Author Topic: Fine and mellow  (Read 848 times)

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Offline Mar

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Fine and mellow
« on: August 10, 2020, 05:30:22 PM »
Sicuramente molti di voi hanno già avuto modo di vedere e ascoltare questa registrazione.
Posto comunque il link perché magari qualcuno ancora non l'ha vista/ascoltata (ed è un peccato), o magari c'è qualcuno che è un po' che non se la riguarda/riascolta, e sono sicuro che proverà un gran piacere nel ritrovarsi immerso di nuovo in questo flusso magico.
Non aggiungo altre parole.
Buona visione, e buon ascolto.
https://youtu.be/sJQiqTZfakQ

Offline fcoltrane

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Re: Fine and mellow
« Reply #1 on: August 10, 2020, 06:28:29 PM »
Che meraviglia 👍👍

Offline Norman

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Re: Fine and mellow
« Reply #2 on: August 10, 2020, 10:13:17 PM »
Eh si, meraviglioso! Ed è un bel l’esempio di come un vibrato bello marcato nel contesto giusto ci stia alla grande.
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Offline Mar

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Re: Fine and mellow
« Reply #3 on: August 10, 2020, 11:01:43 PM »
Infatti volevo metterlo sotto al post sul vibrato, ma è una registrazione così bella che sembrava riduttivo. Ero cmq certo che qualcuno lo avrebbe notato e sottolineato

Offline dirtysound

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Re: Fine and mellow
« Reply #4 on: August 11, 2020, 08:38:26 PM »
Molto bella tutta l' esecuzione, non la conoscevo, (...sono un peccatore ... amen ! ..amen!...). Mi è piaciuto fra tutti, i soli, quelli eseguiti dal 1° sassofonista (credo B. Webster?). Verso la fine del brano ( in pratica un po' dopo l'assolo della tromba) se si ascolta come si sviluppa l'arrangiamento della sezione fiati , viene da pensare che dietro ci sia un arrangiatore orchestrale, ( troppo articolato e ben fatto, anche come controcanto alla voce di B.Holiday, per essere alla portata di solisti).
Chissà se l'etichetta della casa di produzione era gestita da Bianchi. ( Non vuole essere una osservazione razzista, è che all' epoca i bianchi avevano una visione più orchestrale dei brani). Al di là di questo,  dietro una bella e memorabile esecuzione c'è spesso  un bell' arrangiamento della sezione fiati, che spesso passa in secondo piano ed inosservato. In questo caso, se si presta attenzione, ci si accorge di quanto permetta di esaltare ancor di più il cantato di B.H.
Grazie Mar.
Bb Conn 38B ; Bb Scodwell standard con  trimmer kit Harrelson - Taylor ; mouthpiece Bruno Tilz Spetial 11F e 10 , Bach 11C , Monette BL2S3 stc1

Offline Mar

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Re: Fine and mellow
« Reply #5 on: August 11, 2020, 09:06:56 PM »
Non lo so, tieni conto che questa è una canzone scritta dalla stessa Billie Holiday, pubblicata in un 78 giri nel 1939 (l'altra traccia era strange fruit, esticazzi!). I musicisti attorno a lei, oltre a essere  loro stessi delle leggende del jazz, erano musicisti che avevano suonato con lei per anni. Io non faccio fatica a pensare che i ricami fatti con la tromba intorno alla voce siano frutto del talento di Roy Eldridge e Don Cheatam, poi magari mi sbaglio, ma credo che questi "giganti" non avessero bisogno di un arrangiatore orchestrale bianco. Poi non voglio fare l'ingenuo, questa è una registrazione tratta da un programma televisivo della cbs, qualche pezzo grosso avrà sicuramente invitato e dato spazio a Gerry Mulligan, ma questa è un'altra storia...

Offline Norman

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Re: Fine and mellow
« Reply #6 on: August 11, 2020, 10:01:12 PM »
A me l’arrangiamento sembra nello stile dei cosiddetti “heads”, ossia gli arrangiamenti suonati a memoria nelle orchestre degli anni ‘30, che era il background di bene o male tutti quei musicisti. Quindi se dovessi scommettere direi che se lo sono fatto da soli lì per lì.
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Offline Navarro

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Re: Fine and mellow
« Reply #7 on: August 12, 2020, 07:07:06 PM »
Il brano è un estratto di uno spettacolo di circa un'ora con parti anche orchestrali, è probabile quindi che fossero stati preparati degli arrangiamenti seppur semplici. Qui c'è il link per vedere lo spettacolo completo e leggere della note esplicative. Ho tradotto di seguito la parte che riguarda proprio "Fine and Mellow".

https://www.youtube.com/watch?v=OyykMHvDT88

La performance di "Fine and mellow" riunì per l'ultima occasione Billie Holiday con l'amico di lunga data Lester Young. Il critico di jazz Nat Hentoff, coinvolto nell'organizzazione dello spettacolo, ricordò che durante le prove essi si misero ai lati opposti della sala. Young era molto debole e Hentoff lo esentò dall'eseguire le parti orchestrali dello spettacolo e gli disse di poter rimanere seduto durante il brano con Holiday. Durante l'esecuzione di "Fine and mellow", Webster eseguì il primo solo.
"Poi" ricorda Hentoff "Lester si alzò e suonò il più puro blues che io abbia mai sentito ed egli e Billie si guardavano l'un l'altro, i loro occhi erano in qualche modo interconnessi, lei seguiva con i movimenti del capo ed aveva un mezzo sorriso. Era come se entrambi stessero ricordando quello che c'era stato tra loro, qualunque cosa fosse stata. Nella sala di controllo piangemmo tutti. Alla fine dello spettacolo andarono ognuno per la propria strada". Entro due anni morirono entrambi.

Ora propongo un gioco: ognuno di noi scelga i 7-8 o 10 migliori jazzisti di oggi (ognuno avrà in testa la sua lista) ed immaginate di poterli mettere insieme in una situazione come quella vista nel video. Provate ora ad immaginare l'emozione che potrebbe trasmettere questo gruppo e confrontatela con quella che proviamo nel vedere i musicisti del '57: è un'emozione uguale? Maggiore? Minore? 
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Offline Mar

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Re: Fine and mellow
« Reply #8 on: August 12, 2020, 07:51:36 PM »
 Diminuita?

Offline Norman

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Re: Fine and mellow
« Reply #9 on: August 12, 2020, 07:56:35 PM »
Penso che la tua chiosa non possa che essere una domanda retorica... Il confronto è impari, ed ingiusto sia per i “vecchi” che per i contemporanei, per una serie di motivi. Come ho detto nell’altra discussione, troppo diverso è il contesto, che da una parte fu una straordinaria combinazione di circostanze che resero possibile la genesi e l’evoluzione di una vera e propria rivoluzione musicale. In più c’è un fattore emotivo, legato al ruolo incomparabile che quei musicisti hanno assunto nella storia e nell’immaginario di tutti gli appassionati. Potrei senz’altro trovare 7-8 jazzisti contemporanei che non avrebbero sfigurato in quel contesto, ma la differenza è appunto il contesto: allora il jazz si faceva, oggi si suona(anche molto bene, per certi versi persino meglio di allora...) seguendo percorsi già tracciati proprio da quei protagonisti lì. Penso che si dovrebbe chiudere per sempre il dibattito sul jazz di allora contro il jazz di oggi, per il semplice motivo che il jazz, oggi, non è più. Si suona ancora con passione e dedizione, ed è giusto che si faccia, così come si suona la classica ed il rock, ma alla fin fine è tutto un po’ un revival, un’eco di un’era che è finita molti decenni fa.
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Re: Fine and mellow
« Reply #10 on: August 12, 2020, 08:14:13 PM »
Io sono un nostalgico e dico che sarebbe bello ma non reggerebbe il confronto. In questo momento sto pensando però che non è necessario confrontare le cose belle, basta godersele. Quindi me la godrei.
La differenza cmq non sta solo nella grandezza dei musicisti (dubito che esista o che sia mai esistito o che esisterà mai un altro Lester Young, o un' altra Billie Holiday) o, come dice Norman, nell'anacronismo di suonare jazz in una società che non è più jazz.
Questi erano amici, si frequentavano, si sono persi e ritrovati decine e decine di volte nella loro vita e nella loro carriera. Frequentavano gli stessi locali, gli stessi amici, mangiavano insieme, si prestavano soldi, facevano tournée insieme, poi non si vedevano più per mesi perché magari uno era finito in galera, o in ospedale. E poi si ritrovavano, e ritrovavano il piacere di suonare con qualcuno che si stima e si conosce bene. Per suonare insieme bene non basta essere bravi musicisti, il ruolo dell'interplay è fondamentale.
Qualcuno potrà dirmi che Ben Webster e Prez non erano molto amici, vero, erano rivali, ma si incrociavano, si affrontavano e si sfidavano fin da giovani in tutti i locali e su tutti i marciapiedi della città, si conoscevano l'un l'altro come le proprie tasche, ed erano completamente diversi, come persone e come musicisti. Il primo solo di Ben Webster è bellissimo, continuo a riascoltarlo e mi piace sempre di più, ma dopo il solo di Lester Young chiunque abbia un paio di orecchie si è ritrovato con la stessa espressione di Billie Holiday: nnamorato del mondo che lui ha creato con uelle poche semplici note. Impareggiabile

Offline Norman

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Re: Fine and mellow
« Reply #11 on: August 12, 2020, 10:23:47 PM »
In questo momento sto pensando però che non è necessario confrontare le cose belle, basta godersele. Quindi me la godrei.


Ecco, questa secondo me è una frase molto bella e molto importante, in un mondo in cui troppo spesso l’arte è affrontata come se fosse sport, come se si gareggiasse per vincere qualcosa, come se fosse per forza necessario fare confronti e misurazioni. La penso come te, se potessi io mettere insieme la band dei miei sogni e farla suonare me la godrei e basta, e dubito che ne resterei deluso. Meglio, peggio... ha davvero importanza?
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Re: Fine and mellow
« Reply #12 on: August 13, 2020, 12:52:35 AM »
Se volete approfondire il jazz contemporaneo, vi consiglio:
Nate Chinen- La musica del cambiamento-Saggiatore
Tromba Bb:  Holton Revelation ('23)  Cinesina, Carol Brass 5000, Martin Committee ('48)
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Re: Fine and mellow
« Reply #13 on: August 13, 2020, 09:54:23 AM »
Penso che la tua chiosa non possa che essere una domanda retorica...
...fu una straordinaria combinazione di circostanze che resero possibile la genesi e l’evoluzione di una vera e propria rivoluzione musicale... 
...allora il jazz si faceva, oggi si suona...
...il jazz, oggi, non è più. Si suona ancora con passione e dedizione, ed è giusto che si faccia, così come si suona la classica ed il rock, ma alla fin fine è tutto un po’ un revival, un’eco di un’era che è finita molti decenni fa.
Sì, Norman, era una domanda retorica. Mi è piaciuto il tuo intervento, con le frasi che ho estrapolato qui sopra hai illustrato il mio pensiero come meglio non avrei potuto fare io stesso.
In meno di cinquant'anni si è passati dagli Hot Five di Armstrong al jazz elettrico di Miles (passando per lo swing, il be bop, il free,...) in una cavalcata creativa fantastica. Da allora sono passati altri cinquant'anni ma, se non mi sono perso qualcosa, non c'è stato nulla di lontanamente paragonabile in termini di novità e creatività. Da questo punto di vista, passatemi il termine forte, il jazz è morto. Chi lo "suona" oggi, o ricalca le orme del passato o sconfina in altri generi. Magari anche con risultati comunque piacevoli...
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Offline Zosimo

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Re: Fine and mellow
« Reply #14 on: August 13, 2020, 10:33:02 AM »
Io non capisco le perplessità nel dichiarare il jazz musica che ha dato tutto e non ha bisogno più di innovare
nulla, senza scadere nell'astruso. La classica è viva? Il rock?
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