Author Topic: ritratto in bianco e nero o Zingaro (Retrato em Branco e Preto)  (Read 587 times)

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Offline fcoltrane

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sto ascoltando e provando questo brano meraviglioso.
la versione più rappresentativa per me  è certamente questa di Chet https://www.youtube.com/watch?v=8DIKBmdnziE
ma sono bellissime anche le versioni dei nostri  Felice Reggio
https://www.youtube.com/watch?v=E-m3wzBh55U

 o di  Rava Fresu Bollani https://www.youtube.com/watch?v=P_Tlp2BuY0c

la struttura armonica è semplice e consente di improvvisare in maniera melodica (per chi sa farlo :D) facendo respirare le frasi.
che dire quando ho un po di tempo trascrivo uno di questi dischi.

Per ora sto cercando di imparare il tema con il flicorno
https://www.swiss-jazz.ch/musique-bresilienne/RetratEmB&P.pdf

qui in chiave di violino per noi da trasportare un tono sopra

Offline fcoltrane

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Re: ritratto in bianco e nero o Zingaro (Retrato em Branco e Preto)
« Reply #1 on: September 08, 2021, 09:47:18 AM »
inserisco qui il messaggio di Dirtysound

Thanks ! ! !
With best regards ! ! ;) :D  pollices pollices pollices 
Dopo che avrò' iniziato ad usarlo , farò un aggiornamento .
P.S. ( A me piace moltissimo l'esecuzione di Chet Baker con Jobim, si sente come Jobim cerchi di rispondere/seguire le dissonanze solistiche di Chet con le dissonanze armoniche degli accordi che ci mette sotto per rispondergli o cercare il fraseggio con lui . ( Scusate l' OT )...
( Riuscire a cogliere quelle dissonanze, alcune già proprie del brano,+ quelle di Chet e  provare a " leggere" quel brano secondo il mio modo di sentirle, sarà il mio tentativo interpretativo. Penso che mi ci vorranno più di un paio di mesi., prima per interiorizzarlo focalizzare, le note dissonanti già presenti per poi iniziare una paziente opera di costruzione interpretativa del brano cercando   le  "mie" dissonanze del brano.
Penso che questo brano possa essere un ottimo esempio per lavorare per tirare fuori quello che uno ha del proprio modo di sentire un brano, senza doversi preoccupare della velocità del brano; che, se si vuole, permette  a chi vuole, appunto, di eliminare detta componente. Come avrete capito sono sempre più convinto che le belle interpretazioni non nascano schioccando le dita. ( Argomento già dibattuto ). Per me vale il detto : impariamo a guardare dentro di noi, a cercare dentro di noi, al di là del livello tecnico che ognuno in quel momento possiede, cerchiamo il nostro modo di vedere il brano senza spaventarci troppo del giudizio altrui, altrimenti non impareremo mai ad ascoltare noi stessi. E' ovvio che i giudizi critici possono sempre essere dei riferimenti sulle cose da tenere d'occhio e sulle quali lavorare per migliorarsi, ma impariamo a cercare/guardare dentro di noi la nostra linea melodica. Se ne parla poco e secondo me anch'essa richiede tanto tempo per imparare a guardare dentro di se' e imparare a tirarlo fuori, abbiamo sempre paura che il giudizio altrui ci tagli quella poca autostima che ognuno di noi ha di se stesso, e questo porta a scelte facili verso l'accondiscendenza degli altri. Quanto è bello invece suonare  un brano in modo che ci tocchi nelle corde del nostro intimo. Questo credo che sia unico e proprio in ognuno di noi, quello che ci fa riconoscere, che ci fa dire bella l'interpretazione che ha fatto tizio. Per quella che è la mia esperienza ( per quel che può valere) già interpretare / esprimere se stessi per 8 battute porta via tempo. Quando la vostra interpretazione è tutta originale , fare tutto un brano porta via mesi, a volte sembra di lavorare di cesello, la scelta di una sola nota (che va vista sull'accordo che c'è sotto) cambia tutta la frase ( e le battute )che vengono dopo.
A volte hai una bella frase che però non si lega con quello che hai scritto prima, che fai? la usi nel II° refraind o riscrivi tutto quello che c'era prima? Se la scrivi nel II° refrain dovrai scrivere altre 8 battute prima di usarla, per non parlare della tentazione di usare frasi scontate, che non stanno male, funzionano, ma ad un orecchio attento, fanno capire che hai staccato la spina dell'originalità ( la tua !).
Qualcuno ha provato a seguire questa strada?


Le improvvisazioni di Chet sono straordinarie , e su questo brano il musicista si esprime al meglio.
https://www.youtube.com/watch?v=qSzkwba_TSA  è questa a cui ti riferivi.
questa con Jobim è particolare (mi piace tantissimo  soprattutto la scelta all'inizio e l'esposizione del tema )
un aspetto che mi ha colpito è all'inizio quando sembra che Stilo parta con il flauto ma Jobim interviene con la chitarra sembra che gli dica : ora tocca a me :).


poi c'è questa al piano che non conoscevo https://www.youtube.com/watch?v=fm7BoRdN1xQ
a proposito di chiarezza della linea melodica.

Dirtysound hai affrontato tantissimi argomenti e molti dei tuoi spunti sono anche i miei.
Anche per me la musica è espressione e spero un giorno lontano di riuscire ad esprimermi .
Lo studio della improvvisazione passa attraverso lo studio della linea melodica.
Proprio in questi giorni con un amico pianista abbiamo dibattuto su questa questione io sostengo che quando studi devi sapere  cosa suoni :
mi riferisco specificamente allo studio tecnico della improvvisazione.
Il mio amico la pensa diversamente .
Molto dipende anche dalla tecnica che possiedi, perché purtroppo puoi essere la persona migliore del mondo con le migliori intenzioni ma se non hai tecnica non riesci a comunicarlo.
Faccio un esempio concreto: stacchi il tempo sui 120 dopo le prime otto battute siete arrivati a 130 dopo il solo del pianista siete a 150.
se questo accade per scelta consapevole può avere il suo fascino ma se accade perché subisci un limite tecnico l'esecuzione ne risente.
Analogo discorso su intonazione dinamica interplay ecc..
Nel mio caso poi più che preoccuparmi il giudizio altrui (che può essere a volte limitante ) mi preoccupa il mio giudizio.
Se intendi di scrivere tutta la linea melodica di un brano non lo ho mai fatto (anche perché intendo l'improvvisazione come creazione immediata ed estemporanea). Se invece intendi di trascrivere una linea melodica di una frase che ti piace su alcuni accordi (o perché la hai ascoltata da altri o perché la hai creata e poi trasportarla su tutte le tonalità creando un tuo linguaggio : questo è il consiglio-lezione  che ho avuto dai più grandi musicisti ed insegnanti che ho conosciuto.
(è uno studio lungo ma che da enormi benefici)

Offline dirtysound

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Re: ritratto in bianco e nero o Zingaro (Retrato em Branco e Preto)
« Reply #2 on: September 08, 2021, 10:46:09 AM »
Ciao fcoltrane, l'interpretazione alla quale mi riferivo è questa : Chet Baker - Retrato em Branco e Presto ( Antonio Carlos Jobim - Chico Buarque ) sopratutto nell'ascolto da 0 a 3:12
youtube.com/watch?v=feW-n7uxzbY
Riprendo solo per dire che per me è importante tracciare di un brano la "tua" linea melodica, interpretativa, intima, personale che dice agli altri "chi sei dentro" . Tirare fuori questa linea non è affatto facile, devi saperti ascoltare, guardare dentro e tirarla fuori , e non è facile...
Dopo ....che sei riuscito a fare questo, puoi pensare , se ne sei capace, se ne hai gli strumenti (parlo per me , ma sono ancora lontano da questo), puoi pensare di improvvisare, ma improvvisare all'interno di questa linea, di questa strada che tu hai tracciato, è come se tu abbia fornito le chiavi agli altri per poterti leggere. Le scale , gli arpeggi hanno senso se li usi all'interno di questa strada altrimenti sono solo un'espressione povera. ( Io almeno la vedo così ). Per agganciarmi a quello che varie volte è stato detto qui in questo tempo di Covid, forse è stata un' occasione unica proprio per fare questo lavoro sui brani che più ci piacciono.
Bye.
Bb Conn 38B ; Bb Scodwell standard con  trimmer kit Harrelson - Taylor ; mouthpiece Bruno Tilz Spetial 11F e 10 , Bach 11C , Monette BL2S3 stc1

Offline fcoltrane

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Re: ritratto in bianco e nero o Zingaro (Retrato em Branco e Preto)
« Reply #3 on: September 08, 2021, 11:09:11 AM »
si è la stessa registrazione solo con foto diverse.  Si è quello che dicevo la prima esposizione del tema libera e poi il tema bossa , proprio a 3.12 si sente Nicola Stilo al flauto e poi parte Jobim con gli accordi a dinamica alta..poi Chet....
Sulla linea melodica e sullo studio della improvvisazione io la vedo così.
Il primo passo è interiorizzare il tema poi cercare di capire il rapporto con gli accordi, poi studiare gli accordi e poi provare a creare delle frasi che siano di tuo gusto ed infine  che ti "rappresentino".
(a parole è semplice poi nei fatti è difficilissimo, io a volte sono arrivato quasi alla fine di questo percorso per un singolo brano ossia creare " alcune frasi che erano di mio gusto") l'ultimo passaggio ancora non lo ho mai raggiunto .....