Author Topic: Uniformità del registro  (Read 1814 times)

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Offline Polipoldo

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Uniformità del registro
« on: March 22, 2017, 12:20:11 PM »
Ciao a tutti, mi consigliate degli esercizi per rendere più uniforme il suono in tutto il registro?

Offline Enzo Antonio D Avanzo

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Re:Uniformità del registro
« Reply #1 on: March 22, 2017, 12:36:25 PM »
Ciao a tutti, mi consigliate degli esercizi per rendere più uniforme il suono in tutto il registro?
Penso che il miglior metodo per tutto sia il CLARK fatto in diversi modi e in diversi tempi, seguito da CONCONE i vari metodi
- TROMBE Bb - TAYLOR 15th An.CHICAGO 46 II Custom shop,TAYLOR Chicago VR Custom, CAROLBRASS 5060H-GSS, 5060L-YSS-SS, YAMAHA Xeno
- TROMBE C-KING Super 20,
- CORNETTA Bb TAYLOR ORPHEUS, Olds Ambassador, Conn Director
- FLICORNO CAROLBRASS CFL-7200-GSS-Bb "legendary",
- MELLOFONO Bach Mercedes, TROMBONE Mahillon pistoni, B&S a Coulisse, BARITONO B M Symphonic
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Offline Norman

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Re:Uniformità del registro
« Reply #2 on: March 22, 2017, 03:12:40 PM »
Non penso che dipenda da quale metodo usi, ma dall'approccio che hai. Per rendere uniforme il suono in tutti i registri devi... suonare uniforme in tutti i registri!  sbellicars

Sembra un paradosso, ma è così. Il primo passo è trovare la qualità ottimale su una nota "facile", che possa fungere da punto di partenza. A quel punto tutto fa brodo, il Clarke o il Concone suggeriti da Enzo, i flow studies di Cichowicz, scale... purché si tratti di cantabili e l'attenzione massima sia dedicata al fatto che tutte le note siano suonate con lo stesso approccio e cercando di ottenere lo stesso suono. Magari eviterei gli esercizi di flessibilità, almeno inizialmente, perché è meglio iniziare lavorando su intervalli limitati ed andare piano piano ad ampliarli. Tendenzialmente poi lavorerei su tempi lenti.

Secondo me è molto importante non dare mai per veramente scontata la nota di partenza, anche se è "facile", perché maggiore sarà la qualità di quella nota, più facile sarà portarsi in giro quella qualità nel resto del registro.
Taylor X-Lite - AR Resonance MC 40/8 Monette B6S1 Prana 17/84 B4LS S1 Prana 21/81
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Offline Polipoldo

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Re:Uniformità del registro
« Reply #3 on: March 22, 2017, 04:03:35 PM »
Grazie per i consigli!

Offline Navarro

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Re:Uniformità del registro
« Reply #4 on: April 03, 2017, 09:52:39 PM »
Un altro esercizio utile per ricercare una migliore uniformità nei diversi registri è quello delle cosiddette expanding scales (una sua versione è presente in questa routine ispirata a Bill Adam).

http://www.trumpetworx.com/wp-content/uploads/2016/07/271430394-Bill-Adams-Daily-Routine.pdf

In pratica si tratta di suonare una scala o frammento di scala (salire e riscendere) in un registro comodo facendola poi seguire da un'altra scala che inizia un semitono o due più in basso e termina un semitono o due più in alto della precedente, e così via. La scala quindi si... espande fino a coprire tutto il range di note di cui si è capaci. L'obiettivo è proprio quello di migliorare l'uniformità del suono e di viaggiare nei registri dello strumento senza variare l'impostazione. Per quella che è la mia esperienza ritengo fondamentale questo suggerimento di Norman:

Secondo me è molto importante non dare mai per veramente scontata la nota di partenza, anche se è "facile", perché maggiore sarà la qualità di quella nota, più facile sarà portarsi in giro quella qualità nel resto del registro.

Io, ad esempio, faccio una fermata sulla prima nota, proprio per partire con la migliore qualità possibile (sulla routine sopra linkata viene dato questo suggerimento per il Clarke Technical Studies #1).
Bach 37 reverse + Giardinelli 7S
Yamaha YFH 631 + Giardinelli 7FL

Offline Giovanni Abbiati

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Re:Uniformità del registro
« Reply #5 on: August 13, 2017, 02:07:29 PM »
Non penso che dipenda da quale metodo usi, ma dall'approccio che hai. Per rendere uniforme il suono in tutti i registri devi... suonare uniforme in tutti i registri!  sbellicars

Sembra un paradosso, ma è così. Il primo passo è trovare la qualità ottimale su una nota "facile", che possa fungere da punto di partenza. A quel punto tutto fa brodo, il Clarke o il Concone suggeriti da Enzo, i flow studies di Cichowicz, scale... purché si tratti di cantabili e l'attenzione massima sia dedicata al fatto che tutte le note siano suonate con lo stesso approccio e cercando di ottenere lo stesso suono. Magari eviterei gli esercizi di flessibilità, almeno inizialmente, perché è meglio iniziare lavorando su intervalli limitati ed andare piano piano ad ampliarli. Tendenzialmente poi lavorerei su tempi lenti.

Secondo me è molto importante non dare mai per veramente scontata la nota di partenza, anche se è "facile", perché maggiore sarà la qualità di quella nota, più facile sarà portarsi in giro quella qualità nel resto del registro.

Bravo Norman, concordo in pieno. Io in genere utilizzo un esercizio "speculare" in cui mi muovo parallelamente dal sol centrale verso il grave e l'acuto in modo simmetrico, partendo da un semitono, poi un tono, un tono e mezzo... Appena avrò un po' di tempo lo registrerò e lo condividerò
"Non dobbiamo far vedere quanto siamo bravi, ma far sentire quanto è bella la musica!"

"Quando hai di fronte a te un musicista, gli devi voler bene.
Quando hai di fronte a te un musicista in difficoltà, gli devi volere ancora più bene" (Leonard Bernstein)

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