Author Topic: INTONAZIONE  (Read 7318 times)

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Offline paolotretteltrumpet

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INTONAZIONE
« on: December 28, 2010, 07:13:43 PM »
Ciao a tutti,
l’altro giorno mi è capitato di leggere da “magagine archi” un interessante articolo
di Marco Fiorini riguardo l’intonazione.
Oggi ho trovato un po’ di tempo, così ho pensato di riassumerlo e postarlo qui,
pensando di fare una cosa gradita.
Di impostazione, di aria, di lingua ecc.. ho ritenuto che sia meglio autocensurarmi, però per quanto riguarda l’intonazione non credo che ci siano problemi di convivenza ideologica. (ho riletto dei post a ritroso…sull’impostazione) ;)

L’intonazione di Marco Fiorini (1996/06 primo violino solista Orchestra S. Cecilia di Roma)

L’obbiettivo è portare consapevolezza circa i meccanismi che regolano la materia, e conseguentemente, offrire alcuni consigli pratici; il tutto attraverso una trattazione estremamente sintetica ma, mi auguro, non per questo meno esaustiva e chiara.
L’intonazione non è monodimensionale, non esiste un unico modello di intonazione, un’intonazione assoluta. Essa può costruirsi, invece, su due differenti coordinate o dimensioni in perenne conflitto strutturale. (da cui nascono i problemi)

1) Intonazione melodica, (orrizontale, espressiva) è quella cui tutti facciamo istintivamente riferimento quando suoniamo una melodia o pensiamo ad un motivetto qualsiasi. E’ caratterizzata dalla tendenza a stringere i semitoni (Intervallo sensibile –tonica) e ad allargare i toni, è proprio questo tipo di intervalli che conferisce espressività alla melodia

2) Intonazione armonica (verticale, naturale), riproduce lo stesso tipo di intervalli che caratterizzano le serie di armoniche che si sviluppano da un qualsiasi suono fondamentale (da cui naturale). E’ la perfetta consonanza dei suoni emessi simultaneamente, che producono il terzo suono di Tartini. La differenza di ampiezza tra toni e semotoni si riduce notevolmente: i toni diventano stretti e i semitoni  larghi.

A queste coordinate ne va aggiunta una terza, del tutto artificiosa, legata all’utilizzo degli strumenti a tastiera:

3) Intonazione Temperata (equabile), consiste nella divisione matematica dell’ottava in dodici semitoni uguali. Legata alle esigenze degli strumenti a tastiera, è un compromesso artificioso ed obbligato tra le due precedenti. Può, quindi a ben diritto essere considerata il paradigma stesso dell’imperfezione (un’imperfezione, s’intende resa altamente funzionale dalla coerenza, ogni nota è sempre uguale a se stessa ed a ogni ottava.)

Ma qual è il criterio di scelta? doh

Esso è dettato dal contesto:
a) Ruolo armonico della nota, è fondamentale, terza, quinta o settima dell’accordo?
b) funzione della voce cui essa appartiene, è voce melodica o struttura armonica?
c) Tempo, a che velocità andrà eseguita, più il tempo è veloce più prevarrà la dimensione melodica.

Domani scriverò gli esempi, ciao Paolo
 
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Offline anrapa

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Re:INTONAZIONE
« Reply #1 on: December 28, 2010, 07:30:22 PM »
BELLISSIMO E UTILISSIMO thread!!!!!!
Vai avanti!!!!

(grazie!!!)
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Offline paolotretteltrumpet

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Re:INTONAZIONE
« Reply #2 on: December 28, 2010, 09:16:31 PM »
Un esempio pratico svolto con il violino:

suonate il SOL(corda a vuoto) e intonate il MI,
riprendete il MI e lo confrontate con il LA (corda a vuoto) e scoprirete che sarà inascoltabile. Corregendo questo MI sul LA vuoto avrete la misura della differenza tra le due diverse intonazioni.
A questo punto è necessario evidenziare che non tutti gli intervalli risentono del contrasto tra piano melodico e piano armonico; essi possono quindi essere divisi in due categorie:
a) Intervalli puri, perfetti, immutabili – quinte, quarte e ottave
b) Intervalli impuri, imperfetti, che cambiano a seconda la funzione che svolgono, melodica o armonica; sono essenzialmente terze e seste.

Mentre, cioè, gli intervalli di quarta, quinta e ottava non cambiano  se cambia la funzione melodica o armonica della voce cui appartengono, le terze e le seste possono essere molto differenti.

Prendiamo per esempio la terza maggiore RE-FA#, quando prevale la funzione armonica essa andrà suonate piuttosto stretta (FA# basso) se invece prevale la funzione melodica il FA# sarà decisamente più alto.
Il caso opposto si verifica per le terze minori
Lo stesso principio vale per le seste.

Per intonare un accordo di settima può coesistere tendenze contrastanti.
DO-MI-SOL-SI
In questo caso la settima maggiore è in quinta giusta con la terza maggiore dell’accordo, che a sua volta va suonata, per i principi sopra esposti, alquanto bassa; ma a questo punto la settima finisce per diventare calante in quanto settima…
Come risolvere il problema?
Con un sapiente e mascherato compromesso. Si cercherà di mediare tra le due esigenze, sembrando perfetti anche se non lo si potrà essere al 100%.
Qualità del suono e un giusto vibrato aiuteranno sicuramente, e un equilibrio sonoro in sezione.

Consigli pratici:
Strumento solista: adottare, salvo rare eccezioni, l’intonazione melodica.
Controllare l’intonazione sugli intervalli di quarta, quinta e ottava, mai di terza e sesta.
Fare molta attenzione quando si studia un passaggio molto lentamente:
automaticamente si tende a a cercare tutte le consonanti verticali (armoniche), ma potrebbe risultare del tutto sbagliato nell’esecuzione al tempo corretto.
Costruire gli accordi partendo sempre dalla fondamentale più bassa.
Ecco perché è di fondamentale importanza l’intonazione della terza quarta tromba in orchestra o big band. :)

ciao,
paolo
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Offline CONFUSION51

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Re:INTONAZIONE
« Reply #3 on: December 28, 2010, 09:47:33 PM »
bello! grazie molto interessante.
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e quindi, Boh? La verità stà da un'altra parte!

Offline DarioT

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Re:INTONAZIONE
« Reply #4 on: December 29, 2010, 08:57:42 AM »
bellissimo, grazie, non ci ho capito nulla....  ::)
it's time to play some "D"

Offline Norman

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Re:INTONAZIONE
« Reply #5 on: December 29, 2010, 09:52:13 AM »
Articolo veramente molto interessante, grazie mille!  ovazion

Una domanda sulla questione big band: il perché sia importante l'intonazione della voce bassa mi è chiaro, ma significa che per l'intonazione in sezione bisogna far riferimento alla voce più bassa o comunque è sempre la prima tromba che fa da riferimento, e semplicemente è un rilievo sull'importanza del ruolo della voce bassa? Parlo ovviamente delle parti in cui anche la prima svolge un ruolo eminentemente armonico, perché se ho capito bene invece laddove la prima fa melodia invece deve andare "per conto suo" con l'intonazione melodica.

Altra domanda: l'articolo evidenzia come possano coesistere nello stesso momento diversi criteri di intonazione. Quanto è "vincolante" in big band la presenza del piano? La mia impressione è che in realtà i fiati vadano per conto loro con l'intonazione perfetta (o melodica), perché il piano ha una funzione prevalentemente ritmica: è corretto? Immagino invece che in un quintetto magari il piano abbia un peso maggiore sull'intonazione dell'ensemble.
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Offline anrapa

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Re:INTONAZIONE
« Reply #6 on: December 29, 2010, 10:02:05 AM »
Io penso che la prima tromba debba sempre dare la giusta intonazione sulla base della quale le altre voci devono "darsi una regolata". Sto dando per scontato che la prima tromba sappia suonare intonato... :D
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Offline StefanoMassari

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Re:INTONAZIONE
« Reply #7 on: December 29, 2010, 11:58:36 AM »
L'articolo non fa una grinza, il lavoro da fare per un'intonazione corretta è" lavorare "su intervalli di terze, magg. min ecc, perché l'armonia anche quartale è basata su intervalli di terze sovrapposte . La nostra cultura, e di conseguenza il nostro modo di sentite i rapporti tra le note, utilizza il sistema temperato o bacchiano da quasi trecento anni, che si contrappone al sistema mesatonico utilizzato nel Rinascimento e nel Barocco; di conseguenza parlare di un altro modo di sentire gli intervalli " quarti di tono o altri rapporti tra le note" come nel sistema indiano o orientale non è praticabile; almeno senza conoscerlo a fondo, per la maggior parte degli occidentali. Bach ideò il sistema temperato per far fronte alle difficoltà che si incontravano nell'avere un'intonazione uniforme non solo tra nazioni ma anche tra regioni diverse, questo problema se l’erano già posto Vincenzo Galilei “ padre di Galileo” e nell’antichità altri famosi matematici.  Tornando al tema iniziale su una corretta intonazione, io penso che c’è solo un modo per ottenere una buona intonazione lavorare su intervalli di qualsiasi ampiezza “ LENTAMENTE” estrapolare da qualsiasi genere musicale frasi, semifrasi e suonarle lentamente curando il rapporto tra le note, l’orecchio memorizza i rapporti giusti, naturalmente ci vuole tempo, molto tempo. Curando l’intonazione si migliora il suono, l’avevo già accennato in passato, se un musicista è intonatissimo ha un suono sicuramente bello, perché le due abilità sono speculari, non si può essere “stonati” ma avere un bel suono, almeno io la penso così.
Ciao!
Stefano M
Stefano Massari

Offline paolotretteltrumpet

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Re:INTONAZIONE
« Reply #8 on: December 29, 2010, 01:56:05 PM »
L'intonazione perfetta non esiste, e ognuno di noi ha la propria intonazione, basata anche sulla propria esperienza di ascolto e studio.
Sono d'accordo con Stefano Massari sul fatto che il bel suono è speculare all'intonazione.
Per una buona intonazione in sezione ci vuole sicuramente un equilibrio sonoro e un volume equo.
Un buon trombettista sa dosare anche il volume in sezione, basandosi sulla funzionalità della nota che sta suonando.
Il bel suono è dato da una giusta vibrazione, se questa non è giusta ne compromette la qualità e rende il singolo suono sfasato con i propri armonici.
L’intonazione dipende dalla musica e formazione musicale che stai suonando.
Dove trovo più difficoltà è senz’altro suonare brani classici con il pianoforte.
Il pianoforte è temperato e non è facile adattarsi alla sua intonazione.
Cambia totalmente se suoni jazz con il piano, in quanto usa accordi con più tensioni armoniche e quindi non crea problemi di intonazione.
In big band la prima tromba comanda l’intonazione, ma se la terza tromba suona sfasata  compromette l’intonazione della prima. Ovviamente dipende dal brano che stai suonando, se è un brano melodico o parti con funzioni ritmiche. In big band ascolti il piano per prendere l’altezza dell’intonazione non per intonare gli intervalli.
Io ascolto l’intonazione sempre dal basso, per esempio quando ho registrato i brani di Valter Valerio ho cominciato dall’ultima tromba fino alla prima per trovare la giusta intonazione armonica e melodica.
Dipende anche dall’acustica del luogo dove suoni.
Mi è capitato di suonare con una orchestra classica e la mia posizione in teatro era sotto un certo balconcino dove sopra c’era posizionato l’organo. Insomma non riuscivo a capire l’intonazione (non sentivo bene i violini) in quanto i suoni rigiravano sotto questo balconcino, fino a quando ho chiesto al direttore di spostarmi. :-\

 
ciao Paolo
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Offline Norman

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Re:INTONAZIONE
« Reply #9 on: December 30, 2010, 02:28:00 AM »
Grazie!
 grazi
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Offline Bobby

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Re:INTONAZIONE
« Reply #10 on: December 30, 2010, 11:41:02 AM »
bellissimo, grazie, non ci ho capito nulla....  ::)
pollices
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Offline adrianotaibi

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Re:INTONAZIONE
« Reply #11 on: December 30, 2010, 12:22:58 PM »
Articolo molto interessante!
Su queste cose ci lavoro settimanalmente con il mio quintetto di ottoni, e devo dire che è un lavoro che va fatto con estrema cura, ma alla lunga paga sicuramente.
Mi trovo assolutamente d'accordo sul rapporto intonazione-suono: quando si ha un bel suono è sicuramente più facile intonarsi, e gli altri avranno vita più facile a suonare con te.
Non ho esperienza in big band, ma se si suonano dei passaggi in sezione, e quindi degli accordi, sono sicuro che la voce di riferimento è la fondamentale dell'accordo, a prescindere se la suona la 4a tromba o la 1a, cioè se si suona un Sib maggiore la nota di riferimento è il Sib, se la quarta tromba suona un Re non si può prendere come riferimento.
Nel mio quintetto il riferimento per l'intonazione è quasi sempre il basso tuba, proprio perchè la maggior parte delle volte suona le fondamentali dell'accordo, e quindi ci adeguiamo tutti a lui, a prescindere se ha tutte le note intonate o no.
Se poi io suono una melodia e mi accorgo che il tuba certe note le suona proprio fuori intonazione, allora facciamo un lavoro apposito alle prove, per cercare di sistemarle, ma per tutti noi è molto più semplice intonarsi con il tuba, anche per un fatto di suono. Si cerca sempre di "far entrare i suoni dentro quello del tuba", ma questo è un discorso anche di assieme oltre che di intonazione.
In ultimo, se parliamo di intonazione armonica, subentra anche il discorso del "bilanciamento" fra i suoni, non basta intonarsi con la fondamentale, ma bisogna capire anche il ruolo della nota nell'accordo, e di conseguenza regolare i volumi per avere un accordo bilanciato.

La musica d'insieme è la mia passione, questi argomenti mi piacciono parecchio!  ;)

Offline chet

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Re:INTONAZIONE
« Reply #12 on: January 02, 2011, 01:18:50 PM »
salve buon anno a tutti! a proposito di intonazione(per ridere) polifonica con uno strumento monofonico! ciao.http://www.youtube.com/watch?v=zoxPPdhhyig

Offline al

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Re:INTONAZIONE
« Reply #13 on: November 06, 2011, 05:03:18 PM »
BELLISSIMO E UTILISSIMO thread!!!!!!
Vai avanti!!!!

(grazie!!!)
di sicuro, peccato che dopo 5 rghe non ci ho capito più nulla! piang
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Offline Enricus IX

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Re:INTONAZIONE
« Reply #14 on: December 22, 2011, 12:08:36 PM »
Argomento interessantissimo (si, sono ancora vivo!!!), però nel testo di Fiorini c'è qualche imprecisione, temo. Andiamo con ordine...
Almeno a livello vocale, per quanto riguarda l'intonazione "melodica" si fa sempre riferimento alla scala naturale, ch'è quella che indica come "armonica". Chiaramente questa si basa sulla serie degli armonici naturali, a partire dall'ottavo, con qualche accorgimento. Innanzitutto, non esiste un solo tipo di tono e un solo tipo di semitono. Ci sono toni grandi e piccoli, così come semitoni grandi e piccoli. Addirittura può capitare di trovare un semitono grande la metà di un altro... eppur sempre semitono!
Dire che "i toni diventano stretti e i semitoni larghi" è fuorviante. E' un tentativo di equabilizzazione per semplificare, ma può trarre in inganno. Se così fosse non ci sarebbe il problema per gli strumenti a tastiera. Faccio un esempio. Nell'intonazione naturale, tra do e re, nella scala di do maggiore, c'è un tono grande. Tra re e mi un tono piccolo. Nel temperamento mesotonico, il più in voga nell'Italia (per quanto si possa chiamare Italia) del XVII secolo, questa differenza viene annullata e viene creato un tono "medio" per mantenere la purezza della terza maggiore.
Che bisogno ci sarebbe se fossero ugualmente "stretti"?
E ancora, in do maggiore, il Re è largo se quinta di sol, ma se fosse terza in si bemolle maggiore? La terza maggiore in natura è stretta. La "sensibile", che pur deve ascendere alla tonica, è bassa!
In ultimo, per gli strumenti a tastiera cita solo l'intonazione equabile. Ma se vi capitasse di suonare con strumenti storici il problema sarebbe infinitamente superiore. L'Equabile ha una determinata storia ed è oggi predominante, ma ci son miriadi di altri temperamenti. Ne cito un po' a carrellata, ma sicuramente me ne sfuggiranno: Mesotonico, Pitagorico, Werkmeister (I, II, e III), Kirnberger (I, II e III), Tartini-Vallotti...
Sono riuscito a incasinarvi un po' le idee?  felicissim