Author Topic: I bocchini dei grandi un aneddoto raccontato dal grande Tofanelli  (Read 1264 times)

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Offline fcoltrane

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I bocchini dei grandi un aneddoto raccontato dal grande Tofanelli
« on: September 04, 2020, 07:18:56 AM »
Non so se  ciò che racconta Tofanelli corrisponda al vero ma conferma alcune idee che ho sempre avuto sul bocchino per sax ed ora per tromba . L’intervista la potete ascoltare su Facebook come pubblicità della Yamaha. Il  musicista racconta che una sera a cena  il grande M Ferguson gli chiedesse con che bocchino suonasse . Tofanelli in quel periodo utilizzava un bocchino artigianale fatto fare proprio per avvicinarsi al suono di Ferguson. Lo stupore di Tofanelli quando Ferguson prese il suo bocchino ed era eguale . ..... A prescindere dall aneddoto io sono convinto che un ruolo importante venga svolto dal bocchino e a volte poter provare il bocchino di questo o quel musicista può essere illuminante. È chiaro per me che il bocchino non fa il musicista ma se hai una certa sensibilità alcune caratteristiche del bocchino ti aiutano al raggiungimento del tuo scopo-suono.

Offline Zosimo

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Re: I bocchini dei grandi un aneddoto raccontato dal grande Tofanelli
« Reply #1 on: September 04, 2020, 09:27:54 AM »
L'artigiano in questione era Gianni Amidei. Tofanelli lo usò per molti anni.
Anche io ne ho avuti diversi perchè Gianni abitava poco distante da me.
Che poi alla fine lui era un ''hobbysta'', li faceva nel garage di casa con un tornio manuale.
UN mito sia come persona che come artigiano.
Tromba Bb:  Holton Revelation ('23)  Cinesina, Carol Brass 5000, Martin Committee ('48)
Cornetta: York Baronet ('55)
Flicorno: Couesnon Monopole Conservatorie ('60)
Bocchino: ideatore della penna Bar Rocco, Bris Bois e della tazza V6 Turbo

Offline Mar

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Re: I bocchini dei grandi un aneddoto raccontato dal grande Tofanelli
« Reply #2 on: September 04, 2020, 09:30:44 AM »
Sul fatto che alcune caratteristiche del bocchino possano aiutarti al raggiungimento del tuo scopo/suono credo che possiamo essere d'accordo un po' tutti.
Bisogna però vedere in quale momento della tua "carriera" di trombettista ti metti a cercare il tuo scopo/suono, che cmq è bene ricordare che è dovuto per gran parte al manico.
In fase di formazione, ogni volta che cambi bocchino (o tromba) torni indietro di un paio di passi, perché devi capire e adattare il tuo delicato "sistema" corpo ai nuovi materiali.
Se continui a farlo, nella ricerca dell'illuminazione come la chiami tu, finisci per rallentare (e di molto) il normale corso dei progressi (che dovrebbe fare chi studia costantemente e nel modo giusto).

Dopo aver costruito delle buone basi invece la ricerca del bocchino giusto (e/o della tromba giusta) può portare a ottimi risultati, può aiutarti ad avvicinarti al suono che hai sempre avuto in testa.

Offline fcoltrane

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Re: I bocchini dei grandi un aneddoto raccontato dal grande Tofanelli
« Reply #3 on: September 04, 2020, 10:29:51 AM »
Certo è che il mio percorso non lo consiglierei a nessuno. Ne con il sax ne con la tromba. Il mio era un discorso generale e legato più al sax che alla tromba. ( con la tromba non ho alcuna esperienza di rilievo) ma ragiono per analogia . Faccio un esempio concreto  . Siamo  nella stessa stanza io Adan Rapa  Pierobon Tofanelli Marsalis e Bosso . Io sono una pippa ma se me lo consentono un tiro col loro bocchino me lo faccio. Poi quello che capisco non è dato saperlo..... poi se siamo in confidenza chiederei di farmi sentire due note con la mia attrezzatura attuale la tt ed il b2 prana. Sono certo che sarebbe una bella esperienza......

Offline Mar

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Re: I bocchini dei grandi un aneddoto raccontato dal grande Tofanelli
« Reply #4 on: September 04, 2020, 10:45:50 AM »
Guarda Francesco, abbiamo trovato tutti bocchini che all'inizio sembravano perfetti, ma che dopo un mese sono finiti nel cassetto. È l'effetto "luna di miele".
Dopo "un tiro", come dici tu, non puoi capire molto, e soprattutto non puoi capire se veramente è adatto a te o no.

Offline fcoltrane

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Re: I bocchini dei grandi un aneddoto raccontato dal grande Tofanelli
« Reply #5 on: September 04, 2020, 11:49:00 AM »
Per me le informazioni non sono limitate a quello che suona meglio per me ma ad esempio a che suono si può tirar fuori da un bocchino a quanta energia ci vuole per suonarlo ( quando lo suona qualcuno che sa suonare)alle differenze che sono in grado di sentire quando un altro musicista  prova la mia attrezzatura , in che misura la subisce . Non so cosa succederà tra 5 anni ma ad oggi alcune macro differenze Mi basta poco per capirle. ( beata ignoranza 😂 La mia ) Tra un monette b2 ed un Bach 3 c io so esattamente cosa riesco a fare in termini di suono intonazione flessibilità estensione. Aspetto diverso cosa sia più utile per migliorare ....e qui mi muovo come un disperso nel deserto che cerca l’oasi e a tratti vede miraggi...... per tentativi e  mi diverto assai . 

Offline Mar

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Re: I bocchini dei grandi un aneddoto raccontato dal grande Tofanelli
« Reply #6 on: September 04, 2020, 12:11:13 PM »
Il motivo per cui io e te continueremo sempre queste discussioni da Tom e Jerry sta nel fatto che tu parli di suono che si può fare uscire da un bocchino mettendo quindi l'attrezzatura al centro del discorso.
Io invece il centro del discorso lo metto sull'uomo e su quello che fa per fare uscire il suono, quindi la qualità della vibrazione delle labbra e l'ottimizzazione dell'emissione dell'aria (attenzione: non in senso generico, ma proprio in relazione alla vibrazione delle labbra, e questa è la più grande differenza tra tromba e sax).
Poi, sistemata la parte interna cioè quello che deve fare l'uomo, subentra la parte esterna, cioè quanto l'attrezzatura può aiutarti a trovare il suono che hai nella testa.

in questo senso è meglio (ma non necessario) che un principiante utilizzi attrezzatura media (per misure di tazza e gola), per poi evolversi verso le sue preferenze dopo aver sviluppato buona parte delle sue capacità.

Quello che invece ritengo proprio necessario per un trombettista acerbo è cambiare meno possibile l'attrezzatura, e affidarsi alla costanza nello studio per ottenere i risultati sperati

Offline fcoltrane

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Re: I bocchini dei grandi un aneddoto raccontato dal grande Tofanelli
« Reply #7 on: September 04, 2020, 01:17:28 PM »
Alcune delle cose che dici sono condivisibili e ti sembrerà strano ma non vi è alcuna differenza tra sax e tromba dal punto di vista del procedimento. La energia minore per produrre il suono migliore. Nella tromba come nel sax è il risultato che conta il suono. L’emissione migliore per ottenere la migliore vibrazione che viene amplificata dal bocchino. Poi è chiaro che in un caso si tratta di ancia e bocchino e nell’altro di labbra e bocchino. Non vedo alcuna contrapposizione neanche nel nostro punto di vista. Entrambi siamo convinti che solo studiando si progredisce ed entrambi sappiamo che il grosso lo fa il musicista  entrambi credo tendiamo al raggiungimento di un suono che desideriamo . Io a torto o a ragione tra la dozzina di bocchini che ho credo di avere un buon margine di miglioramento con questo che per ora sto utilizzando il b2 ma ciò che è importante è la soddisfazione nel provare ad ottenere il risultato. Se suono con un bocchino standard non ho la stessa soddisfazione fisica. Poi non mi dispiacerebbe provare il bocchino di Adam Rapa in 1 minuto masterclass o quello di Giuffredi nel esempio legato  o quello di Pierobon nelle lezioni Warm up. Ps . Quello di rapa non credo sia molto diverso dal monette b2 s3 prana che sto utilizzando.

Offline Mar

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Re: I bocchini dei grandi un aneddoto raccontato dal grande Tofanelli
« Reply #8 on: September 04, 2020, 03:00:20 PM »
Francesco secondo me ci sono delle cose sulle quali non hai ancora riflettuto a fondo. Il sax è il sax e la tromba è la tromba. Sono due strumenti a fiato, ma la somiglianza finisce qui, non farti confondere, non mischiare, non semplificare: l'equazione lancia bocchino con labbra e bocchino non sta in piedi.

Cominciamo col dire che, nella tromba, il bocchino non amplifica la vibrazione.

Il sistema è: aria attraverso le labbra - bocchino - leadpipe.

Qui si crea la vibrazione, che è una naturale risposta alla resistenza che l'aria incontra durante l'emissione, se gli angoli della bocca sono fermi e il centro è rilassato.

Questa vibrazione poi è guidata e amplificata dalla tromba.

Quando ti dicevo che a mio parere è meglio per un principiante usare misure nella media è perché la resistenza ha direttamente a che fare con la vibrazione, che come ho spiegato prima, è una conseguenza.

Se togli resistenza, utilizzando ad esempio un prana, il principiante può perdere la vibrazione, o averne una scarsa, o peggio ancora puo finire per FARE volontariamente la vibrazione quando invece la vibrazione è una cosa che succede da sola in risposta.

Ci sono state discussioni in passato in cui gente più preparata di me ha discusso sull'opportunità o meno di dare un prana a un principiante.
Ti rimando a quella.
Io non credo che debba essere per forza un problema, ma che un principiante autodidatta abbia una percentuale altissima di possibilità di fraintendere, e di scambiare un suono più grande per un suono più bello.





Offline fcoltrane

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Re: I bocchini dei grandi un aneddoto raccontato dal grande Tofanelli
« Reply #9 on: September 04, 2020, 05:03:24 PM »
Non sono preciso con i termini ma non ho dubbi che sax e tromba si possono studiare alla stessa maniera E ci siano tantissime analogie. . l’aria che si trasforma in suono e viene elaborata diversamente prima dal bocchino e poi dal sistema bocchino strumento. Io poi mi fido prima di tutto dell mio orecchio e  quando non sento determinati aspetti Mi fido di chi ne sa più di me. Poi c’è l’aspetto soddisfazione e qui c’è poco da fare se una cosa ti piace quella fai. Oggi ho preso una tazza ar mb con una penna 40 7 per vedere se me la stavo raccontando da solo o riuscivo a sentire alcune differenze :la fatica per riempire di suono La tromba è la metà ,  devo proprio trattenermi e devo pensare ad una piuma ) il suono è centrato più del b2 ma non c’è storia il più Bel suono è col b2. L’estensione è la stessa e l’intonazione pure. Mi metto lì e comincio con i primi 10 esercizi del bellissimo libro del grande Paolo Trettel. Se riesco a suonare all’unisono vuol dire che sono sulla buona strada ......se invece sono mancante vuol dire che devo migliorare.  Piano piano sino al bb articolando ci sono arrivato in maniera leggera come desidero. Ps ....forse ad un altro sassofonista autodidatta poter dare qualche consiglio....sull’utilità di studiare con fori molto larghi e sui rischi connessi. 😂😂😂

Offline Mar

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Re: I bocchini dei grandi un aneddoto raccontato dal grande Tofanelli
« Reply #10 on: September 04, 2020, 06:30:04 PM »
Io purtroppo non suono e non ho mai suonato il sax ma sono sicuro che la parte che riguarda la vibrazione è significativamente, profondamente diversa.
Per tutto il resto è giusto che tu continui per la tua strada.

Offline fcoltrane

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Re: I bocchini dei grandi un aneddoto raccontato dal grande Tofanelli
« Reply #11 on: September 04, 2020, 07:14:55 PM »
Magari se interessa apro un post appositamente qui rischiamo di andare del tutto ot . Il mio punto di vista è semplice il bocchino ideale non esiste ma se tu hai la possibilità di ascoltare musicisti davvero i gamba e poi magari provi la loro attrezzatura incameri un mare di informazioni. Che poi magari non ti servono a nulla . Per fare un esempio Concreto avete mai visto da vicino Seamus Blake sotto sforzo o bob berg o brecker o Tofanelli O rapa . Ecco io so per certo che quella tecnica Non potrà mai appartenermi ma alcune informazioni dal suono e dalla estensione o o omogeneità sono in grado di sentirle e se provassi la loro attrezzatura di apprezzare alcuni aspetti. (Anche semplicemente in termini di differenza come una pulce che si confronta con un elefante)

Offline Mar

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Re: I bocchini dei grandi un aneddoto raccontato dal grande Tofanelli
« Reply #12 on: September 04, 2020, 08:15:10 PM »
Hai ragione. E ti dico di più: ci sono in rete elenchi delle attrezzature di trombettisti di tutte le epoche.
Qualche bocchino è fuori produzione, qualche marca non esiste più, ma se cerchi bene troverai di sicuro qualcuno che produce delle buone repliche per meno di 300 dollari.
Così potrai scoprire i segreti di Louis Armstrong e di tutti gli altri grandi, del passato, del presente e del futuro.

Ovviamente ti sto prendendo in giro, ma solo perché veramente non riesco a vedere la fine di queste tue curiosità, e soprattutto fatico a vedere l'utilità di queste tue convinzioni.

Con affetto

Offline fcoltrane

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Re: I bocchini dei grandi un aneddoto raccontato dal grande Tofanelli
« Reply #13 on: September 04, 2020, 11:09:27 PM »
Mmmm non è mio interesse convincere alcuno di alcunché . Riportavo un aneddoto di un musicista Tofanelli che stimo. Poi non tutto è definibile in termini di utilità. Quello che per un musicista può essere una esigenza artistica ed espressiva o di studio  ( Tofanelli con questo Bocchino artigianale) può essere devastante per un principiante ma anche illuminante.  Io ad esempio in un anno avrò provato più di venti bocchini ma uno da lead non lo ho mai provato e non ho idea di quello che riuscirei a farci . Quindi per fare un esempio se dovesse organizzare una masterclass Non sarebbe male provare la sua attrezzatura o sentire lui con la mia. Avrebbe una utilità nella mia crescita tecnica? Chi può dirlo a posteri l’ardua sentenza..... avrei piacere a provare O ad ascoltare ? Certamente si è di questo ne sono certo perché con il sax è capitato e non è che avessi una tecnica strumentale straordinaria . Io sono dell’idea che il suono lo sentiamo tutti alla stessa maniera. Poi magari uno  con tecnica ed esperienza ti spiega nel dettaglio tutto .  Se io suono una scala maggiore con la tromba e poi la replico e chiedo a 4 musicisti che non Sanno suonare la tromba quale delle due esecuzione è migliore per omogeneità di timbro per intonazione per gestione del tempo ecc Credi che non identificheranno  gli stessi aspetti? Io sono convinto che se sono ascoltatori attenti ci sarà unicità di veduta. Anzi questo aspetto è identico anche per chi non è musicista ma solo attento ascoltatore.

Offline Mar

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Re: I bocchini dei grandi un aneddoto raccontato dal grande Tofanelli
« Reply #14 on: September 04, 2020, 11:43:16 PM »

Qui probabilmente mi attirerò molte antipatie, ma secondo me la tazza poco profonda, quella che tu chiami tazza lead, è un po la cartina al tornasole di una buona l'imboccatura.
Se riesci a suonare una tazza poco profonda significa che hai una vibrazione ottimale, stretta, concentrata.
Ho sentito tanti bravi trombettisti dire di non riuscire a suonare con tazze poco profonde, ma probabilmente chi è abituato a tazze profonde (magari su dimensioni 1 o 1 e  1/2) si abitua a entrare con le labbra dentro al bocchino, e quando poi prova una tazza lead "tocca" e non riesce a mettere in vibrazione le labbra.
Anche qui, se uno decidesse che ne vale la pena, basterebbe insistere e modificare un po' la propria abitudine.
Raramente ne vale la pena, se non per super specialisti o per pezzi particolari.
Il suono ne risente, almeno per l'idea che ho io di suono.

Non voglio allargarmi, ma da quel poco che ho capito e sperimentato nel mio percorso da autodidatta, io consiglierei a ogni principiante di iniziare da un bocchino lead, tazza piccola (tipo 7 o 10) e poco profonda. Non necessita di grande muscolatura, stanca poco e aiuta a sviluppare la vibrazione ottimale. Poi, volendo, si può andare alla ricerca del suono migliore e fare altre scelte senza sacrificare il registro.(e senza cambiare abitudini)