Pollacchione, non sono in un pezzo unico: sono due i sistemi che Monette usa per ottenere quell'aspetto.
Il primo, quello più vecchio, consiste nel fare un cannello standard e saldargli sopra una "manica", fatta in più pezzi, che rappresenta il cannello con il ricevitore.
Poi viene tornito un normale bocchino (pesante in questo caso, il quale viene saldato al ricevitore e poi scartavetrato e spazzolato per togliere il segno della saldatura.
L'effetto finale è quello di un apparente pezzo unico ma questo non sarebbe possibile in alcun modo per motivi geometrici e funzionali: siccome è necessario avere un gap fra bocchino ed il venturi (il gradino con il quale inizia il cannello, dopo il ricevitore) e siccome geometricamente si passa da 4/5mm di foro ad un'apertura fra 9 e 11mm alla fine della penna (cifre buttate un po' a caso perché dipende dal modello dello strumento e del bocchino), giocoforza non è possibile tornire questo spazio con alcun attrezzo perché dimensionalmente o non passerebbe dal foro o non potrebbe arrivare ad allargare quanto necessario.
Neanche passando dall'altro lato è possibile arrivare a fare quel lavoro perché servirebbe un bareno lungo un'infinità e sottile come uno spaghetto.
L'altro sistema che usa, quello più moderno, da qualche anno a questa parte, consiste nel filettare il ricevitore e fare un bocchino con la penna filettata, come faccio anche io.
Le due parti così accoppiate hanno una serie di vantaggi prestazionali evidenti che sorpassano di gran lunga il sistema del cono morse (cono con un'inclinazione del 5%, un rapporto 20/1).
Il cono dentro al cono ha alcuni vantaggi meccanici (una facile realizzazione sia per alesatura che per barenatura) ed una buona presa, sfruttata per esempio nei trapani a colonna.
Il problema di questo sistema è che è molto suscettibile allo sporco che inevitabilmente si insinua e al consumo col tempo, come succede specialmente con materiali morbidi come l'ottone.
Se poi il ricevitore è sottile, come nel caso delle trombe, allora si è soggetti anche alla deformazione e si finisce con il bocchino che entrerà sempre di più nel ricevitore, diminuendo sempre più il gap.
E' inoltre estremamente difficile ottenere una costanza anche solo vagamente ragionevole con un cono alesato o barenato.
Nel primo caso, siccome il 99% dei ricevitori sono finiti a mano, la probabilità di entrare della giusta quantità è pari a zero: si consuma l'alesatore, l'operatore entra "a sentimento", la passata finale non potrà mai essere perfetta perché si deve spingere mentre si ruota.
Se invece lo fai con il bareno considera che ogni centesimo di errore nella taratura dell'attrezzo ottieni 20 centesimi di errore in termini di quanto il bocchino entrerà nel ricevitore.
Un tornio anche mega fantascientifico non tiene il micron, poi nella produzione industriale il centesimo te lo scordi perché il fine è il numero di pezzi, non la precisione al miliardesimo.
E' evidente che sia più che lecito aspettarsi delta di inserzione del bocchino anche superiori al millimetro (e lo so per esperienza diretta perché ho provato il mio cono di riferimento in acciaio di Valiria in centinaia di trombe negli anni, la costanza è un miraggio.
E questo senza neanche iniziare a parlare della precisione dimensionale delle penne dei bocchini e quanto queste cambino con la lucidatura o la placcatura.
Un sistema a vite con il giusto invito e scarico del filetto (sia del maschio che della femmina) assicura un accoppiamento al miliardesimo di millimetro (se sei curioso perché dico miliardesimo posso farti lo spiegone tecnico) senza possibilità di errore alcuno. Indipendente dal consumo degli attrezzi, dalla temperatura della macchina o dalla posizione dei pianeti.
E' letteralmente impossibile sbagliare.
Poi è evidente che una vite sia più solida di un cono piantato dentro un cono, ma questa è una questione di logica. Ne consegue una minor dispersione dell'energia, cosa che può essere positiva o negativa, ma quello è un altro discorso.
Riguardo l'aspetto "pezzo unico" con il sistema a vite: puoi ottenere un look così perfetto da non poter vedere il punto di incontro fra bocchino e cannello ma questa è un'arma a doppio taglio.
Per far si che non si veda la giunzione devi spazzolare con una paglietta (tipicamente lo scotch brite della 3M) bocchino e cannello avvitati.
Poi puoi anche argentare o dorare il tutto ed effettivamente non si vedrà la giunzione.
Il problema sorge quando vuoi cambiare bocchino, perché è come il film dei carabinieri dove invece di svuotare il posacenere cambiavano tutta l'auto.
Se mai volessi cambiare bocchino è impossibile replicare la stessa spazzolatura sul nuovo bocchino e quando lo avviterai l'effetto ottico è peggio di avere una, seppur minima, linea di giunzione fra i due pezzi.
Quindi, tocca comprare una tromba nuova col il bocchino.
P.S.
Francesco, se saldi il bocchino alla tromba ti vengo a cercare sotto casa...