Author Topic: Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?  (Read 12549 times)

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Offline Norman

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Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?
« on: November 10, 2010, 04:03:31 PM »
Partiamo da un dato di fatto: il jazz in Italia è sempre stato cosa per pochi, se non addirittura per pochissimi. Oggigiorno anche nel paese in cui è nato è ormai musica per appassionati, dopo essere stato, all'inizio della sua storia, musica popolare nel vero senso del termine.

Non mi interessa il dibattito sul jazz come musica d'arte o musica d'intrattenimento, perché per me può essere tranquillamente entrambe le cose.

Il problema che mi interessa è: perché il pubblico generalmente considera il jazz come un'immane rottura di coglioni?

Io, da appassionato di jazz, di musica in generale e da frequentatore di concerti, nonché performer, se pur a livello amatoriale, mi sono dato una risposta.

Io penso che il motivo sia semplicemente perché generalmente il jazz viene proposto (salvo poche eccezioni) già dagli stessi jazzisti come un'immane rottura di coglioni...

Il tipico concerto jazz infatti annovera tutta una serie di espedienti volti a dare metaforici calci nel culo a chi, inopinatamente, da profano tenti di avvicinarvisi. Tra questi espedienti i più notevoli sono:

- tristezza intrinseca dei musicisti, in ogni momento del concerto.
- compiacimento nel cercare l'inutile virtuosismo e nel crogiolarsi nella propria tecnica.
- assoluta mancanza di ogni tentativo ci comunicazione con il pubblico (ad esempio: quasi mai vengono annunciati i pezzi, come se si desse per scontato che nel pubblico ci fossero solo persone che conoscono a memoria il repertorio jazzistico di oltre 100 anni di storia, tutti gli standard e tutte le possibili versioni)

Perché nel 2010 ancora c'è gente in giro che va a suonare ad un festival jazz come se fosse in un fumoso club della 52ma strada sotto eroina? Perché ci si deve atteggiare in questa maniera sempre e comunque? Perché si dà per scontato che nel jazz sia cosa buona trattare il pubblico come se il musicista gli stesse facendo un favore a suonare, quando il più delle volte invece è il contrario?

Sono volutamente polemico, perché poi sento tutti lamentarsi del fatto che il jazz non funziona, che il pubblico non lo apprezza, che non è valorizzato... Beh, nella stragrande maggioranza dei casi sono proprio i jazzisti i primi a danneggiare il jazz, che invece secondo me è una musica non solo meravigliosa, ma anche assolutamente alla portata di tutti nella stragrande maggioranza delle sue manifestazioni. Certo, magari non il free... Ma per il resto si potrebbe fare molto di più, se solo si avesse più rispetto per la musica e per il pubblico.


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Offline DarioT

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Re:Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?
« Reply #1 on: November 10, 2010, 04:38:51 PM »
....Il tipico concerto jazz infatti annovera tutta una serie di espedienti volti a dare metaforici calci nel culo a chi, inopinatamente, da profano tenti di avvicinarvisi. Tra questi espedienti i più notevoli sono:

- tristezza intrinseca dei musicisti, in ogni momento del concerto.
- compiacimento nel cercare l'inutile virtuosismo e nel crogiolarsi nella propria tecnica.
- assoluta mancanza di ogni tentativo ci comunicazione con il pubblico (ad esempio: quasi mai vengono annunciati i pezzi, come se si desse per scontato che nel pubblico ci fossero solo persone che conoscono a memoria il repertorio jazzistico di oltre 100 anni di storia, tutti gli standard e tutte le possibili versioni)
....

non sono d'accordo  ::)  il vero Jazz, che poi e' quello Africano, e' pieno di swing che ti fa ballare...  ^-^
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Offline eugeniovi

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Re:Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?
« Reply #2 on: November 10, 2010, 05:17:30 PM »
Norman , brutta giornata oggi?  ;D  Fatto benissimo a sollevare l'argomento  che meriterebbe fiumi di parole. Il problema per me è sempre il musicista: non ricordo concerti di grandi del Jazz , noiosi o comportamenti spocchiosi ( a parte Miles al quale perdono anche se mi prendesse  a sberle e Jarret al quale non perdono niente) e pubblico annoiato. Penso sia tutto qui, se hai qualcosa da dire di veramente originale il pubblico se ne accorge altrimenti se non lo hai e cerchi di spacciare sofferenza, ripetitività, inutile virtuosismo...ti vengono due di quei cosi che nomini tu. Diciamo poi che di contro ci sono quelli che con vari 'trucchetti' collaudati tendono ad esaltare una platea magari di facile palato e bendisposta agli 'effetti speciali'.  Avanti che l'argomento mi incuriosisce.  Sera a tutti. eugeniovi

Offline DarioT

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Re:Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?
« Reply #3 on: November 10, 2010, 05:32:17 PM »
Seriamente: penso che il pubblico, (immagino tu ti riferisca "in generale") trovi il gess una rottura di palle perche', se non hai un minimo di cultura musicale e/o di sensibilita' che ti permettono di seguire un discorso musicale che puo' essere anche non propriamente melodico, il jazz e' una rottura di palle.

Io credo che solo Coltrane sia stato in grado di suonare cose "impossibili" e farle risultare musicali comunque...
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Offline Gabriele Gunetti

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Re:Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?
« Reply #4 on: November 10, 2010, 05:40:30 PM »
Io credo che il jazz rompa le palle perchè vengono proposti concerti per gli addetti ai lavori. Si dovrebbe fare un percorso di avvicinamento al jazz: spiegando la storia e facendolo sentire per gradi, passo dopo passo. Forse questa musica riuscirebbe a trovare la sua giusta collocazione nel mondo della musica.

Offline Zosimo

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Re:Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?
« Reply #5 on: November 10, 2010, 06:14:34 PM »
Come dice dario se non si ha un minimo di cultura e sensibilità musicale la non melodicità risulta ostica e rompe le palle. Molte volte costringo fidanzata e amici a seguirmi nei concerti jazz(tralasciando persone che fingono coliche renali o si buttano sotto l'autobus pur di non venire, ma io sono implacabile :D) ascoltando un bosso su pezzi melodici il virtuosismo li esalta, ascoltando non dico un jazzista free ma un tom harrell che non è convenzionale si rompono.  Ripeto a mio avviso bisognerebbe informarsi un pò sul jazz prima di ascoltarlo, altrimenti verrà visto sempre come una musica elitaria per addetti.
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Offline Emanuele75

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Re:Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?
« Reply #6 on: November 10, 2010, 06:34:02 PM »
Io credo che il jazz rompa le palle perchè vengono proposti concerti per gli addetti ai lavori. Si dovrebbe fare un percorso di avvicinamento al jazz: spiegando la storia e facendolo sentire per gradi, passo dopo passo. Forse questa musica riuscirebbe a trovare la sua giusta collocazione nel mondo della musica.

Condivido. Aggiungo (umilmente, dato che sono un principiante) che forse oggi come oggi la società si è abituata anche ad un concetto del "precotto e mangiato", magari da microonde. Quindi anche certi concerti non-jazz sfornano roba subito consumabile dal grande pubblico. Rovinando così il tipico e gustoso piatto della nonna preparato con molte ore di lavoro. Concludo. Se il jazz è sempre esistito ed oggi si nota questo affievolimento, probabilmente il jazz è sempre il solito ma è la società a non essere più quella di prima. Ecco perchè andrebbe aiutata e stimolata nel modo suggerito da Gabriele!

Offline DarioT

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Re:Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?
« Reply #7 on: November 10, 2010, 06:43:03 PM »
Come dice dario se non si ha un minimo di cultura e sensibilità musicale la non melodicità risulta ostica e rompe le palle.......

...sono onorato fino alle lacrime !  ^-^

E poi, diciamolo: alla sagra tutti si divertono a cantare e ballare l' uva focarina ... a meno che sia dixie, non e' che il gezz sia proprio musica da intrattenimento allegro e spensierato, con un occhio attento a che non finiscano il vino rimasto nel fiasco.
Come dice giustamente Dizzy ... (leggetevi la firma di Zo')
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Offline Zosimo

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Re:Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?
« Reply #8 on: November 10, 2010, 06:56:08 PM »
Infatti se lasciamo il dixie o lo swing il jass non è che sia cosi festoso :D
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Offline anrapa

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Re:Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?
« Reply #9 on: November 10, 2010, 07:00:22 PM »
Io penso che una buona parte di jazzisti suona per i jazzisti, nel senso che è sempre una gara a chi ce l'ha più lungo tecnicamente, armonicamente, "citazionalmente", ritmicamente etc etc...
Il jazz di una volta (dei primordi) non era infarcito di tecnicismi o di evoluzioni armoniche volutamente dure da comprendere. Ecco perchè la gente ci ballava sopra: musica semplice=musica d'ascolto o da ballo.
Non dobbiamo però lamentarci se un Bosso fa musica "commerciale" suonandola in chiave jazz, anzi va a lui un plauso perché avvicina le masse a questo genere.

Ma tanto per Bosso (o Marsalis...) lo si trova sempre un motivo per criticarlo: troppo commerciale, troppe note, troppo tecnico, troppo musicale..... TROPPO BRAVO... ;)

Stasera vado a casa sua per fare due note insieme con Valter Valerio, magari parliamo dell'argomento, sono curioso di sapere il suo punto di vista.

Ciao!
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Offline miles74

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Re:Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?
« Reply #10 on: November 10, 2010, 07:09:35 PM »
giusto il problema è duplice ed è lo stesso che si ha nella musica classica.
in primis c'è un problema di cultura,lo gente non comprende perchè non sa! e perchè è più facile ad esempio per un principiante prendere una chitarra imparare un giro di do e cantare battisti (per dirne uno) che mettersi a studiare jazz o classica.
in secundis ci sono artisti (sia nel jazz che nella classica)che tentano di avvicinare la gente a questi generi (bosso/marsalis x il jazz ad esempio,un pavarotti per la classica(è il primo che mi è venuto in mente),ed altri artisti(forse la maggior parte)che suonano solo per gli addetti ai lavori o solo per chi ha già una cultura musicale avanzata.
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Offline eugeniovi

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Re:Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?
« Reply #11 on: November 10, 2010, 07:15:45 PM »
Infatti se lasciamo il dixie o lo swing il jass non è che sia cosi festoso :D

Guarda che nella 52 strada si ballava anche Parker. E' logico che l'evoluzione del linguaggio e l'elevarlo a forma d'arte musicale ha fatto prendere al Jazz anche strade ostiche al grande pubblico, del resto per una musica che ha nel continuo rinnovamento una delle sue peculiarità non poteva che essere così. Per me non solo Coltrane ha reso interessante cose 'difficili' ma anche Sheep, Sun Ra, Coleman, Braxton... Certo che questi musicisti oggi non sono facilmente rimpiazzabili, anche perchè dopo gli anni '80 le contaminazioni sono talmente varie che assistiamo tutt'oggi a mille 'incroci'e questo ha allargato l'ascolto ad un pubblico più volubile. Anche Stan Getz e l'incontro con Jobim ha attirato migliaia di ascoltatori che finita la moda 'brasilera' non hanno ascoltato certo Dizzy o Dexter Gordon. Ma se il Jazz non è per tutti che problema c'è?  ;D

Offline Gabriele Gunetti

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Re:Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?
« Reply #12 on: November 10, 2010, 07:21:49 PM »
Io conosco musicisti classici che hanno dovuto modificare i programmi dei propri concerti per attirare il pubblico, facendola la "musica classica commerciale". E' un problema che investe tutta la musica impegnativa.

Offline Zosimo

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Re:Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?
« Reply #13 on: November 10, 2010, 07:31:34 PM »
Hai perfettamente ragione eugenio, io sono contento di ascoltare una musica non per tutti. Un pò di sano snobbismo ogni tanto non guasta ;)
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Offline eugeniovi

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Re:Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?
« Reply #14 on: November 10, 2010, 09:00:10 PM »
Hai perfettamente ragione eugenio, io sono contento di ascoltare una musica non per tutti. Un pò di sano snobbismo ogni tanto non guasta ;)

Per me è sempre stata una cosa normale. A 10 anni ascoltavo Glenn Miller egli altri a prendermi in giro,a 15 anni non sono andato con gli amici per seguire le serate del festival di S.Remo con Armstrong e Hampton, con le prime paghette comperavo vinile di Jazz e gli altri alla sala giochi, con la prima macchina facevo 400 Km. per andare a cercare dischi Jazz e  gli altri a ragazze, ho risparmiato 1 anno per la prima tromba e gli altri per spenderli a Jesolo, ho girato l'Umbria in treno e sacco a pelo per  il Jazz e gli amici a Rimini a tedesche......non mi sono mai fatto un problema se gli altri non lo ascoltano, anzi..... ;D.