Lui soffre di una strana forma di autismo ed è dipendente da un numero considerevole di farmaci, porta dietro di se un'intera farmacia. Le notizie sulla sua infanzia non sono voci, io le ho avute da gente che lo conosce personalmente, e dubito che si sarebbe inventato cose simili o avrebbe dato credito a leggende metropolitane....
Non me ne voglia pino.trpt, se, con tutto il rispetto e la certezza della buona fede delle fonti ritengo che la storia degli esperimenti farmacologici da parte dei genitori non corrisponda al vero. Naturalmente non ho argomentazioni inequivocabili a supporto della mia tesi (credo che nessuno le abbia, nemmeno Harrell in persona, date, purtroppo, le condizioni!)…..semplicemente la storia tipo Mengele ad Auschwitz mi sembra inverosimile.
Lo ascoltai per la prima volta con il quintetto di Phil Woods nell’Anfiteatro Romano a Pompei, era la prima metà degli anni ’80, credo, nell’ambito di una rassegna jazz indimenticabile. Eravamo lì tutti per lui, Woods, naturalmente. Un mito, tra l’altro marito dell’ultima moglie di Charlie Parker per cui l’emozione era al limite del feticismo. Arrivai a concerto iniziato, durante il primo assolo del sassofonista alle cui spalle, tutti ne erano attratti, c’era questo giovane (rispetto a Woods… è del ’46) che sembrava impalato, col capo chino, le braccia lungo i fianchi, e che manteneva, “appesa” per la curva della campana alle dita delle mano destra, la sua Connstellation..
Immediatamente cominciarono a girare le voci del popolo che al “…si chiama Tom Harrell”, ben presto aggiunsero “….è malato!”, fino ad arrivare a “…gli manca un polmone!”…….
- ultima! e poi giuro che chiudo(…il primo Capitolo!)-
……finito l’assolo di P.Woods si “svegliò” di colpo, si avvicinò al microfono e letteralmente ammutolì tutti i fortunati presenti. Era al massimo del suo livello di tecnica anche scolasticamente intesa. Dopo qualche anno, sotto quell’aspetto, non sarebbe stato più lo stesso anche a causa di quel fastidioso tic che gli fa muovere la bocca nel bocchino (pare sia dovuto alle allucinazioni uditive - fonte Klauss-qualcosa, se vi interessa ci arrivo, il suo “biografo sui generis” tedesco -), e del fatto che, come testimonia quel “grumo” che ha al posto del labbro, ha un rapporto maniacale con la pratica: non fa altro che suonare, anche prima dei concerti, e questo spesso non gli giova. Aveva un suonone da fridd’ ‘ncuollo., cristallino e morbido insieme – l’ossimoro è necessario – e suonava a 200 di metronomo con una precisione inaudita ma, soprattutto, sembrava prendere quelle note da un contenitore ultraterreno. Il suo linguaggio era assolutamente nuovo seppur colto e quindi contaminato…era quello che ha fatto di lui un caposcuola dell’Hard Bop, sicuramente IL caposcuola bianco dell’Hard Bop. Finito l’assolo indietreggiò per tornare al “suo posto” discreto ed “distante alle ovazioni”, si ri-spense fino al suo successivo turno….e così fece fino alla fine del concerto, fantastico.
Una decina di anni fa e forse più, il suo sito ufficiale era tomharrellmusic.com o .net, non mi ricordo, oggi dismesso. Era gestito, come tutto il resto che lo riguarda, dalla moglie Angela, la sua ombra, una giornalista giapponese che lo accudisce da quando lo incontrò per un’intervista. Vi lessi della sua malattia, la schizofrenia (termine poco esaustivo, nel senso che pare racchiuda anche tutti i disturbi citati da pino.trpt, Zosimo e credo anche da Cesco, se non ricordo male) che, volendo sintetizzare molto, indica il vivere due vite parallele, una fatta di allucinazioni visive ed uditive, l’altra reale (…tipo la storia di John Nash in “Beautiful Mind”, per intenderci). Ricordo che a leggere quelle cose quasi ci rimasi male, ritenendo ingiusto che quei fatti assai privati fossero messi in piazza e temendo che, così facendo, un genio di quella portata potesse esser ridotto a fenomeno da baraccone per scopi commerciali. In ogni caso la malattia gli fu diagnosticata quando aveva 18 anni, dopo il suo primo tentativo di suicidio. Vi si leggeva anche del quoziente intellettivo esagerato e del fatto che fosse il figlio di due psichiatri che gli avevano lasciato una casa a New York nella quale vi era una enorme cassettiera che lui aveva letteralmente riempito di composizioni originali ed arrangiamenti rigorosamente manoscritti (ne posseggo due fotocopie).
Ultime due curiosità:
1) Fino a pochi anni fa, adesso non so, tra i primi amici MySpace di Tom Harrell c’era Giovanni Amato e viceversa.
2) Il concerto a Roma, anche quello risalente ormai (porca T..!) a qualche anno fa, all’Auditorium, con Giammarco, Zeppetella, Deidda, Sferra (registrarono anche un CD in studio il giorno dopo), Tom Harrell lo suonò tutto, me presente, senza il “cap” del primo pistone. Gliene avevo mandato uno di una mia vecchia tromba cinese, tramite uno dei musicisti mio fraterno amico, ma la filettatura dell’alberino era andata, per cui perse subito anche quello. Naturalmente suonò da Master-Trumpeter.