In poche parole i "fondamentali" gli indispensabili che vanno assolutamente ascoltati.
è una cosa che si può fare?
grazie a tutti
gio
MON! questo è veramente un domandone.
nonostante io sia stato per molti anni un collezionista, affetto da una mania ossessiva compulsiva che lo ha portato ad ammassare più di ventiduemila dischi (di cui circa seimila mai ascoltati e ancora incellofanati), ho sempre ritenuto che per comprendere il vero spirito del jazz (non del vero jazz, attenzione) siano sufficienti nemmeno una decina di dischi. tutto il resto è approfondimento guidato dalla sete di conoscenza che ciascuno di noi ha (la mia era, invero, patologica...). anche per i trombettisti potremmo dire la stessa cosa, tuttavia tu ci poni di fronte a una questione complicatissima che riguarda "l'indispensabiltà". ed è complicata per due motivi: chi di noi può affermare che questo o quel trombettista è indispensabile? e soprattutto sulla base di quali conoscenze? io non me la sento, nonostante conosca migliaia di dischi e centinaia di trombettisti con una specializzazione particolare in quelli cosiddetti negletti. secondo motivo: anche un woody shaw o un tony fruscella sono indispensabili a modo loro. l'uno per aver fatto da ponte fra l'hard bop il free bop e certe avanguardie successive e continua a influenzare una valanga di trombettista fra cui il nostro bravissimo fabio morgera; l'altro per essere stato, prima di chet baker, l'elemento di congiunzione fra lo stile di bix beiderbecke e un certo tipo di stile west coast. ma io mi chiedo: quanti li menzionerebbero come trombettisti indispensabili?
invece è indispensabile ciò che può alimentare la tua sete di conoscenza in questa o quella direzione. e quindi se vuoi suonare il jazz tradizionale diventerebbe indispensabile ascoltare harry allen ad esempio e non hubbard e nemmeno lee morgan come neppure dizzy.
pertanto la prima risposta che posso darti è: dipende da come il jazz suona nella tua testa, dipende dal tuo mood. ad esempio per me che amo il new orleans style sopra ogni cosa leroy jones è un trombettista imprescindibile e indispensabile. ma di certo non è indispensabile in una graduatoria generale.
detto questo e fatta questa ampia premessa io andrei a individuare 5 varietà di genere (sempre nel jazz) dopodiché proporrei la mia cinquina (magari ne cito qualcuno in più...). è molto più semplice e certamente più attendibile.
PRE SWING
LOUIS ARMSTRONG (cofanetto THE COMPLETE HOT FIVE AND HOT SEVEN RECORDINGS)
BIX BEIDERBECKE (il primo box della serie BIX RESTORED edito da SUNBEAM, se li trovi anche tutti gli altri volumi...)
SWING
ROY ELDRIDGE (laughin'to keep from crying con lester e harry sweet edison)
HARRY SWEET EDISON (mr. swing con un tenorista eccezionale chiamato jimmy forrest che era lester e coleman hawkins insieme, fu il primo a sintetizzarne gli stili, e uno dei pianisti più raffinati e sensibili che la storia abbia conosciuto o meglio dovrei dire sconosciuto: jimmy jones... andatevelo a beccare e poi ne riparliamo...)
BOP
DIZZY (c'è un famoso verve dal titolo roy and diz insieme al suo maestro roy eldridge appunto)
FATS NAVARRO (c'è una compilation su dreyfus si chiama nostalgia ed è ben fatta perché è una delle pochissime occasioni per sentirlo con un suono restaurato e quindi decente...)
c'è kenny dorham importantissimo ma già se ne è parlato in questo forum di recente. non trascurarlo perché è importantissimo.
HARD BOP
CLIFFORD (i suoi study in brown e more study in brown su emarcy sono dei capolavori...)
LEE MORGAN (qualsiasi blue note prima del 1962)
POST BOP
BOOKER LITTLE (far cry con eric dolphy ma anche out front su candid)
mi verrebbe anche da citare don ellis su questa scia ma non è proprio un indispensabile
WOODY SHAW (già citato di cui non consiglio i columbia o i contemporary famosi come punto di inizio, bensì unity, un blue note in cui woody era giovanissimo e faceva delle cose incredibili per gli essere umani di quel periodo forse anche perché stimolato dalla presenza da uno dei geni dell'organo che era larry young purtroppo morto giovane)
resterebbe da citare freddie hubbard, ma non ne parlo perché ci si arriva facilmente e naturalmente una volta approfondito il filone booker e woody.
ci sono miles davis, chet...
non li ho citati perché... perché tanto li conosci già sicuramente. ad esempio chet baker non è indispensabile valutato per il contributo che ha dato allo sviluppo del linguaggio. ecco forse io nella selezione mi sono concentrato molto su questo aspetto. il contributo all'evoluzione dello stile.
poi ci sono i contemporanei: tom harrell, wynton ma anche terence blanchard, ecc.
intanto credo di aver messo già abbastanza carne al fuoco.
ci tengo a precisare che questa è la mia selezione e non è detto che sia il punti di vista corretto. è solo il mio personale punto di vista. niente di più.
ti saluto e spero di esserti stato in qualche modo di aiuto.
don tonino