Author Topic: SUono Jass  (Read 25312 times)

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Offline ataru

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Re: SUono Jass
« Reply #150 on: February 21, 2010, 01:03:48 PM »
Ero tentato di aprire una discussione intitolandola "Perle di saggezza", ma credo che questo 3d sia appropriato per proporre il contributo che segue.

Ho appena intrapreso la lettura di un "saggio(?)" di Winton Marsalis, dal titolo "Come il jazz può cambiarti la vita" (Feltrinelli); certamente a molti di voi ripeterò cose già note, ma ritengo valido riportare questi contenuti in questo contesto, non foss'altro che per l'autorevolezza della fonte (Winton, non io  ;) :D).

Sentite cosa dice (pagine 21/22, quarta edizione gennaio 2010; ovviamente riporto il testuale):

"Che cosa dice davvero il jazz?
Ha ancora un valore?
Ecco quello che ho scoperto.
La componente più pregiata in questa musica è l'unicità del suo suono. E' con il suono che il jazz ti porta al nocciolo di te stesso e dice: "Esprimi proprio quello". Ogni musicista ha i suoi punti di forza e le sue debolezze. Ci fa piacere ascoltare un musicista che fa fatica con la sua parte; se facciamo uno sforzo e impariamo ad accettare i lati forti e deboli di noi stessi e di chi ci circonda, la vita diventa molto più semplice. E' un campo in cui è un errore dare giudizi netti e definitivi.
Miles Davis, per esempio, non possedeva il suono corposo di un Louis Armstrong, ma aveva trovato il suo tipo di intensità. A un volume più basso. Le imperfezioni possono aggiungere fragranza e personalità alla musica. In un'epoca in cui il massimo per i giovani è tendere alla perfezione e alla finezza degli spot televisivi, l'idea di "lavorare con quello che hai" rappresenta un'utile alternativa".

Idee chiare, eh?

Alla prossima.  salut
pollices

Offline nic

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Re: SUono Jass
« Reply #151 on: May 16, 2010, 05:20:26 PM »
Nic, complimenti per l'intervento e per la bellissima immagine di tua mamma che ascolta Leo Smith, evidentemente trasmetteva qualcosa. Al festival di Lovere ,mi sembra del 1978, acquistai da lui il suo opuscoletto sulla musica creativa e mi feci fare una dedica. Trent' anni più tardi  a Padova alla fine di un concerto andai da lui e glielo mostrai, trattenne a stento la commozione. Grande e sincero personaggio. Ciao, eugeniovi


rispolvero questo 3d turbolento per aggiungere quanto mi ha scritto oggi Wadada in risposta a un elogio via mail. Si trattava di un commento alla sua attività musicale, la ricerca di un contatto, per quanto estemporaneo che la Rete oggi permette.
Il semplice fatto che abbia risposto a uno sconosciuto come me avvalora la qualità dell'uomo e conferma, al di là degli anni, la sua straordinaria semplicità. E questo mi preme ancor più del precetto tecnico: note lunghe, tanto e ogni giorno (ndt: non se ne esce)

"Nicola- Thanks for your comments. I am very sorry that your mother pass away and I hope that it has not been too hard for you. The best way to make the trumpet strong and sounding good is to play a lots of long sound every day.
I hope some day I will meet you again.
Peace- Wadada"
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Offline yeah

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Re: SUono Jass
« Reply #152 on: July 23, 2010, 01:15:33 PM »
Riferendomi alla domanda posta all'inizio, tra i tanti trombettisti bravissimi e spettacolari ultimamente mi sto veramente appassionando tanto sia a Miles Davis che a Clark Terry l'ultimo dei quali mi ha fatto innamorare del suo fraseggio..consiglio la visione di un dvd chiamato Clark Terry sextet '77 di un live in Montreux che mette veramente i brividi...
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"Scambio volentieri tutta la discografia di Mynard Ferguson con una sola nota di Miles Davis" (Enrico Rava)

"Armstrong nel Jazz è come Mozart nella classica: si inizia ad ascoltarlo perchè è il più facile e si finisce per ascoltarlo perchè è il più grande" (Cit. Locutus2k)