Author Topic: Riflessioni in libertà  (Read 340 times)

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Offline eugeniovi

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Riflessioni in libertà
« on: May 26, 2020, 12:50:42 PM »
Ragazzi, purtroppo ascoltando le varie novità e proposte nuove non ho piu' nessun stimolo 'emozionale'. E la cosa mi preoccupa! Normale routine si affaccia alle mie orecchie senza pero' restare ma anzi svanire subito come una leggera brezza. Mi ricordo che quando leggevo li articoli di Polillo ( direttore della rivista Musica Jazz nonchè grande amante e pionieristico conoscitore del genere) che criticava un musicista od un genere 'nuovo' proposto (ebbene ai miei tempi c'erano ancora le novità che ti sbalordivano) non ne comprendevo il perchè, non capivo magari la stroncatura per certo 'free' , per certo Jazz Fusion, per certe contaminazioni etniche oppure per certi artisti e per il linguaggio nuovo che loro usavano. Per me era naturale piacessero, non solamente dal lato puramente estetico ma anche dalla proposta musicale interessante. Polemiche che  rimandano ai tempi del passaggio dal Dixie a forme musicali diverse naturale evoluzione del linguaggio, alle polemiche che hanno visto il dividersi della critica alla nascita del Be Bop. E non ne capivo il motivo, pensavo che per me non sarebbe  mai  stato cosi.........ed invece è arrivato anche per me il momento. Le cose nuove mi rimandano al bagaglio musicale fatto in decenni di ascolto e il continuo riferimento ne 'sminuisce' l'importanza, il già sentito prevale sul nuovo e me ne impedisce il godimento. Non vorrei accadesse ed infatti ascolto ancora il piu' possibile senza preclusioni ma non mi da la stessa gioia che  mi da sentire Lester Young, la band di Ellington , Dizzy o Ron Carter. A voi cosa succede? Ascoltate il nuovo liberi dal 'condizionamento' del vecchio? Bho riflessioni in libertà forse di un 'dinosauro'  :). Ciao a tutti

Offline Zosimo

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Re: Riflessioni in libertà
« Reply #1 on: May 26, 2020, 01:17:19 PM »
Discorso che ha tante sfaccettature, punti di vista. In tanti settori sembra già tutto visto e fatto. Non è detto
che nuovo è sempre bello o deve per forza essere strano. Certo i tempi passano e quello che era strano nel 60 ora è
mainstream, vedi coltrane quello che faceva lui nel 60 era considerato stridente, dissonante la gente si alzava in piedi e se ne andava ora lo fanno tutti, soprattutto ora che la tecnica ce l'hanno un po' tutti e approcciano la tromba come un sax . Io ascolto tutto, ma quando non mi piace non me ne frega nulla del critico stoppo e basta e ritorno a Coltrane, se c'è l'originale non ha senso ascoltare 200 imitatori.  Credo , mi sbaglierò che dopo Ornette Colemann, nessuno abbia inventato nulla di nuovo, ma a me sta bene così nel senso da allora non c'è nulla di nuovo, nessun problema c'è cosi tanta musica incisa che ci vorrebbero 3 vite per assimilare tutto. Poi io sono un nostalgico a prescindere dei tempi che furono.
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Offline Zosimo

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Offline eugeniovi

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Re: Riflessioni in libertà
« Reply #3 on: May 26, 2020, 03:43:48 PM »
............................  Credo , mi sbaglierò che dopo Ornette Colemann, nessuno abbia inventato ...............

Non ti sbagli di molto. La proposta di Coleman era veramente qualcosa di nuovo ma dopo ci sono stati gruppi, musicisti che senza 'segnare' un'epoca hanno lasciato un bagaglio di novità........i primi che mi vengono a  a mente in ordine casuale, Dollar Brand, AEOC, Cecil Taylor, Albert Ayler, Antony Braxton.......tutti portatori di nuove sonorità e grandi musicisti. La mia domanda era come il 'vecchio' ed il suo confronto possa incidere nell'ascolto e nel valutare il 'nuovo'. Magari se si potesse fare un salto in avanti di 50 anni il nuovo sara' vecchio e  potrebbe influenzare il nuovo del futuro Tipo ritorno al futuro  :).

Offline toro

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Re: Riflessioni in libertà
« Reply #4 on: May 26, 2020, 07:33:07 PM »
Eugenio,e' fuor di dubbio che il passare degli anni incide parecchio sulla musica che si ascolta e come ci si approccia all'ascolto,e il fatto che manca quello stimolo emozionale per le nuove proposte credo sia anche dovuto al fatto che negli anni ognuno di noi si e' plasmato ad alcuni canoni di ascolto musicale che rende ad una certa eta' ,il cervello "poco pronto"alle varie novita' e rivoluzioni in atto.Succede pure a me,in fondo,la carta d'identita' non mente,e una certa idea di quello che per me e' ascoltabile me lo sono fatta,senza denigrare proposte nuove,ma se l'orecchio non e' in sintonia con queste ,nel mio cervello non scocca la scintilla della curiosita' e lo stimolo emozionale che dicevi e' nullo.
Addirittura mi sto accorgendo che suono anche pezzi sempre piu' datati.....diciamo che sono sulla via del ritorno dopo avere scalato la montagna.
ciao
La bicicletta somiglia, più che ad ogni altra macchina, all’aeroplano, essa riduce al minimo il contatto con la terra e soltanto la sua umiltà le impedisce di volare....

Offline Norman

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Re: Riflessioni in libertà
« Reply #5 on: May 27, 2020, 07:02:22 AM »
Sicuramente il passare del tempo cambia il nostro approccio alla musica. Sicuramente la musica che ascoltiamo da giovani si fissa alle emozioni forti tipiche di quella parte di vita, ad una fase di scoperta, piena di cambiamenti e di tumulti. Penso che quello che dici capiti un po’ a tutti noi, questa associazione tra musica, emozioni e ricordi crea una potenza smisurata, difficile da eguagliare in fasi diverse della vita, caratterizzate da altri ritmi, altre priorità...

Onestamente nulla di quello che ascolto oggi mi suscita le stesse emozioni di quello che ascoltavo da ragazzo, ma devo anche dire che, salvo rari casi, anche quello che ascoltavo da ragazzo non mi suscita più le stesse emozioni di allora. Ascolto cose molto diverse, ed ho cambiato molto i generi di riferimento. Da adolescente ascoltavo il rock classico, da ventenne il pop/rock inglese ed americano degli anni ‘90, poi ho scoperto il jazz ed ho iniziato con la tromba... Ma poi anche il jazz l’ho “digerito”, ed è stato il momento di cose diverse, la “scoperta” di Frank Zappa, la riscoperta della musica classica, la black music in generale... Oggi ascolto molta più varietà di generi, anche se complessivamente ascolto meno musica di un tempo.

Ecco, se dovessi darti un consiglio, caro Eugenio, se vuoi provare a stupirti di nuovo, prova ad uscire dai confini del jazz, potresti scoprire nuovi mondi altrettanto affascinanti. Non necessariamente mondi nuovi in assoluto, ma nuovi per te.
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Offline fcoltrane

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Re: Riflessioni in libertà
« Reply #6 on: May 27, 2020, 08:34:40 AM »
A prescindere dal genere e dal periodo c'è un aspetto che è un pochino sottovalutato.
Oggi è difficile ascoltare il suono degli strumenti in "acustico" e dal vivo.
Molto passa attraverso Youtube o comunque ad un suono elaborato.
Se vivessi a new york sono certo che capirei i nuovi generi meglio di oggi.
Dico questo perché anche "recentemente"  mi è capitato di ascoltare musicisti suonare dal vivo ed in acustico ed è davvero una esperienza " nuova."
Prima ancora del genere dello stile c'è il suono ed in alcune circostanze prevale su tutto anche rispetto alle note scelte per l'esposizione di un tema o nella improvvisazione .



Offline Zosimo

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Re: Riflessioni in libertà
« Reply #7 on: May 27, 2020, 08:57:58 AM »
Sì, ottima osservazione, infatti mio fratello che è appassionato di wi-fi
mi spiegava tutto sto pippone della compressione dell'audio, il dac , il bit,
ma lui ha solo le casse che costano più di 1000 euro , io ho quelle di plastica da 50 mila lire
però ho le cuffie decenti O0
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Re: Riflessioni in libertà
« Reply #8 on: May 27, 2020, 09:07:46 AM »
Verissimo, avere la possibilità di ascoltare musica dal vivo cambia molto. Io negli ultimi 5 anni ho visto solo tre concerti...
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