Author Topic: L'atteggiamento giusto a lezione  (Read 6745 times)

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Offline nuvola

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L'atteggiamento giusto a lezione
« on: June 25, 2015, 02:25:06 AM »
In una recente discussione con Tony, si parlava (veramente era lui che lo diceva) della paura di sbagliare durante la lezione. Paura che necessariamente, apportando delle tensioni, anche fisiche, diventa la causa principale dell'errore. Si faceva la distinzione (veramente era lui che la faceva) tra un sentimento di soggezione  nei confronti del maestro che induce inibizione e timore, limitando quindi la possibilità espressiva ed invece un atteggiamento quasi agonistico, cioè come un atleta che si è preparato per una intera settimana e poi cerca di dare il massimo di sè stesso in quell'ora che acquista,  di fatto, la caratteristica di un'esibizione.
Ambedue gli atteggiamenti sono controproducenti. Gli psicologi non esiterebbero nel definire il primo atteggiamento come lo spostamento delle istanze superegoiche sul maestro. Potrebbe essere il risultato dell’esperienza di un padre troppo autoritario oppure ritenuto irraggiungibile (idealizzato). Il vissuto nei confronti del maestro si carica di sentimenti di soggezione e di giudizio. Lo studente cerca di adeguarsi alle consegne del maestro, ma non può “affidarsi” nella relazione e quindi non può ricavarne il massimo. Per quanto riguarda il secondo atteggiamento, gli psicologi lo metterebbero sicuramente in relazione con “l’io ideale”. Esiste una prima fase dello sviluppo del bambino caratterizzato da un narcisismo totale, cioè egli crede di essere il centro del mondo, anzi, il mondo neanche esiste. Egli è al centro e tutto il mondo che lo circonda, compreso il seno, le figure parentali accudenti, viene vissuto come una specie di emanazione di sé stesso. Ben presto, a causa della frustrazione (fame, mancanza del seno, disagi vari) il bambino capisce che non è bastevole a sé stesso, che c’è un “me” ed un “fuori”. Che esistono delle figure che possono soddisfare i suoi bisogni, ma a volte questo può non succedere oppure essere soggetto a ritardi. La perdita di questo senso di onnipotenza dà origine alla nascita dell’io ideale che viene proiettato sulle figure genitoriali. Questi vengono vissuti come depositari di cure ed attenzioni  nei suoi confronti, in una parola dell’affetto, che consente al bambino di potersi affidare nella relazione. In una fase successiva dello sviluppo il bambino interiorizza l’io ideale, riappropriandosene. E’ un momento importante perché l’io ideale avrà un forte peso sulle scelte future, sui comportamenti e sulle potenzialità relazionali. In che modo questa lunga digressione può avere a che fare con l’argomento in oggetto? A volte l’io ideale può indurci ad essere particolarmente esigenti verso noi stessi, per questo la lezione può caricarsi di una tensione eccessiva che è originata dal bisogno di offrire una prestazione migliore possibile nel tentativo di inseguire un ideale di trombettista che ci siamo prefissati.

Perdonate. Questa sera ho mangiato una bella porzione di melanzane alla parmigiana innaffiata da un buon vino. Il risultato è che non riesco a dormire e quindi, probabilmente,  ho scritto quanto sopra per far venire sonno in primo luogo a me stesso. Però potrebbe essere un bell’oggetto di discussione. Qual’ è l’atteggiamento giusto che si dovrebbe avere a lezione? Lo posto prima che me ne pento.
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Offline musicmanx

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Re:L'atteggiamento giusto a lezione
« Reply #1 on: June 25, 2015, 07:40:22 AM »
Settimana prossima ci sono in programma le melanzane alla parmigiana. Ne mangiero' una bella porzione e provero' ( non ce la faro' mai ) a risponderti
« Last Edit: June 25, 2015, 07:58:12 AM by musicmanx »
Perché suonare tutte queste note quando possiamo suonare solo le migliori?  Miles Davis

Offline DENNY96RX

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L'atteggiamento giusto a lezione
« Reply #2 on: June 25, 2015, 08:05:31 AM »
Sinceramente credo che dipende molto dal legame che abbiamo con il professore, da come é lui e da come siamo noi ... faccio un piccolo esempio ... se é un tipo che se la tira io non imparerei molto perche il mio carattere non é in grado di "estrarre" conoscenza da uno che se la tira ... invece se come il mio primo prof quando ci parli ti senti a tuo agio e bene con me stesso, allora imparerò qualcosa ... poi dipenda anche dal come siamo noi di carattere .. spero di aver reso l'idea ... l'atteggiamento ideale sarebbe quello di "rubare" più conoscenze possibili al nostro prof.. pero adesso credo che ci siano troppe cose da dire :D
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Offline DENNY96RX

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L'atteggiamento giusto a lezione
« Reply #3 on: June 25, 2015, 08:05:56 AM »
P.s. my 2 cent
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Offline nuvola

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Re:L'atteggiamento giusto a lezione
« Reply #4 on: June 25, 2015, 08:40:57 AM »
Settimana prossima ci sono in programma le melanzane alla parmigiana. Ne mangiero' una bella porzione e provero' ( non ce la faro' mai ) a risponderti
sbellicars  sbellicars sbellicars
Vabbè, però puoi dire qual'è il tuo atteggiamento a lezione, oppure come pensi  debba essere
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Offline StefanoMassari

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Re:L'atteggiamento giusto a lezione
« Reply #5 on: June 25, 2015, 08:54:32 AM »
Ciao , personalmente cerco di trasmettere ai miei allievi il bello, il godimento, il piacere di suonare, non c'è mai competizione con loro,  ma passione per quello che faccio, la bellezza è alla base di tutto , in qualsiasi campo artistico. Suono sempre con loro , non per emergere, non fa parte del mio carattere, ma per mettere in pratica quello che penso. Trovo stimolante per l'allievo sentire e far conoscere i grandi trombettisti, ho allievi anche di 6 anni , l'approccio è completamente diverso  dall'adulto , cerco sempre la melodia, il motivo semplice che lo faccia divertire, gradualmente si aggiunge la tecnica a piccole dosi : scale arpeggi ecc.
Saluti
Stefano Massari
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Offline Ale Vinci

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Re:L'atteggiamento giusto a lezione
« Reply #6 on: June 25, 2015, 09:39:01 AM »
Un po' di ripasso di filosofia e pedagogia fa bene,bravo... ;D
A me é capitato più volte di trovarmi a lezione in una situazione simile al primo caso in cui il timore di sbagliare non mi permetteva di rendere al massimo......dato per scontato che molto dipende dall'insegnante anche gli allievi hanno un ruolo determinante; penso che conti molto arrivare a lezione preparati o quanto meno con la coscienza a posto di aver studiato in settimana....altro fattore fondamentale è dare fiducia a quello che ci viene detto dall'insegnante lasciando perdere quello di cui siamo convinti.
Insomma ci vuole determinazione,umiltà,voglia di migliorare,sacrificio e infine trovarsi in un ambiente sereno e senza competizione.....
Di solito le problematiche a lezione di timidezza ed atteggiamento si risolvono gradualmente man mano che si instaura un rapporto di reciproca fiducia,altro capitolo è invece quando si devono affrontare esami ed audizioni....li la paura del giudizio gioca brutti scherzi e se ci andiamo con l'atteggiamento sbagliato rischiamo di fare magre figure.....ma è proprio da quelle che si riparte e ci formeranno ancora più forti e determinati,sia nella musica che nella vita....
Tromba Taylor Chicago II Standard laccata, Tromba in Sib "smontabile" Di Grigoli, Tromba in Sib smontata (ex Bach 37 Stellina), Tromba in Do Di Grigoli 2P06, Flicorno Soprano Bach Aristocrat, Trombino Scherzer 8112, Pocket trumpet Alysee

Offline musicmanx

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Re:L'atteggiamento giusto a lezione
« Reply #7 on: June 25, 2015, 09:44:10 AM »
Il mio atteggiamento a lezione .......Si suddivide in 3 grosse categorie.
1 ) non ho studiato
2 ) ho studiato poco e L'ultimo giorno
3 ) ho studiato tanto

Nel primo caso non mi esce dalla tromba nemmeno quello che ero sicuro di saper fare prima della lezione precedente e la salivazione e' pari allo zero
nel secondo caso annaspo con qualche nota qui e li ma in men che non si dica mi ritrovo nella situazione n 1
nel terzo ed ultimo caso parto a cannone ma dopo 15 minuti mi rendo conto che sono la solita pippa e ritorno dritto dritto alla situazione n 1
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Offline Norman

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Re:L'atteggiamento giusto a lezione
« Reply #8 on: June 25, 2015, 10:22:39 AM »
Penso che a tutti sia capitato di sentire quel senso di soggezione, che è inevitabile nel momento in cui di fatto ci stiamo sottoponendo al giudizio di un'altra persona. Secondo me deve essere bravo l'insegnante nel mettere l'allievo a suo agio. Penso che sia molto importante come l'insegnante affronta questo aspetto, perché alla fin fine è lo stesso meccanismo che scatta quando devi suonare in pubblico, quindi se riesci a "sbloccarti" a lezione questo sicuramente piano piano si riverbera anche su quando suoni in pubblico. L'altro fattore che influisce su questo aspetto è la tecnica: se ti rendi conto che lo studio ti rende le cose più facili, hai anche meno paura dell'errore. Quindi in sostanza si agisce su due fattori che a loro volta interagiscono tra loro: combattere la paura dell'errore per suonare meglio, e suonare meglio per combattere la paura dell'errore. Se l'insegnante è bravo sia nella gestione psicologica che in quella tecnica, i risultati saranno molto migliori.

L'altro aspetto che influenza il risultato del lavoro secondo me è anche la disponibilità dell'allievo ad accettare i consigli dell'insegnante. Oggi che anche i principianti sono bombardati di informazioni sulla didattica, sulla tecnica, sugli strumenti e via dicendo, capita spesso che si formino delle convinzioni su quelli che sono i loro problemi ed anche sulle soluzioni. Nella maggior parte dei casi queste convinzioni sono del tutto prive di fondamento, ma l'allievo si presenta dall'insegnante ed inizia comunque a dirgli cose tipo "la mia impostazione è sbagliata", oppure "devo cambiare bocchino" e via dicendo. L'insegnante spesso deve passare del tempo a fare tabula rasa di tutto questo per poter lavorare sui reali problemi... Ed a volte capita che l'allievo sia talmente cocciuto che non riesce a scrollarsi di dosso questi preconcetti. In questi casi l'insegnante può fare davvero poco. Dico questo con cognizione di causa, perché in questi anni in Civica ho visto diverse persone presentarsi da Giuffredi lamentano problemi anche seri, che arrivavano pensando di sapere che cosa era andato storto, ma che in realtà rifiutavano di sentirsi dire la verità, perché questa implicava l'inizio di un lungo percorso di ricostruzione della tecnica di base. Invece spesso queste persone cercavano l'elemento "sbloccante", il consiglio rivelatore, in poche parole la soluzione rapida, che di solito non esiste.

Taylor X-Lite - AR Resonance MC 40/8 Monette B6S1 Prana 17/84 B4LS S1 Prana 21/81
"Non suonare come un trombettista, suona come un cantante!" A. Giuffredi

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Offline Gio77

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Re:L'atteggiamento giusto a lezione
« Reply #9 on: June 25, 2015, 11:40:41 AM »
Norman ha ragione, quando sei convinto di sapere qualcosa è proprio il momento che capisci che non la sai....
Io personalmente (oltre ai vari aspetti diretti allo studio e all'apprendimento) ho capito che la cosa più importante è che il tuo maestro/esempio, ti indirizzi e non ti faccia mai perdere il punto di vista più importante, cioè quello di fare della "Musica" e come sappiamo tutti noi trombettisti, per fare musica con il nostro strumento la devi fare per forza "fatta bene" e dunque sotto con lo studio e ben venga...
Ma l'obbiettivo non va perso di vista ed è quello che ad ogni lezione ed ad ogni concerto mi prefiggo, imparare e suonare della "musica" fatta bene, e l'insegnante dovrebbe indirizzarti (oltre allo sviluppo della tecnica) a questo traguardo, fare il Clarke a 320bpm non è il fine!
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Offline toro

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Re:L'atteggiamento giusto a lezione
« Reply #10 on: June 25, 2015, 11:58:54 AM »
Mia opinione è che ,un atteggiamento e un buon risultato a lezione dipenda pure,oltre alle importanti cose già citate da voi,dalle aspettative iniziali che leggiamo nell'animo del nostro maestro.Un maestro troppo esigente ,potrebbe ,a parere mio ,bloccare o frenare l'allievo creando un ansia da prestazione,che induce l'allievo a non rendere come nei momenti nel quale questo è assente.
Credo,(correggetemi chi insegna di voi)che un buon maestro dovrebbe essere in grado di leggere questa tensione provocata dalle proprie,magari alte,aspettative sull'allievo...anche se non saprei spiegarne i meccanismi  di individuazione e di correzione....
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Offline musicmanx

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Re:L'atteggiamento giusto a lezione
« Reply #11 on: June 25, 2015, 12:06:58 PM »
per me nn buon Maestro e' colui che riesce a trasmettere la passione e la dedizione per lo strumento e per la musica al propio allievo .
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Offline toro

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Re:L'atteggiamento giusto a lezione
« Reply #12 on: June 25, 2015, 12:17:56 PM »
per me nn buon Maestro e' colui che riesce a trasmettere la passione e la dedizione per lo strumento e per la musica al propio allievo .
Ti chiedevo,visto che ho un esperienza limitata di lezioni presso un maestro,oltre a quello che scrivi tu,un buon maestro dovrebbe pure capire se l'allievo è in grado di recepire e  in quali dosi in termini di quantità o qualità,quelle caratteristiche che elencavi prima?insomma in modo schietto ,un buon maestro,può già dalle prime lezioni capire se un allievo potrà implementare tali insegnamenti oppure sarebbe tempo sprecato?mi interessa la tua opinione grazie
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Offline nuvola

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Re:L'atteggiamento giusto a lezione
« Reply #13 on: June 25, 2015, 01:43:15 PM »
Stiamo spostando la discussione sul maestro, la sua competenza e la sua sensibilità. Diamo per scontato, per una volta, che il maestro possieda le qualità necessarie. Qual'è il nostro atteggiamento? Per quello che mi riguarda penso che il mio errore è quello di pensare nel momento della lezione che devo dare il massimo di me stesso, devo dimostrare, certo al maestro, ma anche a me stesso che la settimana di studio ha dato i suoi frutti e che non sono inutilmente ostinato :(. Credo che debbo cercare di affrontare la lezione con uno spirito diverso, pensare che quello è uno dei soliti momenti che imbraccio una tromba e cerco di suonare come suono di solito, senza un surplus d'impegno. Se ho fatto dei progressi verranno fuori, sennò pazienza.
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Offline anrapa

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L'atteggiamento giusto a lezione
« Reply #14 on: June 25, 2015, 01:45:20 PM »
Si, si, si e ancora si! :)


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