speravo che qualcuno me lo chiedesse
.
E il Buon Norman Arriva sempre in aiuto ad ogni tipo di difficolta'
Anche perche' a me la sua masterclass ( probabilmente ) ha Lasciato qualcosa in piu' di quella con bosso .
Percarita' , vedere e sentire suonare Fabrizio e' qualcosa di spettacolare , si Ha quasi la sensazione che sia Uscito dalla pancia della mamma che già' sapesse fare tute le scale in tutte le tonalta', Ma anche Paolo Fresu a suo modo Mi ha lasciato Molto colpito.
Iniziamo con il dire che il suono che emette sembra l'insieme di molteplici' cose .
Ha un suono estremamente " Personale " pieno , rotondo e sembra che ogni nota abbia una sua personale storia da raccontare.
Sentire uno strumento a pochi metri in un ambiente che non sia una stanza da concerto con effetti e annessi vari e' sempre un arma a doppio taglio.
Il suo suono e' musica vera , che esce da dentro, e credo proprio che possa essere molto molto vicino a quello che moltissime volte e spesso impropriamente chiamiamo " Jazz ".
Detto cio' entriamo nel vivo dell incontro
Mi sarei aspettato qualcosa di più' spettacolare, tecnico, suonato e invece e' stato un monologo di circa 3 ore ( con degli interventi musicali insieme a un trio di allievi della Saint Louis, dove ha alternato flicorno e tromba ).
IL suo concetto e' estremamente semplice ( come lo definisce lui ) . il Jazz e' e' l'insieme di diversi elementi ( più e meno importanti )
Sopra a tutto c'e' il " Suono " poi in ordine , il tempo , la melodia , l 'interplay ( la capacita' di interagire con il gruppo ) e il silenzio ,
Il suono e' fondamentale per tenere allineate tutte le altre voci.
Un bel suono riesce ad essere protagonista anche con poche note . dal suono e' possibile riconoscere un artista, un modo di suonare ed ovviamente cita i vari Miles e Chet (effettivamente ogni trombettista o appassionato ha bisogno di ascoltare pochissime note per riconoscere subito se si tratta di Miles Davis o Chet Baker ) ed ovviamente tutti sappiamo che questo e' assolutamente la Verita', ne cita anche molti Altri .
Un suono perfettamente intonato che va perfettamente a tempo e' sicuramente piacevole da sentire ma non e' qualcosa vicino al suo modo di intendere il Jazz. Devo dire che più' e più' volte ha puntualizzato sul fatto che quello e' solamente il suo modo di vedere il jazz e la musica in genere
Questi cinque concetti lui li immagina come 5 linee messe in verticale
ed ogni volta che si suona ( in qualsiasi contesto ) le linee devono sempre
essere perfettamente a posto ma in realtà non e' sempre così'.
Basta che il suono ( in primis ) o un altro elemento non sia al suo posto che tutto il resto viene sfalsato e ne esce una prestazione non positiva.
Effettivamente quando suoniamo davanti a qualcuno e non esce il suono che vorremmo ne risente tutto il resto. Ci concentriamo sul perché' il nostro suono non e' come al solito e saltano tutti gli equilibri. A me personalmente succede spessissimo .
Spesso può' capitare anche perche' semplicemente si suona in un posto nuovo che ha pareti e quindi reverberi diversi da quelli che siamo abituati a sentire. E questo spesso ci porta fuori dagli schemi e soprattutto fuori concentrazione .
Ha Detto tantissime altre cose ma questa e' quella che più' mi ha colpito .
La sensazione comunque e' quella di colui che e' assolutamente conscio del fatto che tecnicamente non e' ne Marsalis Ne Fabrizio Bosso Ma un Musicista che nel corso del tempo e' riuscito a creare ( piano piano nel tempo ) UN modo personale di suonare con un proprio suono ben definito
ed un modo di intendere il Jazz in Maniera originale .
Un ultimo concetto " che ormai e' un " must " di tutte le persone dalla quale ho appreso qualcosa inerente la tromba e' il concetto di " canto ".
La musica va canata dentro prima che suonata sulla tromba e su questo punto Aldo Bassi ( il mio insegnante ) , fabrizio Bosso e Paolo Fresu Sono tutti assolutissimamente d'accordo .
Io sinceramente non ci metterei la mano sul fuoco che tutto quello che ha detto corrisponde a Verita , ma di una cosa sono sicuro.
Se mi bendassero dentro una stanza e facessero suonare 10 musicisti, quel suono lo riconoscerei alla seconda nota, perché' ormai mi e' " entrato dentro " e credo che alla fine sia la cosa più' importante.
Successivamente ho scoperto che ha scritto un libro dove ovviamente esprime in maniera più approfondita ( ed in un Italiano sicuramente migliore del mio ) questi concetti, che si intitola " La musica dentro " edito da feltrinelli che sicuramente comprerò' e leggero, magari in uno di quei momenti di depressione musicale .
Credo che una cosa cosi' lunga ( forse il tema della maturità' ) non l'ho mai scritta quindi perdonate gli errori di qualsiasi natura essi siano.
E' questo sforzo sovrumano di scrivere in Italiano merita almeno un punticino