilità di incorrere in insoddisfazioni, il secondo problema è mettere la tromba prima dell musica, errore che secondo me è il più comune, preoccuparsi delle note e non di portare avanti un qualche discorso musicale. Infine, si sa che "la gioia della vittoria non è mai grande quando il dolore per la sconfitta"...
Ovviamente, my 2 cents, da ultima tromba di fila :)
: Re:L'atteggiamento giusto a lezione
: TROMBAROLO June 25, 2015, 06:31:29 PM
secondo me quando si va a lezione bisognerebbe svuotarsi da tutte le ansie e pippe mentali(lo dico ma sono per carattere uno che se ne fa).a me come a tutti credo,capitano lezioni dove va tutto bene,esercizi che escono,bel suono,capacita di capire cosa e come correggere seguendo le indicazioni del docente oppure dove tutto va storto...anni fa credevo che le colpe erano da cercare nella tromba,invece ora sono consapevole del fatto che tutto sta nella nostra testa.altro punto,sempre secondo me sta nel arrivare preparati(nel senso di avere lavorato bene),e soprattutto di non entrare in una stanza per dimostrare,ma per apprendere...poco o tanto che sia,se siamo troppo presi a non sbagliare per non offendere il nostro ego(a me capita)difficilmente si avrà la lucidità mentale per rendere il tutto proficuo.questo è quello che penso,peccato che spesso non mi comporto nel modo giusto! doh
: Re:L'atteggiamento giusto a lezione
: Myskin June 25, 2015, 08:47:10 PM
per me, come penso per tanti altri amatoriali come me, la lezione é il momento durante la settimana dove faccio quello che più mi piace, con qualcuno che mi ascolta e mi guida. Raramente sono influenzato da quanto poco ho studiato. Certo, se ho studiato un po' di più mi piace anche riuscire a dimostrarlo. Un buon maestro sa quando dare il bastone e quando la carota. nel mio caso, sto messo tanto male che son quasi sempre solo carote da parte del maestro, che di bastonate già ne prendo parecchie.

Il problema del rendimento é legato a quanto sono stressato x il lavoro. Ieri ero stressato da morire e ho suonato di
mer…a dopo mezz'ora ero stanco morto e non usciva nulla. il maestro mi ha detto: "riposati quest'estate, studia la tromba e non pensare ad altro" che é esattamente ciò che vorrei anche io
: Re:L'atteggiamento giusto a lezione
: nuvola June 25, 2015, 10:20:28 PM
Credo che debbo cercare di affrontare la lezione con uno spirito diverso, pensare che quello è uno dei soliti momenti che imbraccio una tromba e cerco di suonare come suono di solito, senza un surplus d'impegno. Se ho fatto dei progressi verranno fuori, sennò pazienza.
Mannaggia! Non ci sono riuscito :-\
: Re:L'atteggiamento giusto a lezione
: anrapa June 25, 2015, 10:34:41 PM
Ahahahah, no, dai! :)
: Re:L'atteggiamento giusto a lezione
: Mauro 58 June 26, 2015, 06:40:10 AM
Ho seguito questo post interessantissimo fin dall’inizio e sono stato tentato di limitarmi alla lettura, ma poi i punti di riflessione esposti da voi tutti sono stati talmente tanti ed importanti da spingermi ad intervenire.
Quando ero studente, ho vissuto quel periodo come un tempo di grande passione e dedizione per la materia.
Ho iniziato a prendere lezioni di tromba nel 1973 all’età di circa 14 anni e ho avuto la fortuna di trovare un buon Maestro che, pur appartenendo alla “vecchia scuola” (quindi solo Gatti, Peretti, Kopprasch e Setticlavio), mi ha trasmesso soprattutto l’amore per la Musica e l’immenso desiderio di farla diventare parte integrante della mia vita.
Il mio atteggiamento a lezione, quindi, era quello di presentarmi ogni volta con i compiti fatti il meglio possibile; e non tanto per compiacere il Maestro, quanto per il desiderio di scoprire il contenuto della prossima lezione e i relativi esercizi da imparare per poter proseguire il cammino.
Inoltre, se la lezione era stata proficua, spesso il Maestro mi premiava con un duetto in cui ci alternavamo, col crescere della mia tecnica, nelle prime e seconde parti. E questi erano i momenti che forse mi sono piaciuti di più di tutto il periodo di apprendistato.
Certo, c'erano anche lezioni in cui il rendimento era scarso o nullo (studiavo anche per il liceo), ma in quelle occasioni il Maestro mi faceva studiare insieme a lui e così recuperavo un po'...
: Re:L'atteggiamento giusto a lezione
: fabiodb June 26, 2015, 10:05:20 AM
Mi riallaccio qui, senza entrare nel discorso sulle qualità del maestro, secondo me le insoddisfazioni si generano per due motivi: uno, avere obbiettivi poco realistici, secondo me un conto è pensare "oggi devo suonare meglio" e un conto è pensare "oggi devo suonare meglio l'esercizio #tot a pag.tot" questo già mette in condizione di avere un obiettivo tangibile e quindi di avere meno possibilità di incorrere in insoddisfazioni, il secondo problema è mettere la tromba prima dell musica, errore che secondo me è il più comune, preoccuparsi delle note e non di portare avanti un qualche discorso musicale. Infine, si sa che "la gioia della vittoria non è mai grande quando il dolore per la sconfitta"...
Ovviamente, my 2 cents, da ultima tromba di fila :)

è vero molte volte si perde l'obiettivo, che è quello di conoscere la musica, e non suonare la tromba, che ovviamente c'è ma arriva dopo, quanti musicisti ignoranti ci sono? tantissimi!!
finché ci poniamo delle domande abbiamo modo di imparare nuove cose, i problemi nascono quando le domande non ce le poniamo più, e succede quando pensiamo di sapere già tutto o perché abbiamo un foglio con scritto che sappiamo tutto.
l'insegnante è la struttura portante della casa dove noi abiteremo con la musica, ma dovremo stare attenti, se ci chiudiamo dentro avvizziremo con lei  fenomen
: Re:L'atteggiamento giusto a lezione
: fac June 26, 2015, 12:56:29 PM
Scusa ma non credo di aver capito, ho trovato il messaggio un pò criptico, magari se hai tempo e voglia puoi cercare di spiegarmelo con parole diverse!
: Re:L'atteggiamento giusto a lezione
: fabiodb June 26, 2015, 01:22:06 PM
Scusa ma non credo di aver capito, ho trovato il messaggio un pò criptico, magari se hai tempo e voglia puoi cercare di spiegarmelo con parole diverse!

il succo di quello che volevo dire è che l'obiettivo è la musica, la tromba il mezzo, l'insegnante e la volontà il carburante, e non ci sono diplomi per attestare come senti e fai la musica, ma soltanto la passione e la voglia costante di imparare che ti fa dire "oggi sono soddisfatto!". la stanza chiusa è la metafora di chi ha imparato qualcosa ma non lo condivide e non si apre ad altre esperienze che portano confronto con la possibilità di rimettersi in gioco.
: Re:L'atteggiamento giusto a lezione
: fac June 26, 2015, 01:23:38 PM
Ok ora ho capito, grazie!
: Re:L'atteggiamento giusto a lezione
: Norman June 26, 2015, 04:08:05 PM
Interessante il discorso sugli obiettivi non realistici. Io non credo che sia un male avere obiettivi anche non realistici. Più volte il mio insegnante mi ha detto che è invece importantissimo aspirare a diventare il trombettista dei nostri sogni, perché solo questo ci può spingere a dare il massimo ed a lavorare con la migliore dedizione e qualità possibili. Poi quello che diventeremo in realtà lo determineranno il talento innato, le contingenze della vita e via dicendo, ma a mio modesto parere è sbagliato pensare ad obiettivi "realistici".

Dove invece lo studente deve essere sempre ben ancorato alla realtà è sulla valutazione della sua condizione nel presente, e qui, soprattutto all'inizio, è fondamentale il lavoro dell'insegnante. Mi spiego meglio. Uno dei grandi problemi è che il principiante fatica a comprendere l'esatta misura della distanza tra quello che realmente fa e quello che vorrebbe fare. All'inizio il solo fatto di emettere dei suoni vagamente ascoltabili ci riempie di entusiasmo, ed è giusto così. Il problema è che questo può portare l'allievo a sopravvalutare quello che fa, facendo nascere il desiderio di bruciare le tappe. Invece il percorso non prevede scorciatoie, e bisogna avere la pazienza di percorrere una per una tutte le tappe necessarie. Prima bisogna imparare a produrre dei suoni correttamente, suoni belli da ascoltare. Già imparare a distinguere un suono corretto da uno non corretto è molto, molto meno scontato di quanto si pensi. Se questo lavoro iniziale non è fatto correttamente, tutto il resto sarà mediocre e traballante. Anche in questo caso deve essere bravo l'insegnante a far comprendere all'allievo la necessità di avere pazienza, ma se l'allievo è cocciuto finirà per mollare il colpo e si andrà a cercare insegnanti più "accomodanti", che magari transigono sulla tecnica di base e sono più propensi a dare l'illusione che esista un metodo più sbrigativo, che ci si possa accontentare di un livello "da dilettante". Beh, per chi ascolta non esistono il livello da dilettante e quello da professionista, esiste musica che è piacevole ascoltare e musica che fa schifo... Non importa chi sta suonando. Tutti noi suoniamo per fare musica bella e gradevole da sentire. Quindi è in questo ambito che non bisogna porsi obiettivi non realistici, nel non voler fare qui ed ora quello che il nostro livello tecnico non permette di fare con la necessaria qualità.

Ma quando invece una cosa la si sta facendo ed è alla nostra portata, o quando la si studia, bisogna sempre puntare a farla esattamente come la farebbe il nostro trombettista dei sogni.
: Re:L'atteggiamento giusto a lezione
: Belfagor June 29, 2015, 01:59:36 PM
Argomento interessantissimo. Quoto Norman: il mio maestro sa che mi piace Maurice Andre e mi dice sempre: immagina di essere lui quando suoni, fatti trasportare e coinvolgere dalla musica. Beh.............esce un altro suono, un suono migliore, rotondo; importante è anche dare la nostra interpretazione al brano, di come noi vogliamo raccontare quella storia.
Stefano
: Re:L'atteggiamento giusto a lezione
: nicola m June 29, 2015, 02:25:46 PM
concordo pienamente con l'idea di Stefano.
Il "raccontare una storia" è la base della "esposizione" di una composizione jazzistica (e non solo). Questo per sottolineare il fatto che il jazz degli albori non aveva tecnica nè studio nè storia, ma solo sentimenti (di varia natura).
Scusate, ho divagato  doh ,
penso tuttavia che l'approccio giusto sia di trasparenza verso noi stessi.
L'insegnante (che in quanto tale si suppone ne abbia viste di tutti i colori) comprende se quel giorno stiamo dando il 90,65,38, -10% delle nostre potenzialità e tutti noi sappiamo che il percorso musicale è spesso come il ballo del pinguino
- Indietro
- Indietro
- Avanti avanti avanti.

La ricetta è di solito cercare di dare il massimo e con naturalezza, e ogni volta che si forza (tensioni, paura di non farcela, ecc) usciamo dal seminato e le condizioni più che sicure si rivelano imprevedibili.
Se mentiamo, mentiamo in primo luogo a noi stessi.
: Re:L'atteggiamento giusto a lezione
: Mauro 58 June 29, 2015, 02:40:33 PM
Io non credo che sia un male avere obiettivi anche non realistici. Più volte il mio insegnante mi ha detto che è invece importantissimo aspirare a diventare il trombettista dei nostri sogni, perché solo questo ci può spingere a dare il massimo ed a lavorare con la migliore dedizione e qualità possibili. Poi quello che diventeremo in realtà lo determineranno il talento innato, le contingenze della vita e via dicendo, ma a mio modesto parere è sbagliato pensare ad obiettivi "realistici".

Su questo argomento, invece, io (e sottolineo "io") ho forti dubbi.
Con questo non voglio minimamente dissertare sulle opinioni altrui, ci mancherebbe...
Voglio solo dire che, secondo il mio parere, è invece essenziale avere un obiettivo "alla portata".
Se, per fare un esempio, il mio idolo è Fabrizio Bosso, non credo sia sufficiente aspirare ad arrivare ai suoi livelli per poter diventare un musicista di tale levatura, ma per realizzarlo ci deve essere quel "quid" che genera il giusto equilibrio tra i vari elementi essenziali che mi potranno consentire di farlo (talento, tecnica, applicazione nello studio, rendimento fisico, ecc.).
Quindi, ben venga la legittima aspirazione, ma attenzione a non confondere il possibile con l'impossibile...
Capisco che il sacro fuoco della passione debba bruciare ed essere sempre vivo come la Fiamma Olimpica, ma posso assicurarvi che quando avevo 25 anni ardeva in maniera molto diversa da come arde ora che ne ho quasi 60...
E poi, non ci trovo nulla di male ad accontentarsi del proprio modo di suonare: se sono soddisfatto di quello che faccio, perché cercare a tutti i costi di andare "oltre"?... Questo non significa, sempre a mio modestissimo parere, che ci si debba crogiolare nella mediocrità, ma neanche che si debba arrivare ad essere vittima della inevitabile frustrazione per qualcosa che non si potrà mai raggiungere.
: Re:L'atteggiamento giusto a lezione
: StefanoMassari June 29, 2015, 05:28:23 PM
Ciao, avere degli obiettivi e un modello da seguire è importantissimo, tutti ascoltiamo e imitiamo i nostri idoli, ma alla fine emerge quello che siamo nonostante lo studio. Non si può diventate Bosso, Marsalis o altri extraterrestri, i giochi sono fatti già dalla partenza. Ho sentito  Bosso quando aveva 17 anni, ed era già un fenomeno, parlando un giorno con il padre, Gianni Bosso ," trombettista fantastico e persona gentilissima" mi disse che suo figlio si era diplomato a 15 anni, ha studiato con un insegnante di Parma, sicuramente bravo, ma poteva studiare con " Topo Gigio o Geppetto " il risultato era il medesimo. I grandi trombettisti si ascoltano, volendo si imitano, ma poi quello che deve emergere e il nostro carattere e il nostro modo di suonare, con pregi e difetti,  lo strumento è solo un mezzo per esprimere la nostra personalità.
Stefano Massari
: Re:L'atteggiamento giusto a lezione
: Mauro 58 June 29, 2015, 06:34:38 PM
Ho sentito  Bosso quando aveva 17 anni, ed era già un fenomeno, parlando un giorno con il padre, Gianni Bosso ," trombettista fantastico e persona gentilissima" mi disse che suo figlio si era diplomato a 15 anni, ha studiato con un insegnante di Parma, sicuramente bravo, ma poteva studiare con " Topo Gigio o Geppetto " il risultato era il medesimo.

Parole sante: esattamente quello che volevo esprimere...
: L'atteggiamento giusto a lezione
: Ste June 29, 2015, 08:35:13 PM
Allora domani telefono a Geppetto 😇😀


(scusate, non ho resistito 😊 😉 )
: L'atteggiamento giusto a lezione
: Norman June 30, 2015, 01:54:33 AM

Su questo argomento, invece, io (e sottolineo "io") ho forti dubbi.
Con questo non voglio minimamente dissertare sulle opinioni altrui, ci mancherebbe...
Voglio solo dire che, secondo il mio parere, è invece essenziale avere un obiettivo "alla portata".
Se, per fare un esempio, il mio idolo è Fabrizio Bosso, non credo sia sufficiente aspirare ad arrivare ai suoi livelli per poter diventare un musicista di tale levatura, ma per realizzarlo ci deve essere quel "quid" che genera il giusto equilibrio tra i vari elementi essenziali che mi potranno consentire di farlo (talento, tecnica, applicazione nello studio, rendimento fisico, ecc.).
Quindi, ben venga la legittima aspirazione, ma attenzione a non confondere il possibile con l'impossibile...
Capisco che il sacro fuoco della passione debba bruciare ed essere sempre vivo come la Fiamma Olimpica, ma posso assicurarvi che quando avevo 25 anni ardeva in maniera molto diversa da come arde ora che ne ho quasi 60...
E poi, non ci trovo nulla di male ad accontentarsi del proprio modo di suonare: se sono soddisfatto di quello che faccio, perché cercare a tutti i costi di andare "oltre"?... Questo non significa, sempre a mio modestissimo parere, che ci si debba crogiolare nella mediocrità, ma neanche che si debba arrivare ad essere vittima della inevitabile frustrazione per qualcosa che non si potrà mai raggiungere.

Attenzione, io ho detto proprio che è importante non porsi obiettivi non realistici: è inutile mettersi a studiare Donna Lee se si fa fatica a suonare una semplice melodia con un suono, intonazione ed espressione...

Quello che dico è che quello che studiamo o suoniamo dobbiamo puntare a suonarlo come lo suonano i grandi. Poi magari non ci riusciremo comunque, ma è l'unico modo per raggiungere risultati che siano musicalmente accettabili. Troppo spesso ci si accontenta di una qualità che sembra accettabile nell'ottica del progresso dello studio, ma che a livello musicale non lo è. Troppo spesso ci sono insegnanti poco esigenti sulla tecnica di base perché hanno a che fare con gente che suona per diletto, e generano l'illusione che esista un metodo di studio "meno impegnativo" per i dilettanti, che esista una "scorciatoia" per i dilettanti per "farli suonare" prima. Per me questo atteggiamento è sbagliato, e lo dico perché ci sono passato. Ho cominciato a suonare decentemente solo quando ho cominciato a studiare con maestri che mi hanno spinto a non accontentarmi della qualità mediocre. Il tempo che dedico allo studio è esattamente lo stesso di prima, ma i risultati sono di un'altra categoria.
: Re:L'atteggiamento giusto a lezione
: fabiodb June 30, 2015, 09:24:39 AM
tutti concetti che ritengo giusti, e aggiungo che se c'è l'impegno e la voglia, si arriva dove si vuole, che non vuol dire comunque suonare come tizio o caio, e credo che chi dice "impossibile" ha già un handicap che rimarrà tale in tutti gli "impossibili" che pronuncerà!  una parola è molto  potente sulla nostra psiche e può fare sia miracoli che danni!
: Re:L'atteggiamento giusto a lezione
: Mauro 58 June 30, 2015, 06:02:07 PM
... credo che chi dice "impossibile" ha già un handicap che rimarrà tale in tutti gli "impossibili" che pronuncerà!  una parola è molto  potente sulla nostra psiche e può fare sia miracoli che danni!

Io non sarei così lapidario...

Dal vocabolario Treccani:
"Impossibile: agg. [dal lat. tardo impossibĭlis, comp. di in- e possibĭlis «possibile»]. –
Che non è possibile, sia in senso assoluto sia in relazione a determinate persone o circostanze."

Volevo semplicemente dire che molto difficilmente nella vita reale (nei sogni tutto è possibile) quello che si pensa si possa tramutare in realtà.
Se io volessi imparare il Concerto per Tromba di Rafaèl Mendez, so già che sarebbe un'impresa impossibile (parlo sempre per le mie capacità); viceversa, se volessi imparare a suonare "Trumpet Blues" di Harry James, potrei riuscirci (l'ho già fatto in passato), ma il che non vuol dire che io suono come Harry James (magari!...), ma che, come diceva Norman, io mi posso ispirare ad Harry James e lasciare che venga fuori la mia interpretazione di quel brano.
Ragione per cui (ribadisco che si tratta sempre della mia personalissima opinione), penso che invece sia molto costruttivo avere sempre coscienza dei propri limiti, oltre che delle proprie capacità.

Qualsiasi insegnante degno di tale nome dovrebbe essere in grado di capire non solo se lo studente è dotato di talento e se è in grado di poter eccellere nello studio, ma dovrebbe anche indirizzarlo al meglio delle sue possibilità.

Come dicevo nel post precedente, perché non devo accontentarmi di quello che faccio, se ciò mi soddisfa?...

Non credo che in Italia (o altrove) ci sia una sovrappopolazione di Ferguson, Bosso, Morrison, André, Nakariakov, Smedvig, ecc., ma sicuramente ci sono molti e bravi (anche se non eccellenti) trombettisti.
Non capisco quindi perché ci si dovrebbe precludere l'accesso al "ceto medio" musicale: non ci può essere un esercito composto solo da generali!

Non vorrei uscire dal topic, ma posso dire che dalla musica ho avuto molte soddisfazioni: quando ero giovane, a cavallo degli anni '70 e '80, ho fatto di tutto: serate, concerti, spettacoli all'aperto e al chiuso, tournée nazionali ed estere, turni in sala di incisione, big-band, ecc..
Come ho detto più volte in precedenza nei vari post che ho inserito nel forum, quando frequentavo le sale d'incisione e i locali di spettacolo, tutto quello che facevo si riduceva a poche cose: breve riscaldamento prima di iniziare, intonazione col diapason e la massima precisione possibile durante la lettura delle partiture.
Non sono mai stato un lead player (la mia estensione arrivava al massimo al "fa" un'ottava sopra quello al 5 rigo) e neanche un grande improvvisatore; però ho sempre trovato lavoro fino alla fine degli anni '90, quando – per problemi vari – sono stato costretto a smettere di suonare.

Ma questa è un'altra storia...

 
: Re:L'atteggiamento giusto a lezione
: Norman June 30, 2015, 06:33:47 PM
Ripeto, non parlo in assoluto, è ovvio che ognuno deve fare i conti con la propria realtà.

Quello di cui parlo è l'atteggiamento che si deve avere quando si studia, ed in particolare quando si va a lezione, che è l'oggetto di questa discussione. E quando si studia bisogna ambire a fare il massimo possibile, ed essere esigenti con sé stessi. Sono d'accordo che magari il concerto per tromba di Mendez è fuori portata per la stragrande maggioranza di noi, ma quello che dobbiamo perseguire è la massima qualità possibile in quello che è effettivamente alla nostra portata. Se "Trumpet Blues" è alla tua portata, devi studiarlo come se dovessi suonarlo a Umbria Jazz, devi puntare a suonarlo perfetto. Solo questo atteggiamento ti permetterà di ottenere il massimo possibile dal tuo studio.

Io penso che il bravo insegnante sappia motivare adeguatamente l'allievo a lavorare con questa mentalità, per portarlo ad ottenere il miglior risultato possibile. Anche l'allievo però deve essere disponibile a dare il 100%. In questi anni alla Civica di studenti che si "sedevano" sulla mediocrità ne ho visti tanti, ed il risultato è sempre lo stesso: o smettono, o vanno incontro a molte più delusioni di chi magari è anche meno dotato come talento, ma studia con la testa giusta.
: Re:L'atteggiamento giusto a lezione
: fabiodb June 30, 2015, 06:59:24 PM
Io non sarei così lapidario...

Dal vocabolario Treccani:
"Impossibile: agg. [dal lat. tardo impossibĭlis, comp. di in- e possibĭlis «possibile»]. –
Che non è possibile, sia in senso assoluto sia in relazione a determinate persone o circostanze."

Volevo semplicemente dire che molto difficilmente nella vita reale (nei sogni tutto è possibile) quello che si pensa si possa tramutare in realtà.
Se io volessi imparare il Concerto per Tromba di Rafaèl Mendez, so già che sarebbe un'impresa impossibile (parlo sempre per le mie capacità); viceversa, se volessi imparare a suonare "Trumpet Blues" di Harry James, potrei riuscirci (l'ho già fatto in passato), ma il che non vuol dire che io suono come Harry James (magari!...), ma che, come diceva Norman, io mi posso ispirare ad Harry James e lasciare che venga fuori la mia interpretazione di quel brano.
Ragione per cui (ribadisco che si tratta sempre della mia personalissima opinione), penso che invece sia molto costruttivo avere sempre coscienza dei propri limiti, oltre che delle proprie capacità.

Qualsiasi insegnante degno di tale nome dovrebbe essere in grado di capire non solo se lo studente è dotato di talento e se è in grado di poter eccellere nello studio, ma dovrebbe anche indirizzarlo al meglio delle sue possibilità.

Come dicevo nel post precedente, perché non devo accontentarmi di quello che faccio, se ciò mi soddisfa?...

Non credo che in Italia (o altrove) ci sia una sovrappopolazione di Ferguson, Bosso, Morrison, André, Nakariakov, Smedvig, ecc., ma sicuramente ci sono molti e bravi (anche se non eccellenti) trombettisti.
Non capisco quindi perché ci si dovrebbe precludere l'accesso al "ceto medio" musicale: non ci può essere un esercito composto solo da generali!

Non vorrei uscire dal topic, ma posso dire che dalla musica ho avuto molte soddisfazioni: quando ero giovane, a cavallo degli anni '70 e '80, ho fatto di tutto: serate, concerti, spettacoli all'aperto e al chiuso, tournée nazionali ed estere, turni in sala di incisione, big-band, ecc..
Come ho detto più volte in precedenza nei vari post che ho inserito nel forum, quando frequentavo le sale d'incisione e i locali di spettacolo, tutto quello che facevo si riduceva a poche cose: breve riscaldamento prima di iniziare, intonazione col diapason e la massima precisione possibile durante la lettura delle partiture.
Non sono mai stato un lead player (la mia estensione arrivava al massimo al "fa" un'ottava sopra quello al 5 rigo) e neanche un grande improvvisatore; però ho sempre trovato lavoro fino alla fine degli anni '90, quando – per problemi vari – sono stato costretto a smettere di suonare.

Ma questa è un'altra storia...

 



il mio "Impossibile" è riferito al concetto stesso del termine nella vita reale, condivido tutto quello che hai scritto e anche quello che dice Norman, ma per esperienza, non musicale, smettere di pensare che una cosa sia impossibile giova alla mente e allo spirito, è logico che a 46 anni, la mia età, è difficile aspirare ad essere un Marsalis, ma dire difficile più che impossibile mi fa già stare meglio, e mi sprona a fare sempre di più senza arrendermi mai! se dovessi pensare e dire è impossibile fare il concerto di tromba di Mendez, perderei l'entusiasmo e probabilmente mi siederei su quello che già so senza sforzarmi di migliorare...tanto è impossibile! certo, questo discorso è più che altro un mio sistema mentale e ognuno ha il suo..  irrid    smil
: Re:L'atteggiamento giusto a lezione
: Carlo July 01, 2015, 06:12:19 PM
Ciao, avere degli obiettivi e un modello da seguire è importantissimo, tutti ascoltiamo e imitiamo i nostri idoli, ma alla fine emerge quello che siamo nonostante lo studio. Non si può diventate Bosso, Marsalis o altri extraterrestri, i giochi sono fatti già dalla partenza.

Ho sentito  Bosso quando aveva 17 anni, ed era già un fenomeno, parlando un giorno con il padre, Gianni Bosso ," trombettista fantastico e persona gentilissima" mi disse che suo figlio si era diplomato a 15 anni, ha studiato con un insegnante di Parma, sicuramente bravo, ma poteva studiare con " Topo Gigio o Geppetto " il risultato era il medesimo. I grandi trombettisti si ascoltano, volendo si imitano, ma poi quello che deve emergere e il nostro carattere e il nostro modo di suonare, con pregi e difetti,  lo strumento è solo un mezzo per esprimere la nostra personalità.
Stefano Massari
C'è un po' di contraddizione tra le due affermazioni.
Certo, il talento naturale è fondamentale. Però è un dato di fatto che quasi tutti i grandi musicisti, di ogni genere e tipo, siano nati in una famiglia di musicisti, e fin da piccoli hanno respirato  musica e si sono formati.
Ovviamente questa non è una condizione sufficiente per diventare un grande musicista, ma è quasi una premessa necessaria.
Quindi, per ottenere grandi prestazioni, la formazione da giovani è fondamentale.
E questo vale non solo per i musicisti. Ad esempio tutti grandi maestri di scacchi hanno iniziato al massimo a cinque anni a giocare con il loro padre che, casualmente....., era un grande appassionato di scacchi.