Author Topic: Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?  (Read 12550 times)

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Offline Zosimo

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Re:Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?
« Reply #15 on: November 10, 2010, 09:34:18 PM »
 impaurit impaurit alla faccia del bicarbonato di sodio, rinunciare alle tedesche sicuramente non è stato facile 8)
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Offline Norman

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Re:Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?
« Reply #16 on: November 11, 2010, 12:50:42 AM »
Si, però questa storia che ci vuole cultura per capire il jazz io non la condivido mica tanto... Io penso che la musica sia comunicazione, e quindi è dovere del musicista cercare di entrare in comunicazione con il pubblico che lo ascolta, in primo luogo con la sua musica (e qui è questione di talento), ma anche facendo di tutto per facilitare al pubblico la comprensione della sua musica (e qui, mi spiace dirlo, è questione di rispetto per il pubblico). Scelta del repertorio secondo l'occasione, presentazione del repertorio stesso, capacità di interagire con il pubblico e farlo sentire a proprio agio...

Faccio l'esempio del fatto che non vengono quasi mai presentati i brani: io questa la trovo una tale dimostrazione di snobismo... Dare per scontato che sia il pubblico a doversi per forza preparare prima di un concerto, magari un concerto in piazza o un festival! Insomma, spesso e volentieri un profano che si avvicina al jazz si sente respinto proprio da questo patetico atteggiamento da circolo degli iniziati...

Insomma, sintetizzando: se non sono i jazzisti i primi a fare di tutto per divulgare la musica e la cultura che amano, come si può pretendere che lo facciano altri? Basterebbe così poco, due parole per far capire al pubblico che si sta cercando di trasmettergli qualcosa, e non di fargli notare tutto quello che non sa...

Altra cosa molto importante che dice eugeniovi: nulla vieta di ballare Parker! Il jazz è una musica ritmica, non l'ha detto nessuno che la si debba ascoltare per forza inchiodati ad una sedia con lo sguardo serioso... Spesso vengono suonati brani bossanova, latin jazz e funk, e vengono eseguiti dai musicisti come se fosse musica contemporanea... (che, mi si consenta di dirlo, una immane rottura di coglioni lo è davvero!  sbellicars)

Ci vorrebbe un po' più di spensieratezza... Il che non vuol dire togliere 'serietà' a quello che si fa.
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Offline Norman

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Re:Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?
« Reply #17 on: November 11, 2010, 12:57:01 AM »
Un'ultima osservazione: secondo me il jazz è molto meno 'difficile' di quanto si pensi... Certo, magari lasciamo stare il free e le avanguardie, ma da New Orleans fino all'hard bop è tutta roba che, presentata nella maniera giusta, è assolutamente accessibile a tutti.

Ah, beninteso, l'altro presupposto essenziale è che sia suonato bene... Ecco, potrei sintetizzare così: il jazz è musica difficilissima da suonare, ma molto meno da ascoltare.
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Offline fabiogari

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Re:Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?
« Reply #18 on: November 19, 2010, 11:34:13 AM »
Per darti una risposta Norman l'anno scorso con  Repubblica è uscita una dispensa in 12 volumetti libretto cd e dvd di Massimo Nunzi dal titolo : JAZZ istruzioni per l'uso.
un opera fantastica !!
Per il grande pubblico strano.... Ora ti giro la questione chi legge i giornali in carta non rosa felicissim?


Offline paolotretteltrumpet

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Re:Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?
« Reply #19 on: November 19, 2010, 11:50:06 AM »
Un'ultima osservazione: secondo me il jazz è molto meno 'difficile' di quanto si pensi... Certo, magari lasciamo stare il free e le avanguardie, ma da New Orleans fino all'hard bop è tutta roba che, presentata nella maniera giusta, è assolutamente accessibile a tutti.

Ah, beninteso, l'altro presupposto essenziale è che sia suonato bene... Ecco, potrei sintetizzare così: il jazz è musica difficilissima da suonare, ma molto meno da ascoltare.

Dal mio punto di vista il iazz non è di facile ascolto.
Ovviamente dipende dai vari tipi di jazz.
Per ascoltare il jazz bisogna avere l'orecchio abituato, o meglio ascoltarlo in tutte le sue pecularità,
in altre parole l'ascolto è melodico, armonico e ritmico.
Ad una persona che non piace il jazz spesso non lo capisce e non riesce ad ascoltarlo armonicamente.
è come ascoltare una relazione con una lingua che non conosci, sai che palle..
Vedi a sanremo, quello che prevale è la melodia e le canzoni di successo in Italia sono quelle dall'aspetto melodico facile e intuitivo.
è la formazione musicale che manca in Italia ecc.. ec..
..minchia mentre scrivevo questo si è bruciata la pizza...
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Offline Norman

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Re:Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?
« Reply #20 on: November 19, 2010, 12:07:57 PM »
Dal mio punto di vista il iazz non è di facile ascolto.
Ovviamente dipende dai vari tipi di jazz.
Per ascoltare il jazz bisogna avere l'orecchio abituato, o meglio ascoltarlo in tutte le sue pecularità,
in altre parole l'ascolto è melodico, armonico e ritmico.
Ad una persona che non piace il jazz spesso non lo capisce e non riesce ad ascoltarlo armonicamente.
è come ascoltare una relazione con una lingua che non conosci, sai che palle..
Vedi a sanremo, quello che prevale è la melodia e le canzoni di successo in Italia sono quelle dall'aspetto melodico facile e intuitivo.
è la formazione musicale che manca in Italia ecc.. ec..
..minchia mentre scrivevo questo si è bruciata la pizza...

Paolo, mi spiace per la tua pizza!

Io non penso che il jazz sia necessariamente difficile, ma è un fatto che non è musica che fa parte della nostra tradizione. Ed è proprio per questo che penso che debba essere proposto con una certa apertura. Chiaro che se parliamo di free... Ma hard bop e bebop a mio parere sono alla portata di tutti, per non parlare dello swing. ;-)

Per darti una risposta Norman l'anno scorso con  Repubblica è uscita una dispensa in 12 volumetti libretto cd e dvd di Massimo Nunzi dal titolo : JAZZ istruzioni per l'uso.
un opera fantastica !!
Per il grande pubblico strano.... Ora ti giro la questione chi legge i giornali in carta non rosa felicissim?

Ciao Fabio! So bene di cosa parli, il cofanetto completo dei DVD di Jazz istruzioni per l'uso fa bella mostra di sé sulla mia libreria... ;-)

E' un'opera eccezionale, ed è la dimostrazione (anche con lo spettacolo portato in giro per i teatri di tutta Italia) che il jazz può essere presentato in una maniera assolutamente non elitaria e fruito ed apprezzato anche da un pubblico non necessariamente di addetti ai lavori. L'opera di Nunzi è proprio la dimostrazione di quello che sostengo io: il jazz non è poi così difficile, e non è vero che presupponga tutta questa cultura per essere apprezzato... Certo, non è musica che viene dalla nostra tradizione, ma basta che si abbia il buon senso di presentarla nella maniera giusta, ed il pubblico è perfettamente in grado di godersela, anche senza essersi studiato il Polillo o l'opera completa di Gunther Schuller...

Invece purtroppo spesso il jazz viene presentato in un'altra maniera, che risulta essere quasi sempre ermetica agli occhi di chi pure ci prova a fare lo sforzo di avvicinarsi a questa meravigliosa musica... La critica più frequente che viene fatta al jazz da chi lo conosce poco è che è quasi una sorta di masturbazione, in cui il musicista si trastulla con la sua abilità tecnica, e suona più per sé stesso che per gli altri. Ovviamente non è così, ma purtroppo l'impressione che arriva al pubblico spesso è questa! Tutto questo perché tra i jazzisti spesso è considerato quasi disdicevole pensare che il pubblico debba essere messo a suo agio... Persino un gigante come Dizzy Gillespie è stato criticato per questo. Da noi ha prevalso il modello Miles/Chet. Solo che Miles e Chet potevano permettersi certi atteggiamenti perché erano dei giganti...

Mi capita spesso di veder suonare gruppi di jazzisti anche molto bravi, molto spesso in situazioni in cui il pubblico è molto eterogeneo. E' in quei momenti che ti rendi conto dell'occasione mancata... Uno che si avvicina al jazz è perché è curioso, ed allora mi sembra davvero una mancanza di rispetto ricambiare questa curiosità con la presunzione che sia questa gente a doversi preparare prima di andare ai concerti... Ma molto banalmente: anche a me capita di non ricordare il nome di uno standard o di sentirne uno mai sentito prima... Costa così tanto presentare 'sti pezzi? Di cosa hanno paura? Di consumare le corde vocali?

Tanto di cappello a Nunzi, altroché... E Nunzi non fa altro che seguire le orme di un gigante come Marsalis, che è una vita che fa questo sforzo di fare conoscere il jazz anche a chi non lo conosce! Ma parliamoci chiaro, non è un caso se persino Marsalis è stato criticato anche aspramente in Italia da certa gente, proprio da quelli che invece vivono il jazz in maniera così spocchiosa e snob...
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Offline Darwin

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Re:Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?
« Reply #21 on: November 19, 2010, 02:55:08 PM »
un'altra grande mancanza nel jazz è l'assenza quasi totale di pubblico giovane. Di adolescenti o ragazzi non se vede neanche l'ombra ai concerti o nelle esibizioni.
Nei posti in cui vivo, già è una rarità che ci siano concerti jazz, la stragrande maggioranza del pubblico è adulta e tutti ben vestiti rappresentanti della categoria più borghese (così come il teatro). Seri, seduti sulle loro sedie quasi che a rappresentare il loro ceto siano musiche ricercate o tragedie shakespeariane. Non faccio del pessimismo cosmico, qui è proprio così.
Se vai al cinema o ad un concerto Blues/Rock trovi ragazzi e gente divertita. Se vai a teatro o ad un concerto Jazz trovi solo gente adulta, borghesotti o anziani.
Dall'alto del mio zero assoluto credo che ci sia una scarsità culturale pazzesca nel nostro paese, che un genere come il Jazz abbia bisogno di un minimo di cultura musicale necessaria a "capirlo". Fin quando sarà una cosa ricercata e non "semplice" (alla portata di tutti) rimarrà sempre così, di nicchia.  :)

Offline eugeniovi

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Re:Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?
« Reply #22 on: November 19, 2010, 08:58:27 PM »

Dall'alto del mio zero assoluto credo che ci sia una scarsità culturale pazzesca nel nostro paese, che un genere come il Jazz abbia bisogno di un minimo di cultura musicale necessaria a "capirlo". Fin quando sarà una cosa ricercata e non "semplice" (alla portata di tutti) rimarrà sempre così, di nicchia.  :)

Scusa , sarà una tesi semplicistica ma se non hai la passione puoi al massimo ascoltare per curiosità ma poi passata questa ti rivolgi altrove. Complice di questa cosa sicuramente il messaggio musicale non proprio immediato. Non a caso il top degli ascolti e delle vendite è stato raggiunto ad esempio con Stan Getz e Jobim (scusate se mi ripeto ma è storia) e il periodo che ha visto protagonisti i vari Corea, Pastorious, Davis elettrico, Cobham...cioè l'adoperare un  linguaggio si fruibile alla massa ma anche carico di significato per l'epoca nella quale veniva proposto.  Ai concerti di Pat Metheny ho sempre visto tantissimi giovani, vuol dire che la popolarità del nome e il genere musicale attirano, giovani ne ho visti pochi al concerto di Jarret solo, complice anche il prezzo oramai improponibile. Le idee cambiano, le mode culturali pure, gli appassionati (pochi) no. Ciao

Offline Jim Barda

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Re:Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?
« Reply #23 on: November 19, 2010, 09:58:36 PM »
ho girato l'Umbria in treno e sacco a pelo per  il Jazz e gli amici a Rimini a tedesche......non mi sono mai fatto un problema se gli altri non lo ascoltano, anzi..... ;D.

Eugenio messa così sembriamo un accozzaglia di scacciaf---e!!! Vabbè se ti va la prox volta che vieni in Umbria ci si va insieme ad Umbria Jazz... ma anche un pochino a donne è, ok???

Comunque l'altra sera ero a vedere Roy Hargrove e con me c'erano alcune persone che di solito non ascoltano jazz, ma il commento finale è stato: Ma che già è passato tutto sto tempo??
Cioè si son divertitida matti, merito anche di un Montez Coleman che alla batteria ha tenuto su tutta la baracca in una maniera disumana. Da solo è valso il biglietto...
Voglio dire, Marsalis spiega bene questa cosa nel suo ultimo libro, per fare Jazz bisogna prima di tutto voler comunicare, e il mondo è pieno di cazzoni che finito il conservatorio prendono lo strumento e fanno "guardate come sono bravo a soffiare nel tubo" e giù ore di follie frenetiche su e giu che le montagne russe sono robetta... Ma cosa mi hai detto?? Niente. Morto.  Però fa fico... e allora vedi fra il pubblico gente che per non dire che si è annoiata, sorbisce vino e fanno tutti gli eleganti.Alta roba è secondo me il jazz, è voglia di comunicare, di sudare un po insieme, di dire qualcosa. Marsalis dice che nel jazz servge saper ascoltare, che poi è una cosa fondamentale per dialogare.

Offline Norman

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Re:Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?
« Reply #24 on: November 20, 2010, 01:14:05 AM »

Voglio dire, Marsalis spiega bene questa cosa nel suo ultimo libro, per fare Jazz bisogna prima di tutto voler comunicare, e il mondo è pieno di cazzoni che finito il conservatorio prendono lo strumento e fanno "guardate come sono bravo a soffiare nel tubo" e giù ore di follie frenetiche su e giu che le montagne russe sono robetta... Ma cosa mi hai detto?? Niente. Morto.  Però fa fico... e allora vedi fra il pubblico gente che per non dire che si è annoiata, sorbisce vino e fanno tutti gli eleganti.Alta roba è secondo me il jazz, è voglia di comunicare, di sudare un po insieme, di dire qualcosa. Marsalis dice che nel jazz servge saper ascoltare, che poi è una cosa fondamentale per dialogare.

Ecco, parole sante. Ma ribadisco: il jazz è un linguaggio 'estraneo' per la tradizione italiana, è dovere dei jazzisti prima di tutto aiutare il pubblico ad assimilarlo. Non è solo una questione di suonare bene...
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Offline Darwin

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Re:Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?
« Reply #25 on: November 20, 2010, 08:27:41 AM »
Scusa , sarà una tesi semplicistica ma se non hai la passione puoi al massimo ascoltare per curiosità ma poi passata questa ti rivolgi altrove.

Non ho capito quello che intendevi.. ???

Ciao  ;)

Offline eugeniovi

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Re:Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?
« Reply #26 on: November 20, 2010, 08:43:44 AM »
Non ho capito quello che intendevi.. ???

Ciao  ;)

Intendevo quello che hai letto.

Offline eugeniovi

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Re:Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?
« Reply #27 on: November 20, 2010, 08:57:48 AM »
Eugenio messa così sembriamo un accozzaglia di scacciaf---e!!! Vabbè se ti va la prox volta che vieni in Umbria ci si va insieme ad Umbria Jazz... ma anche un pochino a donne è, ok???

Offline eugeniovi

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Re:Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?
« Reply #28 on: November 20, 2010, 09:02:09 AM »
Eugenio messa così sembriamo un accozzaglia di scacciaf---e!!! Vabbè se ti va la prox volta che vieni in Umbria ci si va insieme ad Umbria Jazz... ma anche un pochino a donne è, ok???

No no, mi scuso se si interpreta male ma a quell'epoca( seconda edizione di Umbria Jazz) la manifestazione era vissuta così. Ci sono delle bellissime foto che testimoniano piazze gremite di giovani seduti per terra ad ascoltare Braxton,Mingus, GilEvans...Ciao

Offline Jim Barda

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Re:Jazz e grande pubblico: un rapporto impossibile?
« Reply #29 on: November 20, 2010, 10:50:10 AM »
Eugenio messa così sembriamo un accozzaglia di scacciaf---e!!! Vabbè se ti va la prox volta che vieni in Umbria ci si va insieme ad Umbria Jazz... ma anche un pochino a donne è, ok???

No no, mi scuso se si interpreta male ma a quell'epoca( seconda edizione di Um
bria Jazz) la manifestazione era vissuta così. Ci sono delle bellissime foto che testimoniano piazze gremite di giovani seduti per terra ad ascoltare Braxton,Mingus, GilEvans...Ciao

EEEEEEEEEEE di quelle magnifiche edizioni ho visto solo le foto e i racconti di qualche fortunato. Belle si, era molto diverso da oggi. Non ti scusare Eugenio percarità, era solo una battuta per ridere un po. Lo sai che sono un bischero...  O0