Author Topic: vantaggi o svantaggi di cambiare bocchino nel corso di una serata o concerto  (Read 380 times)

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Offline doc severinsens

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ciao volevo sottoporvi un dubbio io suono prevalentemente con un bocchino schilke 14b ma uso frequentemente anche un bobby shew jazz che è la cosa più simile al bach 3c che ho mai provato considerando il fatto che il 3c non mi piace.il dubbio è questo : frequentemente mi capita nel corso dello studio o concerto quando sono affaticato e non arrivo più bene sulle note acute( diciamo dal si nat in poi) se cambio al volo bocchino magicamente mi escono e questo vale  sia per uno che per l'altro bocchino fino a che non mi stanco di nuovo.quindi non riesco mai decidermi con cosa suonare e tengo o uno o l'altro in tasca anche solo per sicurezza di averlo con me, a voi è mai capitato ? avete una spiegazione che non sia devi studiare di più con quello che ti piace di più?grazie a chi mi risponde ciao

Offline fcoltrane

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non so suonare la tromba (ne ho acquistata una 8 anni fa circa e dopo un innamoramento iniziale la ho abbandonata sino a qualche mese fa perché la passione è riesplosa complice il fatto che mi hanno regalato un flicorno) .
prendi quindi quello che sto per dirti con le dovute cautele.

sembrerebbe che tu per qualche strana ragione nel momento in cui cambi il bocchini resetti il tuo modo di suonare.
a quanto ho capito ci sono molti modi per salire e suonare il registro alto ma alcuni sono inutilmente faticosi e controproducenti.
ad esempio un cambio immediato di  emissione con un incremento della pressione dell'aria  insieme ad un movimento del labbro che si stringe produce certamente che un qualunque suono tende a salire.
è questa la tecnica corretta per salire ?
certamente no.
il suono oltre a modificarsi il timbro tende a rimpicciolirsi e a strozzarsi.
L'aspetto singolare è che in tutti gli strumenti a fiato (sassofono tromba ecc) moltissimi musicisti hanno questa tendenza, per salire strizzano i suoni .
nel sax oltre a stringere il labbro si può fare lo stesso mordendo il bocchino ( e nella tromba immagino lo stesso schiacciando il bocchino sulle labbra )
la casistica negativa purtroppo prevede moltissimi altri elementi (colpi di emissione dati con il diaframma e la gola ecc...)

prova a trovare un metodo per resettare  tutto con lo stesso bocchino.
io lo ho trovato con lo studio whisper g di C Potter .

magari attendi anche un parere più autorevole del mio


Offline Norman

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Ci sono tantissimi trombettisti professionisti che cambiano bocchino anche all'interno dello stesso concerto, a seconda di quello che devono suonare, quindi non c'è assolutamente niente di strano. Nel tuo caso il bocchino a tazza alta "interviene" quando per la stanchezza cominciano ad emergere i tuoi limiti tecnici, ma se questo ti permette di suonare adeguatamente non c'è niente di male a farlo, anche io per diversi anni ho studiato con un bocchino "standard" e suonato in pubblico con uno a tazza alta.

Purtroppo però la spiegazione è esattamente quella a cui tu ti riferisci: se hai una resistenza limitata che non ti permette di fare un intero concerto con il bocchino che preferisci devi capire il motivo di questo limite e lavorare per superarlo, ma nel momento in cui questo limite c'è, non c'è niente di male nell'aiutarsi con la scelta del bocchino per ottenere i risultati che si ha bisogno di ottenere. Come fare per superare questo limite? Anche io per anni ho avuto grossi problemi di resistenza: col tempo ho capito che avevo grosse lacune nella tecnica di base, nelle cose più "semplici" e che spesso si danno per scontate: la respirazione e la produzione del suono. Ho capito che cose che pensavo di fare abbastanza bene in realtà avrei dovuto puntare a farle molto, molto meglio di quanto pensassi.
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Offline doc severinsens

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ok chiaro.forse era quello che immaginavo anche io ma speravo altro....le basi e  lavoro,lavoro lavoro........

Offline Norman

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Si, lavoro, ma attenzione che se il problema perdura e sembra non migliorare in proporzione allo studio potrebbe voler dire che non stai lavorando nella direzione giusta, che non significa necessariamente che ci siano problemi seri, ma magari solo che dovresti concentrarti su qualche aspetto che magari inconsapevolmente stai trascurando. Il modo di studiare evolve insieme a noi, non è sempre facile capire di cosa abbiamo bisogno in un dato momento. Nel mio caso l’ultimo step che mi ha fatto aprire gli occhi fu quando il mio maestro mi fece fare un periodo di lavoro basato su note lunghe e basse suonate molto, molto piano, con la respirazione più naturale possibile. Non riuscendo a suonarle ho capito che quelle note (tutto sotto al sol centrale, tanto per dire) che pensavo di avere “in saccoccia” in realtà avevano ancora molto, molto margine di miglioramento. Da lì in poi ho fatto un salto di qualità enorme, in particolare quanto a resistenza e solidità dell’estensione. Anche i tempi di recupero dopo periodi anche lunghi senza tromba si sono ridotti drammaticamente. Ecco cosa intendo quando dico che la tecnica di base è importante per la resistenza. Spesso ci si accanisce sulle cose più impegnative, pensando di fare un lavoro quasi atletico, che piano piano ci si abituerà a sostenere quelle fatiche, in realtà magari la strada passa per un lavoro apparentemente banale e su note “facili”. Non ho ovviamente modo di dire se questo possa essere il tuo problema, non sapendo niente di come suoni, ma il concetto è che quando si arriva a situazioni di apparente stallo bisogna mettere in discussione tutto e capire se e come cambiare strada, perché paradossalmente il mero “studia di più” potrebbe non servire a niente.
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